Dragon Ball FighterZ Recensione, anche Nintendo Switch ha un’aura potentissima

Dragon Ball FighterZ

Se durante la nostra giovinezza il franchise Dragon Ball andava alla grande, date un po’ un’occhiata agli ultimi anni: videogiochi su videogiochi, la nuova serie Dragon Ball Super, e da lì in poi i due ottimi Xenoverse, fino ad arrivare a Dragon Ball FighterZ. Per comprendere il motivo dell’arrivo di quest’ultimo su Nintendo Switch, con il porting che stiamo per raccontarvi, bisogna pur sempre esaminare un paio di premesse. Innanzitutto l’enorme successo ottenuto dal titolo stesso già altrove: su PlayStation 4, Xbox One e PC Dragon Ball FighterZ è presente dallo scorso Febbraio, ha registrato ottime vendite, e si è imposto anche in modo ottimale sulla scena competitiva dei fighting game. In secondo luogo, bisogna tenere presente un’evoluzione costante del picchiaduro stesso, che non si è ancora arrestata: C-17 sarà disponibile a breve come contenuto aggiuntivo gratuito, tanto per citare uno degli eventi recenti. Da ultimo, la console ibrida della Casa di Kyoto: perché non massacrare di mazzate i propri amici (o avversari online) “come, quando e dove vogliamo”? Se poi farlo è una goduria, tanto meglio!

Dragon Ball FighterZ

Una conversione perfetta

Per una volta partiamo dalla fine, e cioè dal comparto tecnico, su quisquilie talvolta secondarie in sede di recensione: perché tanto se un gioco è bello sulla grafica e sulla fluidità si può chiudere un occhio, no? Quante volte lo avete già fatto? Con un picchiaduro però questo ragionamento si fa più complesso, perché un picchiaduro poco fluido non è un picchiaduro ma la saga della frustrazione: e Dragon Ball si merita di meglio. I ragazzi di Ark System Work questo lo hanno sempre saputo benissimo, perché forse già mentre sfornavano il loro capolavoro su PlayStation 4 Xbox One e PC si chiedevano: se a un certo punto dovessimo portarlo anche su Nintendo Switch? Saremmo sicuri di riuscirci al meglio? Ebbene sì, ci sono riusciti al meglio. Dragon Ball FighterZ su Nintendo Switch è una goduria visivamente e tecnicamente parlando: ce n’eravamo già accordi durante la beta test online della scorsa estate, ma una conferma era proprio quello di cui avevamo bisogno. 720 p in modalità portatile, 1080 in modalità TV e 60 frame nel 99% dei casi granitici: su quell’1% restante di tentennamento si può tranquillamente chiudere un occhio. Quindi sì: Dragon Ball FighterZ è bello come altrove, anzi vi sfidiamo apertamente a trovare le differenze a parità di televisore/monitor. In più naturalmente c’è il fattore portabilità: non solo è lo stesso gioco con la stessa qualità delle console concorrenti, ma possiamo anche metterlo in uno zaino e portarcelo dietro; non ci sembra una cosa da poco.

A ogni modo, nella vita pochi aspetti felici sono privi di compromessi, e anche Dragon Ball FighterZ ha i suoi: piccole stonature che comunque possono facilmente essere aggirate dal giocatore attento, o volenteroso di spendere qualche soldo in più per un’esperienza davvero appagante e completa. Il problema di Dragon Ball FighterZ su Nintendo Switch sono i Joy-Con. No, è inutile che facciate finta di niente, lo sapete anche voi che quei tastini dei controller di Nintendo Switch non vanno bene per un picchiaduro. D’accordo, è tutto bellissimo, rilevatore degli oggetti nella realtà, motion control, vibrazioni tattili, ma per un picchiaduro servono tasti comodi e fine della storia: tutto il resto è un di più. Ora, non stiamo dicendo che Dragon Ball FighterZ su Nintendo Switch in modalità portatile sia ingiocabile a causa dei Joy-Con: vi stiamo semplicemente consigliando di poggiare delicatamente la console in modalità tabletop su una superficie piana e poi di collegare un Pro Controller per Nintendo Switch. Le cose inizieranno immediatamente a migliorare, e questo senza contare che il Pro Controller è assolutamente indispensabile per partite con gli amici dove non vogliate fare affidamento sui comandi semplificati, assegnati di default ai singoli Joy-Con con lo split-screen (ovviamente, dato che di dorsali i Joy-Con singoli ne hanno soltanto due e non quattro). Se poi volete spendere ancora di più perché da Dragon Ball FighterZ cercate un’esperienza che non sia solo Super Saiyan ma Super Saiyan God Super Saiyan, allora acquistate un arcade stick compatibile con Nintendo Switch, chiudetevi in casa, e salutate la vita sociale.

