L’Attacco dei Giganti 4×03 Recensione: Infiltrati

L'Attacco dei Giganti

Dopo aver visto il secondo episodio della quarta stagione de L’Attacco dei Giganti (qui la recensione), sono corso a controllare dove si fosse piazzato Reiner Braun nell’ultimo popularity poll del manga di Hajime Isayama. Personalmente non ho mai apprezzato eccessivamente il personaggio, soprattutto nella seconda stagione, quando lui e Berthold avevano rivelato a Eren il loro tradimento (o almeno quello che all’epoca si credeva essere un tradimento), e in particolare nell’episodio in cui il possessore del Gigante Corazzato manifestava chiaramente i segni di uno sdoppiamento di personalità che sembrava una soluzione abbastanza tirata per i capelli. Ho notato che Reiner non è mai stato particolarmente popolare tra i fan de L’Attacco dei Giganti, orbitando sempre nella top-10 dell’opera, ma in posizioni abbastanza basse. Sono sicuro però che l’inizio di questa quarta stagione cambierà radicalmente la percezione di questo personaggio, che viene via via approfondito e scoperto, in modo sempre più intenso e vero.

Questo terzo episodio della stagione continua a concentrarsi proprio su Reiner, ripercorrendo la sua storia con un attesissimo flashback, che persino Isayama aveva lodato come meraviglioso. Uno sguardo all’indietro che torna a quel giorno fatale, il giorno dell’attacco a Shiganshina, ma stavolta ce lo fa osservare da una prospettiva nuova, da fuori le Mura, in un modo che non avevamo mai visto prima.

L’Attacco dei Giganti: storia di una metamorfosi

L'Attacco dei Giganti

Questo episodio de L’Attacco dei Giganti alterna in modo spesso repentino due piani temporali, quello dei ricordi di Reiner e quello del presente. Una scelta giusta, anche se un po’ disorientante in alcuni momenti. MAPPA vuole farci capire che la memoria del Guerriero non sta scorrendo ininterrotta dall’inizio alla fine, ma che lui torna su quei pensieri durante tutto il corso della giornata, macerandosi dentro nei rimorsi e nel dolore per i compagni perduti. I ricordi passano in maniera disordinata, mostrandoci l’indottrinamento imposto ai giovanissimi guerrieri eldiani, e portandoci sempre più a fondo nell’interiorità di Reiner. La sua scelta di diventare un Guerriero, la sua volontà di ereditare uno dei Giganti è salda e forte come quella di un qualsiasi protagonista anime senza paura. Ha una storia insospettabilmente triste questo personaggio, rifiutato da un padre che non lo vuole, vessato dai compagni che lo ritengono debole (eccezion fatta per Marcel), chiuso in una società che lo considera malvagio per il solo crimine di essere nato col sangue sbagliato. L’accettazione di Reiner di fronte al fideistico lavaggio del cervello dei marleyani è profonda e totale, determinata alla follia, e si realizza nel riconoscimento finale: sarà lui a ereditare il Gigante Corazzato. La parata durante la quale è nominato “marleyano onorario” deve essere stato il momento più elevato, più felice della vita di Reiner.

Ma il rifiuto paterno demolisce ogni sogno, ogni traguardo. Quando Reiner parte è l’unico a non avere un sorriso sul volto. Perso il suo obiettivo comincia immediatamente a vacillare. Ed è qui che entra in gioco Marcel. Perché quello che scopriamo è che il giovane amico di Reiner, quell’amico così buono che aveva tanta fiducia in lui, lo faceva soltanto per un motivo egoistico. Lo faceva soltanto per evitare al fratello Porco il destino di ogni possessore dei Giganti. Quei “scusami” quasi ossessivi che punteggiano la prima parte del flashback assumono tutto un altro significato: Marcel ha sacrificato Reiner per la salvezza del fratello, lo ha condannato a morte entro i prossimi tredici anni. Marcel semplicemente non ritiene che possedere un Gigante sia un onore, è disilluso, disincantato. Ha già capito. E questa comprensione, questo sentirsi in colpa di Marcel, portano il giovane a sacrificarsi per tentare di salvare Reiner, a essere divorato da Ymir. Un sacrificio che scardina completamente l’identità e le convinzioni del Gigante Corazzato. Qui “Reiner morto”.

