Yoshi’s Crafted World Recensione

Yoshi’s Crafted World

Yoshi’s Crafted WorldDivertente, originale, coloratissimo. Sono i primi tre aggettivi che ci vengono in mente, e con cui definiremmo Yoshi’s Crafted World al volo se qualcuno ci chiedesse di farlo in tutta fretta, per decidere seduta stante se comprarlo o meno. Per fortuna che adesso siamo invece in sede di recensione, e dunque di fretta non ne abbiamo. Nel nostro provato di Yoshi’s Crafted World vi abbiamo già raccontato qualcosa, e cioè gli aspetti che più ci hanno convinto del nuovo platform targato Nintendo. Forse per i non addetti ai lavori questa considerazione che stiamo per fare può sembrare scontata, ma riflettendoci un po’ non lo è affatto: creare un platform non è semplice, quando possiedi la “paternità culturale” del genere videoludico in questione. Specifichiamo un po’ meglio: se non hai mai creato un platform ed il primo risultato è un gioco mediocre, la responsabilità è presente, ma in un certo modo vieni quasi scusato dal pubblico; “era il suo primo platform”. Ma se di platform ne hai creati da sempre, hai fissato un genere, lo hai fatto evolvere nel tempo e ogni biennio tiri fuori dal cilindro una nuova idea entusiasmante, lì il pubblico (e la critica) si aspettano qualcosa. Per Nintendo creare un nuovo platform non è mai semplice, proprio perché il genere è subito associato alla Casa di Kyoto. Nintendo ha una responsabilità, con i platform. Fortunatamente con Yoshi’s Crafted World ha dimostrato al mondo, ancora una volta, che quando gioca in casa vince sempre.

Yoshi’s Crafted World: Platform multidimensionale, ma adatto a tutti

Yoshi’s Crafted World riesce a far convergere la multidimensionalità di un preciso mondo di gioco e di un preciso genere videoludico (il platform) con una fruizione immediata, accessibile a tutti. L’idea su cui si basa Yoshi’s Crafted World è complessa: non è il “classico Super Mario” (senza nulla togliere all’idraulico, sia chiaro) che parte dal punto A (inizio del livello) per arrivare al punto B (fine del livello) affrontando determinati ostacoli lungo il percorso. Yoshi’s Crafted World parte dal punto A per arrivare al punto B, in un primo momento. Poi ci ripensa: dal punto B si torna ad A, affrontando percorsi e strade diverse, i cui ostacoli in parte cambiano, in parte richiedono la memorizzazione del percorso precedente. Come se non bastasse gioca anche con il piano prospettico: dal suo essere bidimensionale sfrutta la profondità dei livelli di gioco (realizzati completamente in cartone), in una sorta di strada intermedia tra il 2.5D e il 3D. La visione di un video di gameplay è fondamentale per comprendere appieno la meccanica, lo trovate nell’articolo. Forse Yoshi’s Crafted World non è il primissimo platform Nintendo in assoluto a tentare la strada della profondità e del gioco prospettico, ma è quello che lo fa con più convinzione. E soprattutto, lo fa tenendo a mente un dato imprescindibile: l’accessibilità per i giocatori.

Yoshi's Crafted World

Nonostante la complessità dell’idea di fondo, infatti, Yoshi’s Crafted World nella sua realizzazione è molto intuitivo nelle meccaniche di gioco. L’approccio è fresco, rapido, incalzante: il primo livello serve proprio a prendere confidenza con il gameplay, basilare e legato alle caratteristiche peculiari del piccolo Yoshi. Ancora una volta il sauro di Nintendo salta (anche sui nemici, per eliminarli), utilizza la sua lingua per acchiappare gli avversari, ingoiarli e generarvi uova, che poi in seguito può lanciare contro determinati elementi dello scenario. Tutto qui: ma se pensate che sia poco, forse non avete mai davvero completato al 100% un platform Nintendo. La sinergia tra le possibilità di Yoshi (che ricordiamo, ha una fisica di movimento e di attacco molto differente da quella di Mario e Luigi) e le caratteristiche dei mondi di gioco creano possibilità uniche, che non vedevamo da molto tempo all’interno di un gioco a piattaforme. Quasi ogni situazione, idea, ostacolo, nemico (soprattutto i boss) sembrano nuovi: non lo sono (non del tutto), consistono principalmente in vecchie idee riadattate e rielaborate con il nuovo concetto di multidimensionalità e prospettiva. Ma la sinergia, appunto, funziona. E funziona benissimo: per i bambini e i ragazzi Yoshi’s Crafted World è un vero e proprio tuffo nel regno della fantasia, una gioia di colori e di situazioni assurde ma dolcissime. Per gli adulti più sensibili non ci stupiremmo di vedere qualche lacrimuccia su una guancia, di tanto in tanto: magari ricordando i primi platform di Nintendo di tanti (troppi) anni fa. Complice anche una direzione artistica azzeccatissima: messa da parte il mondo della lana (già utilizzato più volte per Kirby e Yoshi) si passa a quello del cartone, che permette la realizzazione di idee simpatiche e fresche. Citiamo la prima che ci viene in mente nella sua assurdità (ma funziona!): Yoshi che indossa un camioncino giallo di cartone per difendersi dai colpi nemici. Provate a ripeterlo ad alta voce senza sentirvi dei perfetti idioti; vi accorgerete, però, che nel mondo di gioco è semplicemente perfetto.

