Un vecchio detto dice che la memoria gioca brutti scherzi, ma non è sempre vero: accade a volte che ne giochi anche di belli. Per esempio quando, a distanza di parecchi anni, ci ricorda all’improvviso, nel cuore della notte, di un videogioco che avevamo ormai dimenticato, ma che quando eravamo bambini era un appuntamento semplicemente imprescindibile dopo la scuola, prima di andare a dormire, o nel fine settimana. Non necessariamente giochi imperdibili, sia chiaro: magari anche titoli superati da esemplari ben più validi, come Spyro The Dragon. Già all’epoca della sua prima comparsa su PlayStation 1, c’erano valide alternative a Spyro e ai suoi due capitoli successivi, e magari erano state anche provate dai giocatori: eppure passano vent’anni ed eccoci a punto e a capo, sempre a pensare a Spyro. Come per Crash Bandicoot, anche il draghetto viola ha lasciato qualcosa dietro di sé, che si è sedimentato negli anni in un irresistibile fattore nostalgia. Comprendere questo punto di partenza, fondamentale e non per forza scontato, è necessario per poter apprezzare nella sua interessa la Spyro Reignited Trilogy, di cui stiamo per offrirvi la recensione. Perché tornare ad Avalar, nel Regno nei Draghi o nei Mondi Dimenticati può avere più o meno senso, a seconda di quanto già li conosciate.
Piccolo drago, grandi avventure
Spyro Reignited Trilogy gioca moltissimo sulla nostalgia, consapevole che in essa risiede gran parte del suo motivo di esistere. Già il nome “re-ignited” la dice lunga: una sorta di riaccensione di fiamme spente ormai da qualche decennio, dato il triste destino del draghetto viola, lentamente declassato da drago protagonista a povera lucertola nella serie Skylanders. Anche le schermate di caricamento dopo la morte del piccolo draghetto all’interno di un livello di gioco sfruttano lo stesso leitmotiv, con una traduzione italiana mena efficace ma il più fedele possibile: “riaccensione…” ci avvisa il caricamento di gioco. Come a dire: “Spyro sta tornando”, e non solo in quello specifico livello, ma in generale all’interno di un prodotto dedicato completamente a lui, che più che ricordarlo vuole celebrarlo come si conviene. La Spyro Reignited Trilogy si è proposta come un’operazione ambiziosa sin da subito: non una semplice remastered andando a lavorare su materiale preesistente, magari abbellendolo un po’, aggiungendo qualche modello poligonale qua e là e spolverando il tutto con l’ormai imprescindibile Full HD (e con il 4K, dove possibile). E no, la Spyro Reignited Trilogy è un remake, termine inglese che sostanzialmente significa “abbiamo rifatto tutto quanto da capo”. I ragazzi di Toys For Bob avevano a disposizione sì un bel po’ di materiale cartaceo e la possibilità di dialogare con il Team di Insomniac Games, ma poco altro a livello di dati di gioco: hanno dovuto ricreare i tre titoli da zero, riprogrammando tutto da capo. E il risultato si vede a colpo d’occhio: ogni livello di Spyro Reignited Trilogy riesce a restare sospeso tra la magia del “già visto” e quella del completamente nuovo, in un tripudio di gioia per chi ha avuto la possibilità di giocare a suo tempo i tre capitoli originari della serie su PlayStation 1; cosa che non è invece accaduta, o che è accaduta in modo minore, con la Crash Bandicoot N-Sane Trilogy.
A livello di contenuti Spyro Reignited Trilogy offre quello che potete ragionevolmente immaginare: i titoli della serie denominati Spyro The Dragon, Spyro 2: Ripto’s Rage (da noi precedentemente noto come Gateway to Glimmer, ovvero Passaggio per Barlume) e infine Spyro 3: Year of the Dragon. La trilogia aurea del draghetto viola, insomma, per tre remake rifatti da zero e venduti ad un prezzo decisamente onesto, fissato a circa 40 euro, e più avanti li si troverà molto probabilmente anche a meno. Non è stato toccato nulla dal punto di vista contenutistico rispetto al passato: questo significa che in Spyro Reignited Trilogy non troverete più contenuti del previsto, e neppure di meno di quanto vi aspettereste. Può essere sia un limite che un pregio, a seconda di come vogliate vedere la questione: desideravate un paio di livelli in più, magari un intero mondo opzionale realizzato dalla magica mano dei Toys For Bob? Non potremmo darvi torto, del resto anche la Crash Bandicoot N-Sane Trilogy ha ricevuto un paio di livelli del genere, ma purtroppo non è stato così. Dovrete “accontentarvi” delle avventure storiche del piccolo Spyro, che vivrà tre diverse narrazioni ambientate in tre diversi mondi e affrontando tre nemici “storici”: Nasty Norc, Ripto e la Maga. Spyro tornerà ad affrontare avventure più grandi di lui in mondi vasti, coloratissimi e divertenti, e questa potrebbe essere la vostra occasione migliore per visitare per la prima volta (meglio ancora, per tornare a visitare) il Regno dei Draghi, Avalar e i Mondi Dimenticati.
