L’attesa dell’arrivo di Pokémon Spada e Scudo mi è sembrata la più lunga della mia vita. Non solo desideravo con tutta me stessa di esplorare Galar, vestendo di nuovo i panni di un allenatore, ho anche dovuto destreggiarmi per evitare gli spoiler, nascosti più o meno ovunque. Come se non bastasse, è stato necessario attraversare un vero mare in tempesta fatto di polemiche, critiche più o meno feroci e uno spropositato mal contento, nato e cresciuto ben prima dell’uscita del titolo. Ma i Pokémon sono sempre meravigliosi: il mio speranzoso conto alla rovescia non è stato minimamente inficiato dalla bufera. Dopo aver finito Pokémon Spada e Scudo, è però giunto il momento di tirare le somme, e realizzare quanto io mi sia effettivamente divertita e quanto abbia invece dovuto scendere a compromessi, accettando a malincuore i problemi del gioco.
Benvenuti a Galar
Galar è una regione anomala, e offre paesaggi diversi dai giochi precedenti. Ci trasporta nella verde Inghilterra, piena di brughiere,monoliti, deliziose cittadine portuali. E stadi, stadi ovunque. Pokémon Spada e Scudo è il primo titolo in cui le battaglie di Pokémon vengono effettivamente equiparate a uno sport popolare, e diventano un fenomeno di costume ancora più che in precedenza. Gli abitanti delle varie regioni hanno sempre apprezzato una bella lotta, ma ora la Sfida delle Palestre e la Coppa dei Campioni sono degli eventi che smuovono oceani di spettatori, che riempiono gli stadi e organizzano vero tifo da ultras. Per lo stesso motivo, i capopalestra divengono atleti popolari, con la loro personalità ben in mostra e un autentico culto da parte dei loro ammiratori. Il calore dei tifosi, l’adrenalina del combattimento in enormi campi, i cori incalzanti: questa atmosfera è il vero punto di forza di Pokémon Spada e Scudo, assieme alla buona caratterizzazione dei nostri alleati e avversari. E il theme del combattimento negli stadi è probabilmente il più bello della saga finora, sfido chiunque a non alzare il volume per goderne in tutta la sua potenza. Nonostante l’entusiasmo verso le lotte, il livello di difficoltà è decisamente tarato verso il basso, complice il condividi esperienza sempre attivo e di conseguenza la facilità di allenare i nostri Pokémon, che si ritrovano sempre ad alti livelli, anche se non è nostra intenzione.
Pokémon Spada e Scudo introduce una discreta quantità di nuovi mostriciattoli, qualche variante regionale e nuove evoluzioni. Si tratta totalmente di gusti personali, ma ritengo che i nuovi design rappresentino alcune delle creature più ben riuscite in assoluto. Le versioni di Galar di Ponyta, Mr Mime, Daruma e Farfetch’d sono semplicemente grandiose, e incontrarle nell’erba alta mi ha strappato più di un sorriso. I tre starter, Scorbunny, Sobble e Grookey, sono pericolosamente carini e le loro versioni evolute sono molto ben caratterizzate, e possiedono mosse personali di grande impatto e molto curate. È proprio questo il motivo per cui ho cercato con tutta me stessa di evitare leak: trovo che incontrare per la prima volta una creatura mai vista sia una delle esperienze migliori in assoluto. Mi riporta direttamente ai tempi delle scuole medie, quando giocavo a Oro e Argento e gioivo di ogni nuova scoperta come un bimbo sotto l’albero di Natale. Il taglio del pokedex, con esclusione di numerose creature, anche molto popolari, non mi ha turbato più di tanto. La varietà di quelli presenti è buona, e compensa ampiamente le mancanze. Una storia diversa è il competitivo, nel quale certe assenze potrebbero farsi sentire maggiormente.
Le nuove meccaniche presenti in Pokémon Spada e Scudo mi hanno positivamente colpita. È presente una modalità campeggio, nella quale giocare con i nostri mostriciattoli per migliorare il nostro legame e aumentare l’amicizia reciproca. Nel campeggio si può anche cucinare, attività che ho ovviamente amato alla follia: sono disponibili una quantità infinita di tipi di curry, ottenibili combinando varie bacche e ingredienti base. Con una certa abilità in stile Cooking Mama si può ottenere un piatto perfetto, e mi è venuta una voglia di mangiare cibo etnico inarrestabile. A Galar inoltre si fanno le cose in grande: il fenomeno Dynamax e Gygantimax consente di ingrandire a dismisura i propri Pokémon, per poi sfidarsi in battaglie colossali. Non ero rimasta particolarmente colpita da questa meccanica nei trailer. Sorprendentemente, nel gioco l’ho trovata di grande effetto e grande soddisfazione. Non so quanto possa rendere nel gioco competitivo, ed è certamente una grossa variazione rispetto a Megaevoluzioni e Mosse Z, ma per ora la trovo un esperimento molto riuscito.
