La serie di Kingdom Hearts ci accompagna da quasi vent’anni ormai, le epiche avventure di Sora, Pippo e Paperino ci hanno coinvolto nella lotta tra luce ed oscurità attraverso un immaginario che va oltre alla semplice sponsorizzazione dei prodotti Disney, imbastendo un canovaccio narrativo a dir poco complesso. Non è una novità che la saga di Tetsuya Nomura col passare degli anni, abbia scaturito in noi più dubbi che certezze, pianificando un percorso che non trovava mai la tappa decisiva al capitolo successivo. Dopotutto, diverse risposte ad alcune domande arrivavano puntualmente dopo anni in un altro gioco della saga, e non siamo affatto sorpresi riguardo agli interrogativi lasciati in sospeso addirittura in Kingdom Hearts 3 e siamo sicuri che anche Kingdom Hearts Melody of Memory ci lascerà ai titoli di coda con qualche perplessità.
Il nuovo capitolo, che ricordiamo, sarà un Rythm-Game, avrà come protagonista Kairi, una figura che in Kingdom Hearts non ha mai avuto un ruolo degno da co-protagonista. Non è così sbagliato definirla come “la principessa da salvare” di Sora, che ne raffigura il cavaliere delle fiabe, ma è sempre stato fatto intendere che per la ragazza sono stati riservati ben altri piani, con la speranza di vedere anche un riscatto da parte di questo personaggio, rimasto ancorato ad un ruolo marginale fino ad oggi. In occasione di Kingdom Hearts Melody of Memory in uscita il 13 novembre su PlayStation 4 e Xbox One, e per la prima volta anche su Nintendo Switch, esploriamo il personaggio di Kairi dalla sua prima apparizione ad oggi, imbastendo qualche aspettativa sul suo futuro. Ovviamente, per seguire la storia di Kairi e tracciarne il percorso, vi saranno inevitabili spoiler sulla trama della saga, pertanto, vi invitiamo a recuperare – qualora non lo abbiate ancora fatto – i nostri riassunti (Parte 1, Parte 2, Parte 3) curati dal nostro Luca Fiorentini. Non ci resta dunque che effettuare un tuffo in questo nostro nuovo editoriale.
Kairi, un cuore di pura luce e protagonista di Kingdom Hearts Melody of Memory
Kairi nel complesso mosaico di Kingdom Hearts, è la migliore amica di Sora ed insieme a Riku, formano il trio protagonista delle vicende narrate nella saga di Tetsuya Nomura. E’ originaria di Radiant Garden e la sua prima apparizione avviene in Kingdom Hearts: Birth By Sleep, nel momento in cui viene salvata da Aqua dall’attacco dei Nesciens. Proprio in quel momento, quando aveva quattro anni e viva con la nonna, innescò inconsapevolmente il rituale della Successione, ereditando in questo modo il potere del Keyblade dalla neo maestra. Quest’ultima avvertì in lei un cuore di pura luce, un indizio che la indicava come principessa del cuore, una figura che vedremo più avanti in questo articolo. Dopo l’evento, che vede anche l’apparizione di Re Topolino, Aqua regalerà un ciondolo speciale, una sorta di guida che le permetterà di sfuggire all’oscurità, e raggiungere un luogo sicuro inseguendo la luce: proprio così raggiungerà le Isole del Destino, un luogo fin troppo iconico per la trama. Il suo personaggio raffigura la semplice purezza, data soprattutto dal suo cuore privo di alcuna traccia di oscurità, questo fattore la renderà bersaglio di Ansem, alla ricerca delle sette principesse del cuore, per aprire il Kingdom Hearts e raggiungere il suo obiettivo.
Kairi è estremamente legata a Sora, tanto da rappresentare quella luce da raggiungere per il portatore del keyblade quando deve fuggire dall’oscurità. Non a caso, in Kingdom Hearts 2 nel finale, il messaggio da lei scritto per Sora rappresenta quell’uscita che conduce al di fuori del Regno d’Oscurità, riportandolo insieme a Riku alle Isole del Destino, in un finale incredibilmente emozionante. Nel suo piccolo, Kairi compie un’evoluzione in tutta la saga, con alti e bassi che sortiscono determinati effetti sulla validità del suo personaggio. Lo sviluppo del personaggio è servito nei capitoli numerati, mentre la sua presenza si riduce ad una semplice comparsa in capitoli come Dream Drop Distance e 0.2 Birth By Sleep: Fragmentary Passage, eppure parliamo di un personaggio dal grande potenziale narrativo che purtroppo, subirà una caratterizzazione turbolenta negli eventi rappresentati nei capitoli numerati.
