The Wonderful 101 Remastered Recensione: il colore della forza eroica

The Wonderful 101 Remastered

Agli occhi del pubblico contemporaneo, può sembrare una manciata di eroi dai costumi simili ai PJMasks e dai poteri degli Avengers. Per un pubblico un po’ più amarcord, il richiamo immediato è ai Power Rangers. Tutto è cominciato con una campagna Kickstarter lo scorso febbraio, raggiungendo in breve tempo l’obiettivo e permettendo a Platinum Games di realizzare il suo sogno: riabilitare agli occhi dei videogiocatori un vecchio titolo, passato piuttosto in sordina in esclusiva su Nintendo Wii U. Parliamo di The Wonderful 101 Remastered, la nuova versione disponibile in digitale dal 22 maggio per Steam, PS4 e Nintendo Switch, (ma dovremo attendere luglio per la versione fisica), coloratissima e dalle grafiche rinnovate. Cos’è cambiato in questi sette, lunghi anni? Promosso o bocciato?

The Wonderful 101 Remastered: colore, pugni, azione!

Provato su PlayStation 4, questo progetto di PlatinumGames accantona decisamente i toni epici e malinconici di Babylon’s Fall e NiEr: Automata, recupera l’action e le ondate di nemici del recente Astral Chain e amalgama il tutto con tanto, tantissimo colore. Risultato? Un gioco che si presenta come un concentrato puro di azione, senza sosta e senza pause, a scapito di uno storytelling poco approfondito. Ma scopriamo meglio di cosa si tratta: come anticipavamo, parliamo di supereroi che, proprio come quelli più famosi nel mondo dei fumetti, vivono una vita apparentemente ordinaria, per poi trasformarsi in eroi super potenti all’occorrenza. Ma come mai sulle loro giacche troviamo scritto “100” se gli eroi sarebbero 101? Semplice, quell’ultimo eroe che si unisce alla squadra siamo noi giocatori, in un romantico tentativo di sfondamento della quarta parete. Le occasioni per mettere alla prova le nostre abilità non mancano proprio mai, sia in modalità storia che multigiocatore. Cominciamo il gameplay proprio in medias res; il tempo di un breve video introduttivo e siamo subito lanciati nel vivo dell’azione, grazie alla presenza sempre più frequente di combattimenti e quick time events, uno dopo l’altro, per tenere incollati i giocatori allo schermo e al pad, quest’ultimo sfruttato egregiamente in tutte le sue funzionalità.

La (Morfo)unione fa la forza

The Wonderful 101 Remastered trova il suo fulcro nel (vano) tentativo di controllare una massa disordinata di tanti, piccoli eroi, uniti in un guazzabuglio di omini simile a un formicaio impazzito, che diventa un’arma da combattimento grazie alle Morfounioni, ossia momenti specifici durante i quali emerge da un lato la creatività e la fantasia del team, dall’altro però la mancanza di suggerimenti e tutorial rende abbastanza difficile comprendere le forme da realizzare con i nostri alleati. Le Morfounioni sono la punta di diamante di un gioco in puro stile hack ‘n’ slash, dove tutti gli alleati a disposizione si uniscono per dare vita a cerchi, colonne e altre forme utilissime per combattere il nemico, superare ostacoli o inglobare nuovi alleati e dare man bassa in un numero sempre più elevato. Ma cosa comporta la creazione di letterali ammassi e colonne umane? No, non fatevi impressionare; in The Wonderful 101 Remastered non vi è lontanamente traccia di elementi splatter o di cattivo gusto, non c’è alcun pericolo di incappare in contenuti di questo tipo di dettagli e contenuti. Queste modalità di azione servono solo per impilare i nostri alleati grazie a stratagemmi che consentono di creare diverse armi e proseguire di livello in livello, abbattendo una generosa moltitudine di nemici. Le Morfounioni diventano così l’alleato fondamentale per superare alcune sequenze di gioco, tra anelli da disegnare per raccogliere alleati al nostro fianco, forme per ricreare le armi speciali dei nostri eroi e altri utili strumenti per salire su palazzi, saltare nel vuoto e molto altro ancora.

