Halloween 2020: cinque titoli “classici” da recuperare

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Il periodo di Halloween, al netto di una situazione sanitaria e politica molto complessa, è sempre un po’ speciale. In tanti, specialmente i più giovani, hanno iniziato a “sentire propria” la festività di stampo principalmente americano, con tante celebrazioni e iniziative a tema, man mano sempre più interessanti e coinvolgenti.

Ad adeguarsi a questo trend è stato anche il mondo dello spettacolo, che col passare degli anni ha dedicato alla “notte dei mostri” sempre più spazio: film, serie tv, episodi dei cartoon speciali e tanto altro sono soltanto gli esempi di un modo tutto “social” per celebrare una giornata che, in fin dei conti, vuole essere di grande divertimento e perché no di sfogo.

Ovviamente, noi di GamesVillage vogliamo unirci alla partita, specialmente in questo anno difficile, convertendo tutto questo grande preludio in chiave videoludica. Come? Ovviamente provando a consigliarvi una cosa tanto scontata quanto ovvia: giocare, durante la notte di Halloween, ad uno o più giochi horror, chiaramente consigliati dal sottoscritto secondo il suo personalissimo gusto.

Va detto che la lista in questione si riferisce in particolare (purtroppo non siamo così giovani, ormai) a quei titoli più vecchiotti, non esattamente di primissimo pelo per intenderci, ma che hanno, specialmente nei primi anni del 2000 segnato un periodo incredibilmente florido e per certi versi inarrivabile per il genere dei survival-horror.

Siete pronti a prendere appunti?

Non c’è Halloween senza la paura: Clock Tower The First Fear

Sviluppato da Human Entertainment e distribuito a partire dal 1995 per il Super Falcom (la versione PlayStation è arrivata soltanto quattro anni dopo) Clock Tower: The First Fear è il primo episodio ufficiale della serie, la cui nomenclatura cambierà proprio in seguito dell’arrivo della versione console, diventando (almeno in Europa) semplicemente Clock Tower.

Ispirato ai grandi classici del cinema horror italiano di quei tempi – in primis sul lavoro di Dario Argento, il maestro del terrore – il titolo ci porta all’interno di una magione, la magione Barrows, in cui si consumano crimini efferati e orrori di ogni sorta.

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La protagonista Jennifer, quattordici anni, viene adottata insieme ad altre ragazze dal misterioso Simon Barrows, ma una volta giunta nella magione le cose iniziano subito a prendere una piega assolutamente inaspettata.

Clock Tower mette nelle mani dei giocatori un gran numero di scelte e di possibilità ludiche, che sfociano in tanti finali diversi, cosa che risulta a conti fatti una delle peculiarità più interessanti del titolo. Durante l’avventura Jennifer dovrà sfuggire alla minaccia ricorrente dei membri della famiglia Barrows, in particolare di quelli “sconosciuti”, per dirla cosi, che impareremo a conoscere durante le fasi più avanzate della storia.

L’unica speranza è la fuga, dunque. Ma come riuscirci? Magari proviamo a scoprirlo durante questo Halloween, comodamente seduti sul nostro divano.

Forbidden Siren

Siren, conosciuto in Europa come Forbidden Siren, è arrivato sul mercato nostrano nel 2004, sviluppato dalla stessa Sony in esclusiva PlayStation 2. Del titolo sono arrivati un sequel, Forbidden Siren 2 e un remake nel 2008, dal titolo Siren: Blood Curse.

Il titolo affonda le sue radici nella tradizione e nella cultura giapponese, la quale, iconicamente, attraverso anche le forti influenze folkloristiche, si basa molto sul concetto di sacrificio, rituali e in particolare nell’offrire a misteriose divinità il corpo e l’anima di un essere umano innocente, spesso e volentieri di sesso femminile. Il plot generale della storia ruota proprio intorno a questo argomento, una storia angosciante e agghiacciante, che viene raccontata dai pochi superstiti del massacro di Hanuda, un villaggio montuoso giapponese che si trasformerà in un vero e proprio luogo di orrore, morte e sofferenza.

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Quello che all’apparenza è un semplice villaggio viene trasformato dal desiderio del misterioso Hisako Yao, il capo di una setta locale, di risvegliare l’entità conosciuta col nome di Datatsushi, offrendo – ovviamente – in sacrificio una giovane fanciulla, che diventa così iconicamente la “Sirena”. Qualcosa, però, andrà storto: il rituale fallisce, Datatsushi (almeno così si pensa) non si fa vedere e tutto il villaggio viene imprigionato in un loop di terrore e di morte. Un mare di sangue circonda ogni angolo del suolo di Hanuda e lo stesso villaggio finisce misteriosamente intrappolato al di fuori del tempo, cosa che, ovviamente, apre le porte ad un mistero senza fine e dal quale è difficile riprendersi.

Il protagonista principale della storia è Kyoka Suda, sedicenne con cui inizieremo a muovere i primi passi nel gioco, che ritroveremo successivamente anche in Forbidden Siren 2, di cui, però, non vogliamo anticiparvi null’altro…

Rule of Rose

Rule of Rose è un altro grosso esponente del genere horror, divenuto proprio nei primi anni del 2000 un vero e proprio genere di spicco per tutto il settore videoludico. Arrivato nel 2006, Rule of Rose segue le vicende della giovane Jennifer (sì, il nome è sempre quello!), fatta prigioniera da una setta segreta e molto “particolare”.

