Interessante come un progetto nato con in testa un hardware non particolarmente performante, in senso assoluto, come PS Vita, possa rifiorire, tecnicamente, su quel mostro di potenza che è Xbox One X. Interessante, perché neppure così scontato a fronte di uno stile deliziosamente “Chibi” applicato, a mo’ di skin, ad un mondo costruito attorno all’universo di Final Fantasy, curiosamente più adatto ai giocatori di ruolo di primo pelo piuttosto che allo zoccolo duro dei fan della saga. Non particolarmente complesso, eppure tutt’altro che semplicistico, World of Final Fantasy Maxima approda sull’ammiraglia di casa Microsoft. E lo fa, a oltre 2 anni dalla pubblicazione originale su Vita e PS4, con i galloni della versione più bella da vedere. E altrettanto piacevole da giocare.
Vado al Maxima
Maxima, in estrema sintesi, è un pacchetto che rivede, corregge e, parzialmente, amplia l’offerta del titolo originale. Un pacchetto per davvero, disponibile come DLC su PS4 e PC, visto che il suffisso non stravolge in alcun modo l’esperienza di Square Enix che approda, finalmente, anche su Nintendo Switch e, appunto, Xbox One. Il titolo, tanto per mettere subito le cose chiaro, è un J – RPG classico, con scontri casuali e battaglie a turni, pensato come una sorta di “party” per festeggiare i 30 anni della saga. Così fu concepito e così, pure, ritorna in questa versione “potenziata”. Certo, se su Switch il fattore caratterizzante è quello legato alla portabilità dell’esperienza, un po’ rovinata da un fastidioso aliasing, su Xbox One si replica in tutto e per tutto, al netto di piccole e grandi limature, il gioco già conosciuto nel 2016. Le cose, se mai, cambiano quando Maxima gira su Xbox One X collegata ad un pannello 4K. Il gioco, evidentemente ottimizzato, è semplicemente più bello da vedere, con un pacchetto di texture qualitativamente superiore e, pure, una lunga serie di filtri che, applicati all’immagine, rendono tutto più morbido e sinuoso. Un “potenziamento” che non rivoluziona nulla, si tratta pur sempre di un gioco graficamente “leggero”, ma che, d’altro canto, chiarisce quale sia la versione tecnicamente migliore e, in caso se ne abbia la possibilità, da scegliere.
Un mondo tenerissimo
Le puntualizzazioni sul fronte tecnico, capaci di occupare i primi paragrafi di questa recensione, sono dovuti, in sede di critica, a fronte di un gioco ben noto, immaginiamo, agli appassionati del genere. Come detto, anche Maxima assorbe e propone in gran quantità diversi classicismi del gioco di ruolo giapponese, mescolando alcuni aspetti della saga di riferimento ad alcune contaminazioni prese da altre serie. Su tutti, i Pokemon di Nintendo. L’impasto ludico, in tal senso, era degno di nota all’epoca e, poco sorprendentemente, lo è anche nel 2018. Nonostante i tanti motivi derivativi, Maxima mantiene una sua personalità ben definita,che lo rende qualcosa di più, e più di qualcosa, di un semplice spin off di Final Fantasy. Che, forse, cerca di non prendersi neppure troppo sul serio sul fronte narrativo. Almeno nell’incipit. I protagonisti dell’avventura sono i gemelli Reyn e Lann che, una mattina, si rendono conto di essere rimasti gli unici abitanti della loro città. Beh, quasi gli unici. La misteriosa Enna Kross, dopo aver ordinato un caffè sin troppo zuccherato, spiegherà ai due germani quanto, per una serie di sfortunati eventi, avevano dimenticato. Per ritrovare la loro memoria e, pure, le creature, meglio: i “miraggi” perduti, i gemelli sono chiamati a visitate il mondo di Grymoire a caccia di ricordi e, pure, di simpatici animaletti utili, o addirittura essenziali, per vincere le varie battaglie. Nel mezzo, in un lungo peregrinare, tanti amici da aiutare. Amici per davvero, perché, in buona sostanza, si tratta dei personaggi che, in oltre tre decenni di storia, hanno popolato i vari Final Fantasy. Insomma, la storia, che nella sua semplicità ha una sua validissima dignità, è comunque un pretesto per proporre in chiave chibi personaggi e creature entrati nell’immaginario collettivo dei fan della saga. Inutile, in questo caso, lanciarsi in spoiler che, in un modo o nell’altro, potrebbero rovinare la sorpresa. Certo è che, se siete giocatori di lunga data, il “roster” messo in campo da World of Final Fantasy potrebbe davvero farvi recuperare ricordi di tempi passati. In maniera assolutamente piacevole.