Arriviamo allora al vero punto nevralgico del gioco, unico e vero aspetto di tutto The Wonderful 101 Remastered: i combattimenti e i nemici. Non siamo di fronte a un gameplay dalla difficoltà “lacrime e sangue”, nemmeno nell’apprendimento dei comandi da sfruttare e dalle combo più potenti per sbarazzarci degli avversari, sempre introdotti da una breve schermata animata che ci indica i parametri vitali del nemico e le sue caratteristiche. Gli scontri sono davvero ricchi di effetti speciali grafici e di tante diverse mosse, in virtù della disponibilità di armi personalizzate che ogni eroe possiede. In tutto, se ne contano sette, da una tradizionale spada a un guanto rosso a forma di pugno, passando per un fucile, una frusta e altro ancora, tutte armi indispensabili per sferrare colpi micidiali e interscambiabili sia con aggeggi che raccogliamo sul percorso, sia grazie alle meccaniche di gioco fluide, ma dall’approccio inizialmente un po’ complesso. Il sistema di gioco infatti ci consente di scambiare facilmente il capitano della nostra squadra, per sfruttare le diverse abilità a seconda delle necessità, promettendo freschezza e malleabilità nel corso delle partite.

The Wonderful 101 Remastered: la forza sia con te

Tutto sta dunque nel controllo dei comandi e nel sapersi destreggiare a dovere: è fondamentale imparare a gestire sin da subito le varie combo, rivelatesi davvero superbe grazie a una risposta immediata del motore di gioco. Le prestazioni di quest’ultimo sono decisamente più che buone, con pochissimi cali di framerate e in grado di restituire ottimi risultati, complice anche la facilità di apprendimento dei comandi in battaglia. Un po’ più complessa è l’acquisizione della modalità (facoltativa) di double screen, dove possiamo sdoppiare lo schermo per affiancare la schermata di azione a quella della mappa dell’area in cui ci troviamo, al fine di localizzare meglio i nostri alleati e visualizzare nemici, oggetti da raccogliere e altro ancora. L’esperienza di gioco che ci attende è accessibile scegliendo tra tre livelli di difficoltà (Molto Facile, Facile e Normale), ma non fatevi ingannare. L’assenza della modalità “Difficile” è solo di nome e non di fatto; la difficoltà della terza modalità disponibile sarà pane per i denti dei giocatori più audaci e abili nell’uso del joystick.

The Wonderful 101 Remastered ci mette alla prova proponendoci diversi livelli, ciascuno suddiviso in missioni. Queste ultime sono di fatto degli scontri singoli tra nemici semplici e boss, tutti da sconfiggere dando il meglio di noi. Le nostre prestazioni in battaglia vengono attentamente schedate in pagelle, considerando il tempo speso, i punti accumulati e via dicendo, attribuendo medaglie che, alla fine del livello, vanno a convogliare per intero in una scheda finale complessiva. In tutta onestà, non è difficile, né raro, ottenere le medaglie d’oro e platino, ma in alcuni punti di difficile comprensione vi è il rischio di perdere un po’ di tempo e portare a casa una semplice medaglia di bronzo.

Grafiche d’antan

Abbiamo parlato solo ed esclusivamente di combattimenti, perché di fatto questa è la vera sostanza del gioco: la narrazione sottesa a The Wonderful 101 Remastered è davvero povera di contenuti. Tutti gli sforzi si sono concentrati su una resa tecnica davvero buona, ma con un comparto grafico e artistico non agli stessi livelli. Se da un lato ci è sembrata interessante la presenza dei dialoghi scritti in balloon fumettistici, dall’altro la resa visiva dei diversi dettagli dei personaggi non è di qualità ottima, tradendo le sue origini ancorate nel passato e dal character design poco smussato e naturale. Guardando infine al doppiaggio, possiamo solo fare affidamento su due o tre lingue disponibili, tra le quali manca chiaramente la localizzazione in italiano, ma possiamo contare sulla traduzione ben riuscita delle linee di dialogo nei sottotitoli.

In conclusione, The Wonderful 101 Remastered è il risultato di un lavoro complessivamente svolto bene da parte di PlatinumGames, soprattutto se consideriamo che si tratta di una rimasterizzazione e non di un remake. Proprio per questo motivo, il gioco potrebbe risultare un po’ più complicato e di difficile approccio per i neofiti, ma non per questo dalle meccaniche incomprensibili e ingestibili. Rimane comunque abbordabile, sia come prezzo, sia in termini di difficoltà, al netto di qualche aspetto un po’ vetusto nella grafica e nella povertà narrativa. Una buona occasione per riscoprire un picchiaduro tutto combattimenti e nemici “robottoni”.

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.