C.I.N.I.C. Games, di cui ci siamo occupati anche durante l’ultima Milan Games Week (vi dice nulla Stuck in a Pig? No? Leggete qua e poi tornate, fatevi un’idea!), arriva nel rutilante mondo del mercato home console e lo fa con The Wardrobe, la storia agrodolce di una splendida amicizia tra Skinny, il nostro protagonista, e Roland. Cosa c’è di speciale in tutto questo? Beh, Skinny è un secchissimo scheletro, giuriamo, secco come la gola di un beduino in una giornata particolarmente afosa. E Roland è il suo migliore amico, nonché proprietario dell’armadio nel quale il nostro (anti)eroe sottopeso vive, si fa per dire, da qualche tempo. Seguiteci in questo bizzarro viaggio, colmo di citazioni e battutacce dal carattere nonsense, e scoprite assieme a noi quanto possono essere logorroici, cinici e spietatamente umani gli scheletri che tutti, indistintamente, conserviamo nei nostri armadi.
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La frutta fa bene? Parliamone…
Galeotta fu una prugna. Eh già, la storia di The Wardrobe, che poggia su quella che potrebbe apparire come la più antica delle trame, nasce proprio da qui: l’allergia (ignota) di Skinny per le prugne. Durante un picnic in compagnia di Roland il nostro protagonista assaggia uno di questi dolci frutti e lo shock anafilattico, repentino quanto letale, lo uccide sul colpo; letteralmente lo fulmina! Roland, terrorizzato dalla morte del suo più caro amico, fugge lasciando il corpo di Skinny in balia degli elementi. Finché, all’improvviso, quando ormai siamo ridotti al sogno erotico di ogni ortopedico, una nuova scintilla di vita si impadronisce delle misere ossicina di Skinny, che rianimatosi trova rifugio nell’armadio di Roland. Questo è solo l’incipit delle folli avventure del nostro mucchietto d’ossa, che presto si troverà a fare i conti con il più grande terrore di ogni non morto abusivo: un trasloco. Da qui partiranno le vicende narrate nel gioco, che eviteremo di narrarvi troppo nel dettaglio per evitarvi spoiler. Dopotutto il pezzo forte del titolo di C.I.N.I.C. Games è proprio il comparto narrativo, come è naturale che sia data l’appartenenza di The Wardrobe a quel genere un po’ in declino che sono le avventure grafiche. Fortunatamente sembra che i ragazzi di C.I.N.I.C. siano riusciti a creare un titolo in grado di far contenti gli appassionati e, cosa più importante, di creare nuovi proseliti. D’altronde giocare a The Wardrobe equivale quasi a fare un giro in un museo dedicato a titoli iconici, dai quali il gioco prende spunto: non sarà infatti difficile trovare riferimenti più o meno palesi a Day of the Tentacle o Monkey Island.
Un gameplay ridotto all’osso
Il gameplay del gioco è quanto di più minimalista ci possa essere: muovendo il cursore a schermo potremo selezionare diversi oggetti nello scenario e interagire con essi attraverso un menu contestuale. Una classica avventura grafica, insomma. Potremo dunque esaminare, prendere, utilizzare e, ovviamente, commentare ogni singolo oggetto evidenziato nel mondo di gioco. Sempre tramite la stessa azione potremo inoltre interagire con gli NPC che troveremo sparsi nel mondo di gioco, che avremo modo di affrontare in modo non lineare. Se da un lato il gameplay di The Wardrobe sembra (ed è) estremamente semplificato e quasi spartano, dall’altro abbiamo trovato la possibilità di evidenziare gli oggetti con i quali interagire sullo scenario quasi come una sorta di ulteriore facilitazione. Non che l’asticella della difficoltà sia, generalmente, così in alto da giustificare un ulteriore aiuto ai giocatori anche se, va detto, alcuni enigmi possono risultare quasi frustranti. Per fortuna, però, arriva sempre un colpo di genio, o semplicemente fate girare il vostro cervellino finché non si attiva il pensiero laterale. Almeno si spera. Ma, aldilà di questo e nonostante gli ovvi compromessi dati dall’utilizzo di un gamepad (vi ricordiamo che il titolo nasce su PC), tutto scorre in maniera abbastanza fluida, senza essere troppo macchinoso. Su questo fronte, e come detto tenendo a mente sia il genere di gioco preso in esame sia i suoi evidenti limiti, non ci resta che fare i complimenti ai nostri compatrioti di C.I.N.I.C. Games. Se cercate azione frenetica e dinamismo vi suggeriamo di guardare oltre: The Wardrobe si rivolge a un tipo di giocatore ben preciso. Gente che ha spolpato Full Throttle e il già citato Day of the Tentacle, insomma.

Il mondo fuori dall’armadio
Come accennato, le avventure di Skinny cominciano quando Roland e famiglia stanno per traslocare. Da qui cominceremo ad esplorare il mondo di gioco, una fantastica accozzaglia di citazioni e black humor ad ogni pie’ sospinto. Skinny stesso ci ricorda, costantemente, come la caratterizzazione di un personaggio sia spesso la chiave per entrare nei cuori dei giocatori, e C.I.N.I.C. ha reso irresistibile questo simpatico mucchietto di macilente ossa. Tutto, dal suo continuo sfondare la quarta parete, alle osservazioni più o meno becere su quanto lo circonda (senza farvi spoiler, ma fidatevi: parlare del più e del meno con un alligatore che sembra appena uscito da un carcere di massima sicurezza è stato qualcosa di unico) fino all’incedere mesto ha portato alla nascita di un protagonista accattivante e che, da solo, costituisce una forte spinta al giocatore: dopo pochi minuti con Skinny non vorrete far altro che scoprire come finirà la sua storia. A questo contribuisce, e non poco, il mondo di gioco stesso che è, senza usare giri di parole, una variopinta e spietata parodia della vita reale. Lo stile grafico adottato, insieme ad un buon uso di uno humor spesso sottile come l’albero maestro dell’Amerigo Vespucci e, come già accennato, gli NPC che popolano la cittadina nella quale ci muoveremo sono tanto grotteschi e… si, disagiati è il termine corretto, da essere fin troppo realistici nel proprio ruolo parodistico.