Logitech G502 LIGHTSPEED Wireless | Nei setup dei professionisti del gaming mondiale su PC, di ogni titolo e genere, è ultimamente sempre più presente e ridondante un nome, un marchio azzurro, che nei suoi device high end si tinge ormai di tinte RGB, che gridano a tutta forza “questo è un dispositivo da gaming”. Ma gli utilizzatori, i suddetti professionisti del gaming, non scelgono di certo il loro device in base alla potenza dei led che brillano sotto alla sua scocca, ma per le prestazioni che offrono nei momenti più concitati. Il nome è, chiaramente, quello di Logitech, azienda leader nella produzione di device tecnologici, impegnata da tempo ormai in una missione difficilissima da portare a termine: rivoluzionare il mondo del gaming professionistico; non solo producendo mouse e tastiere, fra le altre cose, che rispondano agli standard attualmente richiesti dalla competitività, ma addirittura prevedendo tali standard. Non a caso, infatti, parliamo oggi del mouse Logitech G502 LIGHTSPEED Wireless, un mouse da gaming fatto e finito, che non scende a compromessi su niente, e realizza un sogno sempre meno vaporoso e forse inespresso dei gamers di tutto il mondo: un mouse wireless le cui prestazioni eguagliano 1:1 quelle del corrispettivo cablato. E non un corrispettivo qualunque, ma un mouse acclamato da tempo ormai come una delle migliori scelte possibili per chi gioca su PC nel 2019, anche a livello competitivo e professionale.
Un mouse da Gaming senza compromessi
Logitech G502 LIGHTSPEED Wireless: Come si valuta un mouse da Gaming?
Per chi fosse digiuno di mouse e dispositivi da gaming in generale, di statistiche e tecnicismi annessi e connessi, distinguere un mouse da gaming da uno “normale” potrebbe sembrare quasi eccessivo. Ma le differenze ci sono, e sono visibili tanto quanto i proverbiali 60 fps che, stando ad alcuni, “l’occhio umano non riesce a percepire” (spoiler: ci riesce). Partiamo dalle basi: produrre un mouse da gaming significa, anche solo restando ancorati al PC con un cavo, destreggiarsi su di una corda sottile e tesa a notevole altezza dal suolo. Le variabili da cui estrapolare dati validi a cui abbiamo accesso, ottenibili attraverso test effettuabili anche “in casa”, sono le stesse che gli ingegneri di Logitech dispongono sul tavolo quando è in fase di progettazione un nuovo Mouse, in particolare:
I tasti programmabili sono sempre gli stessi, e sono 11
Risoluzione del sensore/ La risoluzione di un mouse si valuta in DPI, Dot per Inch. In soldoni, misura la capacità del sensore di un mouse di tradurre 1:1 gli spostamenti sul tappetino del mouse (misurati in Pollici, Inch) in movimenti del cursore sullo schermo, diviso per l’occasione con una griglia di immaginari “punti” (dots). Un mouse che offra la possibilità di sfruttare molte risoluzioni differenti, può farlo attraverso espedienti software, che moltiplichino gli spostamenti del sensore artificialmente con un algoritmo, oppure con una serie di lenti fisiche attraverso le quali passa la luce del sensore modificando il modo in cui il sensore stesso traduce i movimenti fisici in spostamenti digitali. Per questo non sempre un sensore grande, o comunque un sensore con un range eccessivamente ampio di DPI possibili è meglio di un altro: entrambi i metodi di “ingrandimento” filtrano la sensibilità del sensore attraverso un setaccio che ne può ridurre la precisione.
