Wolfenstein Youngblood Recensione

Wolfenstein Youngblood

Wolfenstein Youngblood Recensione | Gli sparatutto basati principalmente sul single player sono ormai da anni in buone mani, da quando Bethesda ha acquisito IP storiche e altrettante software house ponendole sotto la sua ala protettiva. Mentre si attende spasmodicamente l’uscita di Doom Eternal, previsto per novembre, arriva in questa torrida estate un altro titolo molto atteso. Stiamo parlando di Wolfenstein Youngblood, successore del secondo capitolo della saga ammazza-nazisti per eccellenza. Non sono passati neanche due anni dall’arrivo del secondo incredibile capitolo, che ha visto il grande William B.J. Blazkowicz, temuto anche dai nazisti e per questo noto con il nome di Terror Billy, iniziare una rivoluzione in America per la sconfitta della macchina di occupazione tedesca. MachineGames ritorna adesso con Youngblood, un capitolo molto strano, posto a metà tra un vero e proprio sequel e uno spin-off, realizzato con l’aiuto di Arkane Studios (mentre Panic Button si occuperà della versione Switch). Se dovessimo considerarlo in base alla progressione della storia allora potremmo dire tranquillamente che si tratta di un sequel, dati gli eventi narrati, ma per quanto riguarda il gameplay e le sue meccaniche, non si distanzia troppo dal precedente episodio, se togliamo la possibilità di giocarlo completamente in cooperativa. Una cosa però è certa: uccidere nazisti non è mai stato così divertente, soprattutto ora che si può fare in compagnia.

Wolfenstein Youngblood MachineGames Bethesda E3 2019

Distruzione e morte: una combinazione necessaria in Wolfenstein.

Wolfenstein Youngblood, nate per uccidere i nazisti

La storia di Wolfenstein Youngblood si svolge 19 anni dopo la fine di The New Colossus. L’America è ormai un paese libero, ma ciò non vuol dire che la minaccia nazista sia stata debellata definitivamente. L’Europa infatti è ancora dominata dalla potenza tedesca, che non sembra essersi indebolita nemmeno dopo la dipartita del Führer. La trama infatti, sin dai primi filmati, ci lascia intendere esplicitamente che B.J. Blazkowicz ha ucciso Adolf Hitler, riallacciandosi così con lo storico capitolo originale, famoso per essere stato uno tra i primi e più importanti sparatutto della storia.
Non sappiamo se gli sviluppatori stiano pianificando in futuro un remake con gli eventi accennati in questo nuovo capitolo, ma per il momento concentriamoci sulla generazione futura della famiglia Blazkowicz. Protagoniste indiscusse di Youngblood sono le due figlie gemelle del buon Terror Billy e di sua moglie Anya. Le due sono Jessica e Sophia Blazkowicz e il filmato introduttivo ci mostra come vengano addestrate in maniera scrupolosa dai genitori, in modo che siano sempre pronte ad affrontare la minaccia nazista. E quest’occasione arriverà molto prima di quel che le due diciannovenni pensino.  Ben presto vengono a sapere che loro padre è scomparso misteriosamente, facendo perdere completamene le sue tracce. Nemmeno la cara Grace Walker, vecchia conoscenza di The New Colossus ora a capo dell’FBI, può fare molto per ritrovarlo. La gioventù, tuttavia, fa spesso compiere cose folli, così Sophia e Jessica, aiutate da Abby, la figlia di Grace diventata un’esperta scienziata, decidono di partire per Parigi, dove il padre è stato avvistato per l’ultima volta. Lì, ovviamente, si troveranno a far fronte comune con la resistenza francese per debellare la minaccia nazista e, nonostante l’inesperienza, le due giovani fanciulle si dimostreranno degne figlie di Terror Billy.

Wolfenstein Youngblood MachineGames Bethesda E3 2019

La cosa che si nota piuttosto in fretta è che la componente narrativa di Wolfenstein Youngblood è molto meno lineare e più dispersiva rispetto ai primi due capitoli. Superate le fasi iniziali infatti, la mappa si aprirà e ci darà ampia scelta per quanto riguarda la prosecuzione della trama, favorendo maggiormente il gameplay e il massacro incondizionato di nazisti. La storia dunque è meno approfondita rispetto al passato, ma non per questo poco valida, anzi, andando avanti si scopriranno diverse chicche sul passato delle gemelle e sulla situazione mondiale. A tenere alto l’interesse del giocatore è l’ottima caratterizzazione dei personaggi principali. Le due figlie di Blazkowicz sono sempre divertenti da ascoltare mentre battibeccano o esultano per un’ennesima testa nazista fatta esplodere. Il contrasto fra il loro carattere curioso e allegro, quello di due ragazze qualsiasi che non hanno mai realmente conosciuto la guerra in prima persona, e il loro incredibile talento nell’uccidere rende Jess e Soph davvero ben riuscite come protagoniste e questo cambiamento non vi farà rimpiangere il caro vecchio William Blazkowicz, che anzi guadagna punti carisma nel suo nuovo ruolo di padre. Oltre alle due gemelle, all’interno del titolo troveremo anche altri personaggi sopra le righe: oltre ad Abby, sempre pronta ad aiutare con le sue tecnologie, all’interno della base di resistenza ci saranno parecchi comprimari interessanti che spesso vi strapperanno più di una risata.  Ci troviamo, insomma, di fronte a una nuova storia che mantiene le tematiche brutali e sopra le righe dei precedenti capitoli, ma stavolta con un’atmosfera più spensierata data proprio dall’entusiasmo nell’ammazzare nazisti delle due sorelle Blazkowicz.

