Quando un nuovo Kingdom Hearts approda su console è sempre un evento! Non è più una novità che la saga ideata da Tetsuya Nomura, insieme alla collaborazione stretta tra Square Enix e Disney, sia uno dei pilastri fondamentali dell’azienda nipponica, che nell’ultimo anno ha intensificato la comunicazione verso la sua community. Questo 2020 ormai quasi volto al termine è stato speciale per la serie: l’arrivo dell’espansione ReMind di Kingdom Hearts 3 (QUI per la recensione) ad inizio anno, l’annuncio di due nuovi team di sviluppo a lavoro sull’ip, un nuovo capitolo mobile, tante novità per il futuro ed infine, Kingdom Hearts Melody of Memory.
Puntualmente, il pubblico perlopiù occidentale è rimasto basito di fronte l’annuncio di un videogioco ritmico come prossimo capitolo della saga, che come ribadito più volte, si sta avviando verso un nuovo arco narrativo e per la parabola console, il rythm potrebbe essere un punto di partenza piuttosto allettante, se prendiamo in considerazione la vasta platea di brani musicali che troviamo in ogni capitolo della saga. Dunque, dopo averlo provato e portato a termine, provando tutto ciò che aveva da offrire, siamo finalmente pronti per parlarvi di Kingdom Hearts Melody of Memory, capitolo i cui eventi si collocano dopo il finale di Kingdom Hearts 3 e ReMinD, dando finalmente spazio a Kairi con una nuova storia totalmente incentrata su di lei. Siete pronti ad esibirvi in questa nuova melodia?
Kingdom Hearts Melody of Memory Recensione: Re:Coded 2.0
Nei mesi antecedenti alla release ufficiale, Tetsuya Nomura è stato più volte intervistato riguardo al futuro della saga, parlando di ciò che potremo aspettarci nel ventesimo anniversario della saga e soprattutto, cosa i fan vivranno in Kingdom Hearts Melody of Memory. Con la chiusura della Dark Seeker Saga, l’intento del nuovo capitolo ritmico è quello di proporre un riassunto interattivo delle avventure di Sora e compagni a coloro che vi si approcceranno per la prima volta alla serie, senza trascurare i propri fan inserendo dei tasselli importanti al prossimo capitolo delle avventure di Sora. Dopotutto, Melody of Memory, insieme ad Union X e Dark Road, avvia finalmente il nuovo corso narrativo della serie di cui attualmente possiamo azzardare veramente poche ipotesi, tuttavia, potremmo definire l’action-rythm di Square Enix come un punto di partenza per i neofiti. Questo perché, nella modalità Tour Mondiale, prima di arrivare al nocciolo narrativo, bisognerà fronteggiare nuovamente tutti i mondi visitati nelle passate iterazioni, ripercorrendo i ricordi ad essi legati grazie alla melodie che gli appartengono, dove Kairi sarà la nostra narratrice nei momenti chiave che hanno segnato la saga. Prima di arrivare dunque ai nuovi contenuti della storia, abbiamo una spaccatura: da una parte il giocatore che inizia il suo primo Kingdom Hearts avrà modo di conoscere la saga man mano che passa di capitolo in capitolo, mentre dall’altra troviamo un appassionato della serie ormai stanco di rivivere ancora una volta tutti gli eventi, arrivando affamato di conoscenza a destinazione, con la volontà di scoprire cosa succederà da qui in avanti. Dunque dopo un’attraversata lunga diciassette anni, torniamo nel presente nei panni di Kairi, impegnata nella ricerca di Sora attraverso i suoi ricordi e il proprio cuore. Ed è qui che Kingdom Hearts Melody of Memory riesce finalmente a rendere un po’ di giustizia ad un personaggio fin troppo bistrattato dagli eventi dell’ultimo capitolo numerato, mostrando una Kairi caratterialmente più forte, ma anche conscia del fatto di non essere abbastanza forte per affrontare gli eventi che in futuro avranno luogo. Ci riserveremo il diritto di non anticiparvi nulla riguardo alle rivelazioni fatte, ma possiamo dire, nei panni di chi segue la saga da tempo immemore, che siamo davanti ad un importante punto di svolta, il quale attrae a sé una ventata d’aria fresca per il brand, che può puntare decisamente ad un futuro migliore.
