Little Nightmares II Recensione: oltre lo schermo di un televisore

Little Nightmares II

Che cos’è il sogno? Se lo andaste a cercare nella sua terminologia, proviene dal latino e si aggrappa radicalmente alla parola sonno. Questo legame è dovuto dal fatto che, quando dormiamo, il nostro corpo si spegne facendoci entrare nella fase REM. Privi di qualsiasi movimento, immaginiamo suoni e vediamo cose inesistenti nella realtà, ma che noi riconosciamo come tali. Per questo motivo ci sembrano così lucidi, vividi… veri. Ma cos’è invece l’incubo? È un sogno corrotto dalle nostre paure. Terrificante per alcuni e incontrollabile per altri, è difficile capire che stiamo dormendo quando accade. Ci ritroviamo col fiato corto, il batticuore e le nostre fobie più recondite prendono il sopravvento. Siamo in trappola, privi di qualsiasi speranza che un rapido risveglio potrebbe donarci. E che cosa accade quando gli incubi diventano realtà? Non abbiamo più la possibilità di svegliarci: siamo obbligati a viverli. Little Nightmares II gioca proprio con questo termine dal 2017, quando uscì il primo capitolo della serie. Ormai sono passati 4 anni dal rilascio ufficiale, con ben 3 DLC ad allargare la lore. Noi di GamesVillage abbiamo avuto il piacere di provare la demo e ora di recensire il titolo per PlayStation 4, ma sarà anche disponibile per Switch, Xbox One e PC dall’11 febbraio; e per le console next-gen in un secondo momento. Siete pronti per vivere l’incubo? Non serve che portiate nulla insieme a voi, la cittadina che andremo a visitare ha tutto l’occorrente per farvi impazzire e morire dalla paura. Benvenuti a Pale City!

Little Nightmares II

Little Nightmares II e la storia di Mono

Little Nightmares II segue la storia di Mono, un ragazzino anonimo e completamente solo che indossa una busta per il pane come maschera. Nel suo viaggio si trova a salvare la piccola Six, catturata da un cacciatore in una foresta cupa e terrificante. Il prologo di questo secondo capitolo si chiude con la loro fuga dalla catapecchia e con l’arrivo a Pale City. Questo posto, colmo di palazzi decadenti, arricciati su loro stessi, corpi impiccati, televisori distrutti e adulti con volti distorti; appare come un vero e proprio inferno per i nostri piccoli eroi. Il loro scopo è quello di restare in vita, mentre cercano di fuggire dagli assalitori che trovano in qualsiasi edificio ancora in piedi. Riusciranno a restare uniti e a salvarsi dalle oscure figure che infestano la cittadina o resteranno intrappolati in questo luogo dimenticato persino dai propri residenti?

Nuove meccaniche, nuovi incubi

Il gameplay di Little Nightmares II si sviluppa su vari fronti, traendo forza dall’ambientazione e dalla musica, ma anche dalle nuove meccaniche introdotte da Tarsier Studios. Per prima cosa, stavolta, non saremo soli. Oltre ad esserci alcune sezioni in singolo, la peculiarità del nuovo capitolo si basa sul fatto di dover collaborare per proseguire. Il nostro piccolo protagonista è accompagnato da Six, l’eroina del primo episodio. Grazie a lei sarà possibile raggiungere superfici altrimenti impossibili per la nostra statura. In pratica l’antico detto “l’unione fa la forza” è il sunto della prima feature aggiunta. Tramite il lavoro di squadra alcune sezioni di gioco sembreranno più semplici e veloci da comprendere ma, d’altro canto, l’impossibilità di comunicare con la nostra amica non andrà ad intaccare un’altra parte fondamentale del gameplay: gli enigmi. Questi, a differenza del passato, sono strutturati tenendo da conto anche l’aiuto che la piccola Six potrebbe offrire. In alcuni casi ci spingerà verso l’alto per farci aggrappare ad un tavolo, in altri sarà fondamentale per sbloccarci la via e in altri ancora risulterà vitale per fuggire da un boss.

