Persona 5 ha segnato quello che è il mercato JRPG moderno, risultando quasi inarrivabile per la concorrenza, che si è mostrata sempre più agguerrita. L’ultima iterazione della saga targata Atlus si è avvicinata al grande pubblico più che mai, raggiungendo anche dei record di vendite per il franchise Persona, finora rimasto confinato ad una nicchia o “supernicchia” se così vogliamo definirla. Eppure, perché soltanto oggi la saga di Persona ha raggiunto il cuore di tantissimi neofiti ed appassionati del genere? Che cosa ha permesso questo avvicinamento della saga a chi, prima d’ora, non aveva mai toccato con mano la serie e si ritrova soltanto oggi a scoprirla? Persino il sottoscritto che qui vi parla, ha conosciuto Persona proprio con l’ultimo capitolo, bastò un trailer, della musica orecchiabile – che in seguito si sarebbe evoluta in qualcosa di tremendamente complesso – e delle immagini di gioco ben assortite, tanto da stuzzicarne l’interesse. Quel medesimo sottoscritto non vi nasconde che si innamorò del titolo, qualcosa di folgorante che pervase tutto il corpo: avete mai visto “Paprika: sognando un sogno”? Immaginate che nella vostra testa inizi una parata simile al film d’animazione citato, e aggiungete qualche coriandolo in più.
Il titolo ha dato vita a un mondo radiante, capace di illuminare gli occhi attraverso la sua narrazione, il suo lato artistico, le sue musiche, il suo gameplay, classico ma moderno, rapido nell’atto pratico e profondo nelle sue meccaniche, ricalcando e migliorando le principali caratteristiche della serie. E in questa occasione, complice anche l’annuncio della data d’uscita per il mercato europeo dell’edizione Royal, vorrei parlarvi in primis di cosa lo rende speciale, e del perché marzo, a scanso di equivoci, sarà un mese grandioso per gli JRPG.
Joker, la carta capace di cambiare il destino
Persona 5 racchiude al suo interno un mondo basato sul nostro: denunce sociali, fenomeni culturali e ispirazioni dalla storia conosciuta. L’ultima opera dello Studio Zero e in particolar modo, di Katsura Hashino, attrae a sé diversi elementi storici, quasi da risultare una sorta di piccola enciclopedia interattiva. Sia chiaro, la portata principale di Persona 5 non è la storia, ma quest’ultima ha un ruolo piuttosto centrale che va ad interessare diverse meccaniche di gioco. Le simbologie non mancano di certo: pensiamo a Joker, il protagonista. Egli, oltre ad essere il capo dei Ladri Fantasma, rappresenta la carta più pericolosa del mazzo, considerato come “il Matto” o semplicemente, il “Jolly“. La sua figura è determinante nel corso della trama del gioco, tanto da rappresentare quella carta così imprevedibile, la quale aiuta i più deboli, in grado di sfidare il fato. Il Joker non ha un numero, un’interpretazione di libertà che gli permette di cambiare le sorti del gioco. Non a caso, il tema del gioco risuona anche nel brano “Life Will Change“, definendo che “la vita non è un gioco” e di come appunto questa, a sua volta, cambierà grazie ad un atto di ribellione contro la società corrotta, proprio come l’irregolarità della suddetta carta che si batte contro le regole del gioco.
Ma il ruolo di Joker come protagonista di certo non finisce qui: egli è colui destinato a spezzare le catene della riabilitazione, guidando la ribellione contro una società corrotta sin dalle sue fondamenta – un tema tanto attuale quanto vicino ai giovani – . Pensiamo alla ribellione riferendoci ancora una volta alla carta: essa premia i deboli, che altri non sono coloro che successivamente costituiranno, e supporteranno i Ladri Fantasma. Insomma, il nome in codice Joker per il buon Akira Kurusu calza a pennello.
Imprevidibilità, disordine, irregolarità e inversione sono le quattro caratteristiche che delineano la carta conosciuta come il Jolly, il Matto o il Joker.
Storia e cultura si reincarnano nei Persona
I Persona dei vari membri dei Ladri Fantasma traggono forte ispirazione da personaggi storici realmente esistiti, o protagonisti di opere di fantasia piuttosto rinomate. Basti pensare al primo Persona che incontriamo: Arsene, ispirato al ladro gentiluomo di Maurice Leblanc – il cui cognome ha dato vita al Café Leblanc, nonché la nostra sistemazione – , ossia Arsenio Lupin. La figura del ladro in questo caso rispecchia con quello che è l’obiettivo dei Phantom Thieves: rubare il cuore delle persone corrotte per smascherarle. E tale identità trova riscontro negli altri Persona, come Goemon ispirato a sua volta dal leggendario ninja Goemon Ishikawa, che a sua volta rubava oro e oggetti preziosi per darli ai poveri, senza escludere ovviamente il Persona di Akechi, Robin Hood: anch’egli segue lo stesso criterio dei suoi compagni.
