Immortals Fenyx Rising Recensione: Ubisoft ci riporta in Grecia

Immortals Fenyx Rising

Titoli del calibro di God of War e Assassin’s Creed Odyssey (ma l’elenco, facendo ricorso anche a quelli minori, potrebbe aumentare di parecchio) hanno dimostrato nel corso degli anni come la mitologia greca e le divinità siano sempre attuali ed invitanti, dal punto di vista dei contenuti. Ciò non deve stupire: la nostra stessa civiltà occidentale nasce in Grecia, e ai racconti greci fa ancora costantemente riferimento per le sue narrazioni. Ripartendo da questa idea, Ubisoft ha escogitato uno dei suoi piani geniali: una nuova IP in grado di attingere a piene mani da quel patrimonio, e al tempo stesso (dal punto di vista videoludico e del gameplay) da tutte le altre produzioni della software house in questione. Il risultato è Immortals Fenyx Rising, ex Gods and Mosters. E non si tratta di un titolo che non abbiamo mai visto prima d’ora, anzi: Ubisoft ci ha permessi di provarlo una prima volta nel mese di settembre 2020, poi ancora una seconda volta prima del lancio della next gen. Ma ora è tempo del verdetto, e la nostra recensione è basata proprio su una delle console di nuova generazione: PlayStation 5. Curiosi di saperne di più e di vedere com’è andata a finire, non è vero?

Che cos’è Immortals Fenyx Rising?

Già, che cos’è Immortals Fenyx Rising? Questa è la domanda base, dalla quale non può prescindere qualsiasi forma di trattazione. Complice anche il momento dell’anno: il nuovo acquirente, poco prima di Natale 2020, si ritrova alle prese con un parco titoli notevole. Che cosa deve acquistare? Sullo scaffale ci sono già gli invitanti Watch Dogs: Legion, Assassin’s Creed Valhalla, solo per citare alcuni dei videogiochi più recenti. E poi sì, dal 3 dicembre 2020 troverà anche un nuovo arrivato mai sentito prima, Immortals Fenyx Rising.

È bene allora sapere che si tratta di una nuova produzione basata sul puro conservatorismo (o tradizionalismo, se preferite) di casa Ubisoft. Semplificando un po’: il nuovo videogioco attinge un po’ da qualsiasi fonte abbia a disposizione, cogliendo gli aspetti migliori e più divertenti di tutte le altre produzioni open-world di mamma Ubisoft. E naturalmente, principalmente per questo motivo, è a sua volta un open world: un vasto, vastissimo open world ambientato in un mondo di gioco fantasy, ma ispirato contestualmente alla mitologia greca e alle sue storie, anche dal punto di vista dei luoghi. La trattazione di questo materiale di partenza, e forse avremo modo di ribadire il concetto, è comunque fortemente libera: gli sviluppatori e i direttori creativi non si sono fatti scrupoli nell’intervenire ogniqualvolta lo ritenessero necessario. Non necessariamente ciò rappresenta un male, in una produzione di questo tipo.

Il gameplay

Abbiamo ricordato la natura di Immortals Fenyx Rising, ovvero quella dell’open world. Ma ciò non basta a rendere conto del suo gameplay, che è incentrato su meccaniche che tipicamente definiremmo proprie dell’action-adventure. Il protagonista vive quindi la sua storia nel mondo di gioco, lo esplora in lungo e in largo, e al tempo stesso cerca di portare a termine una missione ben precisa che occuperà le circa 30 ore di gioco necessarie per arrivare ai titoli di coda. A proposito di tempo di gioco, come ogni vasto open world che si rispetti anche in questo caso non possiamo fornirvi dei termini assoluti. Trenta ore è il numero giusto per completare l’avventura principale dedicandosi ad un numero sufficiente e dignitoso di missioni e attività secondarie, ma svolgendo proprio ogni singola possibilità ovviamente impiegherete molto, molto di più. State investendo denaro per una produzione che può tranquillamente arrivare alle 60 ore; dipende anche se vorrete poi rigiocare il tutto a livello di difficoltà crescente (cioè ad Incubo).

