Countdown Recensione

Countdown

Ad un party una ragazza scarica un’app che le indica quanti anni ancora avrà da vivere e, sin da subito, si accorge che quello non sarà un semplice gioco online destinato a diventare virale. L’app infatti è impossibile da disinstallare e non c’è praticamente modo di riscrivere il suo linguaggio di codice. Come fare, allora, a sfuggire ad un destino che pare imprescindibile?

Countdown

Countdown, a metà tra horror e sci-fi

La prima impressione che si ha guardando il trailer di Countdown è che, forse, fino ad ora, le nuove tecnologie non abbiano abbastanza contaminato l’horror al cinema. Troppo impellente la ribalta delle distopie per poter tentare una commistione di genere che andasse oltre il malessere generato dai lavori post Black Mirror. Tale lacuna non fa quindi che aumentare la curiosità nei confronti di un format su cui le cinematografie di ogni paese si sono spinte ancora troppo poco. Certo, verrebbe da dire che l’idea di un conto alla rovescia che ti dice quando finirai di esistere è un qualcosa che si era già visto in lavori tipo In Time di James Wong, ma sono passati quasi vent’anni da quel bel lavoro con Justin Timberlake e la possibilità di aggiornarla al tempo degli smartphone era sin troppo urgente.

Anne Winters

E, nonostante un montaggio non propriamente impeccabile, la prima parte di Countdown soddisfa a pieno la curiosità dello spettatore, squadernando al meglio il contesto e ben presentando i personaggi principali. Poi però qualcosa inizia ad andare storto e le belle prerogative iniziali vengono sostituite da una sinossi molto meno convincente. Paradossalmente, ciò che funziona meno è proprio la componente horror del lavoro, troppo legata agli effetti sonori o ad impreviste svolte spiritiche del plot (che da un certo punto in poi sembra quasi un’estensione improvvisata dell’universo The Conjuring).

Ma se il plot è in certi punti da rivedere, ciò che sorprende di più è l’interpretazione di Anne Winters nei panni della protagonista. La sua è una recitazione mai sopra le righe, che evita le urla esasperate di chi è spaventato da una situazione ed invece affida la trasmissione delle emozioni alla mimica ed alla fisiognimica. È una bella sorpresa, quella dell’attrice classe ’94, soprattutto in virtù del fatto che, oltre a Countdown, le occasioni di vederla sul grande schermo sono state per ora poche (Mom and Dad, La scuola serale).

Dunque questo Countdown di Justin Dec lascia tanto con l’amaro in bocca. È un peccato perché l’idea di mescolare distipia ed horror poteva essere davvero calzante. E certe situazioni sembravano quasi virare verso il Jordan Peele di Scappa . Invece l’appuntamento con la commistione di generi è da rimandare, ma speriamo sia soltanto questione di tempi migliori. 

Gianluca la passione per il cinema la scopre a 4 anni, quando decide che il suo supereroe nella vita sarà sempre e solo Fantozzi. 
Poi però di quella passione sembra dimenticarla fin quando, un giorno, decide di vedere uno dietro l’altro La Dolce Vita di Fellini, Accattone di Pasolini e La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Da quel momento non c’è stato verso di farlo smettere di scrivere e parlare di cinema, in radio e su portali online e cartacei. 
Vive a Roma perché più che una città gli sembra un immenso set su cui sono stati girati chilometri e chilometri di pellicola. 
Odia le stampanti.