Yakuza Like a Dragon ĆØ stata una delle più piacevoli sorprese del 2020. Il nefasto anno, per le ragioni che ormai tutti conosciamo, ĆØ però risultato più che generoso dal punto di vista videoludico, grazie appunto allāarrivo di numerosi titoli di grossissimo spessore.
E, ovviamente, lāultimo capitolo della saga targata SEGA (scusate il gioco di parole!) ne ĆØ certamente uno degli esponenti più illustri. Coniato numericamente come la continuazione anche cronologica della storia, il settimo capitolo ha saputo risultare un forte punto di ripartenza per il brand, tanto nelle dinamiche narrative tanto e soprattutto in quelle videoludiche.
Come abbiamo giĆ avuto modo di spiegarvi nella nostra recensione del gioco, Yakuza Like a Dragon rappresenta un nuovo punto di inizio per la serie: nuovo protagonista, nuova location e soprattutto un sistema di combattimento completamente rinnovato. Questi elementi hanno saputo dare un forte scossone ad una saga che, indubbiamente, aveva bisogno di una ventata dāaria fresca, al netto di tutti i grandi consensi ottenuti nel corso degli anni.
Per tutti questi motivi e non soltanto, quando si ĆØ presentata la possibilitĆ di rigiocare il titolo in versione PS5, dunque con tutti i benefici dellāupgrade next-gen, non ce la siamo fatta scappare. Va detto che tale upgrade next-gen non differisce in alcun modo da quello giĆ disponibile per Xbox Series S/X e offrirĆ agli utenti PS5 le stesse medesime feature, soltanto con qualche mese di ritardo.
Il sopracitato aggiornamento ĆØ completamente gratuito, ma ha dalla sua una pecca che per quanto ci riguarda non può considerarsi marginale. Yakuza Like a Dragon in versione PS5 ha dunque senso di esistere? La risposta ĆØ sƬ, ma ĆØ giusto sottolineare quanto alcune dinamiche non lo rendono esattamente un prodotto imprescindibile, specialmente per chi lāha giĆ provato sulle āvecchieā console.
Yakuza Like a Dragon ĆØ un nuovo punto di avvio per la saga
Prima di cominciare con lāanalisi di questa versione di nuova generazione, il vero oggetto dāinteresse di questo articolo, vogliamo comunque fare un breve recap di quanto offre il gioco sul piano contenutistico.
Yakuza Like a Dragon ci mette per la prima volta nella storia del brand nei panni di un nuovo protagonista (escludendo le parentesi nei panni di Goro Majima), il giovane Ichiban Kasuga, un novizio membro della famiglia Arakawa, unāaffiliata del Clan Tojo. La longeva avventura mette proprio nelle mani del videogiocatore un lungo percorso di crescita e di evoluzione del personaggio di Ichi, costretto a fronteggiare la spietata legge della vita in più di unāoccasione e in diverse circostanze.
Dopo un intenso prologo, che mostra come il protagonista finisce per scontare una lunga prigionia, si apre il sipario su unāavventura incredibilmente intensa, appassionante, ricca di colpi di scena e, come da tradizione per la serie, caratterizzata da una scrittura di primissimo livello e mai banale. A ciò si aggiunge anche la bontĆ del character design, come al solito ispirato e che con questo capitolo raggiunge nuove importanti vette. Vivere, respirare e lasciarsi trasportare dalle avventure di Ichiban ĆØ un vero e proprio piacere per i sensi, anche perchĆ©, onestamente, la svolta ruolistica assunta dal titolo può considerarsi un centro perfetto.
Il nuovo modo di approcciare le battaglie ha infatti sin da subito mostrato di avere un potenziale abnorme, confermato in toto dopo la prova ācon manoā fatta in occasione dellāarrivo della versione, a questo punto old-gen, del titolo. E non abbiamo mai smesso di immaginare quanto, con le possibilitĆ dei nuovi hardware, Yakuza Like a Dragon potesse fare quel salto di qualitĆ definitivo anche sul piano tecnico e strutturale, oltre che ludico.
