Onimusha Warlords Recensione, la nuova vita HD di Samanosuke

Lโ€™incredibile filmato introduttivo, la splendida colonna sonora, la grafica, finalmente, di nuova generazione. E poi, quel gameplay cosรฌ fresco e, per certi versi, innovativo, incastonato in una direzione artistica magistrale. Con il fascino, innegabile, dellโ€™epoca Sengoku a fare da sfondo, Onimusha Warlords รจ stato il primo, e vero, capolavoro di Playstation 2. Il ricordo dellโ€™esperienza, assolutamente piacevole, di quel periodo e di quel gioco ha accarezzato, comunque, lโ€™intensa prova del codice review della remastered, annunciata un poโ€™ a sorpresa in una sorta, ci giureremmo, di sfrenata corsa su quel carro trainato dai prossimi Ghost of Tsushima, Sekiro: Shadows die twice e, prima ancora, dal complesso Nioh. Dโ€™altro canto, avranno pensato in Capcom, โ€œla ruota lโ€™abbiamo inventata noiโ€. E non sarebbe per forza una bugia.

Onimusha Warlords

Demoni ed Emotion Engine

Chi ha vissuto quegli anni, ancora se lo ricorda. I primi, lunghi mesi di vita di Playstation 2 sono stati piuttosto complicati da gestire, con una libreria povera e poco ispirata. In questo senso, il primo Onimusha fu, almeno per il sottoscritto, il gioco che, finalmente, giustificava quel dispendioso acquisto. Ricordo esattamente com’era vestito e cosa avevo mangiato, il giorno dellโ€™uscita. E lo ricordo perchรฉ, all’emozione per il nuovo acquisto, effettuato conย  la famosa tecnica universitaria della โ€œcrestaโ€, si unรฌ la sorpresa per una produzione epocale. Onimusha Warlords era bello da giocare, bellissimo da vedere e semplicemente magnificente da ascoltare, con una colonna sonora orchestrale affidata, in parte, alla Nuova Filarmonica del Giappone. Togliamoci subito il dente: la remastered ha una nuova soundtrack, realizzata per lโ€™occasione sfruttando, pure, grandi nomi della scena rock nipponica. Un male? Non necessariamente. Difficile dire se le nuove tracce siano migliori o peggiori dellโ€™originale. Sono, perรฒ, sicuramente diverse. Dโ€™altro canto, per una questione di diritti, รจ possibile che Capcom sia stata semplicemente costretta a cambiare, letteralmente, spartito, investendo comunque risorse nel forzato rinnovo delle musiche. Risorse che, togliamoci pure un molare, sono probabilmente mancate in tutto il resto. Onimusha Warlords arriva su PC, Nintendo Switch, Xbox One e PS4, versione testata, con il marchio della piรน classica delle remastered, con poche novitร  nei controlli e nelle modalitร  e, sicuramente, molti piรน pixel di quanti potesse vantarne sull’indimenticabileย Emotion Engine nascosto sotto la scocca della seconda console di Sony. In termini sintetici, all’aumento di risoluzione si unisce una parziale svecchiata ai comandi, con lโ€™introduzione del movimento analogico affidata allo stick sinistro che affianca, senza sostituire, il vetusto โ€œtankโ€ originale. Ovvia, ma non cosรฌ scontata, la possibilitร  di scegliere lโ€™aspect ratio originale a 4:3, per i piรน nostalgici e puristi, rispetto al moderno 16:9, comunque ben implementato, per fortuna, anche nei filmati. Tutto qui? Beh, no. Poi cโ€™รจ la parte bella davvero: il gioco.

