Il cardellino Recensione

Theo Decker era poco più che un bambino quando sua madre venne uccisa dallo scoppio di una bomba, avvenuto all’interno del Metropolitan Museum of Art. Lui era presente in quell’occasione ed anche ora che è diventato adulto continua a sentire un senso di colpa inconsolabile, una frustrazione legata alla convinzione di essere il vero colpevole di quell’omicidio.
Parte da queste prerogative Il cardellino, adattamento per il grande schermo del romanzo omonimo firmato da Donna Tartt, opera che le valse il Premio Pulitzer nel 2014.

Il cardellino

Fedele riadattamento del romanzo

Dando uno sguardo alla lunga carriera di Nicole Kidman, salta subito all’occhio un fatto non del tutto trascurabile: dopo aver recitato in Eyes Wide Shut  – in cui vestiva i panni della sensualissima signora Harford – l’attrice statunitense è stata spesso ingaggiata per ruoli simili a quello interpretato nel film di Kubrick.
Tra i casi più recenti ricordiamo ad esempio Il sacrificio del cervo sacro di Yorgos Lanthimos, in cui vestiva di nuovo i panni della signora agiata, vera anima della casa e fuoco che arde ad ogni momento del giorno o della notte.
Ed anche in quel caso, come ne Il cardellino, sotto il suo tetto arriva inaspettatamente un ragazzo senza più radici né appoggi.
Theo non è certo malefico quanto il Martin interpretato da Barry Keoghan, ma allo stesso modo, riesce a guadagnarsi le attenzioni della Kidman.
John Crowley (candidato agli Oscar per il precedente Brooklyn ed autore di alcune puntate di True Detective 2) dirige infatti un film in cui conta molto l’estrazione dei suoi protagonisti. Theo, come tutta la famiglia Barbour, appartiene alla upper class americana, legge Tolkien ed Edgar Alan Poe, gioca a scacchi e conosce bene l’intera opera di Ludwing van Beethoven. Veste e parla come un moderno Richie Rich, talmente lontano dal paese reale che per lui ed i suoi amici la scuola pubblica è tutta «gangs e metal detector all’ingresso».

Il cardellino

Quando la realtà si dimostra ben più cruda

Theo cresce e la realtà diventa inevitabilmente più complicata di come la figurava in quell’ormai lontano mondo d’ovatta. E l’incrocio di dissolvenze a mascherare un’ellissi temporale lunga decenni è magistrale. Ora Theo è adulto, il dipinto col cardellino che aveva tenuto nascosto dopo la morte della madre è ancora con sé.
Altrettanto perfette sono le scene in cui Theo impara i segreti del restauratore, o quella in cui si confida con Pippa, altra ragazzina sopravvissuta a quel maledetto attentato (e lì, oltre ai dialoghi ben scritti, conta tanto la colonna sonora firmata Cigarettes After Sex).
C’è da dire però che in alcuni momenti l’estetica del film pecca di una perfezione stilistica che forse poco si sposa con le tragedie vissute dal suo protagonista.
Ed anche i personaggi che contornano Theo sono forse troppo puliti, non abbastanza ruvidi quando serve.
Tranne Boris (Aneurin Barnard), ragazzino dallo spirito gitano e dalla spiccata propensione alle dipendenze, che probabilmente compie la parabola più interessante all’interno dell’intera sinossi.

Il cardellino sarà disponibile su Apple Tv App, iTunes, Google Play, YouTube Premium, Infinity, Sky Primafila, Chili, Rakuten tv, TIM Vision, PlayStation Store e Microsoft Film & TV a partire dal 6 dicembre. Warner Bros. distribuirà dunque il film solamente in versioni streaming. Fatto da tener conto, vista la durata del lungometraggio, che pur durando circa 2 ore e mezza, garantisce comunque un ritmo sempre elevato ed una sinossi “a prova di distrazione”.

Gianluca la passione per il cinema la scopre a 4 anni, quando decide che il suo supereroe nella vita sarà sempre e solo Fantozzi. 
Poi però di quella passione sembra dimenticarla fin quando, un giorno, decide di vedere uno dietro l’altro La Dolce Vita di Fellini, Accattone di Pasolini e La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Da quel momento non c’è stato verso di farlo smettere di scrivere e parlare di cinema, in radio e su portali online e cartacei. 
Vive a Roma perché più che una città gli sembra un immenso set su cui sono stati girati chilometri e chilometri di pellicola. 
Odia le stampanti.