Laddove il cinismo ci imporrebbe di definire Super Smash Bros. Ultimate un grosso, grossissimo gigapack di contenuti, il cuore ha d’altronde delle ragioni che la mente non potrebbe comprendere. Non solo: bollare Ultimate come una mera compilation che riprende l’eredità del capitolo precedente uscito su Wii U e 3DS, sarebbe un madornale errore di miopia e approssimazione. A beneficio di chi abbia vissuto in un’altra dimensione negli ultimi 10 anni, Super Smash Bros. Ultimate è la più recente iterazione del picchiaduro che getta nell’arena le star più famose e amate dell’universo Nintendo e affini. In realtà, anche questa definizione andrebbe largamente rivisitata alla luce della mole spropositata di contenuti che offre Ultimate, che butta nel calderone non soltanto i soliti nomi noti Mario, Link, Pikachu, ecc., ma aggiunge anche dei personaggi provenienti dagli universi di altre compagnie, come Simon Belmont di Castlevania, l’avvenente strega Bayonetta, Solid Snake e tanti altri ancora. L’offerta di personaggi è tanta e tale, che ormai la connotazione “nintendosa” si è andata fisiologicamente un po’ perdendo, con il gioco che va piuttosto a costituire una rissa reale dove chiunque è invitato. A patto che sappia menare per bene le mani, è chiaro.
L’esposizione universale di Nintendo
Questo aspetto ci permette di introdurre una delle caratteristiche più esaltanti di questo Super Smash Bros. Ultimate, che si pone come museo vivente e interattivo della storia di Nintendo, ma in realtà anche della storia del videogioco in senso più ampio. Riprendendo la più moderna filosofia dei game designer di oggi, e inserendosi nel solco di una tradizione iniziata in realtà fin dal primo capitolo, i contenuti sbloccabili di Super Smash Bros. Ultimate sono letteralmente migliaia. Ogni azione che compirete, infatti, avrà un corrispettivo sotto forma di ricompensa, rendendo ogni scontro oltremodo significativo, e creando un senso di costante appagamento e progressione. Soprattutto nelle prime ore, praticamente a ogni occasione arriveranno dei nuovi sfidanti, da battere per aggiungerli al proprio roster (con la possibilità, fortunatamente, di sfidarli nuovamente qualora perdeste lo scontro). Vale in questo caso più che mai il motto: “Acchiappali tutti“. Il gioco ha inoltre una propria valuta, divisa in monete e biglietti, con cui si possono acquistare dei potenziamenti all’interno di un apposito Negozio, oltre a poter essere spesi per ricominciare la partita in caso di Game Over durante la Modalità Classica. Tutto questo acquisisce un senso alla luce del nuovo sistema degli Spiriti, che aggiunge un ulteriore strato di profondità strategica ai combattimenti di Super Smash Bros. Ultimate. Ora, infatti, ogni lottatore ha uno slot per dei personaggi di supporto, chiamati Spiriti appunto, che gli conferiscono ciascuno dei poteri diversi. Gli Spiriti possono cambiare radicalmente il corso di una battaglia, permettendo per esempio di iniziare uno scontro con un determinato oggetto tra le mani, o magari di avere a disposizione un quantitativo di energia e forza in più. Non solo, gli Spiriti salgono di livello, accrescendo le loro potenzialità, e possono essere anche fusi per dare forma a nuovi Spiriti. Se avete pensato al sistema dei Persona nell’omonima serie targata Atlus, be’, non siete poi così lontani dalla verità. Gli Spiriti trovano la loro ragion d’essere nella rinnovata Modalità Avventura La Luce delle speranza, dove nei panni di un personaggio bisogna muoversi attraverso un tabellone; di volta in volta ci si parano di fronte delle sfide, come può essere sconfiggere una squadra di personaggi, o un avversario gigante; in alcuni casi, è anche possibile combattere contro dei nemici che, una volta sconfitti, si sbloccheranno nella selezione personaggio della modalità dandoci la possibilità di usarli. La luce della speranza, oltre a essere veicolo di innumerevoli citazioni, è pensata per sperimentare quanto più possibile con gli Spiriti, dal momento che gli scenari sono molto variegati e spesso, almeno per un giocatore alle prime armi, certi ostacoli possono essere superati soltanto adottando lo Spirito giusto. Per esempio, se un livello è colpito da raffiche di vento che ci buttano sempre fuori dall’arena, potremo usare uno Spirito che ci dà più stabilità, evitando così di cadere. Gli Spiriti possono tuttavia anche essere usati fuori dalla Modalità Avventura, ossia nei combattimenti