Onimusha Warlords

Paura giapponese

Con la serie di Resident Evil sulla cresta dellโ€™onda, alla fine dello scorso secolo Capcom pensรฒ bene di sfruttarne la struttura e il design per una narrazione completamente distaccata dall’epopea della famiglia Redfield e, anzi, rimpolpando adeguatamente lโ€™aspetto action, di ambientare il tutto in uno dei contesti storici piรน affascinati di sempre. La ricetta diventava semplicemente โ€œmagicaโ€ aggiungendo lโ€™elemento del soprannaturale sfruttando, per lโ€™occasione, la mitologia giapponese. Il โ€œSengokuโ€ di Onimusha รจ sรฌ quello, giร  citato, delle guerre feudali e dinastiche, ma, pure, quello dei demoni, buoni e cattivi, che compongono il vasto immaginario che, da secoli e per secoli, ha colorato letteratura e pittura. Dietro la macchina da scrivere cโ€™รจ, ancora una volta, Noboru Sugimura, apprezzato da Capcom con Resident Evil 2, mentre a capo della produzione cโ€™รจ il โ€œsolitoโ€ Keiji Inafune. Nel dream team alle redini del progetto trova posto anche Takeshi Kaneshiro, attore giapponese che presta voce e volto a Samanosuke Akechi, il protagonista della storia. Il samurai, affiancato dalla kuinochi Kanede, ha una obiettivo in realtร  banale. Ovvero, salvare la principessa Yuki dai demoni che compongono lโ€™esercito del malvagio Nobunaga Oda, il cattivone del gioco resuscitato dai demoni Genma. Banale lโ€™incipit, splendida, invece, la narrazione. Il ricorso alla mitologia mette Samanosuke al centro ย delle attenzioni degli Oni, che donano al coraggioso samurai un potere misterioso. รˆ proprio il potere in dote al magico guanto indossato da Samanosuke a gettare le basi, complesse, del gameplay. Agli attacchi normale all’arma bianca, lโ€™eroe alterna vari poteri basati, pure, sull’acquisizione delle anime dei nemici, utili per il potenziamento delle armi e per lโ€™avanzamento. Un bel passo in avanti rispetto ai classici Resident Evil cui, perรฒ, รจ ispirato il level design. La magione della famiglia Spencer e i suoi laboratori si trasformano in castelli medievali ed umide caverne, ma il DNA, forte di enigmi piuttosto semplici e di una mappa studiata a puntino, รจ quello di sempre. Certo, si gioca in maniera diversa. Agli occhi del giocatore moderno, Onimusha Warlords sembrerร  un titolo semplicemente vecchio. Eppure, in quel periodo, gettรฒ le basi per la futura piega che avrebbero preso gli action. Lโ€™ereditร  del titolo, da Devil May Cry a Dark Souls, รจ, in questo senso, preziosa quanto pesante. Bene, quindi, che Capcom abbia optato per un controllo del personaggio finalmente โ€œanalogicoโ€, per quanto sia da bocciare, in questa sede, lโ€™infelice scelta di affidare, con lo stick sinistro al movimento, il richiamo della mappa ad L3. Dโ€™altro canto, muoversi per gli splendidi scenari prerenderizzati richiede, al netto delle inquadrature fisse abbandonate qualche generazione fa, una particolare attenzione negli spostamenti. Ad ogni modo, Onimusha si gioca ancora bene. Anzi, forse non รจ mai stato cosรฌ piacevole.

Onimusha Warlords

Bellezze e mostruositร  in HD

Non รจ, purtroppo, altrettanto bello da vedere. Chiariamo: i picchi raggiunti dalla direzione artistica restano, ancora oggi, notevoli. Eppure, lโ€™aumento di risoluzione mette in risalto, banalmente, alcuni limiti generazionali. Texture impastate, fondali, alle volte, troppo โ€œsfocatiโ€, modelli poligonali spigolosi in diversi momenti ed elementi. Nel complesso, complice la splendida fotografia, รจ ancora possibile perdersi tra i giochi di luce e il fascino di un’epoca, quella storica, passata, ma le โ€œspigolositร โ€ made in 2001 emergono, a fasi alterne, per tutta lโ€™avventura. Unโ€™avventura, perรฒ, che resta emozionante, epica. Avvincente. Nella sua brevitร , Onimusha Warlords resta, nel giusto contesto, una piccola perla di programmazione e coraggio. Dietro al prodotto commerciale, in fondo, si nasconde unโ€™arte rara, venduta al โ€œprezzo giustoโ€ perchรฉ in linea con le qualitร  e le pecche di questa oziosa, ma necessaria remastered.

Sarebbe bello credere che, oltre agli โ€œanzianiโ€ mossi dalla nostalgia e dai ricordi, Onimusha Warlords possa attirare, in questa veste hd, anche i nuovi giocatori affascinati dallโ€™epoca Sengoku e dal giappone medievale. Per certi versi, la finestra temporale di questa pubblicazione sembra piuttosto furba, a pochi giorni dal remake di Resident Evil 2 e ben prima dellโ€™arrivo dei โ€œkolossalโ€ย  Ghost of Tsushima e Sekiro. In fondo, i samurai sono sempre piaciuti. Solo che, magari, qualcuno lo aveva dimenticato.