Sfortunatamente però, non sempre questa collaborazione gioverà all’immersione. A causa di vari bug che complicano i movimenti di Mono e all’assenza di suggerimenti da parte del titolo stesso, potremmo restare bloccati in un determinato livello per un bel po’. Questo problema rende il gameplay parecchio rigido e frustrante in alcuni casi, senza trarre vantaggio dalla nuova spolverata action. Anche durante le parti platform faremo fatica a coordinare alcune direzioni e, quindi, finiremo spesso a dover ricominciare dall’ultimo checkpoint. Nel nostro Provato vi avevamo già parlato di come morire in Little Nightmares II fosse un modo per comprendere meglio l’area in cui stavamo giocando. Ovviamente, si trattava solo di una demo in quel periodo, ma lo stesso vale per l’intero titolo: è un mezzo per imparare dai nostri errori. Non potendo chiedere aiuto a Six, l’unico modo per capire come risolvere un rompicapo è tentare e ritentare finché non si accende la lampadina nel nostro cervello.

Mono e Six: un inseparabile duo?

Six era la protagonista del precedente capitolo. Scappata dalle Fauci, una nave che teneva prigionieri altri bambini per essere mangiati da adulti facoltosi e ingordi, viene ritrovata da Mono in una vecchia casa. Inizialmente i due non vanno d’accordo, o meglio, si aiutano solo per comodità. Se da parte del nostro piccolo eroe sembra esserci un motivo per voler salvare la sua nuova amichetta, per Six la storia è totalmente diversa. Egoista, fredda, spietata in alcuni casi, questa bambina non riesce a fidarsi ciecamente di lui. E, altro piccolo problema, noi non possiamo rassicurarla. Non ci sono dialoghi o chance da parte nostra per poterla tranquillizzare. Se non una sola: tenerla per mano. Sembrerà sciocco, ma stringerla a noi nei livelli ardui, inquietanti o dolorosi è la cosa più umana che ci rimane, se non l’unica. In un mondo dove gli adulti vengono ipnotizzati dagli schermi televisivi, i bambini vengono venduti, non c’è lavoro ma solo vizio e depressione; l’unico modo per non impazzire è proprio quello di farsi forza l’un l’altra. E sembra proprio che il nostro Mono lo abbia capito sin dall’inizio.

Non è la prima volta che Little Nightmares tratta temi così vicini e spaventosi, facendoci giocare nei panni dei bambini. Il gameplay funzionava e funziona tutt’oggi perché è come se tutto fosse un ostacolo e un pericolo per noi. Dalle altezze mortali di un frigorifero arrugginito, dai cunicoli sporchi e logori dove solo noi riusciamo a passare, fino ad arrivare allo sforzo che Mono compie per arrampicarsi o per combattere: tutto è contro di noi. E quale miglior modo per parlare di qualcosa del genere se non tramite un videogioco? È vero, Little Nightmares II ci mostra un mondo distorto e malato, pieno di momenti tremendi che fortunatamente esistono solo nella fantasia e nell’immaginario comune dell’horror.

Ma, per quanto fittizio possa essere, non si discosta troppo dalla nostra realtà. Perché, se qualcosa riesce davvero a inquietarci significa che in parte, anche misera, ci appartiene. Gli schermi televisivi che lobotomizzano le persone, che le fanno scomparire con ancora gli abiti da lavoro indosso o, addirittura, suicidare al più lieve comando; sono un pugno nello stomaco se pensiamo a ciò che sentiamo ogni giorno al telegiornale. Non sono poi così diversi dagli smartphone che ci rendono dipendenti o da sfide ideate solo per far del male alle menti più giovani, come la Blue Whale di qualche anno fa. E se noi continuiamo a tenere basso lo sguardo, riusciremo solo a sentire queste storie, quando è ormai troppo tardi per far sì che non accadano.

