Dragon’s Dogma: Dark Arisen | Dragon’s Dogma non è – come direbbe Stanis LaRochel di Boris – il classico droide protocollare dei giochi di ruolo, anzi, la sua connotazione orientale permane coraggiosamente dai titoli di testa fino a quelli di coda. L’arrivo su Nintendo Switch di questo titolo sui generis è certo encomiabile sia perché l’ibrida di Kyoto si presta particolarmente bene all’esecuzione di avventure single player, sia perché la serie targata Capcom merita certamente di essere riproposta a nuovi giocatori, forte di un design unico per il momento per quanto riguarda il parco titoli della console. Dragon’s Dogma: Dark Arisen è la Mustang degli RPG: aitante, prestante, e scomoda al punto giusto per rimanerti nel cuore, nel bene o nel male. Andiamo dunque a scoprire con questa recensione se e come questo porting di una perla della scorsa generazione riuscirà a convincere anche in portatile, prima che Netflix ci riporti nell’omonimo mondo con la sua serie TV recentemente annunciata.
Il mondo di Dragon’s Dogma è fra i più oscuri che l’immaginario JRPG ricordi
Dark Arisen offre un mondo imperdibile in cui perdersi
La versione Switch di Dragon’s Dogma arriva in un pacchetto completo di ogni contenuto aggiuntivo mai pubblicato per il titolo, fra cui naturalmente l’espansione Dark Arisen. Questo è un bene poiché semplificherà la vita a chiunque volesse recuperare l’opera di Capcom, ma farà anche felici al tempo stesso coloro che avevano provato solo l’edizione base. Parlando di contenuti, è doveroso affermare che il titolo ne ha da vendere: la campagna sforerà facilmente le 30 ore, mentre il mondo di gioco rimarrà a nostra disposizione per sempre, ricco di missioni, incarichi e nuove abilità da sbloccare. La trama – non proprio il vero punto forte dell’opera – mette il giocatore nei panni di un Arisen, un eletto che si reincarna periodicamente in grado di ristabilire l’ordine nel cosmo e annientare il male supremo rappresentato dai malvagi e potenti draghi. La narrazione dal così evidente stampo orientale farà da contrasto agli antagonisti principali del titolo, quali mostri mitologici tipicamente occidentali in questo particolare ma ispirato universo fantasy ricco dei cliché tipici del genere. La vera freccia all’arco di Dragon’s Dogma sono le meccaniche action, alle volte survival, che accompagnano il percorso apparentemente lineare che si andrà ad intraprendere col proprio avatar. Tornando alla mole contenutistica il gioco vanta una varietà davvero invidiabile di classi giocabili, partendo dalle tre di base (guerriero, arciere e mago), per poi evolversi in classi avanzate (distruttore, cacciatore e stregone) e quelle ibride (paladino, assassino e arciere magico); ognuna delle suddette classi vanta abilità attive e passive riservate ed un numero chiuso di armi ed armature compatibili (un mago non potrà categoricamente indossare una cotta di maglia) le quali vanno ad impreziosire un combat system già complesso per il genere ed estremamente variegato a seconda del nostro ruolo. Aggiungete a questo tre livelli di difficoltà ben tarati e meccaniche survival atte a rendere la preparazione alle singole missioni importanti quanto le ultime stesse ed otterrete una miscela hardcore intrigante, che mostra i segni dell’età solo quando inizia ad essere comparata ad un The Witcher 3, uscito comunque a tre anni di e pensato per la generazione successiva.
