Devil May Cry 3 Special Edition Recensione

Devil May Cry 3 Special Edition

Devil May Cry 3 Special Edition è di fatto uno dei più bei revival che ci si poteva aspettare. Il titolo originale è stato una pietra miliare dell’intrattenimento videoludico degli anni 2000, che ha rilanciato la saga dopo la delusione del capitolo precedente. Il suo ritorno su Nintendo Switch, quindi, è già di fatto un evento per i molti fan della saga, oltre che una divertente digressione per chi ha scoperto l’ironico e affascinante Dante nell’ultimo capitolo, Devil May Cry 5. All’interno di questa operazione nostalgia, Capcom ha deciso anche di aggiungere alcune feature interessanti, che ci permettono di godere appieno di tutte le caratteristiche che ci hanno fatto innamorare di questo hack’n’slash particolare e dal forte impatto heavy metal. Rispolveriamo quindi Ivory & Ebony e prepariamoci a distruggere qualche demone.

Verso la torre… di nuovo!

La storia di Devil May Cry 3, nonostante sia l’ultimo capitolo della trilogia, ci accompagna alla scoperta delle radici di Dante e della sua famiglia davvero originale. Il compito del simpaticamente arrogante eroe sarà quella di scalare la terribile Temen-Ni-Gru, una torre sulla cui cima sarà costretto ad affrontare ancora una volta il molto più freddo fratello gemello Vergil, desideroso di aprire un varco verso il mondo dell’oscurità. In aiuto di Dante accorrerà la giovane Lady, giovane cacciatrice di demoni che, nonostante un inizio travagliato con il protagonista, sarà al suo fianco per aiutarlo in questa complessa impresa. A sbarrare loro la strada ci sarà un’orda di demoni e bestie infernali, desiderosi di bloccare la scalata verso la cima. Dante, però, conosce solo un modo per superare un ostacolo: abbatterlo, nel modo più cruento e spettacolare possibile.

Devil May Cry 3 Special Edition

In Devil May Cry 3 Special Edition possiamo vestire di nuovi i panni di un Dante spregiudicato, ironico, sprezzante, coraggioso, divertente, forte, insomma in una parola sola: incredibilmente cool! L’eroe di questo capitolo è probabilmente la versione che più ha fatto innamorare i videogiocatori di tutto il mondo, ritrovatosi almeno una volta nella vita a sognare di essere come lui. In questo porting per Nintendo Switch abbiamo ancora una volta la conferma che la grafica non basta a fare il successo di un titolo, ma deve essere supportato da una storia e dei personaggi ben costruiti. Nonostante la texture a cubetti tipica degli anni ’90-2000, Devil May Cry 3 risulta ancora oggi un titolo godibile e coinvolgente, adatto sia ai giocatori della vecchia che a quelli della nuova generazione.

Volteggiando all’inferno insieme a Dante

L’elemento che più contraddistingue la saga di Devil May Cry è probabilmente la spettacolarità delle azioni di gioco. Dante salta, colpisce e volteggia in tutte le direzioni, portando a segno fendenti con la spada e alternandoli con colpi di armi da fuoco precisi e mirati. Devil May Cry 3 Special Edition ci riporta dentro questo hack’n’slash tridimensionale, nel quale saremo impegnati a distruggere più demoni possibili con tutte le armi a nostra disposizione, nel tentativo di far salire il contatore delle combo. L’importanza della spettacolarità degli scontri è proprio sottolineata da questo valore che sale, non tanto per il numero di colpi andati a segno, quanto per la varietà delle armi e delle tecniche utilizzate nell’abbattere i demoni.

Devil May Cry 3

In poco tempo ci si ritrova a muovere freneticamente le dita sui bottoni, cercando di evitare colpi non tanto per la conseguente perdita di energia vitale, quanto per non azzerare il contatore. Anche perché, alla fine di ogni livello, una bella pagella ci mostrerà i nostri risultati, assegnandoci una valutazione alfabetica che può arrivare fino alla mitica e leggendaria tripla S, un risultato che solo in pochi negli anni hanno saputo raggiungere. Al contrario, la delusione per aver conseguito uno scarso risultato ci spingerà a provare ancora e ancora il singolo livello, alla ricerca del risultato perfetto o anche solo per racimolare le sfere rosse che i mostri lasciano una volta sconfitti, fondamentali per migliorare l’attrezzatura e imparare nuove tecniche.

