I trofei ed obiettivi oggi rappresentano il compimento di una sfida ben specifica: la prova tangibile che dimostra la nostra caparbietà contro gli ostacoli più ostici. Difficoltà massima, farming, online e collezionabili, sono in genere i requisiti richiesti per il raggiungimento dei 1000G o della coppa di platino. Ma vi sono anche trofei reputati secondari, legati ad azioni specifiche o comunemente chiamati di miscellanea. Oltre a questi, vi sono dei trofei i cui requisiti di sblocco sono alquanto strani, da cui non può che derivare la domanda “Ma devo farlo davvero?” accompagnata da qualche sghignazzo incredulo. Alcuni di questi sono ispirati a situazioni realmente accadute, come l’iconico crash di Uncharted 4 durante l’E3 2015, altri invece nascondono una citazione tra il titolo e il requisito di sblocco e poi vi sono quelli che vi chiedono di fare delle azioni strane. Sia chiaro nei videogiochi spesso e volentieri ci intratteniamo con delle sessioni di “no sense” accompagnate da azioni illogiche indirizzate verso un fine privo di qualsivoglia utilità. Ciò accade anche con i trofei, la cui importanza viene già messa in discussione dalla stragrande maggioranza della community di videogiocatori, figuriamoci se per sbloccarne uno dobbiamo compiere un azione priva di alcun senso. E seguendo questa filosofia, vi accompagneremo in un viaggio bizzarro, alla scoperta di alcuni dei trofei ed obiettivi più strani da sbloccare che possiamo trovare comodamente in questa generazione di console.
I trofei ed obiettivi più strani: basta premere un solo tasto per diecimila volte.
In un’occasione del genere è impossibile non chiamare in causa il portavoce ufficiale dei videogiochi indirizzati esclusivamente ai cacciatori di trofei. Sono tanti e in genere si completano in una manciata di ore o minuti, addirittura potrebbero bastare trenta secondi, ed ecco una coppa di platino che si aggiunge alla vostra bacheca. Slyde, Little Adventure on the Praire, Super Weekend Mode, Jack N’ Jill DX sono solo alcuni dei titoli il cui platino o 1000G sono ottenibili in pochissimo tempo, ma in quanto bizzarria nessuno supera il capostipite My Name is Mayo di Green Lava Studios. Esattamente, un videogioco il cui protagonista è un barattolo di maionese che non vuole saperne di aprirsi. La peculiarità di questo titolo oltre ad alleviare un disturbo compulsivo non ancora diagnosticato, è quella di poter addirittura personalizzare il barattolo di maionese in questione, così da aumentarne la profondità del gameplay. Cos’ha così di bizzarro My Name is Mayo tanto da essere rinomato nel suo genere? Beh, semplicemente dovrete premere un solo tasto diecimila volte ed usare tutti i costumi di personalizzazione per il raggiungimento dei 1000G o della coppa di platino. Come se non dovesse bastare, il celebre barattolo fa la sua comparsa anche in un’altra produzione del team di sviluppo, ossia Mr. Massagy. La curiosità di questo titolo è che si tratta di un dating sim, dove noi, nei panni di un’omaccione tutto muscoloso, dobbiamo ovviamente conquistare le ragazze con cui abbiamo un appuntamento e tra questi vi è anche il barattolo di maionese. Un autocitazione senza alcun senso logico che ci porta a conquistare un secondo trofeo al quanto bizzarro, soprattutto nel contesto di un simulatore per appuntamenti: ottenere la valutazione massima con Mayo. Una volta conquistato questo trofeo, vi apparirà un avvertimento in formato notifica: “Watch the cholesterol“. Sicuramente, tenere d’occhio il proprio colesterolo sarà di grandissimo aiuto per diventare abili corteggiatori.
I trofei ed obiettivi più strani: Vietato guardare!
Immaginate un videogioco lodato per la sua storia toccante, i personaggi che si evolvono con essa, un gameplay ricco di azione e un comparto artistico spacca mascella. Ora pensate al suo autore, il quale durante un’intervista ha dichiarato che la storia è pura spazzatura, dedicando apprezzamenti superficiali verso una delle protagoniste del suo prodotto. Ma senza lui, senza la sua eccentricità, senza i suoi modi di fare e forse, senza anche le sue perle di saggezza proposte in alcune interviste, forse uno dei videogiochi più amati di questa generazione non sarebbe ciò che è oggi. Tra i suoi tantissimi pregi e difetti, NieR: Automata nasconde tante bizzarrie sia ludiche che narrative, questo merito anche di Yoko Taro che insieme a Platinum Games, ha proposto al pubblico un titolo fuori dagli schemi. Fuori dagli schemi è anche la possibilità di acquistare i trofei grazie alla presenza di un negozio all’interno del gioco stesso: con le monete guadagnate infatti, è possibile ottenere tutti i trofei rimanenti del gioco anziché eseguire le azioni richieste dai requisiti di sblocco dei suddetti. Ma è il titolo stesso a mettere in discussione la possibilità di acquistare i trofei, una meccanica che ha fatto parlare di sé all’interno della community dei cacciatori di trofei. Ma non è questo l’elemento per cui abbiamo incluso in questo articolo NieR: Automata.