Nel gioco è possibile incontrare mostri d’ogni risma e tipologia, anche volanti
Dragon’s Dogma, un single player di gruppo
Quest’ultima (per il momento) edizione di Dragon’s Dogma continua purtroppo a far rimanere un miraggio la possibilità di godere del titolo con degli amici. Se infatti in Giappone Dragon’s Dogma Online è realtà da quasi cinque anni, nel resto del mondo ci si continua ad accontentare del complesso ed appagante sistema di pedine ideato da Capcom per sopperire ad un co-op online mancante anche in questo porting su Nintendo Switch. Similmente a quanto veniva messo a punto da LucasArts in Star Wars: Republic Commando (2005) l’esperienza single player di Dragon’s Dogma è condita da tre fidati alleati e compagni, dei quali uno rimarrà fino alla fine al fianco del giocatore in qualità di spalla ufficiale. L’Ordine delle Pedine infatti è una strana congrega appartenete ad un’altra dimensione e presta i propri membri all’Arisen di turno, poiché privi di volontà ed emozioni proprie. Il non troppo raffinato escamotage riesce però ad essere effettivamente efficace dal punto di vista del gameplay: ogni scontro, ogni missione, ogni viaggio saranno affrontabili insieme alle nostre pedine – condivisibili online con gli altri giocatori – le quali avranno oggetti, equipaggiamento e conoscenze proprie del mondo di gioco, che il più delle volte saranno utili se non indispensabili al completamento degli incarichi. In ogni caso però il multiplayer rimane un sogno lontano, nonostante la possibilità di manovrare le pedine e di provare diverse classi per ognuna di esse continua ad aiutare a sopperire a questa mancanza.
Le classi a disposizione del giocatore sono tante e ben strutturate
Anche in Dragon’s Dogma l’avventura è fuori di casa
Dal punto di vista tecnico Dragon’s Dogma: Dark Arisen per Nintendo Switch spicca per l’ottimo lavoro svolto, con texture in alta risoluzione in grado di far brillare una buona scenografia ed una direzione artistica ispirata, specie nelle zone meno dispersive del mondo di gioco. Il frame rate è solido e non va quasi mai a compromettere la giocabilità del titolo, che rimane invariata rispetto alle edizioni next-gen dell’opera. Di fatti ci troviamo di fronte a né più né meno a quanto offerto dal franchise su PlayStation 4, Xbox One o PC, con una presenza quasi inesistente di bug e glitch, per un’esperienza decisamente pulita ed appagante. L’interfaccia è stata inoltre rivista per dare il meglio in handeld mode, e sebbene la mole di scritte e menù rimanga importante, gli sviluppatori sono riusciti a rendere il tutto almeno comprensibile sul display di modeste dimensioni della console giapponese. Non mancheranno pertanto i casi nei quali sarà evidente che il titolo non è stato originariamente progettato per un dispositivo portatile, ma nonostante ciò il piacere di immergersi nell’avventura rimane invariato. Insieme al pluripremiato The Legend of Zelda: Breath of The Wild, Dragon’s Dogma Dark Arisen porta qualità indiscussa nel parco titoli dell’ammiraglia di Nintendo, anche perché in questo caso l’assenza di un multiplayer ha veramente un altro lato della medaglia a compensare. Stiamo parlando ovviamente della possibilità di giocare in movimento senza sacrificare quasi nulla in termini di fruibilità, caratteristica che in questa più che in altre opere riesce a portare un valore aggiunto.
Dragon’s Dogma: Dark Arisen per Nintendo Switch ripropone in pompa magna la raffinata miscela action e RPG che ha fatto sognare migliaia di giocatori di tutto il mondo, egualmente hardcore e impegnativa come la ricordavamo. Si tratta di un lavoro quasi ineccepibile che vede nella portabilità una delle nuove killing feature di un titolo incredibilmente autoriale ed ispirato. Il titolo è consigliatissimo a tutti gli amanti degli action games, ed in generale a chiunque avesse voglia di un nuovo RPG open world da gustarsi lentamente nei viaggi o comodamente sul divano. Agli amanti del franchise non sarà invece nemmeno necessario far presente cosa significhi poter diventare un Arisen dove e quando si vuole, per liberare dal male un mondo che non coccola il giocatore ma lo sprona sempre a cercare la soluzione.