Animal Crossing New Horizons è arrivato sul mio Nintendo Switch con un tempismo perfetto. Stiamo vivendo giorni di pericolo e incertezza: è innegabile l’effetto sul nostro animo, perciò abbiamo un innato bisogno di evadere, di socializzare in maniera alternativa e di distrarci da ansie e paure. Il gioco si è dolcemente adagiato sul mio cuore, nel quale sembrava esserci proprio una fessura a forma di Animal Crossing. Sembra quasi ridicolo raccontare quanto mi abbia aiutato a gestire l’isolamento, ma il beneficio è stato tangibile. E succederà lo stesso a molti di voi: questo titolo vi farà bene, e non c’è nulla di cui vergognarsi al riguardo. Anzi con questo articolo vorrei incoraggiare tutti a lasciarsi cullare dal gioco in maniera quasi terapeutica e consigliarlo a chiunque possa apprezzarlo.
L’offerta di Tom Nook stavolta sembrava un vero affare. Un’isola deserta, ricca di fauna e flora, attraversata da ridenti ruscelli e circondata da un oceano caldo e ospitale. L’ho chiamata Lasagna. Il tutto a un prezzo ridicolo, sorprendente per gli standard del tirchio procione. Effettivamente il viaggio è andato liscio, nonostante un idrovolante non sia esattamente un jet privato super-lusso, e il paesaggio al mio arrivo era davvero incantevole. Ho potuto persino scegliere liberamente dove posizionare la tenda, ma lì sono iniziati i guai: come si fa a vivere solo con una brandina da campo, una radio e una lampada a gas? Va bene la comunione con la natura e il fascino del selvaggio, ma qui si esagera.
Animal Crossing New Horizons: l’isola è il mio parco giochi
Animal Crossing New Horizons è un titolo che vuole far vivere al giocatore l’esperienza del vero esploratore di territori. L’isola su cui approdiamo non è una giungla pericolosa, ma al contempo è del tutto priva di infrastrutture e di comodità. I primi giorni di gioco consistono in una graduale esplorazione di ciò che ci circonda: all’inizio non abbiamo la possibilità di saltare i fiumi, né di salire sui rilievi, perciò capita di sentirsi un po’ in trappola. Il piccolo spazio vitale in cui possiamo passeggiare è però pieno zeppo di piante e insetti, e il mare – come si sa- è pieno di pesci, perciò possiamo tenerci impegnati fin dall’inizio. Piano piano, il nostro orizzonte si allarga, e nel giro di qualche giorno tutta l’isola diventa il nostro parco giochi. Possiamo così apprezzare le estese spiagge con promontori rocciosi e le dolci colline ricoperte di papaveri e punteggiate da laghetti in cui nuotano carpe koi. La flora non è dissimile da quella dei titoli precedenti: l’unica differenza è la varietà dei tipi di erbacce presenti a terra, che ha valenza puramente estetica, ma è un vero piacere per gli occhi, e dovrebbe variare con le stagioni. Gli insetti e i pesci a disposizione mi sono sembrati anch’essi sovrapponibili agli altri giochi della saga, con piccole variazioni. Oltre a aggiunte, ho l’impressione che siano stati cambiati mesi e orari di apparizione dei vari animali, che, complice forse il clima più mite dell’isola, sono disponibili già a marzo. Inoltre, state attenti: l’isola è davvero piena di pericoli. Le tarantole zampettano libere ogni sera, anche in gruppi di due o tre, e le vespe – finalmente non chiamate erroneamente api – sono pronte a pungervi con cattiveria. Effetti collaterali della vita su un’isola. In Animal Crossing New Horizons inoltre non viene più segnalata la dimensione delle prede catturate. Ciò non è solo un dettaglio, poiché fa sì che i tornei di pesca e di cattura insetti non ci siano più, sostituiti da blandi equivalenti in cui bizzarre creature acquistano a peso d’oro i nostri trofei di caccia. Probabilmente per mangiarseli.
