Harvest Moon One World Recensione: un gioco ideale per la quarantena

Come non pochi giochi, a causa COVID-19, si è fatto attendere un po, ma Harvest Moon One World è finalmente sbarcato sulle piattaforme Nintendo Switch, e Nintendo Switch Lite! Di questo titolo abbiamo parlato più volte negli ultimi mesi, e nonostante i problemi legati alla ben nota pandemia, il gioco di Natsume Inc. – storico publisher di giochi per famiglie – e del suo partner di lunga data, Rising Star Games, è disponibile in Europa sullo store di Nintendo, e in copia fisica. I publisher hanno inoltre annunciato l’uscita del titolo anche per Xbox One e per PS4. Noi, intanto, abbiamo provato la versione Switch per voi, ed ecco qui la nostra recensione di Harvest Moon One World!

Harvest Moon One World è un life simulator incentrato sulla gestione di una fattoria, dal ritmo lento e rilassante, forse a volte ripetitivo, ma estremamente adatto a questi tempi di lockdown che stiamo vivendo. Per giocare questo titolo non è necessario essere grandi fan della saga, sia perché si distacca abbastanza dai predecessori, sia perché ha un gameplay che consente a chiunque di approcciarsi per la prima volta al genere dei farming games senza troppe difficoltà.

Harvest Moon One World; Harvest Moon

Harvest Moon One World: un ambiente vario e mai banale!

Il gioco ci trasporta in un continente diviso in cinque aree, tutte diverse tra loro per clima, ambientazione e – cosa più importante – colture disponibili. Abbiamo Calisson, zona rurale da cui comincia il nostro viaggio, dal clima variabile e influenzato dall’andamento delle stagioni. Delle cinque terre è nettamente quella che della meccanica del ciclo stagionale viene più influenzata. Si tratta di un piccolo villaggio nelle prossimità della casa del protagonista, con poche case e pochi npc. Buona parte del nostro tutorial si svolge qui. Poi abbiamo Halo Halo, una zona tropicale che ci ricorda molto le Hawaii, dove non mancano surfisti e pescatori. Meno influenzata dalle stagioni, Halo Halo spicca per il design del villaggio, essenziale ma caratteristico. Proseguendo arriviamo a Pastilla, un villaggio immerso nel deserto, dove incamminarci ci procura un malus dovuto alle temperature estreme. Il gioco non ci dice esplicitamente come evitare di perdere vita a causa del caldo, ma basta contrastarlo con dei piatti freddi craftabili nella nostra fattoria. Stesso discorso, ma all’inverso, lo facciamo per Salmiakki, una sorta di scandinavia il cui malus è dato dalle rigide temperature. Infine, allontanandoci dalla zona più fredda del gioco, arrivano a Lebkuchen, una regione perennemente immersa in un clima autunnale situata ai piedi di un vulcano attivo (nella cui lava si può pescare!).

In ognuna di queste zone, è presente un tempio che in antichità ospitava uno spirito del raccolto, ma che ora è in rovina. Soltanto risvegliando gli spiriti e raccogliendo i Medaglioni che questi ci daranno potremo invocare la Divinità del raccolto e salvare il continente dall’infausto destino del perdere la capacità di coltivare la terra.

Character editing e npc originali

Il nostro personaggio, di cui possiamo scegliere nome, sesso e modificare in modo non troppo dettagliato l’aspetto (colore della pelle, degli occhi e dei capelli), è – in perfetto stile Nintendo – muto, salvo per qualche sporadica occasione in cui ci è concesso scegliere tra alcune opzioni di dialogo. Non possiamo parlare di un protagonista carismatico, ma questo non significa che il titolo sia pigro con la caratterizzazione dei personaggi.

Premesso che si tratta di un farming simulator, Harvest Moon One World ha una dinamica di interazione con gli npc che, per quanto essenziale, mi ha comunque colpito. La meccanica della romance è stata a mio avviso sfruttata poco e male; mi ha ricordato Dragon Age Origins dove per attirare l’attenzione della tua dolce metà tutto quello che bastava fare era offrire dei regali e completare basiche quest, che nel caso del titolo di Natsume Inc. sono letteralmente ripetitive. Perciò mi pare scontato dire che non è questo che mi ha impressionato. Quello che davvero mi è rimasto impresso sono le storie in cui ci si imbatte in ogni villaggio, che nonostante il target giovanissimo del gioco, toccano con estrema delicatezza argomenti seri come il lutto, i traumi e l’abbandono.