Le Terre Selvagge
Le Terre Selvagge meritano un paragrafo tutto per loro. Rappresentano, almeno sulla carta, una novità rivoluzionaria: un enorme ambiente pieno zeppo di Pokémon, che variano in base alle condizioni climatiche e alla zona scelta. Se ne trovano a tutti i livelli e a tutti gli stadi evolutivi, inclusi mostri ben più forti di noi che non siamo in grado di catturare fino a fine storia. Teoricamente l’idea è fantastica: è una sorta di gigantesca safari zone, nella quale non sappiamo mai cosa possa spuntare fuori, oltretutto ricca anche di strumenti e oggetti vari sparsi a terra. Nelle Terre Selvagge è anche possibile trovare tane di Pokémon Dynamax, con i quali combattere in peculiari battaglie 4vs1, assistiti da amici o CPU: è senza dubbio la novità più carina e sfiziosa di Pokémon Spada e Scudo, e offre un buon livello di sfida, aumentabile in futuro aggiungendo avversari più potenti. L’esecuzione è però piuttosto scarsa, complice un comparto tecnico sottotono e una connettivitá mal realizzata. In single Player, le Terre Selvagge sono gradevoli, ma estremamente brulle. Gli ambienti sono scarni di dettagli, e gli alberi sono così brutti da risultare comici, tanto da aver ispirato decine di meme su internet. In multiplayer, si aggiungono nell’ambientazione decine di altri giocatori erranti, con i quali è concessa un’interazione minima, e i rallentamenti sono tali da rendere la modalità quasi ingiocabile. Un peccato, viste le elevate potenzialità.
Una componente fondamentale dei giochi di Pokémon è l’interazione con altri giocatori, vicini o lontani. Pokémon Spada e Scudo da questo punto di vista svolge un lavoro discreto: è possibile in ogni momento interagire con altre console in wireless locale, nonché visualizzare sticker di altri giocatori connettendosi a internet. Possiamo dunque offrirci per raid Dynamax, battaglie o scambi, impostando o meno una password, per consentire o no a estranei di partecipare. Gli sticker che mostrano le varie attività sono molto carini, e non ho sperimentato problemi di connessione, ma al contempo l’intera meccanica è assai macchinosa. Creando un raid Dynamax non è possibile decidere chi invitare, non è certo che la notifica arrivi a tutti i nostri amici, e impostare una password per comunicarla appare un po’ ridicolo, considerando il tempo limite di appena due minuti. Inoltre è del tutto assente la Global Trade Station, che consentiva di offrire qualsiasi Pokémon cercandone uno in cambio, senza dover necessariamente organizzare lo scambio con una persona precisa. Il tutto è insomma piuttosto disorganizzato e caotico. Funziona e fa il suo dovere, ma ho preferito la chiarezza del sistema in titoli precedenti della serie.
Vorrei sinceramente evitare di parlare della grafica di Pokémon Spada e Scudo. Vorrei, sia perché lo ritengo un elemento secondario in un titolo del genere, sia perché non ho alcun desiderio di essere cattiva. Ma al contempo, è impensabile sorvolare sullo scarso impegno investito nella realizzazione del titolo, anche perché parliamo della nuova generazione di Pokémon, sulla nuova console e a prezzo pieno. Ci sono alcuni elementi molto gradevoli, come le ambientazioni delle città e alcune animazioni della lotta. Altre sono francamente imbarazzanti: alcune mosse di attacco sono inguardabili. Il personaggio principale ha di nuovo una sola, ebete, espressione per tutto il gioco, e come se non bastasse, avvengono fenomeni inspiegabili, come il mondo intero che si ferma quando saliamo su una scala a pioli. Poca cura, che ha portato a un titolo non troppo dissimile da quelli realizzati su console portatile, e francamente inferiore a Let’s Go. Ha inficiato il mio divertimento? No, ma ciò non toglie che sia un problema reale. Ed è un peccato, considerando l’eccellente lavoro svolto con la soundtrack, che è una delle migliori.
Scrivendo questo articolo mi sono resa conto di quanti siano i problemi effettivi del titolo, più di quanti ne avessi notati durante l’esperienza. Al contempo, ciò non ha ridotto minimamente la mia voglia di giocare: vorrei farlo anche in questo istante. Ma Pokémon Spada e Scudo rimane deludente per molti aspetti, non tanto rispetto ai capitoli precedenti, quanto alle potenzialità che avrebbe potuto avere con uno sviluppo più lungo e una maggiore cura ai dettagli. Per essere un titolo dei Pokémon non rende felici quanto potrebbe, ma resta un videogioco valido, pieno di contenuti e piccole sorprese. Pokémon Spada e Scudo sarà probabilmente ricordato come uno dei titoli della serie con più problemi, complice una trama piatta, un comparto tecnico sottotono e una connettivita online poco sviluppata. Al contempo però offre valido divertimento e introduce alcuni dei Pokémon più carini creati finora: non fate l’errore di sottovalutarlo, poiché potrebbe piacervi più di quanto vi aspettereste dopo aver letto i pareri altrui.