Days Goneย Recensione | La vita รจ dura, brutale, spietata, fuori dal nostro controllo: possiamo concepire mezzi futuristici in grado di viaggiare nello spazio, postulare leggi fisiche fondamentali per spiegare il funzionamento di ciรฒ che ci circonda, scoprire metodi impensabili per curare le piaghe che affliggono ogni centimetro del nostro mondo, ma non siamo in grado di prevedere lโimponderabile, non abbiamo le abilitร di pronosticare quella scintilla capace di incenerire all’istante ogni nostra certezza, ogni nostra sicurezza. Non possediamo, ad esempio, le facoltร di anticipare un โsempliceโ virus, inconsistente, inodore e invisibile, ma tremendamente efficace e distruttivo, talmente devastante da scombussolare per sempre tutti gli equilibri precedentemente stabiliti, ogni status societario esistente, ogni singolo elemento che caratterizzava la nostra realtร . Ma รจ proprio in un contesto di totale deprivazione di sรฉ, proprio nel momento in cui lโuomo cessa di interpretare il ruolo che gli รจ stato assegnato dalla nascita per vivere senza la coercizione di uno stato presente in ogni meandro della nostra esistenza, che egli scopre chi realmente sia: un assassino cinico e spietato che agisce per il proprio ed esclusivo tornaconto, uno schizofrenico desideroso di imporre al prossimo il proprio culto autolesionista o magari un โrandagioโ di strada, biker nell’animo, solo dinanzi ad un universo feroce e dannatamente piรน grande di lui, senza uno scopo, un obiettivo a tenerlo in vita, se non un dolore cosรฌ vasto e profondo da non poter essere descritto semplicemente proferendo qualche vacua parola. Cosa potremmo mai diventare noi in un mondo alla completa deriva in cui vige lโanarchia piรน pura? Questo รจ il quesito fondamentale alla base di Days Gone, la nuova esclusiva targata Sony e Bend Studio, un dilemma tanto semplice quanto efficace, capace di avvolgere costantemente il giocatore per tutta la durata dellโavventura. Malgrado un ingiustificato alone di profonda diffidenza da parte dellโutenza, il pargolo dello studio di sviluppo americano – al suo primo, vero tripla A di spessore – รจ finalmente giunto tra le nostre avide mani, e dopo piรน di 30 ore spese nelle selvagge lande dellโOregon siamo pronti a divulgare il nostro parere su quella che si preannuncia essere una sfavillante, inedita IP del colosso nipponico, seppur contraddistinta da qualche evidente problema.
Vi attaccheranno costantemente, senza lasciarvi mai respiro.
Days Gone non รจ il classico titolo a tema zombie
Days Gone non รจ il classico prodotto edificato attorno ad una minaccia zombie piรน o meno specificata, non propone semplicemente le tradizionali vicende di un sopravvissuto che tenta affannosamente di debellare un nemico apparentemente incontrastabile e ingovernabile. No, Days Gone รจ molto, ma molto, di piรน: รจ la storia di un uomo disilluso dall’ambiente militare, divenuto biker con il solo scopo di sublimare quel vuoto immenso creatosi a seguito degli orrori vissuti sul campo di battaglia, รจ la storia di un nomade nell’animo e senza una reale meta, che dโimprovviso, come un fulmine a ciel sereno, trova senso di esistere nell’amore, nella genuina felicitร che solo una donna speciale puรฒ provocare. Ma questo idillio รจ tanto appagante quanto effimero, tanto avvolgente quanto estraniante, capace, una volta strappato via dalle fameliche fauci di esseri troppo raccapriccianti per considerarsi umani, di lasciare una cicatrice indelebile e incancellabile. Days Gone รจ la storia di un uomo dicevamo, un individuo senza piรน una vera ragione per sopravvivere, talmente furente con il mondo da provare – masochisticamente – la folle ebbrezza della morte ad ogni scorribanda in quell’incubo chiamato “inferno”, soltanto per sentirsi ancora una volta vivo, completo. Days Gone รจ la storia di Deacon St. John, un randagio di strada, un killer spietato, un cacciatore di taglie egoista alla disperata ricerca di un qualcosa che riesca ad attenuare, anche soltanto per un secondo, il senso di colpa che lo dilania e affligge per quell’infausta notte, per quel maledetto elicottero che ha portato via con sรฉ la sua unica ragione di vita. Insomma, lโopen word di Bend Studio รจ riuscito sinceramente a colpirci nel profondo, propinando una trama mai banale e scontata, caratterizzata da un cospicuo numero di personaggi interessanti e con qualcosa da comunicare – ognuno unico a modo suo – contraddistinti dal proprio modo di reagire alla piaga e di vedere il mondo.