Un passo indietro: torniamo al gameplay. Abbiamo detto che Immortals Fenyx Rising è (anche) un action, un gioco d’azione insomma. E avendo già citato Assassin’s Creed, forse avrete intuito dove vogliamo arrivare. Il sistema di combattimento è davvero simile a quello recentemente introdotto per l’altro noto franchise Ubisoft, e del resto è lo stesso del genere per antonomasia. Il giocatore, quindi, si ritrova alle prese con un numero considerevole di nemici a schermo, che hanno invaso i territori degli dei e i dungeon del Tartato. Fenyx ne “aggancia” uno alla volta e porta a zero la rispettiva barra della salute. Al tempo stesso bisogna tenere d’occhio tutti i parametri dell’eroe protagonista (salute, stamina, vari buff e debuff attivi o passivi) nonché le abilità speciali secondarie. Queste ultime si attivano con una combinazione di tasti ben precisa (e personalizzabile) e mettono assegno colpi devastanti, imprescindibili per vincere facilmente anche nei punti più avanzati. Immaginate, per esempio, di caricare tutti i nemici a schermo con il gigantesco scudo di Atena, oppure di massacrare un ciclope con il martello di Efesto, oppure ancora si materializzare dal terreno, verso l’alto, le lance di Ares. Interessante la possibilità di spostare anche in verticale lo scontro, un po’ come avviene in Devil May Cry… ma senza la stessa profondità.

La trama: Tifone e gli Dèi prigionieri

La trama di Immortals Fenyx Rising non è particolarmente brillante né osa più di tanto, ma risulta almeno piacevole. Tutti gli dei (beh, quasi tutti) sono spariti dalla circolazione, rapiti da Tifone. Restano nei paraggi, e puramente per casi fortuiti, Zeus ed Ermes. Il protagonista (che può essere maschio o femmina, a seconda della scelta iniziale del giocatore, scelta per altro senza conseguenze e mai definitiva) si ritrova suo malgrado immischiato in affari più grandi di lui, e che del resto determineranno il destino del mondo intero.

Tifone, figlio di Gea (la madre Terra), vuole vendicarsi a tutti i costi di Zeus e degli olimpici. Questa non è la sede adatta per un ripasso generale della mitologia greca, ma ricorderete vagamente che gli dei combatterono (e batterono) Titani e Giganti. Bene, questi ultimi erano dalla parte di Gea, e morirono tutti. Tifone, l’ultimo rimasto, si è deciso a vendicarli, facendo sparire gli dei dalla circolazione. Nonostante il suo bel caratterino, a Zeus non resta che accettare l’aiuto di un “indegno” mortale: Fenyx. Ma “mortale” Fenyx lo resterà davvero per poco tempo, dato che Ubisoft nelle prime ore di gioco non farà altro che far trovare al giocatore, in ogni luogo, delle armi devastanti e chiaramente impossibili da utilizzare da ogni degno appartenente al genere umano, benché dotato di buona volontà. Dunque il protagonista si rivelerà presto l’ennesimo semi-dio non dichiarato, pronto a tutto e immediatamente coinvolto nel piano per salvare il mondo dal cattivo di turno.

Nulla di originale, ve l’avevamo detto: ma c’è un “ma”. Questo “ma” consiste nella brillante, divertente e a tratti davvero ricca di citazioni, nonché curata, narrazione principale. Ogni capitolo dell’avventura e ogni commento a cose, persone e nemici viene direttamente dalla voce narrante di Zeus, o da quella dell’”amico” Prometeo. I due non fanno altri che lanciarsi frecciatine più o meno piccate, e Zeus è ovviamente un adorabile presuntuoso: solo il talento dei doppiatori basta e avanza per arrivare col sorriso alla fine dell’avventura.

Il mondo di gioco: regioni e Sala degli Dèi

Dal punto di vista contenutistico Immortals Fenyx Rising non può competere con i più recenti open world di Ubisoft, ma pare che non sia stato questo l’obiettivo principale della software house; difatti l’importante, per un mondo di gioco, è che sia ricco di contenuti, spunti, missioni, nemici e collezionabili, al di là della sua estensione precisa calcolata in Km2. Oppure preferite forse mappe immense ma letteralmente vuote? La mappa di Immortals Fenyx Rising non è vuota affatto, per fortuna. Il mondo è suddiviso in sette regioni, la prima delle quali (dedicata al dio Ermes) è la più piccola, perché funge da tutorial.

Completata la prima missione della storia, il protagonista sblocca la Sala degli Dèi, l’hub principale alla cima del Monte Olimpo, dal quale sarà possibile raggiungere tutte le altre regioni principali. Da qui in poi la progressione è libera e non necessariamente lineare: sarete voi a scegliere se visitare per primo il mondo meccanizzato o le praterie afrodisiache della dea dell’amore. Le regioni sono dedicate, ricordiamolo, ad Ermes, Atena, Efesto, Ares, Afrodite… e forse non è il caso, per finalità legate alla trama, anticiparvi gli altri personaggi secondari presenti. Tuttavia, tenendo presente che il nemico principale è Tifone e che Zeus accompagna il viaggio del protagonista…

Preme sottolineare la cura artistica con la quale sono state realizzate le varie regioni, organizzate in veri e propri biomi. D’accordo, non vi è una varietà di tipo stagionale: l’ambiente, cioè, resta prettamente statico all’interno di un determinato contesto. Tuttavia vi è sufficiente varietà tra un territorio e l’altro: quello di Efesto, per esempio, è quasi totalmente occupato da rocce e macchine, e si sviluppa verticalmente; a nord della mappa vi è un’intera distesa innevata e ghiacciata. Afrodite regna su chilometri e chilometri di praterie e foreste, e via dicendo. Spesso resterete incantati da questa varietà.

