NBA 2K20 Recensione | NBA 2K20 è finalmente uscito e, anche se ormai da mesi sta facendo parlare di sé con anteprime, demo e trailer, non vedevamo l’ora di poter dire la nostra su quello che è considerato uno dei migliori titoli sportivi presenti sul mercato. La casa di produzione non ha mai nascosto il proprio intento di rendere il videogioco sempre più fedele e veritiero, trasportando il giocatore all’interno di una vera e propria partita di basket. Durante la nostra analisi è stato inevitabile il confronto con il titolo precedente che aveva già stupito per il suo gameplay e l’incredibile lavoro grafico svolto per rendere al meglio i giocatori. In NBA 2K19 c’erano comunque alcuni difetti che avevano sollevato molte discussioni, come ad esempio la resa non perfetta del pubblico che assisteva al match o alle microtransizioni. La nostra speranza è che 2K abbia imparato dai propri errori, così da rendere NBA 2K20 un vero capolavoro nel campo videoludico sportivo.
NBA 2K20: Fischio d’inizio per i giochi
Non appena ci troviamo dentro a NBA 2K20, siamo piacevolmente sorpresi dal vedere l’ampia gamma di possibilità che si aprono di fronte ai nostri occhi. In questa nuova avventura da cestista, potremo decidere di accedere a ben 4 modalità di gioco differenti. Per i più impazienti, desiderosi semplicemente di poter fare due tiri a canestro in semplicità e senza perdere troppo tempo tra statistiche e valori, c’è la possibilità di fare una partitella veloce nella sezione Gioca Ora. Le squadre a nostra disposizione sono davvero molte e spaziano dalle ultime formazioni presenti oggi a quelle più importanti del passato, come i Chicago Bulls stagione 91’-92’ (Michael Jordan is on the stage!). Fin da subito ci troviamo di fronte una delle più piacevoli sorprese di questa edizione: l’introduzione della WNBA, la lega femminile di basket, che ci da accesso a uno stile di gioco completamente diverso, che approfondiremo più avanti.
Pronti a scendere in campo?
Nella sezione La mia Squadra, l’approccio è più simile a un videogioco gestionale, dove far progredire la propria squadra, aggiungendo elementi alla rosa, tattiche e allenatori. Attraverso l’apertura di bustine, scopriremo quali carte abbiamo avuto la fortuna di trovare per migliorare la nostra squadra e riuscire a primeggiare nelle tantissime gare e sfide che NBA 2K20 ci mette a disposizione. Nonostante la struttura generale possa far sembrare che il giocatore con il maggior numero di carte abbia più possibilità di vittoria, vi assicuriamo che sarà fondamentale avere anche la migliore strategia di gioco. D’altronde, anche quest’anno, 2K sta dando veramente l’impressione di voler favorire i giocatori più taletuosi, dando sempre più importanza alla strutturazione di una strategia piuttosto che allo stile di gioco “schiaccio i tasti a caso e vedrai che faccio canestro”. Non poteva certo mancare la modalità La mia Carriera, una delle più attese che non aveva convinto del tutto nella scorsa edizione. Quest’anno la direzione è stata data al LeBron James e il timbro narrativo è sensibilmente cambiato. Un vero e proprio film sotto forma di videogioco si apre di fronte a noi, con aspetti complessi e dalle molte sfaccettature che meritano di essere approfonditi con la dovuta calma. Prima però parliamo dell’ultima modalità, La mia Lega, dove poter vivere pienamente un vero e proprio campionato con la nostra squadra preferita. La strutturazione di questa sezione ci permette non soltanto di gareggiare ma anche di vivere giornate di approfondimento tattico, dividendo ogni momento all’interno di un calendario.
Tattica e strategia in NBA 2K20
Per un attimo, appena iniziata la prima partita, l’impressione è stata quella di aver cambiato per sbaglio canale ed esserci sintonizzati su un canale sportivo. A primo impatto, la resa grafica è davvero stupefacente, andando a confermare e a migliorare il lavoro che era già stato fatto in NBA 2K19. A livello estetico, 2K ha ritoccato la grafica per renderla ancora più veritiera, definendo meglio alcuni particolari come il pubblico, le arene e i riflessi di luci sui giocatori. Anche se potrebbero essere considerati come dettagli di minore importanza, nel quadro generale si dimostrano essere tutti elementi fondamentali per il quadro generale: la veridicità durante il gioco. L’inserimento di intermezzi televisivi che anticipano ogni match, andando a mescolare attori in carne e ossa a riproduzioni digitali, le infografiche accurate e i sottopancia informativi, regalano veramente la sensazione di assistere a una vera partita di pallacanestro.
