Catherine Full Body Recensione

Catherine Full Body Recensione | A ben otto anni di distanza dalla release originale Xbox 360 e PlayStation 3, la piccante ed esuberante avventura targata Atlus torna a far parlare di sé con una versione aggiornata e più ricca di contenuti del Catherine che tutti avevamo imparato ad amare e apprezzare nel 2011. A seguito dell’insuccesso commerciale, questa potrebbe rivelarsi una ghiotta occasione per fare decisamente meglio che in passato. Potremo però saperlo solo a partire dal prossimo 3 settembre quando il titolo sarà finalmente disponibile anche in Occidente per PlayStation 4 (la versione PS Vita è rimasta tuttavia ancorata nelle terre del Sol Levante). Tra le varie novità, l’elemento di maggior rilevanza è senza dubbio la presenza di Rin, il nuovo personaggio che subentrerà improvvisamente nella vita del protagonista trentaduenne, Vincent Brooks, dopo essere stata salvata da quest’ultimo a seguito di un inseguimento da parte di un presunto stalker. Tutti i nuovi contenuti, le migliorie e l’inedito personaggio presenti in Catherine Full Body saranno sufficienti a giustificare il riacquisto per coloro che già hanno avuto modo di vivere l’avventura attraverso la versione originale? Non vi resta che scoprirlo nel corso della nostra recensione.

Catherine Full Body

Momento imbarazzante: così facciamo la conoscenza di Rin

Catherine Full Body: otto anni dopo, cos’è cambiato?

Partiamo col dire che l’esperienza ludica nel complesso è rimasta inalterata. Ricordiamo infatti che Catherine è un prodotto difficile da catalogare in un genere specifico. Potremmo definirlo come una sorta di visual novel con sezioni puzzle game (o viceversa, se preferite) e questo connubio funziona divinamente nel contesto dell’opera. Vincent Brooks è un uomo afflitto da una vita monotona e ormai priva di piaceri, fidanzato con Katherine McBride che invece è proiettata verso il matrimonio e il loro futuro, nonostante il suo amato sia titubante in merito. Tutto cambierà quando quest’ultimo farà inaspettatamente la conoscenza di Catherine, la sensuale ragazza che lo seduce. I due passeranno la notte insieme dopo essersi appena conosciuti e di fatto questo complicherà la vita del protagonista. Dalla monotonia ad un vero e proprio uragano di avvenimenti. In tutto questo Vince sta avendo anche degli inquietanti incubi nei quali la sua vita sembrerebbe essere in bilico. Il racconto si basa dunque sul triangolo amoroso Katherine/Catherine, ci narra una storia apparentemente erotica e basata su tradimenti e fedeltà, infarcita forse di fanservice, ma in realtà nasconde una graziosa profondità, la quale prende piede mano a mano che si prosegue nell’avventura. Come se non bastasse, tutte le nostre scelte risultano fondamentali per giungere ad uno degli otto finali disponibili (più quelli aggiuntivi di Full Body) che ci daranno una visione sempre diversa dei fatti, facendoci valutare le relazioni e i personaggi da molteplici prospettive. A tutto questo si aggiunge Rin e una delle preoccupazioni iniziali riguardava proprio la sua figura e il suo ruolo all’interno delle vicende di Catherine Full Body. Dopo averlo giocato possiamo sostenere senza remore alcuno che gli sviluppatori sono stati capaci di integrare il “terzo incomodo” in maniera intelligente, senza risultare stonante nel contesto narrativo dell’opera, riuscendo a donare anzitempo maggior pepe alla produzione. Rin non altererà troppo le vicende del gioco (a patto di non concentrare tutto sulla relazione con lei), ma darà un punto di vista diverso su alcuni temi importanti non solo del titolo e del personaggio di Vincent, ma anche della vita. Peccato non potervi dire altro poiché incomberemmo sicuramente in spoiler e vogliamo assolutamente evitarli. Vi basti sapere che l’introduzione di Rin è azzeccatissima, rendendo Catherine Full Body del tutto appetibile anche per coloro che hanno già avuto modo di giocare l’originale, a prescindere dai nuovi contenuti. In termini di pura scrittura, Atlus con Catherine: Full Body ha svolto un lavoro encomiabile. I dialoghi non sono mai banali e seppur le situazioni che vanno a ricrearsi siano talvolta un pochino esasperanti, risultano al contempo anche abbastanza realistiche per certi versi, considerando i temi trattati. La caratterizzazione dei personaggi è inoltre solidissima ed evince in tutti un lato umano, fatto di valori, principi, ma anche e soprattutto di tanti difetti. A rendere le cose più piacevole ci pensa una colonna sonora di ottimo livello, composta come al solito dal veterano Shoji Meguro. In Full Body ritroviamo inoltre alcuni brani inediti, nonché il riarrangiamento di YO, l’opening del gioco che dalla rappata della versione originale tramuta in un acid jazz piacevolissimo, anche se il tema autentico ha comunque una marcia in più in termini di sound e stile. Non da meno è il character design: Vincent e compagni sono realizzati divinamente e ben animati, potendo vantare pure su un doppiaggio di tutto rispetto, in particolar modo quello giapponese in cui hanno partecipato anche alcuni famosi doppiatori (e di Catherine sceglieremo noi la voce che più ci aggrada). Dove però il gioco dà il meglio di sé dal punto di vista artistico è senza dubbio nei filmati in stile anime, davvero deliziosi da vedere grazie a disegni sensazionali che nulla hanno da invidiare ai veri cartoni animati giapponesi, tanto da sembrare di star guardandone uno.