Le attività: superficie e dungeon

Abbiamo già citato la presenza della Sala degli Dèi: lo spunto permette di approfondire i suoi contenuti, e anche altri aspetti legati alle attività del mondo di gioco. In superficie l’hub principale è il luogo al quale dovreste prestare, sia inizialmente che in seguito, la maggiore attenzione. Qui infatti è possibile personalizzare praticamente ogni aspetto di Fenyx, nonché potenziare i suoi valori: stamina, salute, potenziamenti di vario tipo. Ma farlo non sarà gratis: avrete bisogno di collezionabili sparsi un po’ ovunque sulla mappa di gioco. Le monete di Caronte, per esempio, con le quali si sbloccano i poteri secondari, poi liberamente equipaggiabili; oppure i fulmini di Zeus, che forniscono miglioramenti permanenti ai valori dell’eroe. E ancora, melograni e funghi blu possono essere utilizzati per craftare, nel calderone di Circe, le pozioni curative, rispettivamente per salute e stamina.

Ovviamente in superficie potrete anche dedicarvi alle missioni principali della trama di gioco, fondamentali per liberare le varie divinità olimpiche e quindi per affrontare il boss finale, Tifone; oppure alle missioni secondarie e legati a singole ambientazioni. Con una notevole cura per la narrazione mitica, Immortals Fenyx Rising permette di rivivere le imprese e le storie legate a personaggi classici come Ercole, Narciso, Adone e tantissimi altri. Perfetto, dunque, anche per “ripassare” i contenuti del mondo classico, pensando così ad un impiego didattico della produzione. Tra l’altro proprio alla didattica Ubisoft ha prestato attenzione anche in passato, con Assassin’s Creed. Ma in Immortals Fenyx Rising conta anche il sottosuolo. Di tanto in tanto sulla mappa troverete degli ingressi per il Tartaro, cioè il regno dei morti, dell’oltretomba. Qui, all’interno di veri e propri dungeon, affronterete sfide di vario tipo per sbloccare vari tipi di ricompense: armi, potenziamenti, collezionabili. Le sfide dei dungeon sono molto interessanti: a volte propongono sessioni di platforming, altre volte scontri con un numero crescente di nemici, infine puzzle più o meno intricati.

Opzioni grafiche di Immortals Fenyx Rising su PlayStation 5

Chiudiamo la recensione di Immortals Fenyx Rising con alcune considerazioni sul comparto tecnico, dato che abbiamo avuto la possibilità di provare il titolo sia su PlayStation 4 che PlayStation 5 (era una doppia versione), privilegiando tuttavia la versione next gen. Sulla console della scorsa generazione il titolo è comunque perfettamente fruibile, in 1080p e 30fps. Su PlayStation 5, però, Immortals Fenyx Rising diventa una gioia per gli occhi grazie alla combinazione 4K e 60 fps, che ci è sembrata granitica. Notevole anche l’utilizzo del DualSense e del suo feedback aptico, che risulta immediatamente gratificante, per esempio, al momento di scoccare le frecce; questo aspetto però merita sicuramente uno studio approfondito, la tecnologia resta sperimentale e verrà utilizzata seriamente solo sui prossimi titoli next gen.

Immortals Fenyx Rising rappresenta indubbiamente una nuova IP interessante, sia dal punto di vista dei contenuti che nella loro gestione. Il problema fondamentale della produzione Ubisoft, in realtà, è il suo eccessivo conservatorismo: è palese il tentativo di attingere a tutti gli altri giochi della casa madre, prendendo da ognuno di essi il “meglio”, per rimescolarli poi nel calderone generale. Ora, la miscela pare funzionare, e tuttavia è evidente come di nuovo non vi sia praticamente nulla, se non il comparto tecnico potenziato di PlayStation 5 (che arriva tranquillamente al 4K con 60 fps). Se ciò che cercate è un open world basato sulla mitologia greca, in un vasto mondo di gioco liberamente esplorabile e dalla narrazione piacevole, allora Immortals Fenyx Rising fa al caso vostro; è un titolo molto più che sufficiente, in sé. Ma se aspettavate qualcosa di innovativo, di fresco, di particolarmente interessante… allora no. Immortals Fenyx Rising non vuole innovare, vuole giocare sul sicuro. E questo gli impedisce di spiccare davvero il volo, a differenza del suo protagonista (aiutato peraltro dalle Ali di Icaro).

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.