Sniper Elite 4 Switch debutta in questa nuova edizione per la console ibrida portatile Nintendo, dopo il grande successo su PC e PlayStation 4, andando a colmare una mancanza che l’utenza appassionata di sparatutto, specie tattici, sentiva fortemente. Si, perché, è bene ricordarlo, la serie è una vera e propria punta di diamante nel non troppo affollato genere degli Stealth FPS. Il titolo si è ormai creato una vera e propria nicchia di mercato alternativa rispetto a quella più estesa, degli sparatutto 3D duri e puri. La conversione sarà all’altezza della blasonata controparte per Personal Computer? Scopriamolo insieme.
Sniper Elite 4: dai computer gaming alle nostre tasche
Abbiamo avuto occasione di provare Sniper Elite 4 Switch all’inizio del mese di Novembre, e, come abbiamo detto nell’anteprima che trovate in questa pagina, il titolo ci ha fatto decisamente una buona impressione. Certo, diciamolo subito, non è facile competere con la versione originale per gli amanti di tastiera e mouse, che, specie su computer molto performanti, come ad esempio gli ASUS ROG, ed altri sistemi dedicati al gaming, aveva una resa decisamente ottimale. In molti però, confrontandolo proprio con gli FPS più importanti del segmento ludico, come ad esempio Call of Duty, HALO, Battlefield o DOOM, hanno però criticato la lieve arretratezza del comparto grafico rispetto alla concorrenza, sottovalutando il fatto che la serie di Rebellion non è stata ideata per competere con tali opere, ma anzi per distinguersi da esse ed offrire una alternativa completamente nuova a quella dell’ FPS più canonica e tradizionale. Riuscendoci, per altro, dannatamente bene. Dimenticate quindi i numeri prestazionali tipici del mercato PC, come appunto risoluzioni da 3840×2160, frame rate alti da 120 fps a 1080p, qui siamo su un sistema notoriamente meno performante degli alti standard contemporanei, che, con la scusa della Nintendo Difference, compete comunque fiero, piccolo Davide tra i Golia giganti, uscendo persino in contemporanea col debutto della nuova generazione consolare di PS5 ed Xbox X/S. Eppure l’ottimizzazione fatta da Rebellion Developments, lo sviluppatore britannico responsabile del titolo, ha del miracoloso, ed il gioco si presenta al meglio, spremendo come un limone i circuiti interni di Nintendo Switch.
Sniper Elite 4 Switch, gameplay che vince non si cambia
Dopo questa doverosa premessa andiamo ad analizzare il “port portatile” del pregevole quarto episodio di Sniper Elite. Molto poco è cambiato rispetto ai tre precedenti titoli per quanto riguarda il gameplay di base, del resto parecchio ben studiato fin dal primo, indimenticabile, episodio del 2005 ambientato sessanta anni prima, nella Berlino del 1945. La perfetta commistione tra elementi strategici di impostazione stealth, con le meccaniche da sparatutto in prima persona puro è stata un marchio di fabbrica che ha permesso alla serie di farsi conoscere, emergere dalla mischia degli FPS tradizionali, e formarsi, in questi quindici anni di carriera, uno zoccolo duro di appassionati che spesso amano anche comprare e confrontare le varie versioni proposte sul mercato per i diversi sistemi, un po’ come si faceva negli anni novanta per la immarcescibile saga di Street Fighter. Pur dando la possibilità di azione diretta e combattimenti corpo a corpo, il quarto titolo della serie fa della strategia uno dei suoi punti di forza. Del resto cosa meglio di tenersi a distanza di sicurezza da un manipolo di nemici e far esplodere il loro camion con un fucile di precisione, eliminandoli a grappolo, piuttosto che buttarsi nella mischia e rischiare la vita senza motivo? Azioni mirate, calcolo balistico e mosse ragionate offrono sempre maggior successo rispetto alla forza bruta, questa è la filosofia base del gioco. Parecchio del fascino del gioco inoltre, inutile girarci intorno, deriva dall’implementazione sadica della famigerata Kill Cam a raggi X, con la quale possiamo seguire tutta la traiettoria del nostro singolo proiettile mentre penetra in modo decisamente letale nel corpo dei nostri nemici, con particolari anatomici interni degni di un video corso di chirurgia per studenti universitari, o uno snuff movie d’ambiente militaresco, a dirla tutta. Per contro, ricordiamolo, il nostro personaggio principale appare parecchio debole sotto il fuoco dei colpi nemici, e spesso già pochi di essi bastano a metterlo fuori combattimento. Occhio dunque a preservare la salute del nostro alter ego, il tenente degli Stati Uniti d’America Karl Fairburne.
Chist’è ‘o paese d’ ‘o sole! Chist’è ‘o paese d’ ‘o mare! Chist’è ‘o paese addò tutt’ ‘e pparole Sò doce o sò amare!