Little Nightmares II

Little Nightmares II e il sublime comparto artistico

I colori dei nuovi sfondi di Little Nightmares II sono a dir poco stupefacenti. Con una maggiore cura adottata per qualsiasi oggetto di scena, il team di sviluppo è riuscito a regalarci un tipo di esperienza ancora più immersiva rispetto al passato. Tenendo conto che questo nuovo episodio è anche più lungo del suo predecessore, ci sono parecchie ambientazioni da poter vedere e di cui innamorarsi. Partendo dalla foresta in cui ci risvegliamo, colma di oscurità e di una perenne tinta bluastra, l’unico modo per comprendere come proseguire è aguzzare la vista e cercare la luce. Tutto ci sembrerà indispensabile o inutile, ma proprio per questo motivo riusciremo a legarci maggiormente ai luoghi che andremo a visitare. Oltre alla capanna vicino al lago, dove vive il cacciatore che ha rinchiuso Six, Pale City è ricca di scorci memorabili. Un luogo fatiscente che si sta pian piano sgretolando davanti ai nostri occhi. Un posto colmo di edifici decadenti e di mostri fantastici, ma al contempo tremendamente reali. Insomma, il comparto visivo del nuovo capitolo risulta perfettamente riuscito e maledettamente affascinante, così tanto da riuscire a farci vivere un perenne brivido, soprattutto per i temi che mostra.

Un altro plauso va fatto al comparto sonoro e a tutto ciò che concerne. Dalle flebili musiche di sottofondo, fino ad arrivare ai ritmi tetri e incalzanti mentre stiamo fuggendo da un mostro: tutto è stato curato fin nei minimi dettagli. Persino gli stessi suoni che provengono da dietro l’angolo, i rumori gutturali delle persone senza anima, le risate dei bambini e anche i respiri affannosi dei boss. Un lavoro egregio per un titolo che si presta parecchio. Con una narrazione unicamente silenziosa, che apre le porte alla libera interpretazione del giocatore, l’unico modo per farlo interessare è tramite il comparto artistico. Cosa che Little Nightmares II riesce a fare in maniera ineccepibile. Questo mix si lega anche ad un altro elemento ben studiato e implementato: la telecamera. Seguendoci ad ogni passo, la visuale ci ricorda quanto siamo piccoli rispetto a tutto il resto. Oltre ciò, è in grado di muoversi liberamente per mostrarci delle soluzioni o, in altri casi, limita i nostri occhi per incutere maggiore paura.

In conclusione, Little Nightmares II ci ha convinto? In parte sì e in parte no. Le nuove meccaniche introdotte riescono a farci immergere nella magica e orrorifica città di Pale City, ma allo stesso tempo stonano in alcuni frangenti aumentano la frustrazione per le troppe morti accidentali. L’ambientazione ha ricevuto un upgrade non indifferente e finalmente siamo davanti a degli scorci mozzafiato, conditi da un comparto audio studiato per qualsiasi momento. La silenziosa e velata narrazione, invece, non ci ha mai abbandonato durante le nostre avventure ed è ciò che ci ha interessato e fatto apprezzare maggiormente il titolo. Dato il misterioso e alquanto criptico finale, speriamo vivamente che questa serie continui ad allargarsi come sta facendo, crescendo e imparando dagli errori commessi per donare i “piccoli brividi” che solo Little Nightmares riesce a dare.

VOTO: 8.5

Nata con in casa una PS1 ed una stanza con pareti ricche di personaggi disegnati dal padre, si innamora ben presto dei videogiochi e dei manga. Dal primo titolo giocato, Paperino: Operazione Papero, fino ad arrivare a Death Stranding, vive ogni avventura come se fosse la propria, amando e studiando ogni personaggio che le si pari davanti. Le due opere che le sono più rimaste più nel cuore sono: Bioshock Infinite e The Last of Us. Appassionata di grafica, fumetti e storytelling, nel tempo libero scrive, disegna, gioca e soprattutto immagina. Incurabile sognatrice dal 1999.