Final Fantasy 8 Remastered Recensione

Final Fantasy 8 Remastered

Final Fantasy 8 Remastered Recensione | Venti lunghi anni sono ormai passati da quando per la prima volta abbiamo potuto assistere ad una delle più belle opening che siano mai state concepite. Una di quelle che ti entra dentro senza più uscirne, soprattutto grazie alla splendida Liberi Fatali realizzata dallo straordinario Nobuo Uematsu, compositore storico di Square e della serie Final Fantasy, creata dal maestro Hironobu Sakaguchi. Sembra ieri: ero ancora un marmocchio; detestavo come la morte i J-RPG. Quei combattimenti a turni così surreali con i personaggi che erano lì fermi senza far nulla ad aspettare di essere colpiti. No, non era roba per me, cresciuto a pane e Zelda A Link to the Past. Poi arrivò Final Fantasy 8. Arrivò Liberi Fatali, il Garden di Balamb, l’epicità dell’esame SeeD accompagnati dalle mirabolanti note di The Landing, e poi Eyes on me… e amore fu. Un amore che ha portato chi vi scrive dall’odio alla devozione più totale per i J-RPG. Dopo venti anni, l’opera che aveva consacrato in me la passione per un genere non di mio gradimento torna alla ribalta con una remastered che però, diciamolo fin da subito, non rende giustizia all’ottavo capitolo della Fantasia Finale. Ottavo capitolo, il seguito del venerato Final Fantasy VII che fu capace di rendere un gioco (e una serie), appartenente sino ad allora ad una tipologia di prodotti di nicchia, mainstream. Era però sottotitolato solo in inglese e all’epoca era ancora presto per poter usufruire delle apposite patch di traduzione amatoriale, così Final Fantasy 8, il primo titolo ad essere tradotto in italiano e sequel dell’amato settimo capitolo, ebbe un grandioso successo commerciale anche in Italia e venne amato da tutti. Questo durò solamente per un periodo, finché molti dei fan della saga non cominciarono a sostenere fosse addirittura uno dei peggiori. Ed oggi, a distanza di vent’anni, sono qui, a parlarvi di un’opera il cui gradimento è così… atipico. Qualcuno potrebbe sostenere anche che il giudizio possa essere in parte influenzato dalla nostalgia. Niente di più falso, poiché con il mio lavoro ho imparato a mettere da parte i sentimenti quando sono chiamato a giudicare qualcosa. Eppure è difficile sostenere che Final Fantasy 8 sia uno dei peggiori capitoli del brand poiché semplicemente non lo è. Il problema rimane invece questa mera operazione commerciale che poteva (e doveva) essere qualcosa in più. Final Fantasy 8 non meritava cotanta superficialità.

Final Fantasy 8 Remastered

Tutto pronto per l’esame SeeD

Final Fantasy 8 Remastered: Non si gioca con i sentimenti

Dopo la romantica introduzione, ci tocca passare ai fatti. Final Fantasy 8 Remastered in parte non meriterebbe nemmeno tale appellativo. Siamo nel 2019 e può essere accettabile giocare in 4:3 sugli schermi Full HD giochi Virtual Console, non prodotti che portano in bella vista la dicitura ‘Remastered’. Ebbene sì, Final Fantasy 8 Remastered non solo è in 4:3 e non in 16:9, ma addirittura è stato rimasterizzato il minimo indispensabile. Solo i modelli poligonali sono stati rifatti in alta risoluzione; tutto il resto (perlopiù fondali prerenderizzati) è rimasto immutato così com’era nel 1999. La cosa buffa è che su PlayStation 3 è possibile giocare agli originali Final Fantasy VII, VIII e IX ed applicare dei filtri antialiasing (smussatura) e impostare il formato video in 16:9. Il risultato non è nemmeno così male, visivamente parlando, e si tratta di porting. Non è comprensibile la mancata presenza di settaggi così banali in Final Fantasy 8 Remastered e vogliamo sperare che venga corretto il tiro con qualche patch, poiché sia i fan che chi si avvicinerà per la prima volta a questo capitolo non merita un lavoro così sottotono. Non per altro vedere i personaggi e alcuni modelli 3D in alta risoluzione sugli sfondi rimasti invariati del 1999 cozza un bel po’ dal punto di vista prettamente visivo (almeno possiamo guardare tutti negli occhi). Fortunatamente molti dei fondali di Final Fantasy 8 risultano ancora oggi piuttosto godibili e quindi in alcune occasioni la stonatura si avverte meno, ma non si può lavorare ad una rimasterizzazione in questo modo. Non che ci aspettassimo chissà quale risultato, ma nemmeno questo. Come se non bastasse, il modello di Squall è stato rifatto sulla base di quello di Dissidia e non dell’originale Final Fantasy 8. Risultato? Stona con i filmati, siccome ha subito notevoli cambiamenti. Tutti gli altri invece sono più fedeli alle loro controparti del 1999. Tuttavia, Final Fantasy 8 Remastered qualcosa di buono lo fa (con riserva): il titolo prende in prestito l’idea di Bravely Default e Second di rimuovere gli scontri casuali ogni volta che lo si vuole e qui l’operazione è ancora più veloce poiché basta premere contemporaneamente L3+R3 (su PlayStation 4) per attivare o disattivare l’apposito settaggio. Troviamo la scelta azzeccata, soprattutto riguardo un prodotto come Final Fantasy 8 che non necessita di un grinding massivo per proseguire, in quanto i nemici salgono di livello proprio come i protagonisti. Ritroviamo inoltre un’altra opzione molto utile che velocizza non solo le battaglie ma tutto il gioco in speed x3 (ovvero, velocità tripla). Sicuramente efficace se ci si vuol muovere più rapidamente, ma soprattutto per velocizzare le evocazioni dei Guardian Force (G.F. che, ricordiamo, non è il Grande Fratello). Infine è possibile semplificare le battaglie con il rispettivo settaggio che permette di utilizzare le tecniche in qualsiasi momento, senza dover attendere una situazione critica o di usufruire della magia, Aura. Questa particolare opzione fa sì che la barra ATB sia sempre carica e che l’energia vitale non scenda. Ben venga svecchiare qualche meccanica, ma questa è veramente troppo. Non solo semplifica all’inverosimile il gioco, ma rende anche inutile una magia. Per fortuna è una feature selezionabile, ciononostante rovina un po’ l’esperienza poiché in caso di difficoltà un giocatore potrebbe essere invogliato a selezionare quest’opzione, annichilendo totalmente la sfida. Sarebbe stato troppo bello implementare solo opzioni davvero valide, quindi il terzo incomodo era necessario. Chiaramente il nostro consiglio è di evitare come la peste questa funzione; al massimo usufruitene durante il grinding per salire di livello e assimilare magie, quantomeno può tornare utile in questo. Per il resto, Final Fantasy 8 è lo stesso gioco di vent’anni fa.

