Carlo Calenda, l’ex ministro contro i videogiochi: “In casa mia non entrano”

Carlo Calenda

Si sa, i videogiochi non sono estranei agli attacchi da parte di qualsivoglia voce esterna. Se fino a qualche mese fa è stato Libero a fare le veci da antagonista contro il medium, con un articolo che titolava “I maniaci del videogioco vanno curati in clinica“, ora è giunto Carlo Calenda, ex ministro dello sviluppo economico, ad attaccare con fermezza il videogioco.

In un tweet che ha già fatto discutere migliaia di utenti sui social network, Calenda ha difatti affermato che i ragazzi vanno salvati dai giochi elettronici e dalla solitudine culturale ed esistenziale, collegando l’esistenza del videogioco al lento decadimento della democrazia.

Carlo Calenda

Da lì, le risposte dei lettori non si sono fatte attendere. C’è chi ha evidenziato il valore culturale del videogioco e chi invece ha puntato il dito contro Calenda stesso, reo di non aver accettato l’enorme crescita economica del suo mercato, già nel 2017 in grado di accumulare oltre 1,4 miliardi di euro nella sola Italia.

In tutto ciò, Calenda ha invitato i lettori alla calma, continuando a replicare ai tweet partiti dagli stessi utenti e arrivando a citare i videogiochi come una delle cause scatenanti dell’analfabetismo e dei disordini nella crescita. E voi, cosa ne pensate delle parole dell’ex ministro?

 

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