Storm, Storm e, ancora, Storm; è trascorso un decennio da quando CyberConnect2 decise di dare il via a una nuova serie videoludica dedicata al Ninja biondo della Foglia, noto con il sottotitolo di Ultimate Ninja Storm. Da lì, una vera e propria rivoluzione prese piede nel genere di riferimento, con l’azienda nipponica che riuscì a rimescolare la (riuscita) formula di un Dragon Ball Budokai Tenkaichi 3 con maestria, narrando nel frattempo tutte le avventure di Naruto, Kakashi e compagnia ninja all’interno di un ecosistema coerente, unico nello stile e particolare nelle meccaniche di gioco: easy to learn, hard to master, potremmo dire. E se queste espressioni non si addicono certo a un fighting game come lo può essere la serie firmata CyberConnect2, è anche in Naruto to Boruto: Shinobi Striker che si è voluto replicare lo stesso processo, nel tentativo di attirare quanti più appassionati delle creazioni decennali di Masashi Kishimoto. In tutto questo miscuglio di ispirazioni, tra l’eredità di CyberConnect2 e il bisogno di una (necessaria) innovazione, sarà riuscito Soleil a farsi valere e ad aprire una nuova porta per la serie? Abbiamo finalmente avuto modo di scoprirlo.
Tutto fumo…
Immaginatevi la situazione: dal lontano 2006, ovvero da quando Clash of Ninja venne distribuito su GameCube, la serie di Naruto non aveva conosciuto che picchiaduro tutti più o meno simili nella loro natura, con variazioni nello stile di combattimento (magari dal 2D al 3D), ma pur sempre identici nel loro fine: botte da orbi tra il giocatore e i villain fondamentali del manga, di rado espansi dalla possibilità aggiunta di visitare il Paese del Fuoco. Poi arriva un Naruto to Boruto: Shinobi Striker, che non solo propone un gameplay estremamente libero e incentrato sul PvP, ma anche un sistema dove è lo stesso giocatore a costruire il suo lottatore personale. Ma ciò sarà bastato a far dimenticare una serie, quella firmata Storm, che è riuscita a raggiungere milioni e milioni di giocatori negli anni?
Innanzitutto, potete amabilmente spegnere tutto l’entusiasmo che stavate riservando su un ipotetico mondo aperto o quantomeno esplorabile. Similarmente a quanto accade in Dragon Ball Xenoverse, il caro Villaggio della Foglia sarà il nostro unico HUB; un luogo circoscritto che ci garantirà, oltre alla comunicazione diretta con una manciata di giocatori, anche l’accesso a tutte le modalità del gioco. Il luogo dove trascorrerete la maggior parte del vostro tempo, almeno nelle fasi iniziali di Shinobi Striker, è l’ingegnosa Arena delle arti ninje VR, ma non prima d’esser passati alla Biblioteca delle arti ninja! In questo anfratto culturale, gestito dal nostro cinico Sasuke, dovremo fare una scelta che ci legherà a un vero e proprio Maestro, il quale ci guiderà all’interno dell’Arena e nelle missioni in singolo. Così facendo, sbloccheremo nuove arti ninja esclusive, costumi inediti e altro ancora, andando a costruire un ninja che ci ricorderà, se vorremo seguire tutto il percorso di un Maestro, le stesse peripezie tra Naruto e Jiraiya o Sakura e Tsunade. Usciti dalla Biblioteca, torneremo nell’Arena delle arti ninja VR, dove verremo accolti da Kakashi. Qui potremo affrontare decine e decine di missioni diverse, ognuna indirizzata a farci carpire tutte le meccaniche del gioco: c’è il salvataggio di un soldato ferito, la difesa di una muraglia della Foglia da parte degli invasori, così come abbiamo modo di gettarci nei combattimenti contro orde di avversari diversi e, in casi particolari, contro dei boss estremamente ostici da buttare a terra; insomma, abbiamo di tutto. Ma se le missioni possono farci intrattenere per una buona decina di ore, altro non si può dire su questi incarichi, che non riescono a tener testa alle strabilianti avventure vissute nello Storm. Buona parte degli scontri, anche quelli più monumentali, prenderanno il via solo tramite una breve cutscene, incentrata d’altronde su una punchline del cattivo di turno, e via. Nessun incontro porterà con sé un peso evidente, se non delle sparute boss fight che verranno però valorizzate dalla collaborazione con gli altri giocatori, ma quello è un altro discorso.