casuali, ed è specialmente contro altri avversari umani che la profondità del design emerge in tutta la sua grandezza. Gli Spiriti sono una meccanica altamente innovativa per Smash, che aggiunge uno spessore oseremmo dire “ruolistico” a ogni combattimento. Gli Spiriti accrescono inoltre in maniera sensibile la sensazione di trovarsi di fronte a un museo interattivo, dal momento che questi provengono dalle saghe più disparate di Nintendo e dintorni. Ogni appassionato della storia di questa compagnia troverà, prima o poi, la chicca che fa per lui. L’idea di collezionare pezzi di storia è sempre stata presente nella serie fin dai tempi di Melee, ma ora acquisisce finalmente un senso anche a livello di effettivo gameplay.
Un pantheon stellare
A livello estetico, abbiamo sempre la pulizia tipica dei giochi Nintendo, con personaggi solidi e dotati di fortissima identità, nonché arene coloratissime come solo un gioco prodotto dalla Casa di Kyoto sa essere. Aiuta moltissimo da questo punto di vista la resa grafica di Super Smash Bros. Ultimate, che permette di fruire del picchiaduro a 1080p e a 60 FPS in Modalità Docked, donando una fluidità senza pari agli scontri. In Modalità Portatile, diciamo ovviamente addio ai 1080p ma, udite udite, possiamo comunque fruire dei 60 FPS. Tutto questo è supportato da una generale ed estesa rapidità del gioco, accentuata rispetto al passato. Al di là dell’ineccepibile struttura tecnica, non ribadiremo mai abbastanza la quantità di contenuti che offre Super Smash Bros. Ultimate, tale che richiederà parecchie ore prima di essere sviscerata a fondo, sbloccando tutto quello cela al suo interno. La cosa è ancora più impressionante se pensiamo che, al di là qualche fisiologico reskin (pochi, in realtà), la maggior parte dei personaggi e degli scenari è assolutamente unica nel suo genere, e talmente ben costruita che solo da un quarto del roster di Super Smash Bros. Ultimate se ne potrebbe trarre un gioco intero. Come da tradizione Nintendo, Super Smash Bros. Ultimate è un gioco che provoca godimento al semplice interagire con esso, puro e semplice divertimento vecchia scuola rifinito e cesellato nei più minimi dettagli con la maestria di uno scultore rinascimentale. Questo significa che ogni personaggio è storia a sé, dal momento che il suo set di mosse è stato costruito per restituire un’esperienza di gioco assolutamente peculiare e indipendente. I personaggi già presenti nella serie riprendono il loro moveset classico, e questo è bene, dal momento che permette a tutti gli appassionati del franchise di riacquistare immediatamente la mano con il gioco e buttarsi subito nella mischia. Ma anche nel caso di vecchie conoscenze come Bayonetta, già apparsa in Super Smash Bros. for Wii U & 3DS, non possiamo proprio fare a meno di stupirci di come il semplice atto di combattere con la strega sia tanto impegnativo quanto intrigante. Ogni personaggio di Super Smash Bros. è costruito con una filosofia personale e francamente strabiliante, che rende il percorso per padroneggiarlo una strada affascinante e costellata di impegno ed eguale soddisfazione. Tutti i personaggi vivono comunque in un delicato rapporto di armonia: la natura “for fun” di Super Smash Bros. emergerebbe prorompente, forse, di fronte a uno studio ragionato sulle capacità di ogni personaggio, ma in generale l’equilibrio si regge piuttosto bene, con personaggi che, a seconda della corporatura e delle abilità, hanno dei grossi vantaggi, ma anche dei grossi svantaggi. Il personaggio “overpowered” occasionalmente può capitare (su tutti, Mewtwo e Bayonetta), ma non abbiamo riscontrato nelle nostre partite la presenza di combattenti che “rompono” eccessivamente il gioco. In generale, comunque, la sostanziale semplicità del gameplay fa sì che, al di là delle abilità di ogni personaggio, quello che conta davvero è il modo in cui queste vengono sfruttate dal giocatore. In questo senso, anche le new entry si comportano benissimo, con una nota di particolare merito per Ragazza e Ragazzo Inkling, che si distinguono per la loro capacità di adattare lo spirito del gioco di provenienza (Splatoon) al contesto del picchiaduro. La capacità di creare 70 personaggi fondamentalmente unici è un risultato monumentale per un gioco del genere, nonché la dimostrazione, qualora servisse, che Nintendo si trova semplicemente su un altro pianeta quando si tratta di offrire qualità e purezza cristallina.