Il nuovo grande Spyro
L’idea che ci eravamo fatti al momento dell’anteprima di Spyro Reignited Trilogy è stata ampiamente confermata dal lavoro finale che finalmente stringiamo tra le mani: i ragazzi di Toys For Bob sono riusciti a realizzare un remake coi fiocchi con i piccolo draghetto viola e il loro è un nuovo, grande Spyro. Le atmosfere e i più piccoli dettagli dei giochi originali sono stati non presi di peso e trascinati nella nuova trilogia, ma rivisitati con cura attraverso un processo tanto laborioso quanto efficace, lo stesso che permetterebbe ad un maestro artigiano di creare un nuovo strumento partendo da un oggetto iniziale, eppure infondendo in esso il suo riconoscibilissimo tocco. Anche con Spyro Reignited Trilogy è accaduto qualcosa del genere, e se avete giocato i titoli della serie Skylanders realizzati da Toys For Bob ve ne accorgerete subito: date un’occhiata al design delle tartarughe, alle rifiniture delle piattaforme, alle linee dei castelli di Avalar, solo per citare i primi dettagli che ci vengono in mente. Sembrano realizzati esattamente dagli stessi creatori degli Skylanders, è visibile il mix di linee morbide e di tocchi più decisi, che un occhio attento non può non ignorare. Al tempo stesso Spyro Reignited Trilogy non è lo Spyro come l’ha visto Toys For Bob, ma il vero e proprio Spyro traghettato nei tempi moderni, con tutti i crismi e le necessità del caso: solo un vero maestro è in grado di realizzare un’operazione, infondere la propria arte nell’arte altrui (quella di Insomniac Games) senza alterare per questo l’opera di partenza. Qualcosa è stato cambiato, ma si tratta di aspetti dei primi giochi ormai irripetibili: per esempio il doppiaggio in lingua italiana. Diciamolo tranquillamente, quello dei primi capitoli era piuttosto scadente, mentre abbiamo trovato il doppiaggio del remake decisamente ispirato, in un italiano curato ed espressivo. Ottima fedeltà, invece, per quanto riguarda la sintassi e le parole dei dialoghi originali della serie, riportati in modo quasi identico anche nei nuovi giochi.
Convincono anche la reattività, i movimenti e la cura generale del draghetto viola, ed è stata anche migliorata la telecamera di gioco, ora liberamente controllabile tramite lo stick analogico destro. Qualche dubbio di tanto in tanto è comunque emerso nel corso delle nostre scorribande tra Avalar e i Mondi Dimenticati: sporadici cali di frame rate durante le fasi di volo, qualche piccolo inceppo in una carica prolungata, e durante il recupero delle bandiere nel Mondo Zenit di Spyro 2 si è glitchato il nemico rubabandiere (peraltro neanche in modo irrecuperabile). Piccoli dettagli e imperfezioni ora saltuari ora perfettamente eliminabili tramite una patch correttiva: per il resto, tecnicamente e graficamente parlando Spyro Reignited Trilogy è un gioiellino, e su PlayStation 4 Pro in 4K è più bello e vivo che mai, grazie a colori sgargianti ed effetti particellari che ancora prima degli occhi toccano il cuore. Perché va ricordato, Spyro Reignited Trilogy trova la maggior parte della sua forza nella nostalgia, e la parte restante in un comparto tecnico, grafico e sonoro realizzato con maestria da Toys For Bob. Purtroppo, e questa è una nota da scrivere a margine, in tanti altri aspetti Spyro non è invecchiato altrettanto bene: i mondi di gioco sono ormai davvero minuscoli, soprattutto nei primi due capitoli, il livello di sfida è quasi inesistente e fin troppe meccaniche sono state sfruttate e risfruttate negli ultimi vent’anni.
Spyro Reignited Trilogy è un validissimo remake per un gruppo di titoli che tanti anni fa hanno toccato il cuore di videogiochi ormai maturi. Il fattore nostalgia è potentissimo e grazie all’abilità dei ragazzi di Toys For Bob Spyro torna a vivere in un pacchetto indimenticabile, graficamente bellissimo, tecnicamente valido e artisticamente ispiratissimo. Al suo interno non troverete altro che quello che dovreste aspettarvi: i primi tre giochi della serie originale, Spyro The Dragon, Spyro 2: Ripto’s Rage e infine Spyro 3: Year of The Dragon, con qualche contentino di contorno come una galleria di immagini. Chi a suo tempo non ha mai vissuto le avventure del draghetto viola, però, deve valutare un po’ meglio l’acquisto: se vuole recuperare un punto imprescindibile della storia videoludica, è la sua occasione migliore; se cerca invece un ottimo platform, da tempo ormai si può trovare di meglio. Forse se ne poteva già trovare all’epoca del primo Spyro The Dragon: ma l’amore supera anche questo.