Proprio per queste ragioni, abbiamo aspettato la versione PS5 con molta ansia, desiderosi di scoprire quanto e se lāattesa fosse ripagata o meno. In tutta sinceritĆ , la risposta ĆØ probabilmente nƬ, poichĆ© i pro e i contro, dal nostro punto di vista, sembrano equipararsi, e vi spieghiamo il perchĆ©.
Yakuza Like a Dragon su PS5 è più bello, ma non abbastanza
Uno dei punti di forza di questo Yakuza: Like a Dragon (o Yakuza 7), anche nella versione PS4 e Xbox One, ĆØ sicuramente quello legato allāottimo comparto tecnico. Il titolo di SEGA si mostra infatti in splendida forma, con un Dragon Engine che giĆ sembrava essere proiettato avanti coi tempi. Per tal motivo, non avevamo grandi dubbi sulla buona riuscita di questo adattamento per PS5, basandoci anche sulla controparte Xbox Series X/S, giĆ disponibile dal day one della console.
Sulla nuova ammiraglia di Sony, il titolo si spinge verso nuove vette qualitative, offrendo ai giocatori la solita scelta tra due modalitĆ grafiche differenti, una che predilige la risoluzione e lāaltra il frame rate. Di base, il gioco si presenta con lāimpostazione predefinita che favorisce la frequenza di fotogrammi per secondo, finalmente in grado di toccare quota 60fps più che granitici. Il compromesso da accettare ĆØ però quello legato alla risoluzione, che inevitabilmente si accontenta di una quota dinamica, con un target massimo settato sui 1440p.
Non vogliamo girarci troppo intorno: questa modalitĆ grafica ĆØ senza alcun dubbio la migliore e quella consigliata. Data anche la nuova natura del combat system del gioco, poter godere di una frequenza di aggiornamento maggiore ĆØ ovviamente lāopzione migliore, anche perchĆ© le migliorie tecniche, seppur meno evidenti, sono comunque presenti. Grazie ad unāottima gestione dellāilluminazione, in particolare di elementi come i riflessi e i giochi di luce, Yakuza Like a Dragon si mostra sicuramente più figo di prima, seppur ad un occhio meno allenato le migliorie potrebbero sembrare più marginali.
Per avere unāidea più chiara dei passi in avanti compiuti, ĆØ necessario settare la modalitĆ Alta Risoluzione, la quale spinge la resa dellāimmagine fino al tanto agognato 4K, cosa che rende più āsempliceā apprezzare i passi avanti compiuti dallo Ryu Ga Gotoku Studio in tal senso. Con tale impostazione grafica il gioco offre una qualitĆ e una pulizia dellāimmagine di primissimo livello, e alcuni scorci, specialmente sfruttando i giochi di luce, risultano a dir poco memorabili.
La maggior pulizia dellāimmagine, però, viene āpagataā inevitabilmente col frame rate, che viene letteralmente dimezzato, rimanendo lockato a quota 30fps. Inutile dirvi, ma in realtĆ ve lāabbiamo giĆ detto in precedenza, che per quanto la differenza dal punto di vista della qualitĆ visiva sia evidente, il nostro consiglio rimane quello di optare per la modalitĆ Standard. Giocare ad un titolo del genere con un frame rate di soli 30fps può rovinare lāesperienza di gioco, e proprio con la versione PS5 ci siamo subito resi conto della grande differenza.
Una volta assaggiati i 60fps, credeteci, difficilmente tornerete indietro, e non potrebbe essere altrimenti. Peccato, però, che oltre a queste differenze la versione PS5 del titolo non offre praticamente nullāaltro, ed ĆØ proprio per questo motivo che in apertura parlavamo di un successo soltanto parziale per questo āadattamentoā in salsa next-gen.
DualSense, salvataggi, e tutte le altre veritĆ scomode
Considerando la natura gratuita di tale versione, potrebbe sembrare strano il fatto che stiamo parlando di una conversione non perfettamente riuscita. E lo capiamo bene, sia chiaro.