Dragon Ball FighterZ

Tutti i guerrieri, tutti i contenuti

Altra buona notizia per chi acquisterà Dragon Ball FighterZ su Nintendo Switch: il porting pensato per la console ibrida Nintendo non è castrato in alcuno dei contenuti della versione base. Tutto quello che potreste trovare su PlayStation 4, Xbox One e PC lo ritroverete anche su Nintendo Switch: modalità storia, battaglia in locale, battaglia online, achievements sbloccabili e roaster dei personaggi al completo. Per quanto riguarda gli eroi e i villain, qui è doverosa una precisazione: ci sono tutti quelli della versione base e già inclusi i personaggi gratuiti rilasciati tramite DLC; ma per tutti gli altri dovrete o acquistare la versione deluxe di Dragon Ball FighterZ su Nintendo Switch (che costa di più) o comprarli a parte dal Nintendo eShop. I giocatori sulla console ibrida non sono avvantaggiati in alcun modo per aver dovuto aspettare di più e per dover ricomprare il titolo a prezzo pieno: se possedete già il season pass su un’altra console poche storie, dovrete comprarlo da capo. Decisioni di Bandai Namco, che non possiamo che accettare: del resto si tratta di un gioco giovane e che sta avendo molto successo, ma regalare almeno un Broly o un Bardack avrebbe apportato poi così tanti danni alle vendite, al prezzo di un maggior incentivo all’acquisto su Nintendo Switch?

Spendiamo qualche parola, infine, per i rari utenti che saranno arrivati qui aspettandosi la recensione di Dragon Ball FighterZ (storia vecchia) invece che del porting di Dragon Ball FighterZ (storia nuova). Si tratta di un picchiaduro in salsa arcade dove a farla da protagonista è il mondo di Dragon Ball Z, Dragon Ball Super e di qualche OAV della prima delle due serie citate. I più potenti e famosi guerrieri del franchise si prendono a botte come se non ci fosse un domani, in quello che è un fighting game accessibile a tutti (proprio a tutti) ma anche incredibilmente tecnico, rifinito e pulito: l’ennesimo, appagante lavoro di quei geni degli Arc System Works. La modalità storia non è altro che un lungo tutorial: mette in scena qualche personaggio inedito disegnato per l’occasione da Toriyama, con una serie di eventi improbabili quanto poco originali, ma comunque discretamente godibili. Il cuore della produzione è però la modalità online, dove è possibile affrontare in squadre di tre guerrieri contro tre giocatori provenienti da tutto il mondo, a base di mosse speciali caricate, combo concatenate e assist invocando l’aiuto degli altri eroi e villain in squadra. Nel momento in cui scriviamo i server su Nintendo Switch sono poco affollati, ci vorrà ancora un po’ di tempo perché si assestino su livelli accettabili, ma siamo sicuri che ce la faranno. Nel frattempo perfezionate le vostre abilità con le modalità storia, allenamento, o in locale con degli amici: altrimenti online prenderete solo un sacco di botte da ignoti.

Dragon Ball FighterZ su Nintendo Switch si rivela una conversione non buona, ma semplicemente eccellente: ha tutto quello che possono vantare le controparti su PlayStation 4, Xbox One e PC, e in più la portabilità, che da sola potrebbe già giustificare l’acquisto, anche da parte di chi possiede già il titolo su altri lidi. Certo, i Joy-Cons combinati non sono il controller migliore per godersi il capolavoro di Arc System Works, e presi singolarmente la situazione peggiora (a meno che non gradiate i controlli semplificati), quindi è cosa buona e giusta abbinare il titolo a un Pro Controller per Nintendo Switch. Nessun problema però per i contenuti proposti: ci sono tutti quelli già presenti altrove, altri arriveranno in futuro, e il cuore della produzione resta pur sempre l’arena online. Pronti a trasformarvi di nuovo in Super Saiyan?

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.