Anche i chibi si arrabbiano
Insomma, non solo Pokemon. Laddove le creature da “imprismare” a nostro uso e consumo possano ricordare i mostriciattoli di Nintendo, il meltin pot di personaggi, situazioni e stereotipi può ricordare, filosoficamente, anche la saga di Kingdom Hearts. D’altro canto, il frullato è, pure, visivo. Ad un character design “classico” per i Jiganti, ovvero gli stessi gemelli nella loro versione base, si affianca, appunto, il tenerissimo design firmato da Yasuhisa Izumisawa, a suo agio con questi piccolo “lilichini” che popolano il mondo di Grymoire. Per quanto le dimensioni della “mappa” non possano certo essere paragonate ad un FF tradizionale, è bene puntualizzare come il titolo non sia certo, e neppure si presenti, come una produzione di poco conto. WOFF Maxima è, piuttosto, un’avventura lunga, ma soprattutto curata e patinata che, pur catalogata tra gli spin off, può rivendicare con orgoglio una posizione di pregio tra gli RPG di questa generazione. A maggior ragione quando la critica si sposta sul combat system incentrato, di partenza, sui canoni dell’Active Time Battle, da alternare con un’interfaccia, lo faranno i giocatori più scafati, più complessa e appagante. Per dire che i combattimenti hanno una sorta di “doppia anima”, capace di adattarsi a diverse esigenze e, pure, diverse utenze. A tal proposito, la possibilità, in dote a Maxima, di affrontare l’avventura ad un livello di difficoltà più alto rispetto a quello originale, ben si sposa con le possibilità offerte dall’interfaccia di gioco o dall’impianto ludico che poggia, in larga parte, sul “collezionismo” dei miraggi. Pur restando relativamente semplice, come già accennato, il combat system di WOFF non è per forza semplicistico, regalando, anzi, buoni momenti tattici e strategici a chi, per voglia o necessità, saprà scalfire la “crosta” di questa produzione. Leggera, certo, ma nel modo giusto.
Un – limitato – carico di novità
Il suffisso Maxima, e questo vale per tutte le versioni e tutte le piattaforme, porta in dote, ovviamente, alcune novità. Detto del livello di difficoltà, modificabile dopo aver portato a termine il gioco la prima volta, il pacchetto offre, fondamentalmente, più creature, più “miraggi” e, quindi, semplicemente, più strategie e più tattiche. L’aggiunta della Pietra del campione, inoltre, permette di utilizzare in combattimento gli eroi dei vecchi Final Fantasy la cui utilità, nel gioco originale, era limitata alle evocazioni. Di più: sfruttando gli anni trascorsi dalla prima pubblicazione, Maxima introduce, pure, il personaggio di Noctis, il controverso protagonista del discusso Final fantasy XV che, per ovvi motivi legati alle tempistiche, non aveva trovato spazio nella precedente versione. A Noctis, inoltre, è legato uno specifico minigioco di pesca. Un po’ poco, probabilmente, da giustificare l’acquisto per chi abbia già vissuto l’avventura di Reyn e Lann, apprezzando, per l’altro, la splendida colonna sonora e, perché no, il divertentissimo doppiaggio giapponese. Tutt’altra storia, invece, se da possessori di console Microsoft ci si accinge ad esplorare Grymoire per la prima volta. In questo caso, l’esperienza di gioco, al netto delle limitate aggiunte, è sicuramente più completa, limata in alcuni aspetti minori e, laddove ad un pannello 4K sia collegata la versione X di Redmond, sensibilmente più bella da vedere. Nonostante restino evidenti le origini del progetto, nato per “girare” anche su PS Vita, l’aumento di risoluzione, quadruplicato nativamente, e il “ritocco” di alcune texture ha fatto bene alla produzione Square Enix che, per altro, vanta anche migliori filtri dedicati all’aliasing e all’illuminazione. Nulla di trascendentale, ma è interessante notare come anche un titolo dalla grafica “puccettosa” come World of Final Fantasy possa, con uno sforzo probabilmente minimo, trarre vantaggio dall’architettura “pompata”del fu Project Skorpio.
Piuttosto che un nuovo gioco, World of Final Fantasy Maxima è un’edizione solo in parte riveduta e corretta del titolo originale ed è, pertanto, particolarmente indicata a chi si appresta a visitare il tenero, ma insidioso mondo di Grymoire per la prima volta. Mai così bello da vedere su Xbox One X e rimpolpato sotto l’aspetto contenutistico in linea generale, il gioco si conferma un RPG di matrice nipponica piacevole, divertente, lungo. Un’interessante porta di ingresso per i giocatori di ruolo più giovani. Una piacevole variante sul tema per tutti gli altri. World of Final Fantasy non tocca le vette delle produzioni tripla A della serie. Neppure, probabilmente, a quelle puntava, trovando la sua dimensione in un altro girone. Piacevolmente fiabesco, piuttosto che infernale.