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Scenari nazisti mozzafiato.

Wolfenstein Youngblood: Terror Twins!

Il gameplay di Wolfenstein Youngblood ruota tutto intorno alla campagna principale, che darà molta più libertà dei precedenti capitoli. La novità più importante tra quelle introdotte è la possibilità di giocare in cooperativa per tutta la durata dell’avventura: per quanto godibile anche in single player, giocare il titolo con un amico dona un’esperienza completamente diversa in fatto di divertimento, grazie anche ad alcune sezioni che necessitano di una collaborazione attiva da parte del nostro partner. In singolo, l’IA che controlla l’altro personaggio non brilla per furbizia, soprattutto negli scontri più ardui dove spesso resterà immobile a farsi sparare addosso da colossi di metallo mortali, facendosi facilmente sopraffare. In caso di sconfitta di uno dei due personaggi, basterà avvicinarsi tenendo premuto un determinato pulsante per rimetterlo in sesto; se una delle due protagoniste morirà prima che si riesca a salvarla, verrà consumato un cuore (per un massimo di 3) e una volta che questi saranno finiti sarà game over e dovremo ricominciare dall’ultimo checkpoint.  Il gioco, poi, favorisce l’approccio cooperativo grazie al Buddy Pass, una speciale aggiunta che permette di invitare un amico alla volta alla vostra partita. Questo potrà giocare il gioco gratuitamente insieme a voi, ma soltanto in cooperativa con chi gli ha donato il Buddy Pass.

Il gunplay di Youngblood risulta molto simile nello stile a quanto visto nel secondo capitolo. I combattimenti saranno adrenalinici e brutali proprio come id Software ha sempre insegnato, e, visti gli ultimi sviluppi, diremmo che MachineGames ha imparato davvero bene. L’arsenale che potremo portarci dietro è simile ai precedenti capitoli, con i classici strumenti d’offesa onnipresenti, come pistola, mitragliatori e fucili a pompa e le armi pesanti già viste nel secondo capitolo, fra cannoni laser, fucili multicanna e una sorta di lanciafiamme esplosivo. Non manca la possibilità di adottare un approccio più stealth, grazie anche alle abilità speciali della tuta potenziata indossata dalle due eroine, ma basterà poco per far scattare gli allarmi e dover affrontare un esercito di nazisti ad armi spianate, e l’anima di Wolfenstein si vede principalmente in queste fasi. All’inizio di ogni campagna potrete scegliere il vostro personaggio fra Jessica e Sophia, per poi selezionare alcune opzioni estetiche come l’armatura, l’arma di base e poco altro. In realtà la scelta iniziale è puramente estetica, dato che tutti e due i personaggi potranno equipaggiare qualsiasi tipo di arma o abilità acquisendole durante il gioco. Youngblood presenta una progressione maggiormente elaborata rispetto al passato, inserendo un sistema in stile RPG a livelli sia per i nostri personaggi che per i nemici. Le due gemelle otterranno punti esperienza uccidendo nemici e completando missioni; ogni livello ci garantirà punti abilità, ottenibili anche risolvendo diversi obiettivi. Guadagnandone, miglioreremo il danno fatto dal nostro personaggio e potremo spendere i punti acquisiti in tre diversi skill tree: Mente, legato ad abilità quale l’aumento di salute massima e il legame con nostra sorella; Corpo, dove potremo aumentare l’armatura massima e acquisire abilità legate alle armi come la possibilità di usare due armi alla volta o utilizzare le armi pesanti; Potenza, che servirà a migliorare le due abilità speciali delle due protagoniste, prese di peso dal precedente capitolo della serie, ossia Furtività, che ci consente di essere invisibili per brevi periodi di tempo, e Distruzione, che ci permette invece di abbattere nemici ma anche alcune pareti e oggetti correndogli contro.

