9 Monkeys of Shaolin Recensione: Old School Classic

9 Monkeys of Shaolin è un titolo che gli amanti delle care vecchie sale giochi non dovrebbero farsi assolutamente scappare. Si tratta di un gioco che trasuda amore puro per i classici degli anni novanta del genere picchiaduro a scorrimento e che, soprattutto, pare davvero realizzato ai tempi dell’età dell’oro del genere. Tutto questo, per contro, su una piattaforma nuovissima, come è appunto l’attuale ammiraglia di casa Nintendo, quello Switch la cui corsa pare inarrestabile sul mercato dei videogiochi.

9 Monkeys of ShaolinLe incredibili vicende dell’eroico pescatore

Nonostante sia lecito ed usuale avere un eroe tradizionale come protagonista dei titoli di genere beat’em up, stavolta le premesse cambiano, e l’evocativa ambientazione orientale a tema monaci Shaolin non poteva che presentarci un vero e proprio antieroe popolare. Stiamo parlando di Wei Cheng, un umile pescatore cinese dell’epoca medievale che si ritrova, malgrado il suo animo pacifista e riflessivo, a dover vendicare un torto impossibile da perdonare. Tutta la sua famiglia e gli amici ed affetti più cari sono stati infatti decimati da un branco di pirati senza scrupoli, che dopo un assalto al tranquillo villaggio dove abita il protagonista, hanno compiuto una vera e propria strage brutale senza superstiti. Quelle vite spezzate in modo così drammatico dovranno ora essere vendicate. E cosa meglio delle antiche e nobili arti marziali padroneggiate dai monaci Shaolin per rimettere in pari i conti con la giustizia terrena? Con una simile premessa è semplice immaginare il resto. Armato di un semplice ma letale bastone, l’improvvisato eroe è pronto a sconfiggere ondate di nemici sempre diversi, perché la vendetta è un piatto che va gustato freddo.

9 Monkeys of Shaolin: sviluppo e realizzazione tecnica

Dopo essersi fatto conoscere nel 2017 con l’interessante Redeemer, uno sparatutto a doppio stick ispirato al grande classico Loaded, videogioco del 1995 sviluppato da Gremlin Interactive che, che in poco tempo è diventato di culto nel sottobosco indie, pubblicato da Good Shepherd Entertainment, lo sviluppatore Sobaka Studio torna a tre anni di distanza con un gioco che ha tutte le carte in regola per diventare anch’esso un piccolo cult. Cambia il publisher, che stavolta risponde al nome di Buka Entertainment Publishing, ma non cambia la qualità, che è sempre molto alta. Lo studio sovietico con base a Mosca, ci sta decisamente viziando. Il gioco è disponibile per tutte le piattaforme attuali, PC Windows tramite il canale Steam, Sony PlayStation 4, Microsoft Xbox One e giunge anche su Nintendo Switch, versione sulla quale lo abbiamo testato. Il titolo è realizzato con l’inossidabile Unreal Engine 4, motore che, soprattutto in queste produzioni di impostazione bidimensionale, riesce a regalarci sempre perle di rara bellezza.  9 Monkeys of Shaolin sembra aver imparato bene la lezione dalle decine di giochi beat’em up del passato, segnando al contempo un piccolo passo in avanti per il genere stesso. Oltre ai blasonati Tripla A, bisogna riconoscerlo, c’è ancora spazio per titoli come questo che riescono a conquistarsi uno spazio grazie ai meriti oggettivi ed alle scelte artistiche molto azzeccate. Lo stile appare quasi pittorico, e riesce a stupire per scelte cromatiche e realizzazione degli ambienti in cui si va a combattere. Le dinamiche complesse ma intuitive e gli scenari assai affollati di nemici spesso distraggono il giocatore, ma il titolo riesce comunque a rapire grazie alla sua atmosfera romantica ed al setting medievale dell’antica Cina. Il tutto completamente localizzato in italiano, cosa che non fa mai male.

Ogni valle ha il suo dialetto. Ogni maestro la sua dottrina. (Proverbio Shaolin)

9 Monkeys of Shaolin ci prende  per mano e ci conduce nel suo mondo. Un universo fatto di semplicità, felicità spezzata e desiderio di vendetta, che diventa esso stesso motivo di vita. L’antica arte del combattimento armati di bastone, complessa e che richiede anni di allenamento,  potrà essere padroneggiata dal giocatore, che sente subito empatia con lo sfortunato pescatore. Ricco di una inusitata varietà di nemici, il titolo è capace di essere molto impegnativo per chi non dovesse essere esperto del genere, ma non risulta mai troppo complesso o frustrante. Con poca pratica sarà possibile ottenere ottimi risultati e padroneggiare al meglio ogni tecnica di combattimento e le mosse speciali. Fondamentale sarà imparare il Sistema QI della stamina, con cui si creano gli attacchi più letali. Le combo sono sia spettacolari da vedere, che utili da realizzare durante i combattimenti, ma anche i singoli attacchi come quelli diretti e quelli saltati, specie se uniti alle immancabili parate e schivate dei colpi avversari, donano una leggiadria di combattimento simile ad una danza cinese tradizionale, adatta del resto al setting del titolo stesso. Il Sistema QI offre anche punti spendibili in abilità extra, divise tra base e speciali, oltre che diversi bonus. Il titolo presenta anche un inventario vario e ben realizzato, di facile utilizzo.

