Mobile Suit Gundam Extreme Vs. Maxi Boost On Recensione: botte da mech

Mobile Suit Gundam Extreme vs Maxiboost On

Mobile Suit Gundam ci accompagna ormai da oltre quarant’anni, i più anzianotti ricorderanno le epiche battaglie tra mecha agli albori degli anni ottanta, quando il cartone animato venne trasmesso per la prima volta in Italia su Telemontecarlo. Parliamo di un’era in cui serie televisive come Daitarn 3 e Mazinga stregavano i bambini attraverso un tubo catodico a suon di raggi fotonici, un’era che col passare degli anni ha avuto i suoi alti e bassi, per acquisire un nuovo vigore negli ultimi due decenni. La passione che lega molti ai mecha oggigiorno si rifà in special modo a prodotti come Full Metal Panic, Code Geass e i nuovi riadattamenti delle leggende come Gundam e Mazinga, i quali sono riusciti a ritrovare un piccolo spazio nel cuore di tutti noi.

In special modo, il successo legato a Mobile Suit Gundam a permesso a quest’ultimo di espandersi in vari rami, tra cui quello dell’industria videoludica. Difatti il brand può contare su una miriade di videogiochi pubblicati in tutto il mondo, centinaia di titoli che hanno intrattenuto i propri fan su ogni sistema d’intrattenimento possibile, alimentando un successo senza fine, soprattutto in Giappone. Queste premesse sono importanti, poiché oggi possiamo finalmente parlarvi di Mobile Suit Gundam Extreme Vs. Maxiboost On, nuovo capitolo crossover interamente dedicato ai fan del leggendario mecha. Dopo aver testato in maniera approfondita questo nuovo titolo della serie, siamo finalmente pronti per parlarvene in questa nuova recensione.

Mobile Suit Gundam Extreme Vs. Maxi Boost On: l’epico crossover infuria in Europa!

Il nuovo capitolo della sotto serie “Vs.” di Mobile Suit Gundam riprende a piene mani alcuni degli aspetti principali del suo predecessore “Extreme Vs-Force” approdato su PlayStation Vita. A partire dal gioco in singolo in cui troviamo una piacevole sorpresa: il multigiocatore locale e quello online, per affrontare le missioni in compagnia di un amico. Troviamo le battaglie Branch, una serie di battaglie basate su diversi scenari, in cui il giocatore dovrà affrontare dei nemici con una difficoltà crescente. A corredare infine il single-player, vi sono anche le missioni Maxi Boost, strutturate su una scacchiera la quale vi condurrà attraverso una miriade di missioni verso la boss fight finale di turno. La varietà delle missioni proposte è assolutamente scarsa, l’unico obiettivo posto è quello di sconfiggere le truppe nemiche con il Gundam scelto per la battaglia, ciononostante, vi sono delle piccole variazioni che rendono questa monotonia meno asfissiante. Difatti in questa modalità vi sono le break mission, dove si affronteranno degli obiettivi speciali, mentre nei Time Attack il giocatore dovrà sconfiggere tutti i nemici entro lo scadere del tempo.

Il single-player di Maxi Boost On è alquanto scarso di contenuti, difatti non abbiamo riscontrato una varietà nelle missioni che portavamo a termine. Tutti i livelli hanno un obiettivo comune, eliminando sul nascere qualsiasi forma di evoluzione che non fosse legata alla difficoltà e al livello dell’IA, la quale si rafforza man mano che si avanza nelle modalità Branch Battle e missioni Maxi Boost. Inoltre, l’assenza di un pretesto narrativo che spinga il giocatore ad esplorare in maniera approfondita il giocatore singolo, impedisce al titolo di intrattenere come un videogioco qualsiasi dovrebbe fare, tanto da appoggiare il pad sulla scrivania dopo solo qualche ora di gioco. Se non altro, l’ostentazione di ricercare qualcosa che potesse aggiungere qualche punto a favore alla produzione, ci ha portati ad un punto morto con il giocatore singolo, il quale, si conferma come un gigantesco loop di eliminazioni. In tutto ciò troviamo anche un multigiocatore: tale modalità risulta quasi inaccessibile al momento, sia per la scarsa presenza di giocatori nei server del titolo, sia per l’infrastruttura online del titolo, la quale non riesce addirittura ad avviare una partita, figuriamoci a terminarla.