Final Fantasy 8 Remastered

Battle!

Oggi come allora

Valutare questa remastered in parte è difficile. Volendo dar peso solo al lavoro irrisorio, svolto facendo il minimo sindacabile, potremmo bocciarla con una fiammante insufficienza. Al tempo stesso, stiamo parlando comunque di Final Fantasy 8. Quel Final Fantasy 8… un’esperienza che nonostante tutto sentiamo vivamente di consigliarvi, pure in queste ignobili vesti, se proprio non avete un’alternativa valida (e anche perché dispone di due feature veramente utilissime). Una volta digerito il boccone amaro evince comunque tutto il resto che contempla un’avventura sì con i suoi buchi di trama e qualche scelta infelice, ma che sa fare breccia nel cuore come pochi. Per certi versi la scrittura di Final Fantasy 8 non brilla per chissà quali contenuti epocali, eppure i suoi personaggi, spesso descritti come piatti e banali, sapranno invece regalarvi momenti tanto emozionanti quanto ilari e umoristici. I siparietti comici, le liti tra Seifer e Zell, l’asocialità totale di Squall e la crescita di tutti quanti non è poi così banale come la si vuol far passare. Alcune soluzioni narrative fanno comunque sorridere, soprattutto a vent’anni di distanza, ma bisogna considerare pure il contesto e il target a cui era ed è rivolta l’opera in questione. Ritroviamo alti e bassi, ma nel complesso il racconto riesce ad intrattenere, anche quando ci sbatte più di qualche trovata banale e un bel po’ di tamarrate (Garden volanti, Gunblade e quant’altro). Ci fa vivere la storia d’amore del protagonista con la bella Rinoa in un modo veramente sentito. Final Fantasy 8 è anche questo e non sarà una remastered da quattro soldi a cancellarlo. Ai tempi proponeva pure filmati innovativi poiché in svariate situazioni era possibile giocare all’interno dello stesso, anticipando per certi versi Uncharted in termini di pura cinematografia. Muoversi mentre tutto il resto è un filmato lasciava un senso di immedesimazione totale con la regia che faceva tutto il resto. Ed era il 1999. Nemmeno Final Fantasy IX ha riproposto interazioni del genere e a memoria pare che nessun altro gioco lo abbia mai fatto (correggeteci in caso). Quando poi ad enfatizzare il tutto ti ritrovi il miglior lavoro musicale di Nobuo Uematsu, non c’è difetto che non evapori dinanzi alle emozioni scaturite dalle note di uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, in ambito videoludico. I brani di Final Fantasy 8 sono semplicemente meravigliosi, azzeccati in ogni momento, accompagnando l’avventura nel miglior modo possibile. Dalle tracce più allegre, epiche, adrenaliniche a quelle più toccanti e sentimentali. Lungi dall’essere un gioco perfetto, ma siamo certi che possa offrire un’esperienza significativa e caratteristica nel panorama dei giochi di ruolo di matrice nipponica, anche con i suoi difetti. Ad arricchire il piatto offerto dalla vecchia Square ritroviamo un gameplay appagante fatto di esplorazione, interessantissime missioni secondarie che vanno ad approfondire il background di personaggi, luoghi e quant’altro, situazioni di gioco sempre varie, minigiochi di spessore e un battle system davvero singolare. Final Fantasy 8 può contare sul sistema Junction che pur con alcune falle rimane sempre validissimo, permettendo di sperimentare una marea di combinazioni e strategie. Una delle lamentele maggiori è mossa sulle magie, qui presenti in unità anziché in MP come buona parte di tutti gli altri esponenti del genere. Junction si basa sui Guardian Force; un personaggio può equipaggiarne più di uno ed essi permettono di associare le magie ai vari parametri per potenziarli, ma anche per impostare attacchi elementali o alterazioni di stato. Si possono effettuare una marea di combinazioni strategiche, tutte diverse, e non basterebbe un’intera recensione per spiegarle. L’unica sbavatura di questo sistema è che prima si impara a conoscerlo