Quanto è vicino questo personaggio di Marcel al Reiner che abbiamo visto secondo episodio, quello che prendeva da parte Falco Griece e gli diceva che sarebbe diventato lui il nuovo Gigante Corazzato, che doveva impegnarsi per salvare Gabi. Quasi che, col passare del tempo, Reiner si sia trasformato gradualmente in Marcel. Prima come guida per il gruppo di infiltrati, poi come amico prezioso e incoraggiante per un Eren in difficoltà, e infine come Guerriero disilluso, con la piena comprensione della futilità di questi conflitti fratricidi, di questa guerra senza senso, del potere dei Giganti stesso.

Manca qualcosa?

L'Attacco dei Giganti

Ogni volta che si ritorna sul piano temporale del presente però, Reiner si trova in una situazione diversa, in un momento diverso della giornata. Anche se la scelta da una parte è comprensibile, appunto per far capire quanto quei ricordi perseguitino il personaggio, la sensazione che trasmette è molto caotica, e le scene sono costruite in modo strano, come sospese. Sembra quasi che manchi qualcosa, come se la storia avesse dei buchi. Non serve avere alle spalle la lettura del manga per capire che, in questa fase, MAPPA ha dovuto operare scelte dolorose, sacrificando la chiarezza al tempo a disposizione, e mancando di seguire con precisione le pagine di Isayama.

Al netto di questa sensazione però, il flashback serve comunque ad arricchire di nuovo il racconto del giorno terribile dell’attacco a Shiganshina, che ce ne spiega finalmente i motivi, che ci mostra come dei ragazzini abbiano consapevolmente deciso di massacrare un’intera popolazione. Quel momento di sdoppiamento nel bosco, quando Rainer era lacerato tra il suo essere un soldato al servizio dell’umanità e un Guerriero di Marley che lottava per cancellare dalla faccia della terra la popolazione di Paradis assume all’improvviso un senso e un significato completamente diverso. Quei discorsi di Berthold che sembravano deliranti, a metà tra la richiesta di perdono e le pure dichiarazioni d’odio, ora assumono un significato più intenso, ora quadrano del tutto.

Insomma un flashback che, al netto dei tagli o delle compressioni, spiega e permette di rileggere gli eventi della serie sotto una luce nuova, permette di capire anche perché, prima di ricordarsi dei cadetti, di Falco Griece e di sua cugina Gabi, Reiner stia meditando un gesto estremo e definitivo.

Quegli occhi…

L'Attacco dei Giganti

La puntata si conclude con un plot twist enorme, rendendo riconoscibile un personaggio che, nel secondo episodio, avevamo potuto vedere soltanto di sfuggita. Sono gli occhi a farsi rivelatori, unico elemento riconoscibile di un character design completamente stravolto, pensato proprio per questo momento. La sorpresa, lo stupore e l’emozione che causa questa visione finale, quest’espressione corrucciata, non sono paragonabili a nulla per un fan de L’Attacco dei Giganti. I colpi di scena sono ormai talmente diffusi nelle narrazioni a episodi da essere diventati quasi scontati, in un certo senso prevedibili. L’abilità che sta dietro al crearne uno di così forte impatto nonostante tutto la dice lunga non solo sulla bravura di MAPPA nel gestire questo delicatissimo momento dell’anime, ma anche sull’importanza che questo personaggio riveste per la serie e per tutti i suoi fan.

Migliora visibilmente in questo terzo episodio il comparto tecnico: quelle animazioni fastidiosamente legnose e malfatte del secondo episodio non sono tornate, e si può forse già derubricarle a incidente di percorso. Vero che qui gli animatori sono stati aiutati da scene non particolarmente dinamiche, e quindi non eccessivamente complesse, ma va notato come risultino naturali certi movimenti, soprattutto quelli evidenziati in primo piano, come quelli della mano di Reiner che inserisce il caricatore nel fucile.

Un piccola nota negativa però c’è, ed è il character design di Porco Galliard e di Pieck. Dal momento che ci si è impegnati tanto a rendere il cambiamento attraverso gli ultimi quattro anni di personaggi come Zeke e Reiner, ci si sarebbe potuti aspettare che l’apparizione dell’attuale Gigante Mascella e del Gigante Carro nel flashback ci presentasse persone più giovani. I due invece sembrano perfettamente uguali a come saranno ben nove anni dopo, e cioè durante la narrazione attuale degli eventi. Einstein sosteneva che il tempo fosse relativo, ma forse così è un po’ troppo.

In conclusione, la quarta stagione de L’Attacco dei Giganti continua a non tradire le attese e a regalarci forti emozioni. Presto sarà il precipitare degli eventi e il terribile sviluppo della situazione però a cambiare radicalmente la storia. Vi ricordiamo che la serie è disponibile in simuldub sul sito di streaming gratuito VVVVID in contemporanea con il Giappone!

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