Il secondo motivo per cui il giocatore vorrà cimentarsi in queste missioni, divise nei classici gradi dalla D alla S, è dovuto, oltre al voler salire di livello e cimentarsi con rivali sempre più esperti, anche alle Pergamene. Questi strumenti, infatti, se portati da Tenten al Negozio degli attrezzi ninja, ci consentiranno di sbloccare un nuovo strumento utile a personalizzare ulteriormente il nostro avatar, ma non solo. Il Negozio degli attrezzi ninja è dopotutto un’attività commerciale e, come tale, sarà uno dei templi sacri del nostro lottatore, che potrà acquistare altri oggetti, armi, costumi e accessori. E una volta comperato un nuovo strumento offensivo, magari la leggendaria Kubikiribocho di Zabuza, che fai se non legarla subito al tuo condottiero? Ed è qui che subentra Sakura con la sua Taverna, adibita esclusivamente alla nostra personalizzazione e alla scelta dei ruoli, sui quali avremo modo di discutere a breve. Una volta fatto ciò, non resta che andare direttamente dal Settimo Hokage in persona: Naruto, chiudendo l’esplorazione del nostro minuto HUB. Nella Magione dell’Hokage potremo unirci nelle Partite veloci con altri giocatori oppure affrontare, di tanto in tanto, i minacciosi Campionati mondiali dei ninja, che andranno a inficiare direttamente sul nostro grado a livello mondiale; no pressure, direbbero gli anglofoni. Eppure è proprio sul gameplay che Naruto to Boruto: Shinobi Striker riesce a differenziarsi con efficacia rispetto ai trascorsi Storm, mostrandosi con un sistema che mira innanzitutto a premiare la sagacia e la collaborazione tra i membri di una squadra.
… e niente arrosto?
Finora abbiamo discusso del nostro HUB della Foglia, ma come funziona invece il nostro avatar? Dopo aver scelto il Villaggio di provenienza, ognuno caratterizzato fedelmente rispetto ai canoni del manga, il nostro lottatore verrà catapultato nella piazza della Foglia, spalancando un portone ben caro agli amanti del manga e di chi ha potuto leggerlo negli anni: la scelta del ruolo, diviso tra Attacco, A distanza, Difesa e Cura. Ogni funzione ha un significato ben preciso nello schema di una battaglia ma, senza perderci in inutili chiacchiere, troveremo delle differenze topiche tra un ruolo e l’altro oppure tutto si perderà in una mera gimmick da poter sfruttare? Fortunatamente, ogni ruolo avrà le sue utilità negli scontri online: l’Attacco è a dir poco devastante negli attacchi ravvicinati, grazie ad assalti che riescono a serrare la distanza tra sé e il proprio avversario di turno, così come la Difesa è straordinaria nell’assorbire come una spugna tutti gli assalti dell’avversario, catalizzando la loro attenzione tramite le arti ninja difensive. C’è inoltre uno spazio per il ruolo A distanza, che tutto può fuorché avvicinarsi a un Attacco rivale (nella maggioranza dei casi finirebbe polverizzato). Piuttosto, dovrà sfruttare le sue arti ninja per fornire un supporto continuo a chi dovrà fronteggiare gli altri lottatori in vicinanza. Ed è anche qui che subentra la Cura, uno dei ruoli più difficili da padroneggiare; debole e fragile, il suo obiettivo sarà quello di curare gli alleati e bloccare gli avversari nel corso della battaglia, divenendo un medico in grado, in seguito ad aver sbloccato determinate arti ninja, di dare il suo apporto nei conflitti. Questi ruoli potrebbero appunto sembrare delle gimmick; e se tutti utilizzassero degli Attacchi, la battaglia non finirebbe in un quarto di secondo? Questa è l’idea iniziale, ma vi basterà gettarvi in un incontro tra giocatori ben organizzati per tirare le cuoia con cattiveria, senza che ci sia poi modo di offrire una controffensiva adeguata. Un impianto così stratificato non potrebbe però funzionare senza un gameplay altrettanto solido, ed è qui che entra in gioco il sistema adottato dai ragazzi di Soleil.