Eppure, sono i ritmi della narrazione ad essere completamente sbagliati, in parte, nell’action-rythm di Square Enix: come già sottolineato, colui che ha vissuto la saga in ogni sua forma passerà diverse ore di gioco senza alcuna novità legata alla trama, per poi ritrovarsi sazi di informazioni e rivelazioni. Ciò ripaga in parte l’attesa sorbita prima di assaporare la nuova porzione di trama, seppur sarebbe stata più gradita una diluizione con annesso arricchimento dei segmenti inediti della storia, in modo da far sentire il giocatore parte del viaggio sonnambulo compiuto da Kairi. I riassunti legati a ciascun capitolo della saga sono tuttavia fin troppo generalizzati, i quali tralasciano fin troppi dettagli importanti. Parliamo di un percorso svolto attraverso i ricordi frammentati della ragazza, i quali ci riconducono infine al suo presente nella disperata ricerca di Sora, ormai avviata dalle battute finali di Kingdom Hearts 3, e chissà se un giorno, il trio delle Isole del Destino potrà riabbracciarsi sotto un cielo adornato dalle stelle.
Sconfiggere l’oscurità a ritmo di musica in Kingdom Hearts Melody of Memory!
La saga ha sempre cercato di tuffarsi in nuove soluzioni ludiche, cambiando drasticamente il proprio gameplay svariate volte. Pensiamo alle carte di Chain of Memories, alla console di Birth By Sleep, oppure all’evoluzione che ha trasformato Unchained da Browser game a mobile app divenendo Union X. Kingdom Hearts Melody of Memory è come i suoi predecessori, il tentativo di esplorare nuovi orizzonti per la saga, anche a costo di cambiare drasticamente le abitudini che i fan hanno forgiato sulle proprie mani. Il nuovo arrivato di casa Square Enix è un action-rythm game che offre sia un’esperienza entry-level per i neofiti, sia una sfida hardcore grazie ad una personalizzazione della difficoltà in minimi termini. I comandi sono semplici e pochi, basti pensare che la classica nota musicale è collocata sulla pressione di uno dei tre tasti adibiti a tale funzione, a cui si aggiungono le note che richiedono una pressione prolungata. Troviamo tutti gli elementi che caratterizzano la saga: un trio di eroi, come Sora, Pippo e Paperino, una scia di heartless, nessuno e nesciens lungo il percorso, l’immancabile colonna sonora ed infine il punteggio. Vi è tutto, e l’azione prende forma attraverso un sistema di movimento gestito direttamente dal gioco, mentre il giocatore, con riflessi pronti, dovrà premere con tempismo uno dei tre tasti (o soltanto due, oppure tutti e tre, a seconda della quantità di note da premere contemporaneamente) per eseguire la singola melodia, senza perdere ovviamente il ritmo della musica. A seconda del tempismo, non mancherà la consueta valutazione, che varia dal buono all’eccellente iridato, che segna un tempismo perfetto, il quale porta a casa un maggior numero di punti. Tutta via, completare una canzone vuol dire arrivare semplicemente alla fine tutti interi, senza dare importanza al punteggio o all’esecuzione, a quello ci penserà direttamente la valutazione finale, che vi premierà a seconda delle vostre prestazioni.