Un campo di battaglia piuttosto confusionario

Quello di Maxi Boost On è un gameplay di natura Arcade, riprendendo di pari passo le meccaniche ludiche di Extreme Vs-Force. Infatti l’ultimo capitolo della serie Versus approdato prima sui cabinati arcade in Giappone, traspone una giocabilità che su console si rivela pessima. Il combattimento risulta essere estremamente confusionario, capire cosa accade su schermo è stato piuttosto difficile e la mappatura dei comandi non ha aiutato nel tentativo di padroneggiare le meccaniche di gameplay. Questo fattore ci ha impedito di gustare con pacatezza l’ultimo arrivato della serie Versus, il quale non si preoccupa minimamente di introdurre a coloro che si affacciano per la prima volta al brand, le fondamenta del sistema di combattimento. Quest’ultimo, pad alla mano, risulta essere piuttosto rigido e l’input lag dei comandi impartiti ha reso ostico anche il metter a segno un colpo di blaster. Ogni Gundam dopotutto è dotato di due armi di base: un fucile blaster per un approccio a lungo raggio e un’arma melee all’insegna di un combattimento ravvicinato. La mappatura dei comandi infatti può rendere difficoltoso per i giocatori meno avvezzi, l’utilizzo di abilità speciali che contraddistinguono i mech a disposizione, limitando quest’ultimi ad utilizzare unicamente gli attacchi base del sistema di combattimento. Inoltre, ogni modello di Gundam possiede un’abilità EX grazie alla quale sarà in grado di eliminare il bersaglio colpito in un colpo secco.

L’azione in terza persona ha luogo negli scenari proposti da Maxi Boost On, dei rettangoli in cui il pilota del Gundam può spostarsi liberamente per braccare il nemico. Spesso e volentieri il giocatore verrà affiancato da un compagno gestito dall’intelligenza artificiale, a cui sarà possibile comunicare degli ordini durante la battaglia. Vi è una grande varietà di Gundam, ognuno dei quali sono stati estrapolati dalle serie animate e di videogiochi che hanno arricchito il marchio di Mobile Suit Gundam. Ogni mech vanta di armamenti propri con tanto di abilità utilizzabili in battaglia, tanto da dare una piccola varietà in un contesto ludico molto amaro. In tutto ciò si aggiungono anche le battaglie libere, dove poter testare ogni Gundam con un’ampia selezione di impostazioni. In soldoni, Maxi Boost On si presenta come un titolo ripetitivo nella sua componente ludica e confusionario, caratterizzato da meccaniche di gioco molto rudimentali. Rispetto a Extreme Vs-Force, il titolo compie diversi passi indietro.

Una tecnica decisamente poco Extreme

Come abbiamo già dichiarato poco fa, Maxi Boost On è il porting della versione originale sviluppata su cabinato arcade. Arrivato da poco in Europa, il titolo su PlayStation 4 mostra diversi rimasugli a livello tecnico della sua piattaforma d’origine. Aldilà della mappatura dei comandi, decisamente incompatibile con un pad, il gameplay ha un feeling alquanto rigido, ricalcando diversi difetti comuni delle produzioni nipponiche. Troviamo più di quaranta arene in cui poterci scontrare contro il nemico, ognuna delle quali è stata caratterizzata da un level design a dir poco monotono, seppur l’estetica è in qualche modo accattivante. Inutile parlare invece della fedeltà dei modelli di ciascun gundam, d’altronde in un titolo estremamente fanservice, questo è uno degli elementi basilari che costituiscono il prodotto in questione, ed è stato riprodotto con una certa minuzia. Il comparto tecnico, purtroppo, è obsoleto. Non bastano di certo i sessanta fotogrammi al secondo per convincerci del tutto, dato che dal punto di vista grafico, Maxi Boost On sembra sentire in qualche modo “il peso degli anni”, seppur in fin dei conti è così giovincello.

E’ vero, la varietà degli stage disponibili per le battaglie è un bel colpo nell’occhio, eppure il titolo necessita di un miglioramento grafico che avrebbe potuto permettergli di contraddistinguersi dal marasma nipponico. Troviamo delle texture poco curate e gli assett si ripetono più volte negli scenari, confermando quello che definiamo un lavoro approssimativo. Dal punto di vista della colonna sonora, troviamo diversi brani incalzanti tratti dalle serie animate originali, mentre il comparto sonoro non ha mostrato segni di debolezza, con una qualità audio standardizzata. Il titolo inoltre opta per una localizzazione inglese per il mercato globale.

In sostanza, Maxi Boost On non ci ha affatto colpiti e anzi, ci ha lasciati particolarmente perplessi. Il titolo soffre di una quantità scarsa di contenuti per il gioco in singolo, e quel che vi si trova al suo interno manca di varietà e profondità. L’assenza di una storia concreta che non rimanga una pura macchietta si fa sentire, così come uno scopo preciso o un pretesto per andare avanti che incoraggi il giocatore ad assaporare tutta l’offerta ludica del titolo. Come se non bastasse, la natura da cabinato arcade del gioco influisce negativamente sulla versione console, tant’è che il gameplay risulta confusionario e rigido nell’esecuzione: non basta la varietà dei mech a disposizione o degli stage presenti a salvare una situazione così pessima.

 

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.