Catherine Full Body

In pieno Incubo

Gameplay e novità

Come dicevamo poc’anzi, Catherine Full Body – ma in generale l’originale Catherine – è un gioco difficile da classificare con un semplice genere. Il titolo Atlus si suddivide sostanzialmente in vari giorni e due fasi specifiche; una riguardante quella più ludica dove impersonando Vincent dovremo dilettarci nella risoluzione di stage via via sempre più complessi (nel gioco sono gli incubi del protagonista) che per struttura ci ricordano un po’ il mitico Q*bert. Similmente a quanto accade nell’arcade del 1982 realizzato da Gottlieb dovremo muoverci su piattaforme cubiche con la differenza che qui non dovremo salire su tutte per colorarle, bensì scalarle per arrivare sino alla vetta mentre tutto crolla, tramutandosi in una vera e propria corsa contro il tempo. Non sarà di certo una passeggiata, in quanto la scalata sarà irta di ostacoli e pericoli e dovremo spostare i cubi per creare percorsi o farli cadere di sotto e aggrapparci per salire sempre più su. Nelle battute iniziali il gioco tende ad essere abbastanza permissivo, ma proseguendo le cose si complicano inesorabilmente. Tuttavia, Catherine Full Body inserisce oltre ai tre classici livelli di difficoltà anche una Safety Mode pensata per quei giocatori che proprio non hanno dimestichezza con i puzzle game ma che vogliono comunque godersi le splendide vicende narrate nel titolo, permettendo di saltare direttamente i livelli dove eventualmente si hanno difficoltà. Chiaro che questo possa rovinare in parte l’esperienza, ma è anche vero che qualora vogliate godervi la sfida offerta dall’opera Atlus molto semplicemente non dovete selezionarla. In Full Body è inoltre presente una modalità Remix in cui è possibile imbattersi in blocchi completamente diversi da quelli classici, tanto da garantire altri tipi di approccio; persino gli stage già giocati e di cui conoscete la soluzione in questa nuova veste sapranno mettervi in difficoltà. D’altronde, per chi ha avuto già modo di vivere le avventure di Catherine otto anni fa è consigliabile partire direttamente dalla Remix Mode, sebbene sia possibile passare da una modalità all’altra a piacimento durante il gioco. Che scegliate Classica o Remix, Catherine Full Body nella sua componente puzzle garantisce ore di divertimento e logica e saprà soddisfare chi cerca rompicapi di un certo peso, soprattutto alla difficoltà massima. L’altra fase si sviluppa invece nello Stray Sheep Bar e qui potremo interloquire con gli altri personaggi, ordinare da bere (più Vincent è ubriaco più sarà veloce durante gli incubi), giocare al minigioco di Super Rapunzel, inviare messaggi alle nostre donne, cambiare la musica di sottofondo dall’apposito jukebox, potendo scegliere tra i brani originali, quelli di Full Body e anche alcuni dei vari capitoli della serie Persona. Sebbene possa sembrare la parte svago, quella nel bar è comunque una sezione importante poiché l’interazione con i personaggi e gli SMS che scambieremo possono mutare il corso degli eventi (questo vale anche per le scelte che faremo nel confessionale). Inoltre danno risalto al background narrativo dell’opera e proprio qui impareremo a conoscere meglio gli amici di Vincent e non solo. Occhio poi a dove visualizzate le foto piccanti (solitamente inviate dalla seduttrice, Catherine), in quanto Vincent non le aprirà davanti a tutti, pertanto dovrete nascondervi in bagno per vederle. Una trovata semplice ma che aiuta molto nell’immedesimazione. L’unico difetto che possiamo riscontrare nella produzione Atlus è una progressione alla lunga un po’ pesante vista la struttura, forse più adatta per partite mordi e fuggi che non per intere sessioni di gioco. Ciò è dovuto al fatto che non ci sono vie di mezzo o fasi alternative: tutto si suddivide in bar e incubi; incubi e bar. Tolto questo, ritroviamo a conti fatti un prodotto di tutto rispetto e che sa come intrattenere. Oltre alla storia, Catherine Full Body permette di giocare a Babel e Colosseum fin da subito, senza dover per forza completare il gioco, prima (sebbene i livelli Babel vadano comunque sbloccati). Questa volta sarà possibile affrontare le rispettive modalità anche online, insieme ad un’inedita componente multiplayer PvP. In Full Body il giocatore può ruotare la telecamera per osservare meglio lo stage ed eventuali appigli o il percorso migliore. In caso di pericolo, Rin accorrerà in nostro aiuto suonando il piano che di fatto ferma momentaneamente il crollo dei blocchi per una manciata di secondi. Sono state inoltre aggiunte più di venti cutscene (tra cui anche filmati) e cinque nuovi finali (che si sommano agli altri otto). Insomma, non si può dire che dal punto di vista contenutistico ci sia poca roba, ma come dicevamo il gioco vale la candela già solo per il nuovo personaggio. Catherine Full Body è quindi l’esperienza definitiva che tutti stavamo aspettando ed è assolutamente imperdibile sia per i neofiti che per gli amanti del genere, nonché per coloro che hanno già vissuto le avventure di Vincent Brooks.