A partire ovviamente dal protagonista: anche in questo caso non il classico personaggio principale innocente e puro, ma al contrario un character che riesce a stupire il player per il cinismo con cui affronta determinate situazioni, per la brutalitร e schiettezza di specifiche azioni, ma che colpisce anche per il suo animo altruista, solitamente celato e offuscato da un dolore insopportabile. Per non citare personaggi del calibro di Boozer, fidato amico del protagonista, un fratello non di sangue sempre pronto a sostenere Deacon nei momenti di difficoltร , il pacifista Iron Mike, il guerrafondaio e fanatico religioso colonnello Garret e il complottista Copeland, tutti sapientemente costruiti e tratteggiati, sempre in grado di offrire un punto di vista inedito e intrigante al fruitore. Ciรฒ che stupisce รจ la sostanziale perfezione nella gestione dei tempi concessi a tutti i personaggi, i quali riescono in questo modo a familiarizzare con il giocatore costantemente, il quale lentamente impara a scoprirli e ad assimilare le opinioni e le idee. Un lavoro davvero eccezionale, che purtroppo impatta in maniera veemente con lโassenza di un vero villain di spessore, capace di fornire al tessuto narrativo quel pizzico di vivacitร in piรน che avrebbe davvero reso la trama pressochรฉ impeccabile. ร chiaro che lโobiettivo dei developer era quello di indirizzare tutte le attenzioni dei fruitori nei confronti del protagonista e della sua personalitร , fornendo ovviamente anche grande risalto alla minaccia dei furiosi (gli zombie della produzione), ma sicuramente un antagonista di spessore, perfettamente integrato nelle vicende della storia, avrebbe aiutato non poco. Nel complesso, nonostante lโanima open world del prodotto, per natura tendenzialmente dispersiva, e lโelevata durata della storia principale (ci troviamo sopra le 30 ore),ย lโintelaiatura narrativa di Days Gone ci ha intrattenuto e tenuto con il fiato sospeso per tutta la sua durata, anche grazie a degli escamotage stuzzicanti e stimolanti, perfettamente collocati nei giusti momenti della trama. Cโรจ da dire perรฒ che lo stesso livello di qualitร non risulterร minimamente impiegato nelle copiose missioni secondarie presenti nel titolo, le quali appariranno piรน un riempitivo per consentire all’utente di reperire risorse importanti che un valido motivo per carpire dettagli supplementari sul mondo di gioco. Sarebbe bastato anche una distinzione maggiore degli incarichi da svolgere per garantire un minimo di diversificazione in piรน, ma purtroppo ci troveremo sempre a compiere le medesime due azioni: attaccare un avamposto nemico o riscuotere una taglia per guadagnare qualche prezioso credito da investire poi nell’equipaggiamento. Si sarebbe potuto scavare decisamente piรน in profonditร , considerando, come vedremo poi in seguito, che il gameplay in fin dei conti non presenterร delle unicitร cosรฌ evidenti. Un vero peccato.
Lodevole anche lโimplementazione di una minaccia non morta (che ricorda, in parte, la pellicola cinematografica “Io Sono Leggenda”) non banale e davvero intrigante, un poโ come la piaga fungina di The Last of Us, la quale comunque, a nostro parere, rimane sicuramente piรน originale e affascinante. I Furiosi, o Freakers, infatti, non sono dei semplici zombie: non hanno perso completamente ogni tratto umanitario e ogni minimo segno dโintelligenza, ma al contrario ricordano in qualche modo ciรฒ che sono stati, costruiscono delle abitazioni – chiamati nidi – in cui rifugiarsi durante il giorno e soprattutto sono rapidi, velocissimi e tremendamente aggressivi. Inoltre, posseggono un barlume di acume che li spinge spesso a muoversi collettivamente, creando delle immense orde di esseri famelici e ripugnati, sostanzialmente incontrastabili se non sapientemente muniti ed equipaggiati. Anche in questo caso il lavoro di contestualizzazione operato da Bend Studio nei confronti sia delle caratteristiche morfologiche che comportamentali dei Furiosi รจ davvero di grande spessore, segno che la scelta del virus batteriologico รจ stata intrapresa con coscienza e con la volontร di raccontare davvero qualcosa, e non per cavalcare semplicemente un trend sempre vincente e apprezzato dal pubblico.