Una principessa da salvare
Nel primo capitolo della serie, Kairi ci viene presentata come una ragazza che sa il fatto suo, incuriosendo Sora e Riku informandoli dell’esistenza di altri mondi, un qualcosa di raggiungibile soltanto oltrepassando l’orizzonte delle Isole del Destino. Dopotutto, ella proviene da un’altra realtà rispetto a quella dei suoi due amici, che fanno la figura degli allegri campagnoli, ma tale rivelazione li spingerà ad intraprendere un viaggio unico. La vediamo attraverso gli occhi di Sora, con un sorriso raggiante stampato sul viso, e la sua presenza è come un raggio di sole che illumina quell’atollo tropicale, l’unica luce che sarà capace di tirare fuori il ragazzo dall’oscurità. Perché infondo, il ruolo di Kairi è lo stesso del ciondolo donatogli da Aqua, rappresentando quella luce nell’oscurità che Sora deve seguire per uscirne. E quando la luce di Kairi si allontanerà, portata via dal flusso degli eventi, quel mondo in cui Sora e Riku sono cresciuti, sprofonderà nell’oscurità. Da qui inizia la turbolenta vita di Kairi, passando per buona parte di Kingdom Hearts in uno stato comatoso.
In questo capitolo, Kairi rappresenta la tipica principessa intrappolata in un castello, con Sora che ricoprirà il ruolo del cavaliere pronto a tutto per salvarla. Non a caso, parte della narrazione si concentra anche sulle sorti della principessa del cuore, che rimane l’obiettivo per cui Sora decide di liberare i mondi con l’ausilio della Catena Regale. Mentre il cuore di Kairi risiede in quello di Sora, come dimora scelta nel momento in cui corpo e cuore della ragazza si sono separati mentre le Isole del Destino venivano divorate dall’oscurità, la ragazza passerà per buona parte del titolo in uno stato comatoso, sotto le grinfie di Malefica e Riku, soggiogato dall’oscurità di Ansem. Eppure, non passerà molto tempo prima di vedere un inversione dei ruoli tra Sora e Kairi, specie nel momento in cui sarà l’amico a sacrificarsi per restituirle il cuore, trasformandosi in un heartless divorato dall’oscurità. In questo frangente, Kairi passa dall’essere una semplice principessa – se vogliamo anche stereotipata – e diventa la salvatrice di Sora, redimendolo grazie ai suoi poteri facendolo tornare nella sua forma normale. Sarà sempre lei a donare il Portafortuna al ragazzo, che a sua volta lo tramuterà in un potente Keyblade, ma sarà anche l’ultima persona che Sora vedrà prima di essere trascinato sulla via del Castello dell’Oblio, entrambi separati dal destino ma uniti dalla promessa di rincontrarsi in futuro.
Il risveglio del Keyblade
Dopo gli eventi del primo Kingdom Hearts il tempo passa e Kairi, ormai quindicenne, ha ripreso la sua normale vita, frequentando la scuola insieme alla sua amica Selphie. Non vi è attimo in cui non abbia pensato ai suoi amici, interrogandosi su dove si trovino in quel momento, cosa stiano facendo e semmai un giorno li rincontrerà, il tutto continuando a fissare quell’orizzonte che scrutava una volta insieme agli amici sulle Isole del Destino. In questo momento abbiamo una Kairi riservata, non molto propensa al dialogo, come se quella luce radiosa che emanava si fosse indebolita a causa della solitudine che ha vissuto negli ultimi anni, e i suoi ricordi stavano per sgretolarsi, tanto da riuscire quasi a dimenticare i nomi di Sora e Riku. Ma non passa molto tempo prima che il destino torni a bussare alla sua porta, con Axel (membro dell’Organizzazione XIII), che le offre il suo aiuto per ricondurla da Sora, trovandola sulle Isole del Destino. La ragazza, non fidandosi, declina il suo aiuto, fuggendo con l’aiuto di Pluto (il cane di Re Topolino) verso un portale d’oscurità che la condurrà a Crepuscopoli. Qui incontrerà Heyner, Pence ed Olette, i quali informeranno la ragazza di Sora, dandole quel barlume di speranza di rincontrarlo prima o poi. La fuga però non è servita affatto e braccata nuovamente da Axel, Kairi viene catturata e portata al Castello che non esiste, quartier generale dell’Organizzazione XIII, e riconosciuta da Saix come Principessa del cuore, viene condotta in una cella e tenuta prigioniera.