La componente ritmica può diventare ancor più complessa grazie al selettore della difficoltà prima di avviare un brano: a Principiante troviamo una sfida alla portata di qualsiasi neofita, fino ad aumentare ad Eroe che invece richiederà maggiore abilità. Per personalizzare ulteriormente l’esperienza, troviamo gli stili nella Raccolta brani, che vede altre due modalità oltre a quella standard. Da “Uno solo” che limita il tutto alla semplice pressione di un solo tasto, ad Artista, che in combinazione con Eroe renderà la sfida ancor più complessa con bersagli aggiuntivi. Kingdom Hearts Melody of Memory può essere sia un titolo semplice da digerire nelle sue meccaniche, che alquanto ostico da assimilare nella propria memoria muscolare, riuscendo in questo modo ad accontentare chiunque nell’accessibilità. Tuttavia, troviamo diverse modalità di gioco al suo interno, la prima e la più importante in assoluto, il Tour Mondiale, che ci guida nei riassunti e nella piccola porzione di storia del gioco, la Raccolta brani, nonché un’ampia selezione delle musiche di Kingdom Hearts giocabili a qualsiasi difficoltà e stile. Troviamo spazio anche per una modalità multigiocatore competitiva, dove due giocatori si sfideranno in un brano scelto dal matchmaking tra i due scelti dagli sfidanti, i quali combatteranno a ritmo di musica in differita, laddove potranno ostacolarsi a vicenda utilizzando i trucchi, che altri non sono che dei piccoli screzi fatti all’avversario. Ovviamente il punteggio migliore decreterà il vincitore, il quale, potrà scegliere due dei tre premi disponibili a fine partita, andando ad ampliare in questo modo la propria collezione nel Museo. Attenendoci a quanto provato finora col multigiocatore, l’infrastruttura online sembra funzionare egregiamente, non abbiamo avvertito particolari latenze col nostro avversario, scelto da un matchmaking casuale. Mentre non vi è la possibilità di aprire sale d’attesa personalizzate – almeno per il momento -, il giocatore potrà provare la modalità “Battaglie VS” anche contro la CPU, con l’obiettivo di scalare le classifiche sfruttando la stessa impostazione del multigiocatore. Ultima ma non per importanza, la cooperativa locale, un buon passatempo per amici e famiglie.
Melody of Surprise
Nelle comunicazioni ufficiali, è stato anticipato più volte che Kingdom Hearts Melody of Memory avrebbe vantato di una vasta libreria di brani musicali tratti dai svariati capitoli della saga, oltre alle licenze concesse da Disney. Ebbene, possiamo assolutamente affermare che il titolo di casa Square Enix conta a tutti gli effetti la bellezza di circa centocinquanta brani, tra originali e proprietà intellettuali, con diverse sorprese che non ci saremmo mai aspettati di trovare. Ciò che ci sentivamo di premiare in questo caso, non è solo la quantità di musiche che si possono giocare nell’action-rythm, bensì la varietà e provenienza di ciascun brano disponibile. Ciò delinea non solo un quantitativo di ore di gioco superiore al normale, ma anche un’ampia rigiocabilità con livelli di sfida in continua crescita. Questo perché, l’intensità dei brani man mano che scorreremo di capitolo in capitolo, aumenterà, fino ad arrivare ad un’angosciante prova di riflessi. Queste musiche infine, si dividono sostanzialmente in due tipi: troviamo le battaglie, nonché i brani più classici che affronteremo per la maggior parte del tempo ed infine i Tuffi, dove le sequenze filmate riprese da svariati momenti clou della saga vengono proiettate sullo sfondo, mentre saremo imperterriti occupati a colpire i bersagli con tempismo.
Per l’esecuzione dei brani si farà affidamento su un trio da noi selezionato, si parte dall’intramontabile classico Sora, Pippo e Paperino, per ritrovarci con Axel, Roxas e Xion oppure Aqua, Terra e Ventus, o a sorpresa, Riku con due divorasogni. Ogni trio avrà un livello proprio e quest’ultimo sarà l’elemento che farà al differenza nei brani più difficili, aumentando soprattutto i punti salute del trio in utilizzo. Ma si può fare affidamento anche sull’utilizzo di pozioni e altri oggetti, come un aumento dei punti esperienza ottenuti, drop oggetti migliorato oppure un sacrosanto aiuto da parte di Re Topolino. Nella sua semplicità, il titolo mostra un briciolo di profondità, ma di pietà, non ne ha mostrata nemmeno un po’ nella rappresentazione delle boss fight disponibili nella modalità Tour Mondiale, le quali vengono eseguite con una messa in scena completamente da rivedere, rese fin troppo semplici e a tratti visibilmente indigeste, e parliamo di scontri come quelli di Ansem e Xemnas, nonché i più iconici della saga.
