SpongeBob SquarePants Battle for Bikini Bottom Rehydrated Recensione: una spugna rimessa a lucido

SpongeBob SquarePants Battle for Bikini Bottom Rehydrated

Era il 1999 quando in America andò in onda per la prima volta, sotto la supervisione e la produzione della rete televisiva per ragazzi Nickelodeon, il cartone animato creato da Stephen Hillenburg SpongeBob SquarePants. Entro pochissimo tempo, la serie animata con protagonista la simpatica (e ormai iconica) spugna di mare gialla e i suoi bizzarri amici conquistarono non solo il pubblico giovanile statunitense ma anche, nel 2004, quello italiano arrivando ad essere una delle serie a cartoni animati più popolari e famose. Un successo che continua a perdurare tutt’oggi, non solo perché lo show televisivo continua ad essere trasmesso in molti Paesi, con addirittura un terzo film in arrivo a fine luglio 2020, ma anche per la mole di meme e citazioni che il pubblico dell’Internet ha cominciato a creare e condividere sui principali social network, permettendo alla famosa spugna di far breccia anche nei cuori di un pubblico più adulto. Motivato, soprattutto, dalla versatilità con cui il nostro personaggio, e comprimari annessi, riesce ad adattarsi ad ogni possibile contesto grazie alle fantasiose e improbabili espressioni e scenette comiche che riescono a comunicare qualsivoglia messaggio alla prima occhiata. Come ogni prodotto di successo che si rispetti le derive multimediali non hanno tardato ad arrivare. Non solo i già accennati tre film ma anche Musical, puntate speciali e, ovviamente, i nostri amati videogiochi. Tra il discreto numero di prodotti videoludici dedicati a SpongeBob quello che più ha fatto esaltare i fan per la propria offerta contenutistica è stato senza ombra di dubbio SpongeBob SquarePants: Battle for Bikini Bottom, platform uscito nell’ormai lontano 2003 su console casalinghe quali GameCube e PlayStation 2 e portatili come GameBoy Advance. Essendo ormai periodo di remake, remastered e rifacimenti vari, THQ Nordic ha voluto concedere una nuova giovinezza al titolo sviluppato da Heavy Iron Studios riproponendolo per tutte le console di attuale generazione rinominandolo simpaticamente SpongeBob SquarePants: Battle for Bikini Bottom Rehydrated, ad opera di Purple Lamp Studios. Siete pronti a leggere la nostra recensione? “Sì, signor Capitano!”.

SpongeBob SquarePants Battle for Bikini Bottom Rehydrated

SpongeBob SquarePants Battle for Bikini Bottom Rehydrated: una formula troppo datata

Leggendo le battute finali del paragrafo appena conclusosi spero abbiate immaginato, se non canticchiato, l’iconica sigla piratesca che funge sia da preludio ad una nuova puntata della serie animata sia da accompagnamento musicale all’interno del menù principale di SpongeBob SquarePants: Battle for Bikini Bottom Rehydrated prima di addentrarci nella, purtroppo, blanda e semplice trama che fa da sfondo alle vicende. La trama del gioco, infatti, ruota intorno ad un pretesto narrativo ed uno stile di storytelling troppo fanciullesco e datato, adatto sì ad un pubblico molto giovane ma che forse meriterebbe qualche attenzione in più. Il plot è presto detto: il malvagio Plankton, nella sua continua e ossessionata voglia di distruggere il Krusty Krab, decide di creare un esercito di robot senzienti che, per una svista dello stesso Plankton, si ribellano al proprio creatore cominciando ad invadere e infastidire l’intera Bikini Bottom. Se da un lato la pochezza narrativa potrebbe essere vista come un mero pretesto per entrare nel vivo dell’azione, dall’altro anche le stesse meccaniche di gameplay riescono a rappresentare, in maniera più concreta, la ormai datata formula di gioco che, nel contesto di remake (o remastered plus, che dir si voglia) in cui ci troviamo con SpongeBob SquarePants: Battle for Bikini Bottom Rehydrated, avrebbe potuto essere al centro di migliorie più consistenti e al passo con i tempi. Entrando nel dettaglio: nei panni di SpongeBob, Patrick e Sandy il giocatore dovrà visitare l’intera mappa di Bikini Bottom e dintorni collezionando Oggetti Scintillanti, dei fiori marini di diverso colore e valore usabili come valuta per sbloccare segreti o comprare da altri personaggi le cosiddette Spatole D’oro, anch’esse oggetti collezionabili indispensabili all’interno del titolo per progredire nell’avventura e sbloccare nuove zone e livelli della città. I modi per guadagnare gli Oggetti Scintillanti e le Spatole D’oro sono molteplici: le prime sono disseminate per tutte le aree di gioco con tanto di respawn automatico ad ogni morte e caricamento, le seconde invece, essendo il cavallo trainante dell’intera esperienza, oltre ad essere acquistabili con un determinato numero di Oggetti Scintillanti da Mr. Krabs si possono ottenere completando le missioni principali e secondarie che i personaggi più famosi della serie animata proporranno al giocatore; è possibile, infine, scambiarle con Patrick portandogli i suoi Calzini persi per tutta Bikini Bottom.