Speed error & “Pixel Walk”/ Un classico problema dei sensori meno precisi riguarda il posizionamento del puntatore a velocità di spostamento elevate. Un sensore efficiente deve riuscire a riportare il puntatore in uno spot esatto al termine di uno spostamento molto rapido. Opposto, è l’errore comunemente definito “pixel walk”: quando muovete il mouse molto, molto lentamente, un sensore poco sensibile potrebbe “saltare” alcuni pixel, muovendosi a scatti. Testare questo errore è un po’ difficile senza attrezzature specifiche. Potendo disegnare dei cerchi sempre perfetti uno sull’altro con l’ausilio del mouse, dovrebbe essere possibile valutare l’efficienza del sensore, osservando se il mouse è capace di partire sempre dallo stesso punto, eseguire il cerchio, ritornare al punto iniziale, e disegnare cerchi coincidenti con il primo. Se i cerchi sono spostati, formando una specie di spirale o molla, si sta invece verificando un fenomeno chiamato “Circle Drift”.
Angle error/ Per verificare la sensibilità a questo errore del sensore, basta un programma di grafica come Photoshop: cercate di disegnare una linea diagonale, e osservatela attentamente: se ad alte densità di pixel la linea risulta molto “scalettata”, il sensore è poco preciso. Più la linea risulterà liscia, migliore sarà il sensore.
Altre differenze entrano praticamente tutte nel campo dello specifico mouse (numero di pulsanti programmabili, peso, dimensione), o della specifica necessità (mouse per FPS, per MOBA, ecc.), della specifica dotazione e setup (dimensione del tappetino, tappetino rigido o morbido) e influenzano o sono influenzate dalle precedenti variabili solo in parte. Potremmo dire che, a parità delle variabili tecniche come base per la valutazione prestazionale “pura”, la differenza la fanno le altre, quelle “specifiche” per ogni mouse. Variabili che, premettiamo, come le si gira le si gira, sono sempre e comunque a favore del Logitech G502 Wireless.
I vani sono tutti chiusi da agganci magnetici molto saldi e solidi
Wireless senza compromessi
Tenendo conto anche solo di questi fattori estremamente tecnici, la cui importanza prescinde il campo di utilizzo del mouse, influenzando di fatto la sua fruibilità in ogni ambito, il Logitech G502 LIGHTSPEED Wireless mette in mostra un’ossatura tecnologica imponente, alimentata dalla tecnologia LIGHTSPEED prima di tutto, che garantisce una connessione ferrea ed inossidabile con il ricevitore wireless; tanto che, afferma Logitech (e confermano i test “su strada”), “le prestazioni in wireless eguagliano o addirittura superano quelle in cablato”, anche confrontando G502 a G502 Wireless. Dimenticate l’input lag, scordatevi speed error, drift, imprecisioni di ogni natura nella rilevazione di posizione o movimenti e compagnia cantando: il sensore HERO è preciso, veloce, con un invidiabile range di 16.000 DPI; oltretutto, è un sensore HERO rinnovato, e sensibilmente migliorato rispetto alle precedenti iterazioni presenti nei G502 cablati. Migliorato non tanto nelle prestazioni o nell’efficienza, sempre eccezionali ed invariate, quanto nel consumo energetico. Già, perché ora che il mouse è diventato wireless alle variabili sopra citate si aggiungono la necessità per il mouse di contenere una batteria, senza per questo risultare più pesante, quindi limitante per gli spostamenti più rapidi, almeno in un’ottica squisitamente di gioco competitivo. Ma anche, ovviamente, il problema della durata di tale batteria, per ovviare alla più radicata e innata paura dei gamer tentati dalla tecnologia wireless: restare “senza benzina” sul più bello, costretti a ricaricare il proprio device più e più volte, o peggio, a sostituire, nei casi più “cheap”, ingombranti stilo o ministilo ogni tot tempo. Logitech, però, non si è fatta di certo intimorire dalla sfida, costruendo un mouse che, a fronte del peso di 121 grammi del G502, pesa addirittura di meno: 114 grammi per l’esattezza, regolabili, come per il predecessore, con pesi fino a un massimo di +16 grammi; mantenendo infine i classici 11 pulsanti programmabili, la rotellina a due velocità, e la comodissima, praticamente per tutti tranne pochi “puristi”, forma ergonomica. Merito dell’endoscheletro progettato appositamente per questo mouse, che, dentro una scocca sostanzialmente identica alla versione cablata del 502, vede una struttura solida, ma quasi “vuota”, e quindi più leggera. “Bucherellata” sarebbe un termine azzeccato, ma manderebbe a monte tutta la tecnicità dimostrata fino ad ora, perciò non lo diremo. Il tutto senza sacrificare per giunta la durata della batteria in-game: circa 60 ore consecutive con l’illuminazione spenta, e 48 ore quando è accesa. Volendo, poi, è possibile incrementare ulteriormente tale durata, portandola a… infinito.
