Fade to Silence Recensione

Fade To Silence

Il contesto post-apocalittico negli ultimi anni è decisamente salito sul carro dei vincitori, un po’ in tutti i principali generi videoludici: mondi devastati dagli zombie, dalle guerre nucleari, in cui pochi dispersi cercano di tirare avanti come possono, lottando contro condizioni solitamente molto avverse. Di recente siamo tornati a parlarvene anche nella nostra recensione di Days Gone, e oggi torniamo a farlo con un videogioco concettualmente simile, ma in realtà molto differente: Fade to Silence. Il titolo stesso della produzione targata THQ Nordic è molto evocativo: richiama subito alla mente il concetto della dissolvenza e poi anche quello del silenzio. Difatti i due termini tornano costantemente e si intrecciano all’interno dell’avventura personale del protagonista, generando costantemente un’atmosfera di angoscia e smarrimento: riuscirete a sopravvivere all’inverno eterno? Forse la nostra recensione potrà suggerirvi qualche risposta.

Fade to Silence: fine del mondo e oscurità

Fade to Silence narra di un mondo oscuro e ormai allo sbaraglio: un tempo apparteneva agli esseri umani all’apice della civilizzazione, ma è ora devastato dalla Corruzione, avvolto in una notte eterna e abitato da esseri terribili che si muovono nell’ombra. Del contesto narrativo al giocatore viene detto poco e nulla: si risveglia all’interno di una sorta di grotta adibita a strani rituali, nei panni di Ash, leader dell’ultimo gruppo di esseri umani ancora in vita. L’intera avventura verrà vissuta proprio dal punto di vista di Ash, in un survival RPG rigorosamente in terza persona: ogni volta che moriremo in battaglia sarà possibile tornare a vivere nella stessa identica grotta, ricordando gli eventi precedenti e tornando a guidare Ash nell’oscuro mondo di Fade to Silence. Una meccanica che ricorda molto da vicino (come tantissimi altri aspetti della produzione) i vari Dark Souls e Bloodborne, anche se (contesto a parte) la produzione di THQ Nordic si mostra soprattutto nel gameplay e nella progressione assai distante dai soulslike. L’ambientazione di Fade to Silence è estremamente valida e il comparto narrativo ai minimi termini favorisce la ricerca costante di nuovi dettagli: non è un caso che una delle prime missioni in assoluto del gioco richieda di esplorare un po’ del mondo circostante, nel tentativo di capire di più. Maggiori dettagli e tasselli del puzzle verranno forniti da brevi filmati tra i capitoli del gioco, o narrati da specifiche creature oscure dell’Eclisse, le stesse che tormentano con le loro voci il protagonista dell’avventura.

Fade to Silence

La storia personale di Ash si intreccia ben presto con quella dell’ultimo gruppo di sopravvissuti del mondo di Fade to Silence: ce ne sono in tutto altri nove oltre al protagonista, e tutti andranno trovati e aiutati all’interno di un vasto mondo di gioco, che forse è eccessivo definire open world ma sicuramente vuole imitarne le caratteristiche peculiari. Ognuno di questi personaggi secondari presenta caratteristiche uniche, una singolare personalità e una propria storia che sarà possibile scoprire: chiaramente ognuno di loro si relazione diversamente ai pericoli della Corruzione che ha avvolto il mondo, e deciderà di agire in determinati modi. Coordinandosi con le spedizioni e intessendo legami umani con i superstiti sarà possibile utilizzarli a proprio vantaggio e avanzare contro le forze oscure che hanno invaso il mondo, fino ad una probabile (ma mai scontata) reconquista. Lungo il percorso sarà inevitabile, tuttavia, morire più e più volte, esattamente come accade in titoli del calibro di Dark Souls e Bloodborne. Un lato positivo della produzione, tuttavia, è rappresentato dall’accessibilità al mondo di gioco: è possibile scegliere di cominciare l’avventura sia in modalità esplorativa (per chi preferisce godersi la trama) che in modalità normale (per chi non ha di certo paura di morire molte volte contro i numerosi mostri). Nel primo caso la progressione sarà agevolata, tuttavia non verranno sbloccati gli achievement (o trofei) né si avrà accesso al menù dei potenziamenti e all’albero delle abilità del protagonista; una via di mezzo che ci sembra giusta e ben dosata. In entrambi i casi, tuttavia, gli sviluppatori hanno approntato un buon tutorial per i neofiti del genere, che per tutte le prime ore di gioco continua a fornire utili suggerimenti circa l’interazione con i vari edifici, oggetti, creature, armi e personaggi del titolo. Ce n’è più che mai bisogno, dato che le cose da fare sono parecchie e non tutte particolarmente intuitive.