Sfruttare le coperture sarร fondamentale per sopravvivere alle battaglie.
Days Gone convince ma non stupisce
Sappiamo benissimo cosa molti di voi pensino di Days Gone: ma non รจ la brutta copia di The Last of Us? No, ragazzi, nella maniera piรน assoluta. Per caritร , non servivamo di certo noi per sancire la discrepanza tra i prodotti, ma sarebbe bastato osservare con piรน attenzione i trailer rilasciati per comprendere quanto le due produzioni siano effettivamente distanti, incompatibili tra loro, seppur, ovviamente, convergano in specifici contesti. Ma partiamo dalla vera domanda fondamentale: cos’รจ realmente Days Gone? Il nuovo pargolo di Bend Studio non รจ altro che uno sparatutto in terza persona open world, contraddistinto tanto da dinamiche survival (mai troppo pressanti) quanto da meccaniche stealth, e caratterizzato dalla presenza della fidata moto del protagonista, la quale rappresenta sia lโunico mezzo di locomozione che la vera unicitร presente nel gameplay della software house americana. Sรฌ perchรฉ diciamolo subito senza indugiare troppo: Days Gone non รจ un gioco innovativo sotto sostanzialmente nessun aspetto, e probabilmente non vuole nemmeno esserlo, ma al contrario propina unโofferta ludica molto tradizionale, senza particolari sbocchi creativi o intuizioni sconvolgenti. Tutto ciรฒ non costituisce necessariamente un male: difatti, se pensiamo, ad esempio, ad Horizon Zero Dawn ci accorgiamo di come anche lโamatissima produzione targata Guerrilla non avesse un mix di meccaniche poi cosรฌ rivoluzionario, ma che fosse appunto nell’animo decisamente conservatore. Il problema di Days Gone in questo, perรฒ, รจ un altro: il non offrire al fruitore realmente nulla di originale, che sia una meccanica o unโimplementazione anche minore ma comunque significativa nell’economia di gioco. Horizon in questo, se ben ricordate, riuscรฌ in pieno, fornendo alcune delle battaglie piรน interessanti, stimolanti e divertenti degli ultimi anni, nelle quali lโattenzione del player nei confronti della gestione delle risorse e nei riguardi del comportamento delle macchie doveva essere totale.
Nella produzione di Bend Studio, invece, tutto ruoterร attorno sia alla raccolta delle risorse – reperibili depredando i veicoli e le abitazioni sparse per il desolato mondo di gioco – che alla realizzazione, mediante un sistema di crafting semplice e intuitivo, del corretto equipaggiamento, fondamentale per affrontare la piaga umana e non morta. A ciรฒ si aggiungerร poi un sistema di shooting ben strutturatoย anche se non totalmente convincente, basato su un armamentario piuttosto variegato e suddiviso in armi principali, secondarie e speciali. Difatti non appena scaglierete un colpo vi renderete subito conto di come il feedback delle armi non sia poi cosรฌ straordinario, apparendo sicuramente funzionale ed efficacie ma non esaltante. Data lโestrema velocitร e rapiditร dei nemici, e considerando la pronunciata vicinanza della telecamera al protagonista, giustamente i developer hanno optato per lโimplementazione di un sistema di combattimento corpo a corpo sfruttando tanto i servigi del vostro fidato coltello, il quale risulterร indistruttibile, quanto di armi da mischia di fortuna soggette all’usura, essenziali per eliminare rapidamente i nemici estremamente vicini. Gli stessi strumenti contundenti, poi, sbloccando i giusti progetti, potranno essere potenziati aggiungendo dei chiodi o delle lame scovate mediante lโesplorazione, avendo cosรฌ la facoltร di incrementare sensibilmente il potenziale offensivo dellโoggetto. Tutto ciรฒ, senza ombra di dubbio, funzionerร a meraviglia, se non fosse che anche in questo caso la risposta, pad alla mano, degli attacchi scagliati vi lascerร spesso con lโamaro in bocca, non trasmettendo minimamente lโintensitร e lโaggressivitร posta dal protagonista nei colpi inferti.
