Movie Robot Revolution. Dopo aver prodotto tante pellicole in cui sono protagonisti i robot, il mondo del cinema potrebbe cambiare per sempre. Ecco che arriva dal territorio del Sol Levante, sempre avanzato tecnologicamente, una notizia che appare allo stesso tempo bizzarra, scioccante e futuristica, ma in realtà assolutamente al passo coi tempi. La robotica attuale, ricordiamolo, è più avanti di quello che possiamo pensare. Un vero robot sarà protagonista di un film di fantascienza, per la prima volta nella storia. Un avvenimento epocale che diventa allo stesso tempo un precedente molto importante per l’intero settore cinematografico, ed anche per quello televisivo.
L’invenzione della robot Erica ed il film di fantascienza B
Hiroshi Hishiguro e Kohei Ogawa sono gli inventori di Erica, una ragazza robot che, in terra giapponese, è stata scelta per condurre il telegiornale nel 2018. Erica ha l’apparenza di una qualunque ragazza giapponese di 23 anni, con un viso espressivo ed un evocativo caschetto castano come acconciatura. I due padri di Erica sognavano decisamente di più per la loro creatura, ed ecco che, nel 2020, a soli due anni dal debutto nel mondo degli umani, dalla televisione l’affascinante robot ha la possibilità di fare letteralmente il grande salto, e passare al cinema. Ovviamente tutti gli appassionati di fantascienza si sono subito domandati quale fosse il ruolo migliore per una robot, ed in molti hanno risposto… esattamente se stessa! Chi meglio di un robot potrebbe essere protagonista di una pellicola a tema Science Fiction? Ed ecco che lo stesso studio di produzione responsabile del film d’animazione Loving Vincent, dedicato al pittore Vincent Van Gogh, ha adesso l’enorme budget di ben settanta milioni di dollari, grazie ad un super gruppo di produzione internazionale formato da quattro finanziatori, ovvero Bondit Capital Media, Happy Moon Productions, Ten Ten Global Media e Life Entertainment. Il colossale progetto dovrebbe essere diretto, nel 2021, dal regista Tony Kaye, e si intitolerà semplicemente B. La vera sfida adesso è rendere Erica una attrice a tutto tondo, poiché nella conduzione dei telegiornali, lo ricordiamo, non era ancora in grado di muovere corpo e braccia, interpretando il ruolo del classico mezzo busto. Il film B vede come autori Eric Pham, anche autore principale dell’idea e supervisore degli effetti visivi, Tarek Zohd e Sam Khoze, anche produttore. La trama si prospetta interessante, e parla di uno scienziato che deve liberare una ragazza robot di sua invenzione, coinvolta in un misterioso complotto basato sul miglioramento del DNA umano. Erica dovrà fare una grande prova d’attrice, non solo interpretando pattern di comportamento scritti appositamente per lei, ma dovendo anche simulare le emozioni umane, cosa che, come sappiamo, non è mai facile per un robot o un androide. Pensiamo al Comandante Data di Star Trek: The Next Generation. Hiroshi Hishiguro e Kohei Ogawa hanno pensato anche a questo. La ragazza robot ha subito un upgrade per il film, ed è stato installato nel suo cervello anche un potente software di Intelligenza Artificiale Procedurale appositamente ideato per farla muovere e recitare come un essere umano, imparando man mano che esegue il programma. Fantascienza? No, Robotica applicata al Cinema.
Movie Robot Revolution, l’affermazione degli attori artificiali
Il grande interrogativo che adesso ci si pone è uno solo, con il tempo i robot potrebbero interpretare se stessi, nei film di fantascienza, quanto in quelli di qualunque altro argomento? Alcune considerazioni importanti devono essere fatte, innanzitutto che alcuni attori abbiano avuto in passato chachet milionari, dovuti alla loro fama e al fatto che difficilmente potevano essere sostituiti. Marlon Brando, ad esempio, era stato pagato, a fine carriera, nel 1978, ben venti milioni di dollari, per un cameo di pochi minuti in Superman, ed in tempi più recenti il caso di Charlie Sheen, pagato oltre un milione di dollari ad episodio per recitare nel telefilm Due Uomini e Mezzo e circa 250.000 dollari per un solo giorno di lavoro sul set di Scary Movie V. Questi umani sono decisamente costosi, pare. In uno scenario del genere si potrebbe imporre sempre di più il ruolo degli attori robotici, cosa che ricorda, la citazione è d’obbligo, uno degli attori robot più noti dell’animazione, Calculon, protagonista della soap opera Tutti i Miei Circuiti, visto nella serie fantascientifica Futurama del 1999 ideata da Matt Groening, famigerato autore dei Simpson. Certo, la serie è ambientata nell’anno 3000, ma potrebbe diventare realtà parecchie centinaia di anni prima. Un maggior ruolo per gli attori non umani altro non sarebbe che una evoluzione di quel filone, storicamente parecchio prolifico, degli attori digitali. Pensiamo a Roger Rabbit, che interagisce con gli esseri umani, ad esempio, ed essendo un cartone animato, non è stato nemmeno pagato per il ruolo di protagonista! Stiamo scherzando, certo, ma gli attori robot non si monterebbero mai la testa come le loro controparti umane, questo è certo. Di fatto per l’industria cinematografica sarebbe un’occasione d’oro, e vedere veri robot nel ruolo di se stessi nel cinema, renderebbe il tutto parecchio realistico.
