Il regista di Le Streghe di Salem (The Lords of Salem in lingua originale), Rob Zombie, dopo i remake di Halloween del 2007 e 2009 aveva bisogno di maggiore libertà d’espressione e manovra narrativa. Con l’horror movie ambientato a Salem, Zombie riesce a riottenere l’indipendenza cercata. Ma non è oro tutto quel che luccica: sono stati tanti i problemi che hanno accompagnato la realizzazione della pellicola.
Le Streghe di Salem porta gli spettatori a Salem, Massachussetts, la cittadina tristemente famosa per la caccia alle streghe nel 1693, ed esplora la storia di un gruppo di streghe che stanno cercando di riportare in vita ai giorni nostri l’antico culto debellato dall’Inquisizione. Sin dalla presentazione del film al Toronto International Film Festival, Rob Zombie espresse di essere entusiasta di poter attingere dalla propria visione senza essere soggetto al rispetto dell’opera di un altro artista.
Uno dei maggiori problemi produttivi di Le Streghe di Salem è stata la schedule di riprese davvero corta. Nel commentario del film, Zombie descrive le riprese come “22 giorni e mezzo di caos” che hanno limitato molto le possibilità di girare tutto il materiale dello script originario, come multipli flashback sulle antiche streghe di Salem. Questi flashback avrebbero dato un ulteriore sviluppo sul background storico e sul mito delle Streghe.
Richard Lynch, conosciuto per il ruolo ne La Nona Configurazione e nella serie Battlerstar Galactice, ha lavorato con Zombie in Halloween, passò a miglior vita durante le riprese. Per questo motivo il suo ruolo ha subito un re-cast e alcune scene sono state girate in post-produzione con Andrew Prine. Anche la location ha portato problemi poiché ebbe la possibilità di girare a Salem per soli tre giorni; il restante film è stato girato a Los Angeles. La ricerca della chiesa dove girare molte scene – tra cui il lungo climax musicale finale – è stata ardua, poiché nessuno permetteva a Zombie di filmare dopo aver letto la sceneggiatura.
Ma a scapito dei problemi Zombie è riuscito a confezionare un grandioso film horror, concretizzando l’espressione dell’arte come artigianalità e problem-solving.