La moto sarร la vostra piรน fidata alleata.
Days Gone: una ricerca costante di coerenza narrativa
Molto interessanti, invece, sono risultati essere i vari accampamenti presenti nell’ecosistema di gioco, ognuno dei quali capeggiati da un leader carismatico e intrigante e assolutamente essenziali per il prosieguo e la sopravvivenza di Deacon. Difatti portando a termine incarichi collaterali, raccogliendo le carni degli animali cacciati e riportando prove di uccisioni dei freakers, sarร possibile accumulare due parametri differenti ma ugualmente indispensabili: la fiducia e i crediti. La prima risulterร vitale per sbloccare armi inedite e potenziamenti per la nostra fidata motocicletta, mentre i secondi si riveleranno fondamentali per acquisire gli elementi precedentemente citati. Sicuramente nulla di davvero rivoluzionario, ma appare comunque interessante la direzione intrapresa dallo studio americano: i developer infatti hanno deciso di non perseguire il classico percorso in stile Far Cry, in cui anche le pelli degli animali rappresentano un elemento sostanziale per il potenziamento dellโequipaggiamento, ma piuttosto di prediligere una formula piรน intuitiva e maggiormente radicata nel contesto narrativo e piรน improntata sulla veridicitร del microcosmo societario della produzione. Per il resto tutto ricalcherร le meccaniche di gioco giร presenti in altre produzioni: potremo, infatti, marcare i nemici con lโausilio di un binocolo, distrarli lanciando un sasso per colpirli in stealth, avremo lโopportunitร di attaccare degli avamposti avversari in perfetto stile Far Cry per poi sbloccare le attivitร presenti nella mappa – e scoprire nuovi progetti utili per fronteggiare i nemici – e saremo anche in grado di attivare la visuale di sopravvivenza sulla falsa riga di Tomb Raider o The Witcher, con la quale evidenziare gli oggetti importanti. A tutto ciรฒ, dobbiamo poi aggiungere lโimmancabile skill tree, il quale sarร suddiviso in tre rami differenti, basati in: combattimento in mischia, combattimento a distanza e sopravvivenza. Seppur usuale, lโalbero delle abilitร ha saputo colpirci, in quanto si ha davvero la sensazione che ogni singolo potenziamento incrementi sensibilmente le capacitร di Deacon, sbloccando funzionalitร in grado di mutare enormemente il gameplay. Qualche esempio? Una modalitร concentrazione con cui rallentare il tempo e colpire piรน agevolmente i contendenti, la possibilitร di riparare le armi di fortuna con i rottami trovati in giro e la presenza di proiettili perforanti capaci di uccidere simultaneamente piรน antagonisti insieme.
Insomma, risulta piuttosto lampante come Days Gone sia incredibilmente conservatore nella sua ossatura, e non cerchi effettivamente di creare nel particolare qualcosa di nuovo: nemmeno la moto e la sua gestione (avendo la possibilitร di potenziare le sue caratteristiche e di impreziosirla esteticamente), per quanto comunque interessante, riesce nell’impresa di fornire quel pizzico di novitร alla produzione, apparendo comunque un elemento marginale e non essenziale nell’economia di gioco. Soltanto le orde simboleggiano lโelemento distintivo dell’esclusiva Sony: ammassi giganteschi di voraci e famelici furiosi, dislocati un poโ ovunque nelle varie location e pronti a lanciarsi in qualsiasi momento alla caccia sfrenata del povero protagonista. Esse non saranno minimamente affrontabili senza uno studio preliminare dellโambiente di gioco ed escludendo un corretto utilizzo delle risorse, in quanto la soverchiante superioritร numerica dei freakers vi annienterร istantaneamente. ร probabilmente nell’affrontare le gargantuesche accozzaglie di zombie che Days Gone esprime appieno il proprio potenziale, in quanto lโutilizzo oculato delle armi, la ricerca costante delle risorse per la realizzazione di trappole ed esplosivi e lo studio certosino del level design per imbrigliare intelligentemente il flusso di non morti, trasmette al player la vera essenza del gioco. Malgrado tutto ciรฒ, nonostante la mancanza generale di innovazione, la fusione di tutte le meccaniche precedentemente citate, innestate in una narrativa cosรฌ ben studiata e strutturata, permette comunque al titolo di Bend Studio di rappresentare un unicum nel genere e un prodotto con una propria filosofia ben distinta, perfettamente contestualizzata e realizzata.
