Ad agosto 2016 usciva il primo Overcooked, simulativo di cucina, ma soprattutto videogioco che diverte; da lì in avanti gli sviluppatori di Ghost Town Games e il publisher Team17 hanno continuato a credere nel progetto, proseguendo anno dopo anno a supportarlo, con svariati DLC e il secondo capitolo del 2018, e poi altri svariati DLC. Visto comunque il successo riscontrato, hanno deciso di raggruppare il tutto in un unico pack, prima per il lancio delle console “next-gen”, e successivamente per PC e old gen, se accettate questa dicitura. Il risultato è Overcooked All You Can Eat, un esempio perfetto di gioco puro nel termine: divertimento, abilità, longevità e… credo che già raggiunti questi tre punti potremmo fermarci, perché l’edizione in questione ha tutto per definirsi al top. Piccola parentesi personale: il primo capitolo fu il primo e unico videogame che riuscì a far giocare a mia madre, per far capire fin dove riesce ad arrivare un gioco di cucina mega carino anche solo da vedere. Ma andiamo avanti, e vediamo più nel dettaglio cosa c’è dentro questo pentolone (battuta banale per la situazione, lo so), testato su PlayStation 4.
Overcooked All You Can Eat: due giochi, 13 DLC, tanto divertimento
Il gioco si divide in campagna e arcade. Partendo dalla prima, avrete la possibilità di scegliere Overcooked, Overcooked 2 e Contorni Extra, dove ci sono i 13 DLC usciti nel corso degli anni tra i due giochi: più di 200 livelli che vi terranno compagnia per tanto tempo e tante sfide. Ma partiamo facendo un piccolo accenno sulla storia, perché per quanto non totalmente primaria per il gioco in sé, fa da ottimo contorno (ok, spero sia l’ultimo riferimento culinario) al titolo stesso. In entrambi i capitoli dovrete affrontare delle minacce che hanno sconvolto il Regno delle Cipolle. Prima l’apocalisse con il risveglio della Perenne Famelica, un mostro fatto di spaghetti con una testa che è una polpettona gigante. Nel secondo un’orda di pane malfermo invocato sbadatamente dal Re Cipolla con il Necrognammicon. Proprio il Re Cipolla, con il suo fedele cagnolino Kevin, vi guiderà attraverso gli svariati mondi e livelli per la risoluzione finale.
Per quanto sia intrigante il risveglio delle fette di pane a mo’ di zombie, non posso negare che l’ironica epicità di uno spaghetti e meatball affamato che minaccia un regno intero mi sia rimasto un po’ più nel cuore, e probabilmente funziona di più nel racconto in generale. Oltre al filmato iniziale, la storia viene raccontata dal Re Cipolla tra un blocco di livelli e l’altro. Anche alcuni DLC hanno una piccola parte di storia appena accennata, come ad esempio quello riguardante il Natale e la ricerca del piatto perfetto delle feste. E potrete scegliere di intraprendere queste avventure selezionando tra ben 60 chef diversi, due dei quali segreti e da sbloccare. Oltretutto, ogni chef ha almeno una skin extra. Farete fatica a scegliere il vostro preferito, tra umani e animali antropomorfi, e questo non può che essere un bene. Dopo attente riflessioni, il mio voto è andato allo chef polpo.
Ricette facili, ricette meno facili
Ma passiamo al gioco vero e proprio che, come detto all’inizio, è molto divertente. Del resto è quello stesso gioco, migliorato a 60 fps e 4k per chi può, ma di base rimane quello, nella sua completezza. Una volta selezionato chef e livello dovrete preparare il maggior numero di piatti che vengono richiesti nel minor tempo possibile, evitando di far scadere un timer che viene mostrato in alto nello schermo da una barra colorata. Se il tempo finisce, perdete punti. Perché di base, lo scopo è quello di fare più punti possibile, che poi si trasformeranno in una, due o tre stelle. Più andrete avanti nel gioco, e più serviranno stelle per sbloccare determinati livelli. Dunque potrete trovarvi a volte nella situazione di dover rigiocare livelli in cui non siete riusciti ad ottenere le tre stelle. Quando finirete il gioco sbloccherete una quarta stella che aumenta la sfida e la longevità.