Ci sono tre cose che non torneranno mai più: la freccia scoccata, le parole che tu dici, l’opportunità persa. (Proverbio Shaolin)

Eccezionale la varietà offerta da 9 Monkeys of Shaolin, ma soprattutto la qualità grafica del titolo. Gli scenari che fanno da sfondo ai combattimenti con i nemici sono mozzafiato. Foreste lussureggianti e giardini Zen dal fascino esotico, villaggi in fiamme sotto attacco dei pirati o misteriosi templi cinesi che riescono a stupire chi li ammira. Il comparto audiovisivo, ricco di melodie evocative ed effetti speciali parecchio azzeccati, aiuta ad immedesimarsi nel contesto. I comandi sono decisamente ottimizzati e l’uso dei joycon risulta comodo. Allo stesso modo il gioco è ben fruibile in modalità portatile e, se avete amato i grandi classici del passato, come l’immortale Golden Axe, o la saga di Streets of Rage, potrebbe diventate il vostro compagno di viaggi inseparabile. Il semplice tutorial ci introduce alla Fortezza di Zhenlong, il nostro venerabile maestro Shaolin, dalla quale si può navigare nella mappa, scegliere le missioni ed attivare la modalità cooperativa, che, diciamolo subito, è incredibilmente divertente. Del resto il genere stesso, lo sappiamo bene, regala i migliori risultati nel multiplayer, dove il divertimento diventa esponenziale. Il titolo ha anche un buon livello di rigiocabilità, magari per poter collezionare tutti gli oggetti speciali, provare l’intero equipaggiamento e fare esperienza con tanti, tanti combattimenti.

Se il bersaglio è buono, la freccia colpisce meglio. (Proverbio Shaolin)

Il bestiario di 9 Monkeys of Shaolin è vario e molto ben studiato, pur restando fedele al setting base dell’antica Cina. Soprattutto considerando che lo sviluppatore è sovietico, dobbiamo riconoscere una ottima conoscenza della materia storica, con costumi credibili e rappresentazioni visive molto fedeli alla realtà del medioevo cinese. Le unità si dividono tra quelle tradizionali, come ad esempio combattenti pedestri, utilizzatori di dardi, che colpiscono a distanza, semplici lancieri ed accaniti berserker, oltre a tante altre unità che appaiono nei livelli più avanzati. Al giocatore è lasciata la massima libertà nella scelta del tipo di attacco, ma è ovvio che contro certe unità funzioni meglio qualcosa e peggio qualcos’altro,  pur non  giungendo ad estremismi simulativi, sia ben chiaro, l’impostazione è pur sempre arcade. I Boss di fine livello sono davvero tosti, ma purtroppo presentano alcuni difetti tecnici che spesso inficiano il combattimento, come ad esempio alcuni piccoli glitch o inspiegabili tagli di animazioni, nulla di troppo grave, ma certo un effetto fastidioso. Un titolo quindi semplice, che percorre una strada già battuta da decine di suoi predecessori, che non offre chissà che innovazioni al genere a cui appartiene, ma che cerca di percorrere un sentiero artistico elevato. E che, per i suoi oggettivi pregi, potrebbe appassionare parecchio i fan del genere stesso. I difetti del titolo, tuttavia, sono tutti strutturali, come ad esempio i bug che si incontrano sul cammino, ma su cui non è possibile tacere.

Il titolo sviluppato dal sovietico Sobaka Studio è una vera e propria rivelazione. Disponibile per tutte le piattaforme attuali, PC Windows tramite Steam, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, versione sulla quale lo abbiamo provato, il titolo non deve assolutamente essere perso dagli amanti della vecchia scuola. Un picchiaduro a scorrimento che pare uscito direttamente dalle sale giochi degli anni novanta, nonostante sia stato sviluppato col modernissimo Unreal Engine. Meccaniche solide e collaudate, si uniscono ad una affascinante grafica in cel shading che dipinge una Cina feudale legata al mondo dei monaci Shaolin. Peccato davvero per i difetti strutturali, tra i quali spiccano bug, tagli di animazioni e glitch.

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.