David Cage si è sempre rivelato più che capace di sorprenderci con le sue opere e le tematiche trattate da esse, dall’esclusione sociale fino ai problemi relativi all’identità dei singoli. Detroit: Become Human è, di fatti, il perfetto esempio dell’attenzione riposta in tali argomenti, motivo per cui siamo rimasti sbalorditi quando Quantic Dream ha rivelato l’arrivo di Heavy Rain, Beyond: Due Anime e la storia della distopica Detroit su PC, come esclusiva Epic Games Store peraltro. Per quanto i primi due titoli siano ancora ricercatissimi nonostante gli anni, gli occhi erano puntati proprio sull’ultima opera di Cage. Abbiamo avuto modo di giocare a Detroit: Become Human per molte ore, riscoprendo i meravigliosi protagonisti e il mondo distante ma riconoscibile creato da Quantic Dream. Scopriamo così quello che è sicuramente uno dei porting più interessanti e sorprendenti dell’anno.
Bentornati a Detroit
Se vi eravate innamorati di Detroit nel 2018, ricorderete quell’universo simile al nostro e altamente tecnologico, ma non al punto da non essere identificabile oggi. La magia dell’ultimo titolo di David Cage sta proprio nel saper mostrare una città in cui riusciremmo a vivere anche se in un futuro lontano e decisamente più avanzata delle nostre. Com’era lecito aspettarsi quella Detroit, quelle tematiche, quei volti, quelle emozioni che abbiamo provate un anno fa sono rimaste quelle che ci hanno fatto tenere incollati allo schermo, con il Dualshock 4 tra le mani. La differenza? Ora è tutto più scenico, spettacolare, realistico e di conseguenza più immersivo, anche se non può essere detto lo stesso per i controlli.
Detroit: Become Human viene riportato su PC come esclusiva Epic Games Store, con specifiche tecniche prima alte e di recente salite non poco. Ma nonostante tutto, abbiamo avuto modo di giocare con tutte le opzioni grafiche al massimo delle loro capacità, e il risultato ci ha fatti impazzire: l’opera resta sui 60 fotogrammi al secondo, apparentemente senza alcun cenno di calare. Ma ad essere davvero impressionanti sono i riflessi, che sull’acqua e superfici lucide mostrano quanto Quantic Dream sia capace a realizzare piccoli capolavori visivi.
Stesso discorso per gli effetti luminosi e il modo in cui il motore grafico li renderizza in circostanze sempre diverse, senza mai risultare poco realistici o fuori posto. Insomma, quando già su PlayStation 4 Detroit: Become Human riuscì a spremere per bene la console senza mai affaticarla e rendere quella che era l’esclusiva un must per tutti i possessori dell’ammiraglia Sony, ora l’opera è sicuramente qualcosa che tutti i PC gamer non possono lasciarsi scappare se non l’hanno ancora provato. Almeno chi può.
Perché il vero difetto di Detroit: Become Human, se così si può dire, sta nei requisiti tecnici minimi e raccomandati, decisamente non adatti a moltissimi utenti che, magari, non possono permettersi un Intel Core i7 o una Ryzen 5, o ancor più una scheda video adeguata. Resta il fatto che se non potete godervi il titolo a prestazioni più o meno elevate e possedete una PlayStation 4, non ha molto senso acquistarlo per PC, ma vi conviene recuperarlo ora che il prezzo si aggira sulle venti euro. Tuttavia, se non avete l’ammiraglia di Sony e il vostro computer riesce appena a supportare Detroit, allora magari potreste farci un pensiero, cosa che potrebbe anche essere una scelta ragionevole qualora avreste intenzione di acquistare un PC più performante. Di seguito trovate i requisiti minimi e consigliati da Quantic Dream:
Detroit: Become Human – Requisiti minimi
- OS: Windows 10 (64 bit)
- CPU: Intel Core i7-3770 @ 3.4 GHz o AMD FX-8350, 4.2 GHz (da 6 a 8 core minimi molto raccomandati)
- RAM: 8GB RAM
- GPU: Nvidia GeForce GTX 780 o AMD Radeon HD 7950
- VRAM: 3GB o più
Detroit: Become Human – Requisiti consigliati
- OS: Windows 10 (64 bit)
- CPU: i5-8400 @ 2.8GHz o Ryzen 5 1600
- RAM: 16GB RAM
- GPU: Nvidia GeForce GTX 1060 o AMD Radeon RX 580
- VRAM: 4GB o più
A farci storcere il naso, però, era l’inevitabile limitazione che sarebbe convenuta dal giocare con qualunque dispositivo di input che non sia il Dualshock 4 di Sony. Chi aveva passato le ore su Detroit: Become Human su PlayStation 4, infatti, ricorderà come molti quick time event e interazioni fossero improntati sulle caratteristiche peculiari del pad di PS4: a volte capitava di doverlo spostare fisicamente per schivare un colpo o spostare il dito sul touch pad, ad esempio, per navigare tra le pagine delle riviste digitali. Tutto questo ovviamente non è possibile con il controller di Xbox One o – peggio – con mouse e tastiera, ma i movimenti vengono approssimati con un semplice movimento della levetta analogica o del mouse stesso. Il livello di immersività, infatti, cala drasticamente nel momento in cui non possediamo un Dualshock 4, e dovremo accontentarci di un gameplay parzialmente castrato, ma che vantava molto di quelle che per molti sono piccolezze, ma non per noi.
Detroit: Become Human si riafferma come un’opera impressionante e il passaggio su PC è stato talmente curato che non si percepisce affatto il peso dei così tanti mesi di distanza, anzi. Se lo avevate giocato su PlayStation 4 ma messo da parte nella vostra libreria questa potrebbe essere l’occasione giusta per riscoprire le indecisioni di Connor, le paure di Kara, le responsabilità di Marcus e il mondo distopico di David Cage cui ci siamo innamorati. Detroit è la città meravigliosa che avevamo lasciato e riscoprirla su PC con una veste rinnovata è qualcosa che ci scalda il cuore, soprattutto perché evidenzia l’attenzione di Quantic Dream nel raffinamento grafico dell’opera. Un must per chi ha un PC abbastanza performante e che non lo ha ancora giocato su PlayStation 4.