Yoshi’s Crafted World: Gameplay e comparto tecnico

La progressione di Yoshi’s Crafted World è estremamente lineare all’interno dei mondi di gioco e (nonostante le tante idee sviluppate lungo il percorso) anche nei singoli livelli. Le situazioni sono originali, le meccaniche molto spesso puntano all’elaborazione di una strategia ben precisa per superare un ostacolo, oppure richiedono la ricerca di determinati oggetti: tuttavia il giocatore non viene mai messo davvero in difficoltà. Il livello di sfida si mantiene basso anche senza selezionare uno dei tanti potenziamenti di Yoshi: questi ultimi consistono in simpatici e buffi abiti di cartone, da sbloccare presso i distributori automatici. Oltre a fornire un aiuto nei mondi di gioco rappresentano anche i veri e propri collezionabili di Yoshi’s Crafted World, tanto che vantano un album illustrato a tema; ogni mondo ne presenta di nuovi e alcuni sono più rari (ed efficaci di altri). Se aggiungiamo a questi simpatici abiti anche i collezionabili legati ai singoli livelli di gioco (fiori, monete rosse, stelline) si intuisce come la rigiocabilità sia particolarmente elevata: non basterà affrontare un paio di volte i singoli livelli per vedere tutto o accumulare tutto. Anche considerando che più livelli vanno rigiocati al contrario, per svolgere compiti differenti dal semplice “arrivare alla fine”: per esempio trovare delle mucche di cartone al pascolo, o riportare a casa i cuccioli di Poochy. I mondi di cartone spesso nascondono, inoltre, segreti la cui importanza non è intuibile immediatamente: più avanti un personaggio potrebbe chiederci di tornare in uno dei livelli precedenti per portargli un souvenir; ecco allora che la memoria fotografica torna particolarmente utile. Dov’è che avevamo visto quella conchiglia rosa? Due o tre livelli prima?

Yoshi’s Crafted World

Comparto tecnico e comparto sonoro di Yoshi’s Crafted World sono eccellenti. Fluidità, stabilità e grafica dell’esperienza di gioco si mantengono su ottimi livelli sia in modalità TV che tabletop (portatile), sfruttando a dovere le potenzialità di Nintendo Switch; dal punto di vista artistico e creativo davvero poche situazioni appaiono sottotono rispetto all’esperienza di gioco nel suo complesso. L’attenzione al dettaglio, ancora una volta, rappresenta il cavallo di battaglia di Nintendo: ogni singolo elemento di gioco, ogni singola sfumatura di colore e ogni singolo pezzo di cartoncino accartocciato in un angolo, sono lì per un motivo ben preciso. Che sia un segreto da nascondere o che abbiano una valenza puramente estetica, nulla viene lasciato al caso: ne consegue una gioia per l’esplorazione anche fine a se stessa da parte dell’utente, che prosegue nel mondo di gioco per il puro gusto di vederlo mutare costantemente sotto i propri occhi. Si tratta di un lavoro d’artigianato di qualità: Yoshi’s Crafted World non è un open world che può stupire per colpi d’occhi vasti e magnifici, ma una successione di quadri impressionisti e surrealisti dosata in modo perfetto. Quasi ogni schermata potrebbe essere salvata per realizzarci un pratico quadretto da appendere in salotto: ciò la dice lunga sulla direzione artistica. Potremmo fare la stessa considerazione, ovviamente, anche per gli aspetti prettamente sonori: provate ad ascoltare i versi di Yoshi, le melodie dei vari livelli, la preoccupazione dei boss e dei nemici quando vengono messi alle strette. Se i videogiochi fossero un’arte solo figurativa, Yoshi’s Crafted World sarebbe il quadro più bello di tutti.

Yoshi’s Crafted World è un titolo che non può mancare nella vostra collezione dedicata a Nintendo Switch. Di platform la Casa di Kyoto ne ha portati tanti sulla propria console ibrida: per certi aspetti quello in questione è il più ambizioso di tutti. Ciò deriva anche dalla precisa direzione artistica perseguita in ogni singola opera, che presenta sfumature di volta in volta differenti: Donkey Kong Tropical Freeze, New Super Mario Bros. Deluxe, Kirby e Yoshi’s Crafted World sono tutti titoli platform, ma presi singolarmente sono tutti differenti. Con il sauro verde (e multicolore) questa volta Nintendo ha provato una strada molto originale, giocando con piani prospettici e mondi di cartone colorato, coronando il tutto con una direzione artistica fiabesca. Non dubitiamo che in seguito verrà proposto un sequel, magari ancora più ambizioso. E non vediamo l’ora che arrivi.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.