Recensione: The Kissing Booth 2, il sequel della fortunata teen comedy di Netflix

The Kissing Booth film

Benché poco apprezzato dalla critica, il film The Kissing Booth approdato nel 2018 sulla piattaforma Netflix ha ottenuto un tale successo di pubblico da spingere l’azienda a produrre un atteso sequel. In arrivo oggi, 24 luglio, The Kissing Booth 2 promette così di riprendere la storia dei protagonisti dal punto in cui l’aveva lasciata il primo film, riproponendo gli elementi chiave del suo successo. Ispirato anch’esso all’omonimo libro di Beth Reekles pubblicato sulla piattaforma WattPad, il film è nuovamente diretto dal regista Vince Marcello, con protagonisti gli affiatati Joey King, Joel Courtney e Jacob Elordi.

Se il precedente lungometraggio si chiudeva sull’appena nata storia d’amore tra Elle (King) e Noah (Elordi), costretti tuttavia a separarsi per la partenza a fini universitari di lui, il sequel conduce lo spettatore in ciò che da quella distanza si è generato. Elle, ora all’ultimo anno di liceo, è tentata di seguire il suo ragazzo andando a studiare ad Harvard. Per potersi pagare la retta, tuttavia, ha bisogno di molti soldi. L’occasione perfetta le si presenta quando viene a sapere di una competizione di ballo. Per via di un infortunio del suo amico di sempre Lee (Courtney), dovrà però fare coppia con il nuovo arrivato: Marco, ragazzo irresistibile che metterà a dura prova la sua relazione con Noah.

The Kissing Booth Netflix

 

Nuovi amori, nuovi problemi

Nel dar vita al sequel del fortunato film del 2018, Marcello e Netflix compiono un passo in avanti rispetto a quanto precedentemente realizzato, proprio come la giovane protagonista. Questa si fa infatti trovare nel mezzo di un delicato momento di crescita, dove si è divisi tra la voglia di spensieratezza e la consapevolezza di essere chiamati a responsabilità più grandi. Se nel primo film tutto ruotava intorno alla sua verginità in fatto di baci, il secondo capitolo deve infatti ora riflettere sui cambiamenti personali che l’amore porta inevitabilmente con sé. La domanda che più volte la protagonista si pone nel corso del film, “come mi vedo tra cinque anni?”, ritorna infatti ciclicamente nei momenti in cui più di altri Elle sembra smarrita, indebolita dal peso di una relazione a distanza.

Come nel più classico dei racconti romantici, sono infatti molte le prove con cui dovrà scontrarsi prima di poter davvero rispondere a quel quesito, richiestole per la candidatura ad alcune prestigiose università statunitensi. Il debito verso le più popolari tra le commedie teen è ben evidente, reso addirittura esplicito dalla presenza nel cast di un’icona come Molly Ringwald, attrice di film come Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare e Bella in rosa, che sull’amore adolescenziale hanno costruito la loro fortuna. Un genere, questo, oggi troppo spesso sottovalutato e che potrebbe invece ancora raccontare meglio di tanti altri il complesso mondo dei giovani d’oggi.

Che il film sia tratto da un’opera pubblicata su WattPad, a riguardo, la dice lunga, mantenendo infatti tutte quelle caratteristiche di serialità che avrebbe tranquillamente potuto permettere uno sviluppo ad episodi e in stagioni della storia narrata. In un catalogo dove le serie teen abbondano, tra Sex Education e Baby, distribuire un lungometraggio su tali tematiche sembra invece essere stata la chiave vincente, che ha infatti permesso al film di affermarsi tra i più visti della piattaforma. E se il primo film risultava piuttosto debole da un punto di vista narrativo, ciò fortunatamente sembra essere stato in parte corretto con questo sequel.

The Kissing Booth 2 recensione

The Kissing Booth 2: la recensione

Ciò che aveva in particolare fatto storcere il naso del primo film era la fragilità della narrazione, dei suoi eventi, e l’uso non innovativo dei classici stereotipi del genere. Se per questi ultimi non sono stati fatti significati passi in avanti, lasciando pertanto inalterate e/o inesplorate alcune sfumature dei personaggi principali, per quanto riguarda la sceneggiatura e la sua struttura si avverte un piccolo miglioramento. Ciò che accade e che dovrà accadere è perfettamente prevedibile sin dai primi minuti, e ciò in buona parte può spegnere l’attenzione nei confronti del film, ma un incastro più solido nella consequenzialità degli eventi aiuta lo spettatore a non perdersi del tutto.

Ciò tuttavia non giustifica la durata del film, pari a 2 ore e 11 minuti, quasi mezz’ora in più rispetto al precedente capitolo. Per un film di questo genere, un minutaggio di questo tipo rischia di appesantire e smorzare il brio e la freschezza che invece dovrebbero caratterizzare il titolo. Diversi tra gli eventi presenti nel film avrebbero infatti potuto tranquillamente venir tagliati o quantomeno ridotti, specialmente quelli che non godono di una messa in scena particolarmente memorabile.

Nonostante ciò, The Kissing Booth 2 mostra un leggero miglioramento rispetto a quanto precedentemente visto, lasciando sperare che in vista di un possibile terzo capitolo vi possa essere un’ulteriore crescita qualitativa. Il vero punto di forza, in fin dei conti, sembra poter essere ritrovato nella giovane protagonista, la quale riesce in modo inaspettato a generare negli spettatori una sorta di affetto nei suoi confronti, raccogliendo su di sé l’eredità di una lunga fila di attrici divenute celebri grazie a questo genere.

Gianmaria è sempre stato un grande appassionato di cinema e scrittura, tanto da volerne fare la sua professione. Studiando queste materie all'Università decide di fondere le sue passioni nella critica cinematografica e nella scrittura di sceneggiature. Tra i suoi autori preferiti vi sono Spike Jonze, Noah Baumbach e Richard Linklater.