Dunque, il giocatore è spinto a essere più indipendente possibile. Nonostante i negozi man mano popolino l’isola, l’idea è di creare con le proprie mani un paradiso tutto personale. Il fai da te occupa perciò un ruolo fondamentale nel gameplay e raccogliere in giro progetti dà una certa soddisfazione, che siano di un comodino, di un’accetta o di un cappello di paglia. Possiamo ottenerli dai vicini di casa, da lettere e messaggi in bottiglia o acquistandoli, ma può anche capitare che al nostro personaggio venga in mente un prospetto tutto suo, magari pescando una lattina vuota. Buona parte delle giornate sono occupate dalla raccolta di materiali, che includono principalmente vari tipi di legna, rami, conchiglie, foglie e fiori. Ci sono ricette più o meno complesse, e alcune di esse richiedono come base altri mobili o strumenti, rendendo il tutto un po’ meno immediato di quanto si possa pensare. Non avete idea di quanto sia difficile costruire un robot gigante decorativo, che è ovviamente una necessità per ogni isola che si rispetti. Alcuni mobili ed elementi d’arredo possono inoltre essere personalizzati, variandone colori o dettagli. È possibile arredare l’intera casa senza sganciare una singola stellina, ma trovo che acquistare qualche oggetto qua e là faccia parte del divertimento, oltre a far girare l’economia isolana, il che è necessario per l’upgrade dei negozi. Costruire da soli i nostri strumenti invece è necessario: sono fragili in stile Breath of the Wild e tendono a rompersi di continuo, perciò crearne una versione potenziata e dunque più duratura di quella in vendita, è molto utile. Sto aspettando con ansia la ricetta per creare una canna da pesca d’oro. Immaginatemi a guardare male ogni giorno Tom Nook perché non l’ha ancora sbloccata.
Miglia, mie amate miglia!
Tom Nook ha creato una valuta tutta sua sull’isola, un po’ come ai concerti e nei parchi divertimento, dove ti caricano sul braccialetto i soldi virtuali. Ovviamente al di fuori di qui non vale nulla, e non ci provo nemmeno a farmele cambiare: conosco bene quell’avido imprenditore. Però sull’isola le Miglia di Nook servono tanto e mi hanno permesso di saldare il mio primo debito. Per quelli dopo il procione pretendeva sonanti Stelline. Maledetto: è una truffa!
Le Stelline sono da sempre un elemento fondamentale della serie, e anche questo nuovo capitolo non fa differenza. In parallelo è però presente una seconda valuta, le Miglia che Tom Nook ci accredita svolgendo determinati compiti sull’isola. Sono una sorta di achievement, alcuni più complessi di altri, che una volta raggiunti ci premiano con tale denaro alternativo, che può essere scambiato con alcuni premi. Nei primi giorni di gioco ottenere più Miglia possibile è uno degli obiettivi principali del giocatore, poiché sono necessarie per la prima espansione della abitazione, per allargare le tasche o cambiare look, e poiché sono l’unico modo per ottenere certi oggetti o per poter visitare altre isole, viaggio che consente di raccogliere materiali aggiuntivi per i nostri progetti. In sostanza è un loop caratterizzato da svolgere l’attività – ottenere Miglia – viaggiare – raccogliere materiali. Dopo il primo upgrade della casa, vengono aggiunti piccoli obiettivi aggiuntivi, come scattare foto o catturare uno specifico insetto, più facili da raggiungere e che cambiano quotidianamente. Proseguendo nei giorni di gioco, si tende a fare meno attenzione agli achievement e al nostro patrimonio di Miglia, ma queste rimangono necessarie per sbloccare decorazioni per la nostra isola, che si possono ottenere solamente in questo modo. Il tutto fa parte del complesso sistema del Nook Phone, che oltre all’applicazione delle Miglia ospita quella per i progetti fai da te, per i pattern personalizzati e altre utili funzioni. Incredibile averlo ricevuto gratis dal procione, no?
Ritrovare i vecchi amici
I miei nuovi migliori amici sono Attilio l’aquila e Tamara l’orsetta. Poi è arrivato anche Paolino l’elefante rosa, che sembra uscito da un sogno un po’ allucinogeno. Sono gentili e mi hanno detto di voler collaborare a migliorare l’isola, perciò ognuno di loro mi ha regalato una decorazione. Il primo mi ha portato un tombino. La seconda mi ha regalato una lapide. Il terzo mi ha rifilato un bidone dell’immondizia. Una sorta di Re Magi dell’orrido: ma che gente abbiamo fatto arrivare sulla mia povera isola?