Gameplay: sopravvivere nel silenzio

Fade to Silence è stato definito più generalmente come gioco di ruolo (RPG), una categoria talmente vasta e ricca di elementi eterogenei al suo interno che dire “RPG” il più delle volte equivale quasi a non aver detto nulla. Più precisamente potremmo definire il titolo pubblicato da THQ Nordic come survival RPG in terza persona, arricchito da combattimenti strategici che richiamano quelli dei soulslike. Le meccaniche del gioco di ruolo più generico ci sono tutte: il protagonista non è esteticamente personalizzabile, ma possiede caratteristiche che in un secondo momento potranno venire modificate dal giocatore; inoltre è in grado di apprendere nuove abilità e ricevere potenziamenti, trovando determinati oggetti nel mondo di gioco o soddisfacendo determinate condizioni. Un sistema di crafting piuttosto basilare ma ricco di possibilità permette di creare, trovando i giusti materiali qua e là, strumenti utilissimi: torce con cui difendersi dal freddo, pozioni curative, cibo, armi e utensili di vario tipo. Arrivati ad un certo punto della trama è inoltre possibile arricchire il mondo di gioco con nuove strutture, organizzare spedizioni e gestire (entro certi limiti) anche i personaggi secondari con cui si è entrati in contatto. Fade to Silence presenta una visuale in terza persona che non può essere mai modificata dal giocatore, e che dà il meglio di sé non solo nell’esplorazione del vasto mondo di gioco (comunque contenuto rispetto ai più famosi e recenti open world del settore) ma anche nei combattimenti contro i numerosi (e pericolosi) demoni che lo infestano. Le creature della corruzione si nascondono praticamente ovunque, possono sbucare direttamente dal terreno sul più bello durante una esplorazione apparentemente tranquilla, e persino annidarsi negli edifici predisposti al riposo lungo il proprio cammino. Non si è mai certi dunque di essere davvero al sicuro, e numerosi agguati (soprattutto se si è già in condizioni di salute critiche) portano rapidamente alla morte.

Fade to Silence

Il sistema di combattimento è tanto basilare quanto efficace: inizialmente armato di una semplice torcia e poi di strumenti più idonei alla battaglia, Ash può eseguire un attacco semplice e uno caricato. Entrambi consumano in quantità diverse la barra della resistenza (stamina), che assieme a quella della salute va sempre debitamente tenuta d’occhio. Sin dai primi nemici incontrati in Fade to Silence, i più deboli di tutti, si rivela fondamentale osservare attentamente i movimenti e la tipologia degli attacchi, così da apprendere velocemente quando e come eseguire la semplice mossa della schivata (consuma anche lei la barra della stamina), per poi contrattaccare. Schivate e attacchi vanno dosati adeguatamente, altrimenti la barra dell’energia si consumerà presto, lasciando il protagonista completamente inerme. La varietà di creature presenti non è eccezionale, ma gli stessi sono sufficienti per garantire sempre e comunque un’atmosfera inquietante e dominata dalla più completa incertezza; a questo aspetto della produzione contribuisce la gestione dei vari stati del personaggio, che vive costantemente problematiche come la fame, la stanchezza e il gelo. Il mondo di gioco di Fade to Silence va esplorato ettaro dopo ettaro, perché il territorio dominato dalla corruzione necessita di essere riconquistato dalla resistenza; l’ambiente è però sempre ostile: ghiaccio e tormente di neve impediscono l’avanzata di Ash, che deve così raccogliere ciò che la natura gli offre per approntare rifugi e riposarsi molto spesso. Presso le case sicure si può riposare, potenziare, cibare e tenere a bada le voci che infestano la sua mente; è molto importante quindi focalizzarsi non solo sull’eliminazione delle creature ostili, ma anche sulla raccolta costante di materiali utili (e qui viene in aiuto la “vista mentale” di Ash). Per arrivare al termine dell’avventura principale avrete bisogno di equilibrare gli aspetti della sopravvivenza, dell’esplorazione, del combattimento e del recupero delle risorse utili: la strada sarà tuttavia sempre in salita, basta non scoraggiarsi.

Fade to Silence è un interessante RPG basato su meccaniche survival, sull’esplorazione di un mondo di gioco oscuro e gelido e su un sistema di combattimento che richiama (in modo semplificato) quello di Dark Souls e di Bloodborne. Il protagonista Ash è alla ricerca della verità sul mondo apocalittico e ostile che si ritrova costretto ad abitare, un mondo dove neppure la morte è mai davvero definitiva. Il pericolo è in agguato in ogni angolo, le persone di cui ci si può fidare sono poche e disperse, e ci sarà bisogno di tutte le sue capacità di leader per riconquistare i territori che gli esseri umani hanno perduto. Chi sarà ad avere la meglio? Sarete voi a deciderlo, gestendo oculatamente tutte le risorse a vostra disposizione e creando quelle che sarebbe altrimenti impossibile ottenere.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.