Torna dunque il ruolo della principessa imprigionata nella torre, seppur questa volta, sarà Naminé a liberare la ragazza, permettendole di fuggire attraverso un portale. Sarà qui che il trio inizierà a ricongiungersi, con l’incontro tra Kairi e Riku, il quale, consegnerà alla ragazza il Keyblade “Fatalità” (precedentemente appartenuto ad Aqua) con il quale, potrà combattere l’ondata di Berserker scagliata da Saix che ha scoperto l’inganno. Finalmente, la principessa del cuore è diventata una portatrice del Keyblade, ed è pronta a fiancheggiare i suoi amici nella battaglia contro i superstiti dell’Organizzazione XIII, più determinata che mai a combattere. Ciò che più stupisce del personaggio di Kairi in Kingdom Hearts 2 arriva proprio nelle battute finali, nel momento in cui Sora e Riku, ormai ritenuti spacciati, rimangono intrappolati nel Reame dell’Oscurità, su quella spiaggia che più volte abbiamo intravisto nelle varie iterazioni della serie. Quando tutto sembrava ormai essere segnato, sarà proprio Kairi e la purezza del suo cuore a trarre in salvo e ricondurre i ragazzi alle Isole del Destino, con un messaggio in custodito in una bottiglia, arrivato fino a loro. Ed è così che si apre una via di fuga, la quale permetterà al trio di riunirsi una volta per tutte, riconducendoli da quella loro amica che non ha mai smesso di credere in loro.
Un ruolo marginale
Nonostante Kairi abbia avuto una grande importanza nei due capitoli numerati sinora trattati, il suo personaggio acquisisce un ruolo puramente marginale fin quando non torniamo ad impersonare Sora in Kingdom Hearts 3. Infatti, la ragazza apparirà in varie forme negli altri titoli, come in Union X il cui nome verrà per la prima volta nominato in un dialogo che vede coinvolta Malefica. In Kingdom Hearts: Chain of Memories apparirà sotto forma di illusioni agli occhi di Sora, mentre i suoi ricordi venivano pian piano manipolati da Naminé, il nessuno di Kairi. Ma indubbiamente, la ragazza otterrà un suo momento di gloria verso le battute finali di Kingdom Hearts: Dream Drop Distance, nel momento in cui il maestro Yen Sid riconoscerà il suo potenziale da portatrice del Keyblade e la inviterà ad entrare nei Guardiani della Luce, coloro che combatteranno il maestro Xehanort nello scontro decisivo. Ella dovrà allenarsi per affinare le sue abilità, ma non sarà sola: insieme a lei, si allenerà Axel, il quale ha lasciato definitivamente l’Organizzazione XIII ed è tornato ad essere il suo qualcuno: Lea, già apparso in Kingdom Hearts Birth By Sleep. Il suo allenamento però, avrà inizio soltanto in Kingdom Hearts 0.2 Birth By Sleep: A Fragmentary Passage, dove la rivedremo ancora una volta sul finale.
Nei passaggi che separano i capitoli numerati, Kairi appare poco e la sua presenza è ridotta all’osso, mancando svariate occasioni per lo sviluppo del suo personaggio, evolutosi già in Kingdom Hearts e Kingdom Hearts 2. In tutto ciò, vengono vanificati gli sforzi della ragazza che, da semplice ragazzina innocente, diventa un punto di riferimento per Sora e Riku nel momento in cui devono sfuggire all’oscurità, rappresentando una sorta di figura guida per i due ragazzi.