Come abbiamo potuto apprendere nelle varie dichiarazioni di Yoko Taro e dagli apprezzamenti da parte dei fan, la protagonista 2B vanta di tante qualità, soprattutto per quanto concerne la sua sensualità. Non a caso, all’interno del gioco vi è un comando di autodistruzione che vi permette di eliminare la gonna della ragazza per trarne un aspetto più provocante. Legata ad essa, troviamo un obiettivo del gioco intitolato “Che cosa fai?“, il quale richiede di scoprire il segreto di 2B per ben dieci volte. Si tratta beceramente di sbirciare sotto i vestiti dell’androide, ma con la telecamera che non può spostarsi sotto il suolo, il cacciatore di trofei è costretto a trovare lo strapiombo più vicino ed approfittare dello spazio a disposizione per poter commettere l’atto perverso per ben dieci volte. Ciò che è interessante e che si lega con la caratterizzazione del personaggio, è la reazione che 2B avrà ad ogni sbirciatina: la ragazza eseguirà uno scatto all’indietro uscendo dal campo visivo e non perderà l’attimo di rimproverarvi. Un altro trofeo che presenta un requisito molto simile si intitola “Giuro…Non volevo!” sbloccabile in Lollipop Chainsaw. Il requisito? Sbirciare sotto la gonna della protagonista Juliet almeno una volta.
I trofei ed obiettivi più strani: La chiamata della natura
Negli anni, Fumito Ueda ci ha regalato titoli come ICO, Shadow of the Colossus e The Last Guardian, ma proprio in quest’ultimo troviamo quel trofeo molto strano. L’ultima opera di Ueda ha ricevuto elogi ed aspre critiche legate al comparto tecnico, ma risulta quasi impossibile non rimanere ammaliati da quello che rappresenta il lato artistico del gioco, con ambientazioni caratterizzate da architetture antiche e misteriose. Il gioco punta tutto sull’instaurazione e rafforzamento del legame tra il protagonista e Trico, una chimera dal tenero aspetto, e proprio su questo, si basa il gameplay di The Last Guardian. L’intelligenza artificiale rende vivo Trico più di quanto possiamo immaginare, tant’è che sembrerà di interagire con un vero animale domestico durante la progressione dell’avventura.
E proprio da questa forma di realismo su cui è stato costruito Trico arriva quell’obiettivo strano da conquistare. Infatti The Last Guardian presenta un trofeo che si intitolata “Il richiamo della natura“, il cui requisito è quello di cogliere Trico sul fatto. Durante il viaggio avremo svariate occasioni per accontentare il piumato compagno con dei barili il cui contenuto, seppur sconosciuto, viene identificato dalla chimera come cibo. Ma proprio per via di questo realismo dell’intelligenza artificiale, egli necessiterà di un attimo per effettuare i suoi affari privati, sarà in quel momento in cui dovremo cogliere Trico sul fatto. Una volta che l’incredibile evento avrà la sua degna conclusione, non dimenticatevi di utilizzare il sacchetto per raccogliere il dono del vostro fedele compagno, così da evitare una multa salata da parte del comune delle Forbidden Land.
Ho uno scheletro nell’armadio
Disponibile su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC, The Wardrobe è un’avventura punta e clicca tutta italiana ispirata ai grandi classici come Monkey Island e Day of Tentacle. Il titolo immerge i giocatori in quella che possiamo definire una piccola avventura ricca di black humor ed easter egg dedicati alla cultura nerd odierna, il tutto viene vissuto in compagnia dello scheletro di Skinny, un ragazzino colpito da un mortale schock anafilattico. Più volte il gioco irrompe nella quarta parete tirando in ballo il giocatore stesso in alcuni dialoghi, primo tra tutti il tutorial che trova risvolti interessanti. Il gioco è denso di citazioni verso tantissimi prodotti dell’intrattenimento, videogiochi soprattutto.
Ed è proprio da qui che parte la caccia all’obiettivo bizzarro di turno, il quale coinvolge una delle saghe RPG più amate di sempre. Seguendo il trofeo “Disturbo ossessivo-compulsivo” Skinny si ritroverà all’interno della cabina di una gru. Mentre interagirete col pannello di comando, una bubble head del Vault Boy di Fallout – affiancata da una tazza da té dedicata all’Akatsuki di Naruto Shippuden – sarà lì per essere ammirata. Ma il requisito di questo trofeo invita il giocatore a premere sulla statuetta per ben quindici volte, un’azione inutile che non ha alcun risvolto sul proseguimento dell’avventura, ma pur sempre rilassante. Il titolo, soprattutto nei trofei, cita altri pezzi importanti della nostra cultura, primo tra tutti Domenico Modugno con “Nel blu dipinto di blu” con l’obiettivo “Volo dell’angelo”. Anche il cinema italiano viene chiamato in causa con il trofeo “Esorcista“, la cui descrizione cita “Occhio, malocchio, prezzemolo, finocchio“, un richiamo al film comico del 1983 con protagonista un giovane Lino Banfi.
Il parco trofei vanta di molteplici bizzarrie e quelle da noi illustrate sono soltanto una piccolissima parte di ciò che vi è ancora da scoprire e chissà, magari in futuro torneremo ad esplorare nuovi trofei ed obiettivi strani da sbloccare.