Un robot è per sempre, un umano è destinato all’oblio…
Una robot nelle mani degli umani o con la consapevolezza del proprio essere? Solo una attrice fatta di circuiti o una vera e propria persona meccanica? Questi quesiti stanno balenando nelle menti sia dei creatori che dei semplici appassionati di cinema. Il fatto di non essere umana pone l’accento su una questione molto importante. I robot non invecchiano e, potenzialmente, hanno la possibilità di restare sempre uguali a se stessi. Una marcia in più, dunque, rispetto agli attori umani che interpretano forme di vita artificiali. Ha fatto molto discutere, ad esempio, il fatto che Brent Spiner, l’attore statunitense che interpreta l’androide Data nella saga di Star Trek, al momento di riprendere il suo personaggio, nato nel 1987 in The Next Generation, per portarlo nella nuova serie Star Trek Picard era di fatto molto invecchiato, e quindi il personaggio è risultato meno credibile, del resto sono passati oltre trenta anni. Se Data fosse stato un reale robot il problema non sarebbe esistito. La possibilità di usare dei veri robot per il cinema, specie per quello Sci-Fi, ma non solo, è una opportunità unica. Il cinema potrebbe, col tempo diventare completamente digitale? Pensiamo ad attori oggi scomparsi che potrebbero tornare nei loro ruoli storici. Gli attori robot, ovviamente con il progredire del’Intelligenza Artificiale, potrebbero prendere coscienza di loro stessi, e quindi porsi in modo diverso rispetto agli umani. Non sappiamo se il compenso per il ruolo nel film vada solo alla società o sia messo da parte per le esigenze “personali” di Erica, del resto un robot può avere dei beni propri o deve essere considerato un bene egli stesso? Eppure si percepise una voglia di umanità e di affermazione del’indipendenza, come del resto successo nel celebre film L’uomo Bicentenario. Questioni filosofiche ed etiche, che hanno bisogno di parecchio ragionamento, e potrebbero non avere facilmente una risposta.
Movie Robot Revolution, i robot nel Cinema
Nel frattempo, accontentiamoci di ripercorrere alcuni momenti salienti della cinematografia con protagonisti i robot, film ben noti, ma che, con un vero robot come protagonista, c’è da ipotizzarlo, sarebbero certo stati molto diversi. Movie Robot Revolution, il futuro ha inizio, come direbbe J.J. Abrams.
1927 MARIA, Metropolis, Fritz Lang
Maria è un personaggio storicamente molto importante, perché si tratta del primo robot protagonista di un film per il cinema, in un’epoca ricca di sognatori, in cui il medium è ancora molto giovane e, oltre a non aver ancora visto il colore, non ha nemmeno il sonoro. Il caro vecchio e romantico Cinema Muto. Un’epopea sognatrice ricca di speranze per il futuro, in cui spesso la fantascienza ha un ruolo didascalico per gli spettatori. Maria è la protagonista di Metropolis, una pellicola del 1927 diretta da Fritz Lang. La storia è ambientata nel 2026, tra soli sei anni quindi, ma ben novantanove anni nel futuro, secondo il calendario del regista, in un futuro distopico ed in cui l’industrializzazione è diventato il fulcro della vita. Gli esseri umani sono divisi in un sistema di classi sociali molto rigido, nel quale le classi più deboli lavorano duramente per mantenere le classi ricche e potenti. Si, esattamente come sempre nella storia umana, e quindi un sistema che, almeno utopicamente, il film vuol fare percepire come sbagliato. Il ruolo del robot Maria, che altro non è che una vera e propria copia meccanica dell’eroina Maria in versione umana, saprà guidare gli esseri uomini verso un futuro di libertà ed eguaglianza. Un personaggio affascinante e che resta nel cuore, Maria, interpretato dall’attrice (umana) Brigitte Helm e nato dalla mente della geniale sceneggiatrice bavarese Thea von Harbou, autrice anche del romanzo omonimo e moglie, per un certo periodo, dello stesso regista del film.
