Untitled Goose Game Recensione della versione PlayStation 4

Untitled Goose Game

Ah, che bravi animali le oche. No, sul serio. Pensateci un momento. Pensate alla tradizione occidentale, in cui rientra abbondantemente anche il patrimonio italiano: l’oca è o non è un animale tranquillo, su cui si può fare affidamento, anche nelle favole? Il gioco dell’oca: un gioco da tavolo più rilassante di così non esiste, adatto a tutta la famiglia. Mamma Oca, con tutte le avventure che ne seguono, a lieto fine. Poi arriva Untitled Goose Game e viene voglia di uscire di casa imbracciando un fucile da caccia: non perché il titolo in sé sia frustrante, ma perché porta a riscoprire il lato malvagio, cattivissimo, buontempone dell’intera specie. Untitled Goose Game è uno dei giochi più divertenti e originali del 2019, e dovreste averlo capito abbondantemente nella nostra precedente recensione. Se così non è, siamo comunque tornati per analizzare la conversione su PlayStation 4 (il porting), quindi restate con noi. Honk.

La trama? Alle oche non serve

Alle Oche non serve una trama, e quindi Untitled Goose Game, il videogioco dell’oca per eccellenza, non ne ha una. Manca un qualsiasi spunto narrativo degno di questo nome, e secondo l’umilissimo parere di chi scrive, è soltanto un bene: sareste mai riusciti a prendere sul serio un videogioco con protagonista un’oca con una storia? Con uno scopo “serio” da raggiungere? Un fine verso il quale ambire? No, appunto. Untitled Goose Game nasce dal non-senso per eccellenza, è questo che gli dona tutta la sua carica carismatica, e come tale prosegue per la sua strada senza una direzione ben precisa.

Untitled Goose Game

Sia chiaro, non sarà troppo complesso capire il momento preciso in cui termina un livello e ne comincia un altro: il cambio di “situazione generale” è sempre piuttosto evidente, e in questo modo il giocatore intuisce quando vuole/deve proseguire e quando invece vale la pena tornare indietro per completare ciò che ha lasciato in sospeso. Sia come sia, l’avventura principale non offre in verità più di una manciata di ore: ma sono ore intense, intelligenti, ricche di spunti. Non sarebbe assurdo pensare Untitled Goose Game come un brillante titolo in grado di mettere alla prova il problem-solving di adulti e bambini, come ogni puzzle game deve (o dovrebbe) fare.

Gameplay con le contropiume

Come si gioca in Untitled Goose Game? Questa è la domanda fondamentale che si sarà posto ogni potenziale interessato. I video degli sviluppatori sono chiari: un’oca simpatica e infame dà fastidio a tutto il genere umano e ad esseri animati ed inanimati nei paraggi. Ora, la produzione si inserisce senza dubbio alcuno nel solco dei puzzle game veri e propri, benché in ogni punto sia chiara la natura “ibrida” e originale dell’intera struttura – che non di rado punta anche verso una minima componente d’avventura fine a se stessa, e lascia liberi di esplorare il circondario semplicemente andando a colpire e toccare cose a casaccio. Volendo potreste vivere Untitled Goose Game come un “Oca Simulator”, chiaramente perdendovi il fiore all’occhiello di tutto quanto il palcoscenico: i puzzle.

Untitled Goose Game

E quando si parla di puzzle non bisogna necessariamente pensare ad enigmi ambientali e situazionali da superare per passare al livello successivo: Untitled Goose Game non funziona così. Ogni fase del titolo propone un certo ambiente: il primo, per esempio, sarà la riva di un fiume con orto nei paraggi, coltivato con amore da un contadino. Ora, nei panni – nelle piume – dell’oca potrete agire come preferite, ma tenendo d’occhio una serie di compiti principali. Inizialmente sono guidati e semplici: “ruba un sandwich e portalo sul telo da pic-nic”, “entra nell’orto e vai a vedere cosa sta facendo il contadino” e così via. Più avanti la sfida si fa più interessante, ed il bello è che per tutto il tempo avrete questo sorriso sornione stampato sul volto.

Alcune sfide di Untitled Goose Game sono davvero degne di questo nome. Una delle prime ci ha chiesto di far sì che il contadino del primo livello si mettesse un nuovo copricapo. Non è che si può correre dal cappello appeso alla porta, afferrarlo col becco e schiaffarglielo sulla testa, sia chiaro. Tutto è studiato nei minimi dettagli: bisogna fare in modo, con il comportamento dell’oca, che lo sventurato cominci a comportarsi in un certo modo, agire in un ben determinato punto, e poi godersi tutte le goffe ed improbabili conseguenze del caso. La soddisfazione finale, ovviamente, è sempre enorme. E non nascondiamo che in certi momenti abbiamo passato un buon quarto d’ora a domandarci: “ma come diamine si fa a portare a termine questo compito”? In tutto questo avrete a schermo un’oca starnazzante pronta a dar fastidio a tutti i malcapitati di turno

La conversione di Untitled Goose Gamesu PlayStation 4

Dal punto di visto della conversione presa in sé stessa, ci siamo trovati davanti ad un ottimo lavoro: Untitled Goose Game è un gioco semplice, lineare, dotato di una direzione artistica tanto essenziale quanto efficace. Su PlayStation 4 Pro (ma non dubitiamo che lo stesso possa dirsi anche per la versione standard della console Sony) non abbiamo notato caricamenti troppo lunghi, anzi una generale stabilità degna di nota e un frame rate solidissimo sui 30 FPS. Diciamo anche la verità: non è certo questo uno dei titoli che può mettere alla prova PlayStation 4, e non ha bisogno di farlo. Semplicemente, fa piacere annotare come il porting sia di qualità, segno che questi mesi trascorsi dal lancio del titolo su PC, Nintendo Switch e poi su PlayStation 4 ed Xbox One sono stati utilizzati a dovere dagli sviluppatori.

Untitled Goose Game è un puzzle game simpaticissimo, che sprizza carisma da ogni singolo poro. Adatto ad adulti e bambini, semplicemente perfetto per tutte età, vi mette nei panni di un’oca qualsiasi, impegnata a rovinare la giornata di tutti i passanti della vicina cittadina. Offre un livello di sfida interessante ed intelligente, una progressione lineare ma non scontata, e tante ore di divertimento – ma non troppe. La conversione per console (PlayStation 4, in questo caso) non ha nulla da invidiare alle versioni per PC e Nintendo Switch già presenti sul mercato da alcuni mesi. Date una possibilità a questa produzione indipendente, perché vi conquisterà.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.