Kingdom Come: Deliverance A Woman’s Lot Recensione

Kingdom Come Deliverance A Woman's Lot

Kingdom Come: Deliverance A Woman’s Lot | Finalmente ci siamo! Lasciatemelo dire con chiarezza: a un anno e mezzo dall’uscita di Kingdom Come e dopo ben tre contenuti aggiuntivi di dubbio spessore, Warhorse Studios ci regala quello che ci avrebbe dovuto regalare fin dal febbraio del 2018. Una campagna principale dello spessore narrativo dell’opera polacca faceva supporre un piano di rilascio di DLC che avrebbe marchiato con un sigillo a fuoco lo splendente futuro del giovane team di sviluppo ma, diciamo la verità, così non è stato. I contenuti aggiuntivi fino ad oggi rilasciati sono stati una serie di alti e bassi qualitativi con picchi in negativo che hanno fatto inarcare più di un sopracciglio. Con A Woman’s Lot posso rassicurarvi che la situazione è si è capovolta.

Kingdom Come: Deliverance A Woman’s Lot è il perfetto ritorno al medioevo

Il nuovo DLC di  Kingdom Come propone due diverse quest che possono essere affrontate nell’ordine preferito dal giocatore. Ne “La Madonna di Sasau” Harry è impegnato ad aiutare Johanka, sue ex concittadina di Skallica, in merito ad alcune strane visioni di cui la ragazza è vittima. La sua nuova dimora, il Monastero di Sasau, già location di una delle più belle quest della storia principale ci regala ancora una volta una breve ma intensa storyline che approfondisce la psicologia di uno dei sopravvissuti alla furia dei cumani. Un contenuto, questo, qualitativamente in linea con Band of Bastards, che propone nuove avventure ma che riprende in termini di gameplay e feature di gioco tutto quello che abbiamo imparato ad amare in Kingdom Come: intrecci narrativi interessanti, realismo e un’ottima dose di caratterizzazione dei personaggi.

Ben diverso è l’approfondimento che merita A Woman’s Lot la seconda quest messa a disposizione del giocatore e che da il nome a questo quarto contenuto aggiuntivo. Le circa due ore scarse de La Madonna di Sasau sono niente a confronto della almeno sette/otto necessarie per completare il racconto di Theresa che si vedrà protagonista di una nuova narrazione della distruzione di Skallica e delle ore immediatamente successive alla razzia, da un punto di vista completamente opposto a quello del nostro eroe Harry. Per avviare il contenuto basterà andare a trovare la ragazza al mulino di Rattay e attivare l’opzione di dialogo corretta. A quel punto il giocatore verrà catapultato indietro nel tempo e dovrà rivivere nel panni della giovane fanciulla quanto accaduto nelle prime ore di gioco della campagna principale.

Kingdom Come Deliverance A Woman's Lot

Il cambio di prospettiva forzato in A Woman’s Lot è una delle sorprese più gradite di Kingdom Come: Deliverance.

In un colpo solo i ragazzi di Warhorse Studios sono riusciti a ottenere due risultati: da un lato hanno finalmente dato spazio a uno dei personaggi più significativi di Kingdom Come – che inspiegabilmente nella campagna principale non riceveva alcun approfondimento oltre quello di superficiale interessa amoroso di Hal – dall’altro lato hanno rinfrescato in modo importante il gameplay riuscendo a dare un vero motivo a quanti abbiano già terminato la campagna principale per ritornare nella medievale contea di Rattay.

Dal mio punto di vista Theresa era sempre stato uno dei punti deboli di Kingdom Come: Deliverance. Era facile intuire come il personaggio fosse sfaccettato, fuori dal comune per essere una donna di campagna del medioevo, così come era chiaro che il suo rapporto con Harry andasse ben oltre i piaceri della carne. L’avvenente ragazza, testarda e intraprendente, non si era concessa facilmente al figlio bastardo di Ser Radzig e anzi aveva mostrato in più occasione di non lasciarsi facilmente impressionare né dai soldi né dalla sorprendente ascesa di Herry. Il loro rapporto era morto così, sul nascere, senza alcuna spiegazione. Un peccato totalmente riscattato da questo DLC.

Kingdom Come Deliverance A Woman's Lot

Il DLC di Kingdom Come: Deliverance apre anche gli occhi sulla precaria condizione delle donne nel periodo medioevale.

Per permetterci di comprendere a fondo Theresa, Warhorse Studios ha ben pensato di cambiare la prospettiva del giocatore e compiere un ulteriore passo avanti nel processo di immedesimazione che aveva cominciato anni addietro, permettendoci di vivere il medioevo attraverso gli occhi di un immaturo e pigro ragazzo di bottega. E cosa c’è di ancor più impotente e senza valore del figlio di un fabbro, se non una donna? A Woman’s Lot ci racconta in modo ancor più marcato che – secondo i ragazzi polacchi – la storia ricorda i grandi nomi, ma l’unico modo per essere compresa realmente è attraverso gli occhi delle persone comuni.

Questo modifica sostanziale permette inoltre al giocatore di esplorare nuove meccaniche di gioco che sono state possibili grazie alla grandissima flessibilità dell’architettura del gameplay. Senza pretendere di trasformarsi in uno stealth sarà fondamentale per il giocatore studiare bene il terreno e scegliere con cura il miglior modo per superare i nemici. Theresa è assolutamente capace di maneggiare la spada ma nella maggior parte dei casi sarà utile il ricorso ad arco e frecce o, meglio ancora, al pugnale per compiere esecuzioni che riducano al minimo il rischio di essere scoperti.

L’arco narrativo trattato va dal giorno precedente all’attacco a Skallica a poco dopo il salvataggio di Harry. Ed è importante sottolineare che tra tutte le sventure di cui la giovane è vittima c’è anche un tentato stupro, argomento difficilissimo da trattare, soprattutto nell’ambito videoludico; una prova che avrei dovuto affrontare e che mi spaventava moltissimo data la sua intrinseca delicatezza. Non dimentichiamo inoltre la contingenza storica del movimento #metoo e del crescente #girlpower in ambito mediatico. I ragazzi di Warhorse Studios hanno superato brillantemente la questione, trattandola con grande consapevolezza ed empatia, nonostante il solito disarmante realismo.

Ci sarebbe molto ancora da discutere su A Woman’s Lot, ma dovrei svelare più dettagli della trama e rovinare così un’esperienza che fa appunto, ancora una volta, della narrazione il suo punto più alto. E dico finalmente con cognizione di causa. Quello che posso dire con certezza è che il quarto DLC di Kingdom Come: Deliverance è un contenuto di grandissima qualità che tutti gli amanti delle storie dovrebbero provare; nell’attesa che Warhorse Studios si decida a confermare i lavori su un seguito delle avventure di Harry.

Federica Farace, alias Sister Death, è la dimostrazione che i redattori sono come la cioccolata: quelli buoni stanno in Svizzera. Ama i vichinghi, i conigli, Conan, Star Wars e i videogiochi. Spera costantemente che nel mondo si scateni l'apocalisse zombi e non escludiamo che si stia dando da fare per accelerare il processo.