Ci permettiamo di scomodare il Maestro Renzo Arbore, per introdurre le più interessanti novità a livello narrativo e scenografico, ovvero il setting del gioco, che, pur restando all’interno della Seconda Guerra Mondiale, si sposta nel Belpaese, con una rappresentazione insulare di presentazione degli ambienti che si colloca nella ridente ed assolata isola siciliana di San Celini, che, come sanno bene gli italiani, è completamente inventata. Nonostante questa strana scelta concettuale, che sostituisce gli ambienti reali del grande conflitto storico, il tutto è ricostruito alla perfezione, ispirandosi parecchio agli scenari delle reali isole siciliane come appunto Lipari o Panarea. Per chi le ha visitate almeno una volta nella vita, l’effetto flashback è stupefacente! Forse, lo sospettiamo, i Rebellion si sono fatti a nostra insaputa, una bella vacanza siciliana, con la scusa di studiare al meglio il territorio da dover poi riprodurre all’interno del titolo. Il veterano Karl Fairburne e commilitoni si ritroveranno infatti a combattere contro le malvagie armate naziste guidate dal temibile generalissimo tedesco, Tobias Schmidt personaggio chiave del folle Terzo Reich, sotto il sole ed il caldo clima mediterraneo del nostro paese, riprodotti con modelli poligonali veramente ben fatti, affascinanti e molto credibili.
Soldati si diventa. Cecchini si nasce
Dopo essersi fatti le ossa a San Celini si può cominciare ad esplorare il resto delle missioni del gioco, partendo dal Bitani Village in poi, con mappe giocabili sia in single player, con una longevità, ammettiamolo non tanto alta, di circa sei ore per il percorso principale, escluse missioni extra ed obiettivi secondari, che per il gioco in multiplayer in cooperativa diventa però letteralmente infinita. Del resto, la derivazione dal genere FPS in questo si fa sentire parecchio, ed il titolo è fortemente orientato al gioco per più utenti. Con missioni longeve e mappe molto estese, i giocatori hanno una varietà garantita ed una buona libertà decisionale. Tutto questo però, limitatamente agli obiettivi di missione stessa, che alla fine sono sempre simili tra loro, e spaziano dal far esplodere un automezzo o una cisterna, oppure nascondersi in modo strategico per darsi all’arte del cecchinaggio. Quest’ultimo, come sappiamo, è il punto forte del titolo, e presenta, oltre alla già citata Kill Cam, anche una differenziazione dei punti di impatto del nostro proiettile sul corpo del nemico, che reagisce sempre in maniera diversa a seconda di dove colpito. L’effetto slow-motion, che fa rallentare lo scorrere del tempo è decisamente affascinante ed iconico. La varietà del titolo aumenta parecchio grazie alle modalità Survival, veramente emozionante, dove è necessario sopravvivere per il maggior tempo possibile durante una missione, e quella Overwatch, che è decisamente ricca di elementi da collezionare. Fanno storcere un po’ il naso alla vecchia guardia però due elementi che semplificano, forse troppo, il gioco, ovvero l’utilizzo di speciali TAG applicabili ai nemici, per riconoscerli meglio, e gli ormai onnipresenti mid checkpoint di salvataggio a metà missione, che abbassano parecchio il livello di adrenalina e sfida.
Il gameplay a volte è ripetitivo, bisogna riconoscerlo, ma le missioni sono ben strutturate e saranno capaci di regalarci ore di divertimento genuino, grazie anche alla presenza di una intelligenza artificiale ben scritta e reattiva al punto giusto. Una piccola pecca del gioco è quella di avere qua e là alcuni difettucci grafici, con animazioni a volte imprecise, o piccoli glitch e poligoni minori che scompaiono nelle azioni più concitate, ma sarebbe davvero cercare il pelo nell’uovo, in un gioco che è comunque realizzato con molta cura e, soprattutto, ottimizzato per un hardware parecchio inferiore rispetto al PC gaming per cui, tre anni fa, è stato progettato. Lo scorrere del tempo sul titolo è stato infine clemente, e Sniper Elite 4 Switch appare ancora in grande forma, con un invecchiamento appena accennato. Se vi piace il genere degli Stealth FPS, che su Nintendo Switch non è certo il più numeroso, e magari non avete a disposizione altre piattaforme più performanti, non dovete perdere assolutamente il port dell’opera Rebellion.
Sniper Elite 4 Switch è una buona conversione di un gioco uscito ormai ben tre anni fa per Personal Computer che, però, era una vera mancanza sull’ammiraglia Nintendo. Lo sviluppatore Rebellion ha fatto proprio un buon lavoro, ed il titolo appare in piena forma, offrendo parecchio divertimento sia in single player, dove la longevità si attesta su circa sei ore, per la storia di base, che in multiplayer dove offre decisamente il massimo. Il genere stesso degli FPS Stealth con elementi strategici, poi, non ha praticamente rivali sulla console ibrida, a parte la serie Zombie Army, che però è un spin-off di questa serie. Uniche lamentele per piccoli difetti grafici ed animazioni a volte incerte, davvero poco rispetto all’enorme divertimento che offre il gioco, decisamente consigliato ai possessori della console, specie se non lo hanno mai giocato su altre piattaforme.