Un’occasione mancata
Sebbene Kairi si sia affermata durante lo sviluppo della saga come un personaggio polarizzante con la sua purezza, la sua forza ed un animo incrollabile, capace di superare il peso del tempo, in Kingdom Hearts 3 abbiamo un crollo di tale figura. Questo perché, nonostante il duro allenamento che conseguirà sotto le direttive del maestro Yen Sid e in compagnia di Lea, il suo apporto alla battaglia finale verrà ridotto in frantumi sulle battute finali, mancando l’occasione di esprimere il potenziale di tale personaggio. Nella battaglia finale al Cimitero del Keyblade, i guardiani si ritroveranno ad affrontare un’ondata di heartles, nesciens e nessuno, dove Kairi si farà valere in combattimento. Eppure, tutto il coraggio dimostrato sinora dalla ragazza svanisce dinanzi al Keyblade di Terra-Xehanort, le cui capacità combattive sono bastate a metter fuori gioco tutti i Guardiani della luce, seppur l’intervento di Sora, Pippo e Paperino sia riuscito a trarla in salvo. Ma nel momento in cui sopraggiunge la sconfitta, dove Kairi è l’unica sopravvissuta insieme a Sora, ella rievoca il suo amico ormai ricompostosi nel limbo chiamato il Mondo Finale, il quale utilizzerà in maniera sconsiderata il potere del risveglio per riportare indietro i suoi amici e tornare indietro nel tempo. In questo modo si crea una singolarità dove tutto si annulla e si riparte dallo scontro al cimitero, dove gli eventi subiranno una piega diversa. I guardiani si separeranno per ingaggiare degli scontri a gruppi con la vera Organizzazione XIII, e Kairi e Lea si ritroveranno ad affrontare Saix, Xemnas e Xion, dove verranno inevitabilmente sopraffatti. Seppur lo scontro si risolvi nell’arrivo di Sora e Roxas, e Xion che si ribella al volere Xehanort, Xemnas rapirà Kairi – di nuovo – , facendola sparire del tutto. Nel momento in cui mancherà solo una chiave per forgiare finalmente il chi-blade, Xehanort farà apparire davanti agli occhi di Sora Kairi, che si trova in uno stato di sonno profondo, uccidendola senza alcuna pietà e scaturendo in lui una rabbia pura, lo scontro sarà inevitabile, così come l’ottenimento del pezzo mancante per forgiare il keyblade supremo.
Conclusa la battaglia, con Kairi ormai defunta, Sora deciderà di utilizzare un’ultima volta il potere del risveglio per riportare in vita la ragazza, recuperando i frammenti del suo cuore – e ricomporlo – negli eventi che avranno luogo nel DLC ReMind, dove verrà spiegato come Sora sia riuscito a compiere la sua missione. Eppure, tale evento, scaturirà delle inevitabili conseguenze le quali, strapperanno quell’ingenuo ragazzo dalle braccia di Kairi, una scena che sancisce con molta probabilità, una delle scene più toccanti della saga. Separati di nuovo, con la speranza di ritrovarsi proprio come nel primo Kingdom Hearts, cos’altro attenderà alla portatrice del keybalde, la principessa dal cuore puro capace di essere quel faro di speranza per i suoi amici anche nell’oscurità più tetra? Una delle tante pecche di Kingdom Hearts 3 è sicuramente l’incapacità di sviluppare ulteriormente il personaggio di Kairi, i cui sforzi nei momenti clou del gioco vengono vanificati nonostante la forza, l’allenamento e il coraggio accumulato per affrontare una battaglia così importante.
Kingdom Hearts: un cuore comunicante
Prima di avviarci verso Kingdom Hearts Memory of Melody, dobbiamo visitare alcuni aspetti fondamentali di Kairi e soprattutto, quei fattori che la rendono il volto femminile principale della serie. Nella sua figura abbiamo visto la purezza, data da un cuore privo di qualsiasi forma d’oscurità, quasi da sottolinearne un aspetto angelico dato dal suo docile viso e gli occhi che riflettono l’oceano, ma anche il coraggio maturato durante gli eventi che la hanno coinvolta l’hanno spinta a diventare una guerriera, superando quello scoglio dato dal ruolo della classica principessa da salvare. Tale maturazione, avvenuta soprattutto tra il primo e secondo capitolo della saga, viene fermata nel momento più importante, in quel passaggio che avrebbe potuto consacrarla come eroina del famoso trio, eppure, anche per una gestione narrativa non proprio eccelsa, tale occasione è stata sprecata.