Morte e distruzione senza precedenti

L’alto tasso di distruzione presente nel gioco lo rende di fatto un titolo irrinunciabile. Il porting su Nintendo Switch, quindi, sarebbe stato più che sufficiente a soddisfare le esigenze dei fan. Capcom, però, ha deciso di alzare la posta, aggiungendo alcuni elementi che rendono Devil May Cry 3 Special Edition ancora più divertente. In particolare, tre sono le novità che aggiungono una marcia in più al titolo: Style Switch, Weapon Switch e Bloody Palace in modalità co-op. Quest’ultima ci permette di giocare nei panni di Dante e Virgil insieme ad un amico, affrontando i terribili demoni che popolano la torre, all’interno di un’arena suddivisa in livelli. Una modalità divertente, a cui però bisogna fare un piccolo appunto: la telecamera non sempre favorisce l’esperienza di gioco, dando una visuale limitata dell’area, soprattutto quando i due giocatori sono molto distanti tra loro. Anche durante il gioco, il nostro occhio virtuale è poco agevole e lento, laddove è possibile farlo ruotare attraverso la leva del joystick.

Devil May Cry 3 Special Edition

In Devil May Cry 3, il nostro Dante può decidere di affidarsi a differenti stili di combattimento, con i quali favorire alcune funzionalità. All’inizio di ogni missione, quindi, o utilizzando le statue della divinità posizionate in alcuni livelli, è possibile scegliere tra Trickster, per agevolare le schivate, Swordmaster, per favorire gli attacchi con la spada, Gunslinger, per gli amanti delle armi da fuoco, o Royal Guard, per massimizzare la difesa e ridurre o annullare del tutto i danni. Una scelta importante che permette di variare sensibilmente l’esperienza di gioco. In questa nuova versione, però, selezionando l’opzione Free Style, sarà possibile cambiare lo stile in qualsiasi momento del livello. La nuova funzionalità, unita a quella data dalla Weapon Switch che permette di cambiare tra tutte le armi in possesso di Dante, e non solo tra due come nella vecchia versione, rende l’obiettivo della valutazione SSS ancora più raggiungibile. Combinate insieme queste due feature, il gioco diventa purtroppo molto squilibrato, rendendo l’intera esperienza meno sfidante. Un dettaglio trascurabile considerando le bellissime coreografie distruttive che è possibile realizzare.

Devil May Cry 3 Special Edition torna in tutta la sua bellezza di scontri aerei e combo distruttive. Poca importanza riveste la presenza di una grafica decisamente datata, quando abbiamo la possibilità di tornare a combattere demoni nello stile decisamente cool e sopra le righe di Dante. Tutto questo sarebbe stato più che sufficiente per farci divertire ancora una volta con questo vecchio titolo tornato su Nintendo Switch. Le aggiunte apportate da Capcom, come la modalità co-op insieme a Vergil e la possibilità di cambiare tra i diversi stili di combattimenti e tra tutte le armi presenti nell’inventario, rendono l’intera esperienza di gioco ancora più divertente e variegata. Le aggiunte nel combattimento, allo stesso tempo, fanno diventare gli scontri più semplici da affrontare, portando a scegliere la Classic Mode per quei giocatori alla ricerca di un’esperienza di gioco più stimolante e sfidante. La pecca più grande, in ogni caso, rimane una telecamera poco puntuale e di difficile gestione, che non favorisce le azioni. A parte queste piccole sbavature, Devil May Cry 3 Special Edition ritorna in tutta la sua bellezza e forza, pronto a conquistare le nuove generazioni di videogiocatori.

VOTO: 8

Andrea Mondati nasce con il gettone per la sala giochi in mano e si massacra le dita distruggendo macchine su Street Fighter. Pur di giocare a Super Mario, prende la scossa armeggiando con un trasformatore rotto. Nella vita di tutti i giorni fa il Videomaker e il Web Editor ed è innamorato delle storie, di tutte le tipologie e forme. Cinema, videogiochi, fumetti e libri sono colonne portanti della sua vita che condivide con coloro che hanno piacere di ascoltare e, naturalmente, raccontare.