Visto che la raccolta di collezionabili e “monete” rappresenta il focus principale del titolo, questi saranno l’obiettivo primario di ogni esplorazione, salto o puzzle in cui sarà possibile imbattersi ma la cui qualità e varietà risultano sottotono e imperfetti. La mole di Oggetti Scintillanti trovabile sulle vie principali della mappa e quella raccoglibile distruggendo i robot nemici, infatti, porterà più volte il giocatore a non intraprendere percorsi o salti opzionali sulle varie piattaforme poiché risulterebbero semplicemente in un fiore marino di maggior valore, la cui raccolta non porterà nessun tipo di guadagno essenziale o soddisfacente. Anche i puzzle ambientali, utili a spezzare la monotonia tra un salto e l’altro, non sono molto vari portando il giocatore a ripetere lo stesso pattern fatto di tasti da colpire e zone da raggiungere prima dello scadere del tempo (abbastanza da poter fallire e ripetere più volte il percorso).

SpongeBob SquarePants Battle for Bikini Bottom Rehydrated

Una botta e via, tutto va in frantumi

In tutto questo, entra in gioco il fattore “botte da orbi”. Tutti e tre i personaggi giocabili potranno contare su colpi e mosse uniche utili a sbaragliare l’esercito nemico fatto di bulloni e viti: SpongeBob, ad esempio, potrà sfruttare la sua capacità di usare il potere delle bolle per colpire i nemici col suo retino o distruggere oggetti posti sopra di lui, oltre all’innata capacità di trasformarsi in una palla e rotolare per risolvere enigmi. Patrick potrà lanciare oggetti con cui stordire i nemici, azionare leve e pulsanti a distanza o congelare le zone melmose per sbloccare luoghi altrimenti inaccessibili. Per ultima, Sandy farà sfoggio del suo animo avventuroso usando un lazo per attaccare i nemici a distanza e sfruttarlo a mo’ di rampino per superare valichi che semplici salti non potrebbero permettere di superare. Ogni personaggio sarà liberamente utilizzabile per superare i livelli e potrà essere cambiato alle fermate degli autobus disseminate per la mappa. Il problema principale degli scontri corpo a corpo è legato all’estrema semplicità di questi: la maggior parte dei nemici, e ovviamente gli oggetti, potranno essere distrutti con un singolo colpo rendendo i combattimenti ripetitivi e noiosi; a nulla serve la discreta varietà degli archetipi avversari che faranno modo di permettere al giocatore di cambiare solamente il tipo di attacco da effettuare o di portare il numero di colpi necessari alla loro sconfitta da uno a due. Dato che questi scontri rappresentano il 90% dell’azione fruibile nel gioco, settano la difficoltà e il senso di sfida dell’intera produzione ad un livello troppo basso per risultare appagante o lontanamente stimolante, problematiche che un eventuale selettore di difficoltà avrebbe potuto anche leggermente limare. Come ogni platform che si rispetti, alla fine di ogni livello i nostri dovranno affrontare il boss di turno rappresentato, la maggior parte delle volte, da personaggi secondari conosciuti nel cartone animato o da robot giganti con le fattezze dei protagonisti. Le boss fight, neanche a dirlo, risultano la parte più riuscita dell’intero gameplay grazie al giusto tasso di sfida, ad un pattern d’attacco sempre vario e al loro modo di seguire dogmi e stilemi dei platform vecchia scuola che continuano a rappresentare, al contrario delle altre meccaniche, l’apice delle produzioni di genere ancora oggi.