All’inizio di ogni battaglia, ogni ninja della mappa inizierà a caricare una sola mossa: il Salto chackra. Il balzo ci manderà difatti dentro l’occhio del ciclone, scavalcando direttamente le nostre zone e aiutandoci a ingaggiare subito un confronto con i rivali di turno, che potremo perfino cogliere di sorpresa una volta che avremo perfezionato le nostre abilità del movimento. Shinobi Striker si basa difatti, oltre che sul lavoro di squadra, anche su una padronanza seria ed efficiente di ogni movenza. Potremmo balzare con il Salto chackra per poi combinarlo a un Kunai con cavo, che si aggancerebbe a un albero vicino per portartici subito a destinazione, e poi via a correre sulla struttura, aggirandola e posizionandosi subito alle spalle degli avversari, ignari della nostra strategia. Questa combinazione non è che la base di ogni lottatore, perciò vi capiterà di vedere queste tattiche sfruttate a più riprese nel corso delle battaglie, ma ciò che vi differenzierà realmente dagli altri avversari sarà il vostro utilizzo sagace dei Kunai e, ovviamente, della Tecnica di sostituzione. All’interno di Shinobi Striker avremo difatti una base di 4 Kunai da poter utilizzare in contemporanea, e ognuno di essi può risultare fondamentale per serrare le fila, confondere l’avversario e fargli sprecare una Tecnica della sostituzione o, ancora meglio, per dare ancor più forza alle nostro combo. Gli strumenti si ripristineranno nel corso di una manciata di secondi, ma va detto che evitare di sfruttarli in maniera sconsiderata vi potrà aiutare in situazioni altrettanto pericolose. Allo stesso tempo, potremo utilizzare la Tecnica di sostituzione ogni volta che ci sentiremo in pericolo per sfuggire alle grinfie dell’avversario, ma quest’arte porterà con sé un costo gravoso da sopportare, poiché sfruttare la Tecnica ci lascerà in balia dell’avversario per quasi un minuto di gioco, facendoci presto considerare quanto possa essere utile l’attivazione della sostituzione in un dato momento. Insomma, il lato strategico di Shinobi Striker è forse uno degli elementi più accattivanti dell’intera produzione firmata Soleil, ma va detto chiaramente: non aspettatevi più uno Storm da Naruto.
In definitiva, Naruto to Boruto: Shinobi Striker è un titolo che porta con sé sia luci che ombre: da una parte abbiamo finalmente la possibilità di dare vita al nostro ninja personale, un sistema di gioco, strategico e ben curato, che non ci fa più desiderare il ritorno di uno Storm e tante, tantissime possibilità di personalizzazione per il nostro lottatore. D’altro canto, però, il gioco si mostra anche insufficiente nel contenuto ludico che offre al lancio, con le missioni VR che non solo risultano bizzarre nella loro narrazione, sempre basate dalle punchline dei personaggi più importanti della serie, ma che finiscono perfino per ripetersi nel corso dell’avventura, eliminando qualsivoglia creatività da una modalità che avrebbe potuto offrire ben di più al giocatore. Aggiungiamoci poi qualche calo (sporadico) di frame e lag nel corso delle battaglie, e potrete capire perché non ci sentiamo di consigliare Naruto to Boruto: Shinobi Striker a tutti i giocatori. Piuttosto, Soleil ha dato potenzialmente il via a una serie che potrebbe assolutamente raggiungere gli obiettivi che si sarà prefissata nel corso dello sviluppo, ma dovrà impegnarsi nei prossimi anni a mantenere attiva la community e, nel frattempo, riorganizzare tutti i difetti del gioco in modo tale che la Storia possa finalmente tornare a farsi sentire in tutta la sua maestosità da shonen; in questo, Dragon Ball Xenoverse rimane ancora il colosso da oltrepassare.