Un rapporto speciale il loro.
Tecnicamente splendido, anche se non ottimizzato certosinamente
A coronamento di quanto descritto fino ad ora troviamo, poi, un ambiente di gioco sublime: le desolate ma lussureggianti lande dellโOregon, suddivise in ben sei regioni, sono riuscite a stregarci per diversificazione e bellezza, lasciandoci piรน volte senza fiato. Nelle regioni a nord, infatti, vedremo scorgere delle rigogliose zone boschive che si spartiranno il territorio con delle distese desertiche depauperate da ogni forma di vita vegetale, contraddistinte da profonde caverne di origine lavica ora sfruttate dai ripugnanti e dai furiosi come punti di aggregazione; in quelle a sud, invece, scoveremo paesaggi brulli innevati dalla bellezza disarmante, collocati ai piedi di poderose montagne in grado di suddividere perfettamente in due lโambiente di gioco, tanto prominenti e vaste. Insomma, รจ impossibile lamentarsi delle location presenti in Days Gone, coadiuvate anche da una direzione artistica di tutto rispetto, ma ciรฒ che purtroppo ha deluso le nostre aspettative รจ stato il comparto tecnico, o meglio la sua ottimizzazione. Days Gone, se giocato su PlayStation 4 Pro sfruttando i benefici del 4K e HDR, risulterร un titolo, tecnicamente parlando, sontuoso: i modelli poligonali dei personaggi principali, seppur con qualche inciampo, appariranno ottimi e ben realizzati, la qualitร generale degli ambienti di pregevole fattura e la stabilitร del frame rate quasi sempre accettabile, se non fosse che davvero di frequente abbiamo assistito a crash del gioco, freeze istantanei e inspiegabili, compenetrazioni poligonali, fenomeni costanti di pop-up degli oggetti, ritardo di caricamenti nelle texture e, addirittura, bug di alcune missioni di gioco, portate avanti esclusivamente ricaricando salvataggi precedenti o abbandonando la partita. Sappiamo giร che la patch day one peserร quasi 17 giga, e pertanto molte delle problematiche appena citate scompariranno con il suo rilascio, ma rimane comunque piuttosto sconfortante notare difetti cosรฌ lapalissiani, soprattutto per le facilitazioni che derivano dallo sviluppo concentrato su un’unica versione esclusiva.
Days Gone, insomma, simboleggia l’ennesima conferma dello strapotere delle esclusive targate Sony: malgrado qualche incertezza per quel che concerne il comparto tecnico e nonostante l’evidente stagnazione creativa nei meandri della struttura di gioco – la quale appare fin troppo conservatrice – l’open world di Bend Studio riesce ad arricchire il catalogo dei first party del colosso nipponico grazie alla presenza di una narrativa originale e dal forte impatto emotivo, costruita attorno a personaggi carismatici e ad un protagonista d’eccezione, capace da solo di sorreggere l’intera trama. Days Gone, inoltre, rappresenta un ulteriore dimostrazione di come investire su proprietร intellettuali del tutto inedite e totalmente incentrate sul single player – pertanto in totale opposizione alle classiche dinamiche di mercato – sia assolutamente fondamentale per ideare e propinare prodotti che abbiano realmente qualcosa di forte da comunicare e che riescano a regalare all’utente emozioni vere e durature. Infine un plauso a Bend Studio: passare dalla realizzazione di titoli minori legati a una console portatile – come PSP e PlayStation Vita – al concepimento di un tripla A cosรฌ vasto e variegato per la piattaforma ammiraglia dell’azienda giapponese non รจ cosa da tutti, segno che i ragazzi americani posseggono talento e coraggio da vendere. Ora รจ il momento di tornare nell’Inferno per completare le ultime questioni lasciate in sospeso: passo e chiudo.