La sensazione di assistere a una vera partita
Per quanto riguarda la giocabilità, i comandi sono diventati ancora più accurati e stavolta nulla può essere lasciato al caso. Un ruolo fondamentale lo ricopre la levetta analogica destra, con la quale possiamo effettuare tiri, finte e movimenti differenti, utili per dominare il campo e arrivare a canestro. Saper lavorare al meglio con i pulsanti, però, non garantirà automaticamente la vittoria ma sarà necessaria anche una buona conoscenza dei giocatori che avremo a nostra disposizione e come avversari. La fisicità, la muscolatura, l’altezza di ogni singolo player, infatti, va a influenzare in maniera profonda lo stile di gioco. Non basterà più passare la palla e puntare al canestro per riuscire a segnare, ma sarà necessario analizzare la posizione dei giocatori, conoscendone le specifiche caratteristiche, per trovare la tattica migliore da applicare al gioco. Indubbiamente è una scelta stilistica che può scoraggiare i novelli cestisti virtuali, ma allo stesso tempo dimostra come NBA 2K20 sia un gioco stimolante e meritocratico, dove solo il migliore può vincere. Trovandoci di fronte a questa nuova filosofia di costruzione del gioco, la sensazione che si prova quando si affronta il primo match è che tutto sia più lento rispetto al passato. Una sensazione che viene ulteriormente enfatizzata dalla presenza di fastidiose microtransizioni, un problema già rilevato e sottolineato durante l’analisi di NBA 2K19 ma che, probabilmente per ottenere la maggiore fedeltà possibile con i programmi sportivi, la casa di produzione ha deciso di non risolvere. Un vero peccato perché la giocabilità generale ne risente molto. Dopo qualche partita, però, questi problemi passano decisamente in secondo piano e il gioco si mostra in tutta a sua bellezza e complessità. L’introduzione della WNBA, con ben 12 squadre e 140 giocatrici, raddoppia il divertimento, dando spazio al mondo femminile permettendoci di testare le nostre abilità anche in questo campionato, dove le fisicità e quindi le tattiche, cambiano radicalmente.
Una lunga strada verso il successo
NBA 2K20 e la lunga strada verso il successo
Un capitolo a parte lo dedichiamo alla modalità Carriera, ristrutturata in NBA 2K20 per migliorarne la fruizione, ricco di diverse sfaccettature. Iniziamo dall’aspetto narrativo, che in NBA 2K20 si avvicina notevolmente a un vero e proprio film. I contenuti inseriti all’interno della storia sono davvero di pregio e dimostrano sia l’impronta di LeBron James, che ha curato il progetto, che il tentativo di 2K di rendere il più attuale e veritiera possibile la narrazione. Durante la nostra corsa verso il successo, ci troveremo a dover fare i conti con la nostra identità e ciò che è giusto e sbagliato, portando al centro il mondo dello sport e analizzandone le strutture che lo compongono. Il tutto viene reso ancora più coinvolgente e veritiero grazie al talento di grandi nomi del cinema come Rosario Dawson e Idris Elba, e al contributo di tante comparse di pregio, come lo stesso James, Jerry Lorenzo o Mark Cuban. Entrando più nello specifico all’interno del gameplay di questa sezione, scopriamo che la filosofia rimane la stessa presente nelle altre modalità di gioco: ogni giocatore ha le sue specifiche caratteristiche che possono cambiare le sorti di una partita. Per questo motivo la fase iniziale di customizzazione del personaggio è lunga e approfondita. Oltre ai classici tratti somatici, possiamo rendere veramente unico il nostro character andando a decidere se dare più spazio alla capacità di tiro, di difesa o registiche, modificare caratteristiche fisiche come altezza, corporatura e anche lunghezza delle braccia, variando di conseguenza i valori di gioco, e stabilire lo stile generale tra Tiratore da Fermo, Playmaker, Penetratore o Guardiano del Canestro. La fase di personalizzazione è abbastanza lunga, ma se presa con il giusto spirito può rilevarsi molto divertente, soprattutto per chi conosce il basket e ha in mente di creare un giocatore specifico.
Massimo livello di personalizzazione
La fase Carriera di NBA 2K20 è riuscita a mescolare in maniera intelligente i punti di forza delle precedenti edizioni del videogioco. Il quartiere, che aveva un ruolo fondamentale in NBA 2K19, oggi si presenta come un semplice centro digitale per la vita del nostro alter ego. Anche la palestra è ancora presente, ma stavolta gli allenamenti forniscono solamente bonus temporanei alle nostre specifiche caratteristiche. La sensazione generale è che si sia dato maggiore risalto al gioco del basket, sia online che offline, per un’esperienza molto più divertente e coinvolgente, alla scoperta di una grande storia che parla di impegno, amicizia e sport.
https://www.youtube.com/watch?v=ZLrtNIYcmiE
2K ha dimostrato di credere fermamente nella propria filosofia di intrattenimento sportivo, andando a migliorare piccoli dettagli che, alla fine dei conti, hanno fatto realmente la differenza. L’esperienza di gioco, grazie a una grafica accurata ulteriormente migliorata e a un gameplay stimolante che premia la strategia e la tattica, risulta essere piacevole e coinvolgente, rimandando la sensazione di essere di fronte a un vero e proprio programma sportivo. L’introduzione del WNBA raddoppia il divertimento, introducendo nuove dinamiche di gioco, dimostrandosi ancora più stimolante. Una menzione speciale va fatta alla modalità Carriera, dove il basket giocato torna al centro, sia della narrazione che del gameplay, offrendoci la possibilità di creare un player non soltanto dal punto di vista estetico ma in ogni sua più piccola caratteristica di gioco. Anche se rimane il problema delle microtransizioni, già individuato nelle edizioni precedenti, che rompono il ritmo, non riusciamo a capire le grandi polemiche nate su Steam all’uscita di NBA 2K20. Anche se ci sono ancora margini di miglioramento, la filosofia della casa di produzione sta dando i suoi frutti, regalandoci un ottimo videogioco, non solo di basket ma sportivo nel senso più ampio del termine.