Catherine Full Body è senza dubbio un gradito ritorno di un titolo che nel 2011 non ha avuto molta fortuna sul mercato e si spera che con questa riedizione possa far breccia nel cuore di più appassionati. Rimane comunque un compito difficile poiché trattasi di un prodotto pur sempre di nicchia, ma vogliamo confidare nella sorte e soprattutto nel periodo più roseo di Atlus, considerando il successo di Persona 5 anche dalle nostre parti. Il titolo affronta temi maturi e profondi non di certo all’ordine del giorno, sebbene non si prenda mai troppo sul serio visto il contesto un po’ folle e a tratti macabro. Una remastered che dal punto di vista tecnico non osa fare molto più di un leggero ammodernamento, complice anche lo stile artistico del titolo non invecchiato di una virgola. Dove però Full Body sa il fatto suo è nell’introduzione delle novità e dei lievi miglioramenti che abbiamo potuto ammirare in sede di recensione, i quali vanno ad arricchire un’esperienza già di per sé validissima, rendendola ancora più bella e variegata, imperdibile pure per i veterani che hanno avuto già modo di apprezzare l’opera originale.

Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni, Ismaele scrive per il settore dal 2010 e da allora non si è più fermato. Nutre amore profondo per Nintendo ed i suoi brand, in particolare per quello di The Legend of Zelda. Col tempo, però, ha conosciuto e scoperto tante nuove produzioni, sia odierne che del passato, affinando i suoi gusti e la sua cultura videoludica. Nel tempo perso, ambisce a diventare un game designer ed un compositore-musicista, ma restano sogni chiusi nel cassetto... almeno per ora!