1956 Robby, Il pianeta proibito, Fred M. Wilcox
Con un balzo di circa trenta anni, eccoci arrivare nei prolifici anni cinquanta, un decennio in cui la fantascienza di stampo classico ha prodotto numerose opere letterarie e cinematografiche di rilievo. Tra queste spicca un grande classico, ovvero Forbidden Planet, localizzato in Italia come Il pianeta proibito, film di fantascienza risalente al 1956 e diretto da Fred M. Wilcox. Accanto al protagonista umano, un giovane e quasi irriconoscibile Leslie Nielsen, che, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta abbiamo amato nella trilogia de La Pallottola Spuntata, troviamo un personaggio non umano di culto, ancora oggi iconico per il mondo Sci-Fi, ovvero Robby the Robot, che, oltre al seguito del film, è apparso anche in diverse serie tv, tra cui Ai Confini Della Realtà e Mork & Mindy, pubblicità e show televisivi, diventando negli anni cinquanta un vero e proprio personaggio a tutto tondo. I modellini Action Figure di Robby originali del periodo sono oggi gli oggetti più ricercati dai collezionisti. Robby è stato ideato da Robert Kinoshita, che gli ha donato il suo stesso nome, su disegni originali di Arnold Gillespie e Mentor Huebner. La cosa più interessante del robot è che, nel film era stato costruito e programmato per obbedire alle tre leggi fondamentali della robotica ideate da Isac Asimov, tra cui quella, fondamentale, di non fare mai del male ad un essere umano, a discapito persino della propria esistenza.
1982 Rachel, Blade Runner, Ridley Scott
Il commercio. È il nostro fine qui alla Tyrell. “Più umano dell’umano” è il nostro slogan…
Questo dicevano in un 2019 futuristico, che però era l’ambientazione di un film girato nel 1982, per noi lo scorso anno, seguendo l’attuale linea temporale del Pianeta Terra. Non dovremmo neanche dirvi che si tratta di una pellicola di culto come Blade Runner, perché se siete appassionati di Cinema e non la conoscete è un vostro dovere morale recuperarla, indipendentemente dal vostro anno di nascita, nemmeno i milliennial sono esenti. Più che di robot si parla di replicanti, più volgarmente chiamati dal popolo “lavori in pelle”, eppure quella tra il protagonista è una delle storie d’amore più toccanti della storia del cinema di fantascienza. Rick Deckard e Rachel non sapevano quanto sarebbe durato, e quale fosse la “data di scadenza” di Rachel, eppure l’amore tra umano e replicante è una delle storie più toccanti dell’intero settore fantascientifico.
Robot Videogames Revolution, quando i robot influenzarono il videogioco
Il già citato Robby The Robot, come abbiamo detto, ha avuto un enorme successo mediatico che parte dal mondo cinematografico stesso per ampliarsi poi in altre sfere culturali. Ma in molti lo citano anche per una importante possibile influenza crossmediale. Si, cari umani, ci spostiamo di medium in medium, ed arriviamo dal Cinema al Videogame. Il celebre Fallout 3, sequel moderno realizzato da Bethesda che ha riportato in vita la leggendaria saga ruolistica di Fallout realizzata negli anni novanta dallo sviluppatore statunitense Interplay, sembra quasi citare Robby nella forma dei Robot Protettori visti nel nuovo capitolo della saga. E se parliamo di robot non possiamo non citare la più recente opera del Maestro David Cage, che con Detroit Became Human, titolo uscito originariamente per PlayStation 4 nel 2018, la cui recensione troverete in questa pagina, dice la sua sul mondo delle persone artificiali. La visione che propone il poliedrico artista francese sul mondo dei robot è una delle più interessanti viste nel settore dei videogiochi, e vi invitiamo decisamente a scoprirla. Dai robot di Asimov fino a Data e Bender, passando per Erica e Rachel, o Maisha di Galaxy Espress 1999,ogni robot, nella narrativa come nel cinema e nei videogiochi, ha scritto una piccola grande pagina per la storia della robotica. Perché a volte, le persone artificiali, sono più umane degli umani.
Erica, la robot giapponese sarà la prima persona artificiale ad essere protagonista di un film, creando un interessante precedente nel mondo cinematografico. Per tanti anni, da quando esiste il cinema stesso, la fantascienza ha raffigurato decine di robot, interpretati però spesso da umani. Pensiamo a Maria di Metropolis, Robby di Il Pianeta Proibito o Rachel di Blade Runner. Tre esempi tra molti, ma che oggi sarebbero stati decisamente diversi se i loro personaggi, iconici, sarebbero stati interpretati da veri robot. Erica, di sicuro, nell’imminente film fantascientifico B ci farà sognare, e lascerà un segno molto importante nella storia del cinema, siamo pronti a scommetterci.