Il life simulator promette la presenza di 383 abitanti, non è chiaro se tutti storici o anche nuovi volti. A oggi la mia isola ne ospita sette, e sono tutti provenienti da titoli precedenti, ma potrebbe essere un caso. I loro caratteri mi sembrano sovrapponibili a quelli in New Leaf e in generale sono carini e coccolosi come non mai: sembrano finiti i tempi in cui un vicino di casa potesse essere scontroso oltre ogni limite. Anche le interazioni sembrano quelle dei bei vecchi tempi, perciò ecco arrivare regali, lettere, consegne da fare, compleanni, soprannomi e chiacchierate sul senso della vita. Gli animaletti si costruiscono da soli i mobili a casa e ci tengono molto allo stile dell’arredo, ma passano la gran parte della giornata a passeggiare in giro o mangiucchiare snack seduti sull’erba, e in questo li ho invidiati: perché il protagonista non può farlo? È forse presto per giudicare, ma avrei preferito una maggiore profondità nel sistema di amicizia, che poteva essere migliorato rispetto ai titoli precedenti, mentre mi sembra identico. Stringere legami con i vicini è comunque gradevole, rende contenti e ci fa sentire molto meno soli. Possiamo inoltre decidere dove posizionare le loro case e chi invitare, in modo da tenere alla larga gli animali che ci renderebbero la vita meno piacevole. Un vero eden.
Le settimane in cui ho giocato mi hanno permesso di farmi un’idea solo parziale del titolo, data la natura del gioco che richiede mesi per scoprirne ogni segreto. Ciò nonostante ho avuto l’impressione che più che innovare, questo capitolo della saga avesse come obiettivo raffinare l’esperienza, migliorando diversi aspetti senza stravolgerne nessuno. Certo, ci sono tante piccole novità da indagare, come spettri sull’isola o frammenti di stella da utilizzare per creare strane bacchette magiche, ma non c’è nulla di davvero sorprendente. Sono invece state aggiunte una serie di migliorie che rendono più gradevole il gameplay, come un nuovo sistema per arredare casa ispirato a Happy Home Designer, o la possibilità di cambiarsi visualizzando tutti gli outfit disponibili. Tutto è più pratico e sensato, perciò l’esperienza di gioco è senza dubbio la migliore di sempre. Gli appassionati di urbanistica e coloro che puntano a creare la città perfetta ameranno la possibilità di decidere dove posizionare ogni singolo elemento, nonché di decorare l’esterno come preferiamo. Unire questa potenzialità a quella di modificare il terreno, ci rende non più sindaci, ma divinità: possiamo davvero stravolgere il paesaggio a nostro piacimento, e le potenzialità creative sono pressoché infinite. Per un giudizio completo dovrei inoltre poter testare il multiplayer locale e online, il che sarà possibile solo dopo l’uscita del titolo. La mia modifica preferita fra tutte? Che siano spariti i dannati Giroidi. Nei tre giorni dopo i temporali, non ne ho trovato nemmeno uno.
Che gli Animal Crossing siano giochi belli da vedere, non è una sorpresa. Nella mia mente anche i titoli precedenti erano meravigliosi, tutti lussureggianti boschi e spiagge bianche, ma andandoli a riprendere in mano oggi noto tutti i difetti della grafica e i pixel giganteschi. Sì, perché l’esperienza in questi titoli fa immedesimare a tal punto da valorizzare tutto più del reale, in una sorta di effetto occhiali rosa a cuoricino. Il titolo è però bello davvero: i colori sono magnifici, e le texture sono finalmente all’altezza dei nostri occhi innamorati. Fogliame, piume, pelo e squame sono ottimamente realizzate, e viene voglia di accarezzare il manto dei nostri vicini orsetti o gattini, ma non penso gradirebbero. Ottima la realizzazione anche di pesci e insetti, che finalmente fanno la loro figura. Non ho notato nessun calo di frame rate nemmeno in modalità portatile, ma ho l’impressione che il titolo non si avvicini nemmeno ai 60 FPS. Certo, per un gioco del genere non sembra un grosso problema. Le musiche che si susseguono durante la giornata non tradiscono lo stile classico del titolo, e sono gradevoli ma non troppo invadenti. Ciò che ho apprezzato più di tutto sono i rumori: camminare sull’erba, correre sulla sabbia, il fruscio delle fronde…il tutto mi trasporta direttamente sulla mia isola di Lasagna.
Animal Crossing New Horizons è il risultato di un lavoro di rifinitura e miglioramento del gameplay, che lo rende il miglior capitolo della serie. Non offre innovazioni eclatanti e d’effetto, bensì introduce novità pratiche e ben realizzate, che migliorano la nostra esperienza perfezionandola. Volare via su un’isola tutta nostra è quasi terapeutico e ci fa scordare per un attimo i problemi del quotidiano, e mai come ora mi sento di consigliare a tutti di giocare questo titolo. Godetevelo e consentitegli di farvi sentire bene.