Ma parliamo ora di quello che è il vero focus di Harvest Moon One World: la vita della fattoria! Quello che rende questo titolo un gioco ideale per la quarantena in cui molti di noi stanno vivendo è il fatto che si tratta di un gioco estremamente rilassante. Abbiamo già parlato di come Natsume Inc. e Rising Star Games abbiano scelto un ritmo lento per il loro titolo, ma lasciate che vi dica che, giocandolo, questo ritmo lento non vi stuferà dopo poco. Anzi, tutto il contrario! In questi giorni siamo sottoposti ad uno stress senza precedenti, e il gioco di casa Natsume Inc., con i suoi tempi lenti e la sua atmosfera calma può davvero aiutare a rilassarci un po’, a dimenticarci della situazione corrente immergendoci in un mondo in cui la nostra unica preoccupazione è decidere dove piantare i nostri pomodori. Non male, eh?

Harvest Moon One World: i punti classici della saga

Come c’era da aspettarsi, Harvest Moon One World presta un’ottima attenzione alle meccaniche di farming, perciò non pensate di poter coltivare tutto ovunque e in ogni momento dell’anno. Se sbaglierete i tempi, la natura non ve lo perdonerà. Ma non preoccupatevi, il catalogo di colture a vostra disposizione sarà così ampio che non vi mancherà mai qualche pianta da curare.

E a proposito di cure, in Harvest Moon One World la meccanica di allevamento è ugualmente ben curata, con animali di ogni genere (davvero di ogni genere, anche orsi e tigri!) pronti a fare amicizia con voi e ad essere addomesticati, a patto che abbiate abbastanza spazio nelle vostre stalle. Ma non credete di poter adottare gli animali e poi abbandonarli a se stessi; se non li curerete e non li tratterete con affetto, questi non lo dimenticheranno, e nel caso di animali d’allevamento più tipici, quali mucche e polli, nel caso in cui non dovessero essere ben curati, non produrranno né latte né uova, lasciandovi senza.

Il gioco, avendo una mappa discretamente vasta, è dotato di un sistema di viaggio rapido, i cui checkpoint vanno però scoperti man mano, non basta semplicemente arrivare in una nuova città. Muoversi all’interno del mondo di Harvest Moon One World senza viaggio rapido è possibile, ma consiglio di farlo con un cavallo (acquistabile nei negozi di bestiame), perché a piedi diventa estremamente lento e noioso, dato che non c’è una meccanica di sprint.

Oltre ai villaggi, è possibile visitare delle miniere suddivise in piani per estrarre metalli preziosi e non, e se si riesce ad arrivare fino all’ultimo piano si ottiene una piccola ricompensa. Meccanica carina, tranne per il fatto che è troppo intuitiva. Non mi sarebbe dispiaciuto un tutorial più dettagliato.

Questa è una critica che mi sento di fare: il tutorial c’è, senza dubbio, ma c’è anche troppa libertà. Troppe volte mi sono ritrovata di fronte a situazioni in cui avevo necessità di un utensile specifico e nulla nel gioco mi indicava dove trovarlo, e questo a lungo andare è diventato fastidioso.

Un po’ di pigrizia

Il titolo di Natsume Inc. è pieno di cose da fare e luoghi, persone e colture diverse da scoprire, ma pecca di attenzione di fronte a certi aspetti: un’altra critica che muovo ad Harvest Moon One World è quella di non aver prestato sufficiente attenzione ai minigiochi. La pesca, per esempio, è semplicemente sciatta. Una meccanica rudimentale e con ampio margine di miglioramento, mentre meccaniche come il crafting di cibo sono state solamente abbozzate, quando a mio avviso si poteva fare molto di meglio. Specialmente perché l’impegno nel differenziare le ricette c’è.

Una meccanica che ho particolarmente apprezzato, e di cui il gioco va palesemente fiero, è una novità assoluta nella saga di Harvest Moon: la fattoria portatile! Con fatica costruiamo la nostra fattoria, la abbelliamo, la riempiamo di animali e raccolti, ma poi le missioni ci portano lontano, e per fortuna Natsume Inc. e Rising Star Games ci vengono incontro, dotandoci di un robot che – una volta caricato a dovere da frutta e verdura che dobbiamo fornire noi – ci permette di ridurre la nostra fattoria ad una miniatura per poi farla tornare alle sue dimensioni in un altro posto. Comodissimo.

In conclusione, Harvest Moon One World non è un gioco perfetto, ci mancherebbe, ma è di certo un gioco che aiuta ad evadere dalle quattro mura in cui – in questi tempi difficili – siamo costretti. Il prezzo, considerando gli standard di Nintendo, non è elevatissimo, e con il fatto che si possono fare fino a tre salvataggi in un solo profilo, è consigliato alle famiglie. Il titolo di Natsume Inc. si presenta in modo onesto per quello che è: un simulatore di vita e di farming senza troppe pretese, e qualche volta va bene così.

VOTO: 7.5

Mi chiamo Carlotta, sono una storica, gioco ai videogiochi da quando a tre anni mi hanno messo in mano un Game Boy Color con inserita una cartuccia di Pokemon Argento. Scrivo di fantasy, leggo molto, parlo poco. Qualcuno mi chiama anche Charlie.