bene e a sfruttarlo in ogni sua piccola sfaccettatura, più si diventa invincibili. Chiaro che per potenziare i parametri servano anche le magie migliori ed avere più unità possibili ed è comunque abbastanza complesso che è difficile un giocatore riesca fin dalle prime battute di una prima run a comprendere ogni sua piccola possibilità. Potrebbe ora sorgere il dubbio: “ma se le magie potenziano i parametri ed occorrono in gran quantità, come faccio ad usarle?” Infatti la critica succitata è mossa proprio in virtù di questo apparente problema. In realtà non è vero che le magie diventano inutili perché inutilizzabili a causa di Junction. Semplicemente bisogna saperle gestire, non associare le stesse con tutti facendo in modo che qualcuno possa lanciare incantesimi che l’altro non può e viceversa. Inoltre il comando Assimila è utilizzabile anche in battaglia ed è possibile non solo “catturare” le magie del nemico, ma anche utilizzarle sul momento, senza sprecare quelle dei propri personaggi. Junction è un sistema molto particolare, ha anche le sue sbavature, ma una volta carpitone l’essenza regala gradite soddisfazioni. Per sfruttarlo al meglio sono necessari i G.F. e questi sono ottenibili tramite missioni secondarie, esplorando la world map o assimilandoli da alcuni boss in particolare, nonché andando avanti nella storia. Quindi tenete d’occhio sempre qualsiasi cosa. I G.F. hanno anche delle abilità attive e passive utili in battaglia, ma alcuni di essi possono apprendere persino doti singolari che permettono di elaborare magie, strumenti, oggetti e quant’altro, fondamentali per il viaggio. In Final Fantasy 8 non manca infine il mini-gioco droga, Triple Triad. Se avete amato il Gwent in The Witcher III, sappiate che anche in questo caso possiamo parlare di gioco nel gioco. Il Triple Triad si basa su regole specifiche; queste sono diverse da luogo a luogo e talvolta è possibile addirittura mischiarle. La ciliegina sulla torta è ovviamente il fattore collezionistico che ne scaturisce: difficile resistere alla tentazione di collezionare tutte le carte del titolo. Non sarà di certo impresa semplice. Insomma, Final Fantasy 8 dal punto di vista dei contenuti, della varietà e delle situazioni di gameplay è tutt’altro che povero, garantendo ore ed ore di gioco.

Final Fantasy 8 Remastered è una pigra operazione commerciale che gioca coi sentimenti e la nostalgia dei fan, in occasione del ventesimo anniversario. Non rende assolutamente giustizia all’opera originale, ma potrebbe essere il modo più veloce per avvicinarsi a questo capitolo nel caso non lo si fosse mai giocato. Nonostante tutto è pur sempre Final Fantasy 8, un grande J-RPG, spesso ingiustamente bistrattato. Rimane comunque il rammarico perché meritava di più, ma se si riesce a chiudere un occhio sul lavoro esiguo e a prendere per buone le poche feature atte a svecchiarlo, lo si può accettare per quel che è. Ciò che rimane è infatti un’avventura di tutto rispetto che anche con le sue sbavature narrative sa come lasciare il segno. Perché oltre ai difetti ritroviamo pure molti pregi che non fanno altro che dare valore aggiunto all’ottavo capitolo della Fantasia Finale. Tra una partita e l’altra al Triple Triad, all’esplorazione e alle numerose combinazioni garantite da Junction, accompagnati dalle meravigliose note di Uematsu, Final Fantasy 8 non vi stancherà tanto facilmente.

Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni, Ismaele scrive per il settore dal 2010 e da allora non si è più fermato. Nutre amore profondo per Nintendo ed i suoi brand, in particolare per quello di The Legend of Zelda. Col tempo, però, ha conosciuto e scoperto tante nuove produzioni, sia odierne che del passato, affinando i suoi gusti e la sua cultura videoludica. Nel tempo perso, ambisce a diventare un game designer ed un compositore-musicista, ma restano sogni chiusi nel cassetto... almeno per ora!