La forma del G502, sia cablato che wireless, è croce di alcuni, e delizia di altri
Farlo, però, richiederà una spesa ulteriore, necessaria per l’acquisto, del tutto opzionale, è bene sottolinearlo, di un Logitech Powerplay: un tappetino che consente di ricaricare il mouse mentre lo stiamo usando, usando la superficie di scorrimento stessa come base di ricarica perpetua. Il problema, però, è che un Powerplay costa circa 135€ e il G502 Wireless non è, già di per sé, un prodotto definibile come “economico”. I 154,99€ necessari per portare a casa questo straordinario device sono un biglietto di ingresso nel mondo wireless piuttosto caro, anche considerando le straordinarie caratteristiche del mouse. Caratteristiche che, peraltro, condivide identiche con il ben più economico, 92,99€ (i prezzi si riferiscono tutti a quelli indicati sul sito ufficiale Logitech) Logitech G502 cablato: questo anche considerando il nuovo sensore, i cui vantaggi sono estrinsecati più nel ridotto power consumption che altro, risultando quindi migliore quasi solo per via della natura senza fili del nuovo modello. Vero anche che non esiste una vera e propria concorrenza di pari livello, e solo guardando ai prodotti “di casa”, altri mouse Logitech sempre dotati di sensore HERO, troviamo degni avversari; il cui price point è uguale, nel caso del Logitech PRO, o addirittura superiore, guardando al G903. Se consideriamo però il fatto che questi ultimi sono studiati per rispondere a necessità differenti da quelle del G502 preso oggi in analisi (il PRO è più relegato al mondo FPS, dato il suo peso inferiore ai 90 grammi e la sua dotazione esigua di pulsanti, solo 4, mentre il G903 è quasi un jolly, estremamente personalizzabile e componibile con varie configurazioni diverse) risulta evidente che la strategia di Logitech si sta concentrando sulla realizzazione di un variegato microcosmo wireless alimentato dal suo Powerplay, e connesso attraverso la tecnologia LIGHTSPEED con una stabilità prima praticamente impensabile.
L’obiettivo ultimo di Logitech dovrà essere, ci auspichiamo vista la qualità indiscutibile del Logitech G502 LIGHTSPEED Wireless, portare il concetto di “accessibilità economica” nell’equazione, rendendo una volta per tutte obsoleti i fastidiosi e inutili cavi, per tutti. Magari attraverso una linea di device da gaming wireless che non abbiano una differenza tanto marcata nel costo con i loro corrispettivi cablati, a fronte di un’esperienza in gioco più libera, migliore sotto molti punti di vista: provare per credere. Il rischio è di trasformare mouse eccezionali come il G502 Wireless in delle meravigliose gimmick, ad appannaggio dei pochi disposti a pagare cifre ragguardevoli per ottenere prestazioni identiche a quelle che avrebbero raggiunto spendendo molto di meno; accessori opzionali la cui utilità sarebbe dubbia, laddove un professionista non bada troppo al concetto di “nuovo” quanto a quello di “prestante”, mentre il pubblico, a cui evidentemente Logitech tiene, apprezza, infine, anche la variabile “costo”. Logitech è indubbiamente una delle poche aziende capaci di conciliare davvero questi tre aspetti, così come è riuscita a conciliare definitivamente nel G502 Wireless la praticità del “senza fili” con la possanza del precisissimo sensore HERO, il tempo di risposta infinitesimo di 1ms e l’ergonomia dell’amatissimo G502, un mouse professionale spesso citato come “il migliore dell’anno” in diverse classifiche. Ci vorrà ancora del tempo, però, ma sarà tempo ben speso.