Due anime, un’identità
Dire che si potrebbe giocare tranquillamente per più di mille ore a Super Smash Bros. Ultimate non è un’idea poi così folle, poiché si tratta di un gioco che non finisce mai di stupire e regalare nuove sorprese, senza contare poi tutta la modalità multiplayer e online a corredo. Proprio a questo riguardo, bisogna ammirare il lavoro di Nintendo nell’aver scisso in due la natura di Super Smash Bros., strizzando l’occhio ai giocatori casual, ma non dimenticando anche di corteggiare chi invece predilige il competitivo, e non ci stupirebbe se questo capitolo potrebbe rappresentare il definitivo ingresso della serie sulla scena eSport, dopo la battuta d’arresto subita con i giochi per Wii U e 3DS, ben più caotici. La serie Smash Bros., infatti, si è sempre mossa in bilico tra il tecnicismo e la stravaganza, con capitoli più o meno rigorosi che hanno favorito un aspetto a favore dell’altro (come dimenticare i personaggi che inciampavano in Super Smash Bros. Brawl?). Super Smash Bros. Ultimate serve entrambi i tipi di clienti, con una serie di opzioni e modificatori che possono rendere il gioco incredibilmente basico, oppure aprirsi a una modalità di fruizione più occasionale e spensierata. Tuttavia, l’apertura al competitivo c’è, e pure in maniera molto smaccata: infatti, gli Smash dei personaggi durano molto più a lungo, una scelta di design pensata per favorire lo scontro sui bordi, ossia quella guerra di nervi tipica dei tornei dove un personaggio si trova aggrappato sul bordo del livello e, dall’altra parte, lo aspetta il suo avversario che sta caricando uno Smash. Tra le istanze volte a favorire il competitivo, c’è anche il ritorno della schivata aerea, a cui fa da contrappasso tuttavia una maggiore durata del periodo di invulnerabilità da essa garantita. Il bello di Super Smash Bros. Ultimate, una lezione che dovrebbero riprendere tutti i giochi multiplayer, è che chiunque può avvicinarsi alle schermaglie, anche con una conoscenza basilare del gameplay, volutamente ridotto a pochi tasti. Questa non è certo una novità di Super Smash Bros. Ultimate, ma è sicuramente un aspetto che va ribadito per chiunque abbia timore di trovarsi di fronte a un prodotto esclusivamente pensato per il competitivo. Negli scontri multiplayer, la possibilità di attivare gli oggetti o i Trofei Assistente cambia radicalmente l’esperienza, dal momento che un avversario alle prime armi può tranquillamente mettere le mani su un oggetto che lo avvantaggia notevolmente, e del resto anche il più navigato dei lottatori può sempre finire incautamente nella traiettoria dell’esplosione del Pokémon Electrode, tanto per fare un esempio. A questo riguardo, le arene introducono uno strato di complessità ancora più stupefacente, cambiando la configurazione svariate volte nel corso della battaglia, imponendo sui giocatori condizioni ambientali che costringono a rivedere continuamente il proprio stile di combattimento, e a ragionare su spazi e posizioni. Le nuove arene introdotte da Nintendo in Super Smash Bros. Ultimate seguono questa filosofia, aprendo la strada a nuove tattiche e strategie, oltre a lasciare a bocca aperta per il puro spettacolo che sono in grado di generare di fronte agli occhi increduli del giocatore. È negli scontri a quattro giocatori che si nasconde l’anima da party game più chiassosa