La scelta dei Persona non si limita soltanto a risaltare l’eroismo di alcuni ladri storici. Anche le donne sono state caratterizzate da Persona incredibili, le cui derivazioni si districano tra letteratura e figure storiche. Carmen, il Persona di Ann Takamaki ne è l’esempio. Una femme fatale, ispirata all’omonima donna gypsi della novella scritta e pubblicata nel 1845 da Prosper Mérimée, a cui seguirono svariati adattamenti di ogni genere, tra cui quello del compositore Georges Bizet. Il Persona ed Ann soprattutto, rispecchiano quello che è l’eponimo di Mérimée, rappresentando Panther come una ragazza affascinante, capace di ammaliare a sua volta qualsiasi uomo (non a caso, Takamaki punta ad essere una modella di fama mondiale, e lo si nota soprattutto dal fisico slanciato), e Carmen, riprende nel suo aspetto alcuni tratti che identificano il suo profilo: il sigaro che il suddetto Persona fuma rappresenta quello che era il lavoro della donna nella novella di Mérimée, la fabbricante di sigari.
La novella Carmen è composta da quattro atti, la cui storia si concentra solamente nel terzo. Nell’opera adattata da Georges Bizet, è proprio il terzo atto a presentare delle variazioni.
Makoto Nijima è la diligente rappresentante d’istituto della Shujin Academy, un’autorità di tutto rispetto capace di non farsi mettere i piedi in testa nemmeno dai piani alti. Ed è da questa sua autorevolezza che deriva il suo Persona, Johanna. Ispirata alla leggenda medievale della papessa Giovanna, ella rappresenta quelle che sono le abilità atletiche e intellettive di Makoto che, come la papessa in questione, ha scalato la gerarchia del concilio studentesco divenendone capo, proprio come il mito di Giovanna. Johanna e il design di Makoto nel metaverso però mette in luce un aspetto ribelle del personaggio, con una tuta da motociclista e borchie sulle spalle e una maschera in ferro, il quale si accoppia con l’aspetto del Persona: una motocicletta. Quest’ultima, unita all’aspetto da ladro fantasma della signorina Nijima, rivela lo spirito fuorilegge della ragazza la quale, trova una somiglianza con la storia della papessa, che fu lapidata per volere della Chiesa dopo che il suo segreto venne scoperto. Anche l’arcana lega Makoto alla figura della papessa: la sua carta è Priestess, nonché la sacerdotessa in italiano o La Papesse per il tarocco di Marsiglia.
Giovanna, il mito della prima papessa della Chiesa. Ella, secondo la leggenda medievale, riuscì a nascondere la sua identità mascherando la sua femminilità. Ma a causa della inattesa gravidanza, il segreto venne alla luce durante la solenne processione di Pasqua.
La cultura pop in Persona 5
L’opera di Atlus nasconde al suo interno una cultura popolare ricchissima, variegata ed invidiabile. Basti pensare all’inclusione di tantissimi elementi estrapolati dal mondo del cinema, animazione, videoludico e via dicendo, trasformando l’eccellente JRPG in un universo incredibilmente affascinante da esplorare. Storia e cultura pop si amalgamano egregiamente nel titolo, tant’è che vi è sempre un mix dei due elementi per generare quella che poi è un’impronta artistica: i design dei Persona per esempio sono un unione di storia ed elementi di attualità. Persona 5 è ricco di questi contenuti ed è facile perdersi durante l’esplorazione, ma tutto ciò che ne deriva è puramente valore acquisito, il quale lo rende un tesoretto da custodire gelosamente. L’ispirazione è una di quelle cose che di certo non manca al team di sviluppo, che ha saputo concentrare una grandissima mole di riferimenti ed easter egg dedicati ad altre opere di ogni genere. A partire dalle interrogazioni scolastiche, in cui è celebre il riferimento a Dio Brando de Le Bizzarre Avventure di Jojo: Stardust Crusaders o a Dragon Ball Z, nel momento in cui Yosuke sistema le action figure di Futaba per replicare la posa della Squadra Ginyu. Ma ve ne sono tanti altri di riferimenti che appaiono di sfuggita, quasi da non farci caso il più delle volte. Localizzarli non è semplice, ma nel momento in cui vengono colti si concepisce il potenziale ludico-culturale della produzione e fidatevi, abbiamo soltanto scalfito la punta dell’iceberg.
In questa occasione, in cui Morgana si trasforma per la prima volta in un piccolo bus, sottolinea come tale metamorfosi sia scaturita dalla cognizione del pubblico, riferendosi al gattobus de “Il mio vicino Totoro”, celebre pellicola d’animazione dello Studio Ghibli.