Eppure, Kairi rappresenta una fonte di legami, che coinvolgono perlomeno quasi tutti i personaggi protagonisti della saga. A partire da Sora e Riku, i suoi migliori amici, Aqua che è la sua mentore e protettrice grazie al ciondolo regalatole e il Keyblade ereditato, Xion e Naminé, i suoi nessuno nati dagli eventi del primo Kingdom Hearts. Insieme a Sora, costituisce quell’unione nata tra Naminé e Roxas, mentre Lea rivedrà e ricorderà in lei Xion. Sempre grazie al suo cuore e tramite l’utilizzo della replica, Naminé potrà finalmente vivere una vita normale, e più volte, Sora ha trovato in lei quella luce che lo ha guidato verso la retta via, che si trattasse di fuggire dall’oscurità o di riavvolgere gli eventi. Nonostante la sua apparente “inutilità”, data da capacità combattive ancora sopite, Kairi è sempre stata una figura in grado di aiutare Sora e Riku, eliminando dai loro cuori l’oscurità grazie alla purezza della sua luce.
Sarà una degna protagonista di Kingdom Hearts Melody of Memory?
La saga di Kingdom Hearts nelle sue numerose iterazioni ha avuto diversi protagonisti, a partire da Sora, quello principale, al trio Aqua (anche in 0.2 ), Terra, Ventus in Birth By Sleep, fino ad arrivare a Roxas in 358/2 Days e anche al ruolo di co-protagonista ricoperto da Riku in Chain of Memories e Dream Drop Distance. Anche Xehanort può vantare un ruolo da protagonista in Kingdom Hearts Dark Road, il capitolo approdato quest’anno sui dispositivi mobili, dunque, perché Kairi non può essere una protagonista e soprattutto, esser degna di tale ruolo? La risposta, risiede in Kingdom Hearts: Melody of Memory, il capitolo Rythm Game previsto per il 13 novembre su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. In questa iterazione del tutto inedita, impersoneremo Kairi nel pieno svolgersi di Kingdom Hearts 3: ReMind, esattamente nell’episodio che ci vedrà impegnati contro le versioni data della vera Organizzazione XIII. In questo capitolo, esploreremo in maniera approfondita – si spera – il passato di Kairi, scavando nei suoi ricordi alla ricerca di un indizio sul dove si possa trovare Sora, ormai scomparso dopo gli eventi di Kingdom Hearts 3. Aldilà del gameplay e di ciò che potrà riservarci la trama, questa sarà un’occasione importante per dare finalmente lo spazio giusto a Kairi, dove avremo modo di conoscerla in maniera approfondita man mano che scaveremo nei suoi ricordi, tramite i quali, rivivremo anche i principali eventi della saga.
Melody of Memory sarà un’occasione d’oro per rispondere ad alcuni interrogativi sul personaggio, le sue origini, la sua infanzia, per quale motivo proprio quest’ultimo aspetto è svanito dai ricordi della ragazza e cosa si cela dietro ad esso, così come dove condurrà la sua missione di ricerca e semmai riuscirà a ritrovare Sora. Kairi è un personaggio che in realtà ha ancora molto da rivelare, e l’anno che passerà in un sonno profondo nella terapia adottata da Ansem il saggio per studiare i ricordi della ragazza, servirà anche ad approfondire alcuni suoi aspetti. Con questo capitolo, si avvierà finalmente il nuovo percorso narrativo della saga di Tetsuya Nomura, le cui fondamenta sono state già costruite da Union X, e non vediamo l’ora di scoprire come si evolveranno gli eventi da qui in avanti. Kairi sarà una protagonista degna di nota? Lo scopriremo una volta che ci avventureremo in Kingdom Hearts Melody of Memory.
Nonostante nell’ultima iterazione della saga sia stata un personaggio quasi messo in ombra dalla moltitudine di personaggi presenti, Kairi è e rimane un personaggio estremamente importante ai fini della narrazione di Kingdom Hearts. Il suo percorso compiuto ci ha mostrato l’evoluzione di una principessa in guerriera, capace anche di sapersi difendere e di essere un faro che guiderà i suoi amici verso la salvezza. Il suo cuore è un catalizzatore di legami e la sua purezza, le ha permesso di sconfiggere più volte l’oscurità, dando prova del suo coraggio accumulato dopo tutto ciò che ha vissuto. Sarà ancora una volta lei a salvare Sora? Non ci resta che scoprirlo in Kingdom Hearts Melody of Memory.