di Super Smash Bros. Ultimate, riportandoci con la memoria a quei tempi in cui bastava avere un Nintendo 64 e quattro joypad per passare ore e ore di divertimento. A questo riguardo, gli sviluppatori hanno agevolato quanto più possibile la facilità con cui organizzare scontri multiplayer, permettendo di usare un singolo Joycon come controller, con la possibilità di dare vita a tornei aperti a ben 32 giocatori. Se Nintendo Switch è la regina del multiplayer locale, Super Smash Bros. Ultimate è la corona che ne suggella l’autorità. Nintendo, con il suo ultimo pargolo, ci fa ritornare con la mente a quegli infiniti pomeriggi con gli amici, con un gioco che cambia costantemente volto e non risulta mai essere uguale a se stesso, nemmeno dopo svariate ore di esperienza.
L’eroe dai mille volti
L’essenza più profonda di Super Smash Bros. risiede nella sua capacità di generare tantissimi modi diversi per divertirsi, proprio in virtù di quel contenuto strabordante di cui abbiamo ribadito più volte la presenza. Assolutamente degna di nota in questo senso è la rinnovata Modalità Classica, una serie di scontri in sequenza contro diversi avversari, che può essere affrontata anche da due giocatori. Rispetto ai precedenti episodi, ogni personaggio adesso ha una sua “strada” da seguire, con un tema ricorrente che diversifica gli scontri e manda in solluchero le fantasie del fan; Link, per esempio, nella battaglia finale deve vedersela contro un gigantesco Ganon. Il bello di questa modalità è che essa si adatta alle vostre capacità, migliorando un sistema già introdotto nel precedente capitolo. Si può infatti decidere di impostare il livello di difficoltà e, se saremo particolarmente bravi, questo salirà di intensità; al contrario, perdendo gli scontri la barra dell’intensità si abbasserà irrimediabilmente. Naturalmente, quanto più è alta la difficoltà, quanto più alte saranno le ricompense che ci aspettano, alimentando quel sistema di continuo “reward” che citavamo a inizio recensione. Ma alla fine il senso di tutto il gioco è lì, nel furore dell’arena e nelle battaglie, che anche al di fuori di qualunque modalità sono uno spettacolo per gli occhi. Anche chi si approccia casualmente al gioco non potrà rimanere impassibile di fronte all’occasione di organizzare gli scontri che ha sempre sognato, all’interno di arene incredibilmente creative e brillanti. Ancora una volta ci troviamo a lodare la natura enciclopedica di Super Smash Bros. Ultimate, che con le sue decine di arene, e le centinaia di tracce musicali, si presenta come uno spettacolo variopinto ed esaltante a ogni nuova partita.
Super Smash Bros. Ultimate è la massima espressione di tutto quello che Nintendo rappresenta, una filosofia incarnata in un gioco profondo, sfaccettato e incredibilmente complesso, che si nasconde sotto una patina di accessibilità e divertimento puro, rifinendo una formula ormai levigata come un diamante. La quantità di contenuti è assolutamente soverchiante, così come il numero di sfide che il gioco propone continuamente, segnando il tracciato per un’esperienza la cui durata può tranquillamente superare le centinaia di ore. Se ci trovassimo su un’isola deserta, e potessimo portare con noi un solo videogioco, be’, Super Smash Bros. Ultimate sarebbe sicuramente la nostra prima scelta. Semplicemente unico nel suo genere.