E questo è il gioco nella teoria: nella pratica è un misto di divertimento, nell’accezione pura del termine, caos, ma anche voglia di andare avanti, scoprire nuove ricette, tagliuzzare cose, farle bollire e quant’altro. Ho testato la modalità storia unicamente single player, in cui si muovono due personaggi. In alcuni livelli preparare i piatti sarà relativamente semplice, ma nella maggior parte, il rischio di far andare in tilt il cervello è molto alto. Un conto è preparare un insalata, lattuga e pomodoro, piatto, stop. Un conto è preparare la torta miele e cioccolato, dopo aver passato nell’impastatrice uova, farina, i suddetti miele e cioccolato prima ben tagliati, per poi mettere il tutto in forno. In più ci si mette il fatto che i livelli sono dei veri e propri platform, e vi capiterà di passare su lastre ghiacciate, piante che scompaiono e vi faranno cadere in acqua, fino ad evitare palle di fuoco: la varietà dei livelli è impressionante. Indubbiamente però, poterlo giocare con un amico (sia in locale che online) aumenta il divertimento e si evitano meccanismi mentali veramente arzigogolati per riuscire a fare le sequenze giuste per preparare i piatti; d’altra parte dovrete però riuscire a collaborare e fare squadra, ognuno con il suo ruolo: magari con uno che si mette solo a tirare fuori gli ingredienti e a lavare i piatti, mentre l’altro a tagliare e a cuocere, a seconda della situazione.
Si cucina anche online
La modalità online è stata introdotta nella serie con Overcooked 2. Con questa edizione, per la prima volta i livelli del primo capitolo possono essere giocati anche online. Questo vuol dire che nella modalità arcade avrete la possibilità di scegliere tra un numero cospicuo di livelli: 31 mondi diversi nella coop, 13 in quella versus. La coop vi permette di fare squadra sia in locale che online, anche tramite matchmaking, fino a 4 giocatori. Qui in sostanza dovrete, come nella modalità avventura, finire il livello provando a fare più punti (e quindi stelle) possibili. C’è poi la modalità versus, con dei livelli appositi, in cui si gioca in due squadre (o 1v1 o 2v2) dove vince chi al termine del tempo ha fatto più punti. Purtroppo però la partita è fine a se stessa. Il mio spirito ormai nel vortice delle classificate, mi fa sentire orfano di rank bronzo, argento, oro e master. Ma so che non è questo l’obiettivo degli sviluppatori. Purtroppo però, almeno al momento in cui scrivo, ho avuto molte difficoltà a trovare le partire, specie in modalità versus, con un evidente deserto di giocatori nei server, specialmente la tarda sera; in molte delle partite c’erano poi evidenti problemi di lag, tali da rovinare le partite. Ma tralasciando le problematiche, un consiglio che posso dare, è quello di iniziare a giocare online solo dopo aver finito le storie principali, e potendo anche i dlc. Altrimenti vi ritroverete con livelli e ricette sconosciuti, un po’ confusi nel capire quando va messa la frutta nella mooncake cinese, ad esempio.
Per quanto riguarda l’aspetto grafico, con Overcooked All You Can Eat ci sono stati migliorati e aggiornamenti, e risulta sempre super gradevole, con uno stile colorato efficace. Chef super carini, ma anche gli ingredienti, i livelli, le scenografie, gli stessi menù di gioco fanno immergere da subito il giocatore nello stile Overcooked. Punto a favore anche per le musiche. Ogni mondo ha un suo accompagnamento che si adatta all’ambientazione, che mischia tra il chill e l’epicità volutamente ironica, ma con brani di qualità. Esempio perfetto l’OST dell’ultimo livello del primo capitolo: un crescendo di archi che fomenta mentre si tagliuzza di tutto e che, ammetto, ascolto anche fuori dal gioco. Ultima nota a favore, quella riguardante l’accessibilità con i testi per la dislessia e le opzioni per il daltonismo. E, se posso aggiungere, ho apprezzato la scelta di mettere molti degli chef con la sedia a rotelle.
In conclusione, Overcooked All You Can Eat è la versione top definitiva della serie. Per chi non è mai entrato in contatto con questo gioco di cucina di Ghost Town Games e vuole divertirsi per svariate ore, è un occasione perfetta per iniziare, con tutto. Due giochi, 13 DLC, centinaia di livelli da passare sia in single player che in compagnia. Qualche piccolo inciampo in alcune cose online non vanno a ledere quello che è un must have dei giochi in cooperativa.