Nulla di strano? E invece sì, perché la setta in questione, conosciuta come gli Aristocratici del Pastello Rosso, è composta da soli bambini, i quali mostrano sin dalle primissime battute del gioco una crudeltà inaudita, estranea al concetto stesso di bambino e di innocenza. A capo della setta c’è la piccola Principessa della Rosa Rossa, la quale sviluppa una particolare ossessione per la protagonista, spiegata ed esplorata nel corso del gioco.

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La trama generale, in realtà, è assolutamente avvolta nel mistero, nel senso che durante il gioco si ha la sensazione di assistere all’esternazione del subconscio della protagonista più che a fatti reali, la cui “conferma” sembra arrivare durante la sequenza finale quando la giovane Jennifer si ritrova misteriosamente in un luogo diverso da quello in cui era imprigionata, come se nulla fosse mai successo.

Rule of Rose sfrutta proprio l’orrore psicologico e le sensazioni “umane” per arrivare al cuore e alla mente del giocatore, risultando alla fine un titolo incredibilmente affascinante e per certi versi “delicato” nella sua crudeltà, caldamente consigliato per questo halloween.

The Evil Within

Arrivati a questo punto della classifica vi sareste aspettati di vedere qualche capitolo di saghe illustri come Resident Evil e Silent Hill, ammettetelo. E invece no, perché abbiamo deciso di puntare sul “differente”, andando a prendere in esame un altro esponente del genere del survival horror, che in verità ha molto in comune coi due esponenti sopracitati.

Parliamo, ovviamente, di The Evil Within, titolo creato dai ragazzi di Tango Gameworks con a capo Shinji Mikami, colui che ha lavorato anche alla creazione di alcuni capitoli della saga di Resident Evil. Il titolo in questione, decisamente più recente rispetto agli altri elencati, ha ricevuto anche un sequel, anch’esso molto apprezzato e qualitativamente in linea con il capostipite della serie.

The Evil Within è un prodotto incredibilmente affascinante e intrigante, e fa della narrazione il suo punto di forza principale. In entrambi i capitoli della serie (che speriamo di rivedere in futuro) vestiremo i panni del detective Sebastian Castellanos, ritrovatosi misteriosamente a combattere con forze oscure e misteriose che sembrano però in qualche modo legate al suo passato.

Durante l’esplorazione impareremo non soltanto a conoscere l’orrore che si cela dietro alla storia in sé, ma anche gli stessi oscuri misteri che si nascondono nei più impensabili anfratti della mente umana.

Fatal Frame/Project Zero

La nostra speciale “classifica” dedicata ai giochi horror da recuperare durante il periodo di Halloween non poteva che concludersi con la saga Project Zero, conosciuta anche con il nome di Fatal Frame o semplicemente Zero.

Chi vi scrive, al netto dei suoi problemi con la sfera horror in generale è praticamente innamorato di questo marchio e porta ancora con sé, dopo ormai tanti anni, il ricordo vivo e pulsante di una delle esperienze videoludiche più entusiasmanti di sempre. La serie “principale” è composta da tre episodi, i quali raccontano storie diverse, seppur la trama del primo e del terzo siano in qualche modo (ma molto alla lontana) collegate tra loro. Le vicende narrate, però, hanno tutte in comune una spettacolare vena narrativa, che si basa fortemente sul folklore giapponese, ricco di ispirazioni e forte di una tradizione sconfinata.

Nei tre capitoli vivremo infatti storie incredibilmente oscure, spaventose, fatte di rituali spietati, di fantasmi (buoni o vendicativi che siano), il cui comun denominatore rimane la Camera Obscura, la costanza principale della saga. I nemici, infatti, essendo ultraterreni non possono essere sconfitti, ma tramite la Camera è possibile intrappolarli, per poter così continuare a scoprire la verità che ruota intorno a tre storie incredibilmente affascinanti ed emozionanti.

Il sottoscritto, ad esempio, è rimasto molto legato al secondo capitolo della saga, quello in cui le gemelle Miyu e Mayu sono costrette a fronteggiare una serie di pericoli indescrivibili, in un viaggio indimenticabile e indimenticato che vi consigliamo caldamente di recuperare, magari in compagnia di un amico o della vostra dolce metà nella notte più terrificante dell’anno. Poi ci ringrazierete!

Questi sono dunque i nostri cinque giochi horror più “vecchiotti” da recuperare durante la notte di Halloween. Nel listone abbiamo volutamente inserito prodotti di “nicchia”, ma allo stesso tempo capaci di scrivere la storia di un genere che nel corso delle ultime generazioni di console ha perso un po’ di mordente e che speriamo di rivedere più in forma che mai nella prossima gen. Le premesse, in verità, sembrano esserci: tra The Medium, il nuovo Resident Evil e la speranza sempre viva di vedere qualcosa sul misterioso progetto mai andato in porto di Kojima e il nuovo Ghostwire Tokyo (di Mikami e Tango Gameworks, appunto) possiamo dormire sonni più tranquilli. E voi cosa ne pensate? Avete già provato uno di questi tioli? Li proverete? Fatecelo sapere e… Buon Halloween a tutti, nonostante il periodo!

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.