Un messaggio veicolato attraverso la musica
Possiamo considerare quella di Persona 5 una delle migliori colonne sonore di questa generazione. Immancabile come sempre il tocco di Shoji Meguro, storico compositore di casa Atlus, che in collaborazione con la stupefacente voce di Lyn Inaizumi e il coinvolgimento di alcuni artisti, è riuscito a realizzare una musica impeccabile facendosi influenzare dalla magia del jazz, districandosi tra centinaia di brani uno più bello dell’altro. Ed è un pregio quello di Meguro migliorarsi di volta in volta, raggiungendo nuovi livelli acustici. La scelta e composizione di ogni brano si allinea con quella che è infine la situazione su schermo, con l’evento che sta accadendo in un dato momento, essa non stona mai ed è sempre un piacere avere una grande varietà musicale in una produzione simile.
Ma non è tutto: insieme a una base strumentale pregevole si affiancano dei testi comunicativi, i quali non accennano ad allontanarsi da quello che è infine lo spirito del videogioco in questione. Mentre con il brano “Beneath the Mask” abbiamo una base soft, con un testo incline a mostrare uno stato d’animo decisamente negativo, nascosto dalla maschera che il soggetto coinvolto indossa, con “Life will Change” tutto cambia. Si tratta di una canzone raggiante, il cui obiettivo è quello di dare la carica giusta per affrontare l’imminente padrone del palazzo e lo fa con un testo che incoraggia la ribellione, rivoluzionare non solo la società ma anche la propria vita. E a modo suo, anche la sigla d’apertura “Wake up, Get up, Get out there” segue a sua volta un percorso preciso, giudicando la società come un cumulo di identità fittizie, invitandoci, come cita il titolo della suddetta canzone, di fuggire da concezione falsata del mondo.
Il brano “Beneath the Mask” cita la seguente strofa: “Poe’s masquerade”. Questo riferimento si riallaccia alla breve storia de “La maschera della morte rossa” di Edgar Allan Poe. Questo perché, il principe Prospero nel racconto finisce nella Velvet Room, considerata come uno degli stadi della vita e dove egli stesso incontra la sua morte. La stessa Velvet Room della serie Persona si ispira proprio alla storia di Allan Poe.
Persona 5 Royal: l’essenza dell’opera di Atlus spinta all’ennesima potenza
Perché attendere Persona 5 Royal e soprattutto, perché acquistarlo anche dopo aver giocato l’edizione vanilla? Il motivo è presto detto. Non è la prima volta che un capitolo della serie principale di Persona torni sul mercato in una nuova edizione, sia chiaro, non va confusa con le classiche “edizioni definitive” o “edizioni gioco dell’anno”, le quali si limitano a includere in un unico pacchetto gioco base e contenuti aggiuntivi. Come lo fu per Persona 4 con l’edizione Golden, anche Persona 5 verrà stravolto con l’edizione Royal. Dal punto di vista narrativo e ludico oltre alle notevoli aggiunte, tra cui quella della nuova ladra fantasma, Kasumi Yoshizawa, troveremo degli stravolgimenti di trama, alcuni eventi – stando a quanto abbiamo potuto apprendere dai trailer giapponesi – verranno riscritti, così come il ruolo di alcuni personaggi. Tante meccaniche di gioco verranno introdotte sia nell’esplorazione della mappa che nel combat system, oltre al terzo risveglio dei Persona principali. Sotto il profilo contenutistico, Persona 5 Royal sarà un gioco differente da quello base, nonostante mantenga la stessa base.
Artisticamente, il titolo verrà notevolmente arricchito, a partire dalla colonna sonora che conterà circa venti brani aggiuntivi – già disponibili all’ascolto – i quali, sanciscono un netto miglioramento della composizione di Shoji Meguro, nonché un arricchimento per la libreria musicale del gioco stesso. Stando anche a quanto già anticipato dalla rete, le ispirazioni culturali e popolari saranno pressoché incrementate, riproponendo quello che è un maggiore valore acquisito a tutti gli effetti. Persona 5 Royal ad ogni modo, sarà un titolo che un appassionato di JRPG non può farsi assolutamente sfuggire, che abbia o meno giocato all’edizione base poiché, la formula perfetta tra videogioco ed arte, verrà ulteriormente perfezionata anche in Europa, a partire dal 31 marzo 2020 solo su PlayStation 4.
Persona 5 è uno dei videogiochi maggiormente riusciti di questa generazione, con una trama ben confezionata e un gameplay articolato, profondo e divertente. Lo spirito di quest’opera viene dettato da una direzione artistica eccelsa, con musiche capaci di colpire il giocatore attraverso una base strumentale e una voce suadenti. E dall’altra parte, con il contributo di Shigenori Soejima, determinante nell’impresa di rendere unico Persona 5, non possiamo che aspettarci l’inserimento di valori acquisiti capaci di migliorare l’esperienza ludica culturale del titolo. In parole povere, se avete amato l’opera di Atlus, non potete farvi sfuggire Persona 5 Royal.