SpongeBob SquarePants Battle for Bikini Bottom Rehydrated

Le sardine fan le moine in fondo al mar

Visto che stiamo parlando di un remake, è inutile dire che la componente più importante della produzione è quella tecnica. Il lavoro svolto da Purple Lamp Studios risulta eccezionale e minuzioso, non solo per lo svecchiamento totale di modelli poligonali e animazioni ma anche per i molteplici contenuti aggiuntivi che la software house ha voluto inaspettatamente inserire. Il titolo propone una risoluzione a 4K ottimizzata per PlayStation 4 Pro e Xbox One X, con un frame rate ancorato solidamente ai 60fps. Il colpo d’occhio risulta piacevolmente gradevole e riuscito, grazie ad un sistema di illuminazione completamente rivisto unito alla nuova palette cromatica che rende i colori molto più vivi e decisi. Anche il fogliame, quasi inesistente nella release originale, risulta ora più denso e voluminoso con animazioni legate al movimento dei personaggi. Nonostante la mole poligonale non sia particolarmente elevata, i modelli dei vari personaggi risultano ben dettagliati con animazioni molto più espressive, cartoonesche e vicine a quelle dello show animato rispetto al passato. Il level design continua ad essere articolato e funzionale all’esplorazione con la messa in scena di luoghi e paesaggi ripresi dalla serie animata e ricreati nei minimi particolari come le abitazioni di SpongeBob, Squiddi e Patrick, il Chum Bucket e il Krusty Krab, le spiagge di Goo Lagoon e il Campo di Meduse; nonostante la quasi totale assenza di interazione con gli oggetti ambientali.

Ottimo lavoro anche sul comparto audio con poche tracce musicali ma ben ritmate e mai troppo fastidiose e un doppiaggio italiano ben confezionato che mantiene tutte le voci della serie animata come Claudio Moneta per SpongeBob e Pietro Ubaldi per Patrick. L’unico cavillo risiede nelle continue frasi ripetute dai personaggi: poche, fastidiose e petulanti. Sul fronte dei sopracitati contenuti aggiuntivi segnaliamo la presenza di una nuova boss fight legata a Robo-Squiddi , una fase aggiuntiva nello scontro con Sponge-Bot e nuove zone esplorabili come il Sogno di Patrick; tutti contenuti tagliati dalla versione originale che qui riescono a dare un valore aggiunto all’opera. Un’ultima novità molto apprezzata e degna di nota è l’originale modalità multiplayer in stile Orda, giocabile sia da soli che in co-op o PvP, online o split-screen per un massimo di due giocatori.

SpongeBob SquarePants: Battle for Bikini Bottom Rehydrated è un’operazione riuscita quasi del tutto che purtroppo rischia di conquistare solamente i fan più accaniti. Se da un lato le meccaniche di gameplay risultano un po’ troppo semplici e datate, adatte ad un pubblico fin troppo giovanile che meriterebbe qualche sfida in più, dall’altro il restauro tecnico raggiunge un picco di qualità eccellente grazie ai nuovi modelli poligonali, le animazioni nuove di zecca, l’estetica più viva che mai e le gradite novità non presenti nel gioco originale, la cui sorprendente aggiunta dà un meritato e ulteriore valore al remake.    

Marco è nato e cresciuto con i videogiochi grazie alla sorella maggiore che lo faceva giocare col suo Gameboy Color. Si è appassionato definitivamente al medium dopo aver finito il primo Metal Gear Solid insieme al padre, il più bel ricordo legato a quello che è diventato uno dei suoi giochi preferiti. È un lettore appassionato di Dylan Dog. Studia recitazione e doppiaggio da circa 10 anni. Dicono faccia un'ottima imitazione di Gatto Silvestro.