Le problematiche maggiori infatti non ricadono sul comparto tecnico, che comunque si è rivelato più che solido (considerando la natura cross-gen del titolo), ma sono relative ad alcune possibilità , ad alcune feature, che alla fine sono risultate completamente assenti o comunque poco comprensibili. Vogliamo subito liberarci del proverbiale elefante nella stanza: nella versione PS5 non potrete in alcun modo trasportare i vostri file di gioco. Tale scelta ci è risultata molto complessa da comprendere, sia considerando la natura gratuita di tale upgrade sia perché la nuova versione è stata rilasciata a distanza di oltre quattro mesi dalla release originale.
Considerando la scelta di offrire comunque lāupgrade gratuito a tutti i possessori della copia PS4, che però hanno avuto un bel poā di tempo per concludere le vicende in compagnia di Ichiban, non pensiamo abbiano appreso con gioia la notizia relativa allāincompatibilitĆ dei salvataggi. Certo, la notizia era giĆ ben nota dal principio, ma non lāabbiamo mai compresa e, dopo aver ricominciato lāavventura, ce ne siamo resi conto una volta per tutte. Considerando la grandissima mole di contenuti e soprattutto le differenze tra le due versioni, a dirla tutta, non ci sentiamo di consigliare a mani basse di ricominciare tutto da zero.
Sia chiaro, Yakuza Like a Dragon rimane uno dei capitoli più belli della saga, ma probabilmente non vale la pena ricominciarlo da zero soltanto per i 60fps e per le migliorie tecniche di cui vi parlavamo pocāanzi, anche perchĆ©, e qua veniamo alla seconda lacuna, il DualSense non ĆØ stato supportato e sfruttato quanto avremmo voluto. A parte qualche piccolo feed durante le collisioni con i vari nemici sparsi per il gioco, il nuovo pad di Sony ĆØ stato ātrattatoā come un semplicissimo DualShock 4, lasciandoci un poā di amaro in bocca difficile da digerire.
Certo, non ci aspettavamo alcun tipo di miracolo, ma considerando la natura del gioco ci saremmo aspettati magari qualche piccolo passo in avanti in tal direzione. Nulla di grave, certo, ma riteniamo che, tenendo conto anche di quanto detto poco sopra, ciò collabora a rendere difficile il consigliare di ricominciare il titolo a chi giĆ lāha spolpato qualche mese fa.
Il discorso, ovviamente, cambia per chi ha saputo aspettare finora: in versione PS5 il nuovo āDragoā ĆØ più vivo e bello che mai, e potrebbe regalarvi emozioni videoludiche che difficilmente dimenticherete.
La versione PS5 di Yakuza Like a Dragon ĆØ pensata principalmente per chi ha mancato (o ha saputo aspettare) lāappuntamento con la versione old-gen del titolo. Le migliorie grafiche e tecniche, per quanto in alcuni casi evidenti, non giustificano dal nostro punto di vista il dover ricominciare da zero la lunghissima avventura di Ichiban, anche considerando le poche feature extra da cui la versione in questione ĆØ sorretta. Il DualSense, ad esempio, non ha giocato un ruolo importante in questo upgrade, cosa che ci ha un pochino lasciati interdetti. Va però precisato che lāupgrade ĆØ completamente gratuito per i possessori di una copia del titolo in versione PlayStation 4, ma dal nostro punto di vista la scelta di rendere i salvataggi incompatibili potrebbe pesare non poco sullāeconomia di questa manovra. Nel complesso, dunque, non ci sentiamo di consigliare di ricominciare Yakuza Like a Dragon a chi lāha giĆ divorato su PS4, ma vogliamo caldamente invitare chi lāha mancato allāepoca a recuperarlo quanto prima. Sia su next-gen sia su old-gen lāultima fatica del Ryu Ga Gotoku Studio rimane una perla rara, che merita di essere apprezzata da un poā tutti quanti, indipendentemente dal palato videoludico del giocatore.