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Con le monete d’argento trovate nei livelli e risolvendo missioni potremo comprare skin per le armi e armature e segnali d’intesa. Questi non sono solo gesti estetici, ma funzioneranno come una vera e propria abilità ricaricabile con il tempo, in grado di curarci o ripristinare la nostra armatura a seconda del gesto equipaggiato. L’utilizzo più importante delle monete d’argento è però legata alle armi, infatti potremo acquistare diverse parti per migliorare qualsiasi arma da noi posseduta. La varietà dei pezzi è notevole, ed equipaggiandone tre di un tipo specifico otterremo dei bonus extra.
Durante l’avventura, come di consueto, ci imbatteremo in tutto il campionario di avversari visti nei precedenti due episodi di Wolfenstein, con qualche interessante aggiunta data da nuovi modelli di robot e truppe speciali naziste. I nemici più coriacei stavolta avranno un’armatura speciale da abbattere con la giusta arma, prima di poter intaccare la vitalità dell’avversario, meccanica, questa, che sarà fondamentale padroneggiare nelle battaglie coi boss, stavolta molto più intense e interessanti che nel capitolo precedente. Queste saranno spesso divise in diverse fasi dove la cooperazione con il vostro partner verrà messa a dura prova, ma indubbiamente sono molto più elaborate e riuscite che in passato. Nel complesso abbiamo notato un leggero abbassamento di difficoltà generale, dovuta soprattutto al fatto che si gioca in due e ci si può curare anche con i segnali d’intesa, disponibili forse un po’ troppo spesso: per arginare o eliminare il problema, però. si può sempre aumentare la difficoltà dal menu di gioco.

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Sangue e brutalità.

Battaglia per Parigi

La struttura di Wolfenstein Youngblood è atipica rispetto ai suoi prequel, maggiormente basati su una campagna lineare. Il nuovo sparatutto di MachineGames mischia la vecchia struttura con sezioni più aperte e varie, dove potremo muoverci liberamente nelle diverse zone di Parigi per risolvere quest o anche solo per recuperare munizioni, armi e gli immancabili collezionabili, qui presenti in gran quantità. Il tutto sarà gestito da un HUB centrale, ossia la base della ribellione francese situata nelle catacombe. Questa sarà molto simile nella struttura a quanto visto nel secondo capitolo, con tanto di diversi PNG pronti a darci nuove missioni secondarie. Il sistema di sviluppo del personaggio, più approfondito e variegato, sfocia anche nella necessità di grindare per essere all’altezza di certe missioni, dato che anche i nemici avranno un livello consigliato per essere affrontati. Questo problema si avverte anche nella storia principale, in cui, per avanzare con la trama, bisognerà abbattere tre grosse basi naziste, chiamate Brother, che potremo affrontare nell’ordine da noi preferito. Per riuscire a infiltrarci potremo decidere di entrare dalla porta principale, affrontando nemici corazzatissimi e di alto livello, oppure potremo svolgere alcune missioni secondarie per trovare passaggi segreti in modo da entrarvi furtivamente.

Nella realizzazione del level design si avverte lo zampino degli Arkane Studios, autori dei Dishonored e di Prey. Le aree visitabili di Parigi, seppur non enormi, riescono a garantire una grande profondità d’esplorazione, grazie anche alla verticalità che le rende molto più complesse e variegate di quel che sembrano in apparenza. La voglia di scoprire ogni anfratto insieme al vostro partner vi porterà spesso ad allontanarvi dalla missione in corso per esplorare una via secondaria dove magari trovare qualche collezionabile o nuove munizioni.  Il gioco offre anche una buona rigiocabilità grazie alla possibilità di riaffrontare le missioni principali e alle varie sfide giornaliere e settimanali da svolgere, oltre al continuo spuntare di nuovi obiettivi secondari. Graficamente Wolfenstein Youngblood è sostanzialmente identico a Wolfenstein II, sia nei modelli dei personaggi, ben realizzati per quanto riguarda quelli principali e  anonimi nel caso di quelli secondari, che nelle ambientazioni: i requisiti non sono altissimi, e giocandolo con una configurazione di fascia medio-alta siamo riusciti a far girare il tutto in Full HD con dettagli grafici alti a 60fps: da questo punto di vista si avverte un maggior lavoro di ottimizzazione rispetto ai vecchi capitoli, che al lancio presentavano qualche problema tecnico. Il gioco, infine, è tradotto completamente in italiano, sia nei sottotitoli (nel caso lo si voglia provare in lingua originale) che nel doppiaggio in italiano.

Wolfenstein Youngblood è uno sparatutto in bilico tra un sequel effettivo e uno spin-off, che punta soprattutto sul suo nuovo lato cooperativo, davvero ben riuscito e in grado di regalare ore e ore di divertimento se si affronta l’avventura in compagnia. Il nuovo modo di approcciarsi alla campagna modifica un po’ le basi della trama, meno approfondita rispetto ai primi due capitoli, lasciando tuttavia molto più spazio a un gameplay che di base non è cambiato molto rispetto al passato. Se avete apprezzato lo stile delle precedenti avventure di Terror Billy e se magari avete un amico con cui condividere questa carneficina di nazisti, non rimarrete affatto delusi dal titolo di MachineGames.

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).