Un Kingdom Hearts eccessivamente nostalgico
Ciò che salta subito all’occhio in Kingdom Hearts Melody of Memory è il comparto grafico, la cui realizzazione è avvenuta per mano di Unity. La nuova avventura con protagonista Kairi vede un eccessivo riutilizzo degli asset, ricostruendo scenari e modelli poligonali, rinunciando a parte della bellezza visiva intravista in Kingdom Hearts 3. Nonostante l’aspetto grafico non sia un elemento essenziale per un rythm game, riteniamo che in questo caso, avremmo desiderato un comparto grafico che si avvicinasse perlomeno all’ultimo capitolo numerato della saga, sfruttandone i particellari e ricostruendo gli scenari con le nuove tecnologie, anziché riprendere a piene mani dalle collezioni rimasterizzate della saga. Messo da parte dunque questo dettaglio grafico, irrilevante o meno, grazie ad esso possiamo godere soprattutto di un’esperienza fluida grazie ai sessanta fotogrammi al secondo, sicuramente risoluzioni ed asset più leggeri hanno permesso al team di garantire un’esperienza in cui la fluidità dell’immagine può concretamente influire sulle prestazioni del giocatore. Anche la qualità dei filmati rimane pressoché invariata rispetto alle edizioni rimasterizzate, risultando a volte poco definiti: non era possibile limare queste piccole sbavature?
Ma la ciliegina sulla torta è indubbiamente la colonna sonora, così ricca e variegata, ma anche nostalgica, la quale riesce a rievocare in noi ricordi quasi andati perduti, anzi, oseremmo dire addirittura frammentati, e lo fa con un comparto sonoro capace di inebriare il giocatore con musiche forti, toccanti, allegre, pesanti ma anche leggere, capaci di insinuarsi nelle nostre orecchie per via dell’ottima qualità sonora con cui sono state riproposte nel gioco. Purtroppo, il ritmo non è sempre fedele al suono corrispondente, e solamente alla difficoltà Eroe riesce a trovare una giusta sincronia; tuttavia, il giocatore può modificare il ritmo della musica e delle note attraverso una semplice modifica nelle impostazioni del gioco, adattando il ritmo alla musica e alla difficoltà a cui si gioca. Per la versione occidentale del titolo, rimane il doppiaggio inglese con annessa localizzazione italiana dei testi e dei menù, permettendo ai giocatori nostrani di non farsi sfuggire neppure un singolo dialogo del gioco.
Kingdom Hearts Melody of Memory è un esperimento piuttosto riuscito nel rendere l’iconica saga del barbaro Tetsuya Nomura in un action-rythm game, che per la prima volta sbarcherà anche su Nintendo Switch. Nonostante una narrazione altalenante, incapace di incalzare il giocatore con riassunti ormai consumati, sarà una semplice, onesta e piccola porzione di storia inedita a catturare nuovamente l’interesse, proiettando l’utente a nuove e strampalate teorie sul futuro della serie. Tuttavia, l’eccessiva presenza di asset riciclati non sono passati inosservati, ma ci sentiamo in dovere di premiare l’adunata dei brani che costruiscono l’incredibile colonna sonora che può vantare una serie come Kingdom Hearts. Dai classici Disney ai successi contemporanei, spostandoci per la soave delicatezza di Yoko Shimomura e i brani originali composti con la splendida voce di Utada Hikaru, ripercorrere gli eventi della Dark Seeker Saga attraverso le musiche che ci hanno accompagnato finora è stato incredibilmente nostalgico.