Layers of Fear VR Recensione: Pennellate di Terrore

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Layers of Fear VR è la nuova edizione disponibile con pieno supporto per la Realtà Virtuale di un titolo horror in prima persona uscito nel 2016 e che ha fatto parlare molto gli appassionati del genere. Non tanto per l’idea, vista già parecchie volte altrove, ovvero l’esplorazione di una misteriosa casa infestata in prima persona alla ricerca di elementi terrorizzanti, quanto per l’ispirazione nobile del titolo stesso. L’opera del talentuoso studio di sviluppo polacco Bloober Team vuole essere un vero e proprio omaggio al leggendario titolo perduto P.T. (Playable Teaser) di Hideo Kojima e Guillermo del Toro, disponibile per poco tempo sul mercato e poi ritirato per la cancellazione del gioco Silent Hills, a cui faceva da introduzione. Rendendolo un’opera ricercatissima, al punto che, spesso, le macchine su cui era stato installato, sono prese d’assalto dai collezionisti. Quale migliore occasione, dunque, se non questa, per assaporare quelle inquietanti sensazioni se non immergersi nuovamente in Layers of Fear, con in più il calzante bonus della VR? Indossiamo i nostri caschi e prepariamoci a tremare di terrore!

Una gita nei meandri della pazzia vi attende…

Layers of Fear VR farà letteralmente la felicità di chi ha amato il capitolo originale, perché, vi assicuriamo, rigiocare l’avventura con il casco in testa è davvero un’esperienza incredibile, immersiva e fortemente terrorizzante. Se siete abituati a fruire delle opere horror in penombra, per creare l’atmosfera anche nel vostro salotto, magari con due candele vicino alla TV, preparatevi a non avere alcuno scampo, perché questo titolo, una volta indossato il visore PlayStation VR, vi toglierà letteralmente il fiato. Del resto, lo sappiamo, nei Survival Horror, l’atmosfera è tutto, e stavolta siamo letteralmente dentro al gioco! Il titolo sfrutta molto bene l’engine grafico su cui gira, il celebre Unity di Unity Technologies, che nelle produzioni VR, sia per PSVR che per Oculus, è tra i preferiti dagli sviluppatori. In realtà non è del tutto corretto parlare di Survival puro, perché molte delle dinamiche sono differenti, e gli stessi game designer del titolo Michał Król e Paweł Niezabitowski, parlano piuttosto di Psychological Horror Experience, definizione che calza parecchio all’offerta ludica del brillante titolo. L’intera ambientazione è infatti in una singola casa da girare in lungo e in largo, alla ricerca di indizi. Ma indizi per cosa? In realtà tutta la trama è volutamente misteriosa e frammentaria, con protagonista un pittore mentalmente instabile che cerca di ricostruire che cosa sia la realtà e cosa la fantasia del suo cervello, capace di partorire demoni inenarrabili. Una moglie trascurata, forse in pericolo reale per quello che sta succedendo, con dinamiche simili alla celebre storia di Shining scritta da Stephen King, e trasposta sul grande schermo da Stanley Kubrick, ma anche un percorso introspettivo all’interno di se stessi. Una gita nei meandri della pazzia, verrebbe da dire. Stanze misteriose che cambiano ogni volta aspetto, una sala della pittura che sembra richiamarci dentro di essa con una forza maligna ed impalpabile, un quadro che diventa all’improvviso mille quadri identici che ridono, ossessione, realtà distorta, semplice pazzia di un uomo o una maledizione residente a guidare il tutto? Il giocatore deve mettere insieme i piccoli frammenti della storia per capire quale sia la verità, dividendosi tra momenti di esplorazione, interazione, poca a dir la verità, e lettura dei singoli indizi.

Il testo, infatti, ricopre una buona porzione del titolo, che punta decisamente tutto sull’atmosfera e sulla componente narrativa. Non mancano momenti di panico, Jump Scare, in gergo tecnico delle dinamiche dell’orrore, ma in realtà anche durante tutto il resto dell’esperienza si sta costantemente tesi, in un mondo realmente terrorizzante. In particolare il tutto è ancora più affascinante se fruito attraverso il visore PlayStation VR, specie se accompagnato da un buon paio di cuffie che supportano il 3D Sound. Una piccola nota dolente per la mancanza del supporto al solo Dual Shock 4, poiché, su PlayStation 4, il titolo ti obbliga ad utilizzare per forza i due PlayStation Move! In realtà si prende la mano dopo poco, anche se il controllo con queste periferiche risulta meno immediato, benché chiaramente più scenico. Se non avete quindi i controller di movimento siete avvertiti, avrete necessità di procurarveli per giocare. La realizzazione tecnica del titolo è ben fatta, con poche imperfezioni grafiche o rallentamenti che non inficiano affatto sul risultato finale. L’esplorazione della villa in stile gotico è davvero un’esperienza che prende e coinvolge al cento per cento. Una inquietante e perenne dicotomia tra vernice e sangue, simboli dei due mondi contrapposti, ovvero la sanità mentale di un artista che vuole terminare la sua opera più grandiosa, ed il suo specchio fatto di sola follia e visione distorta del mondo che lo circonda. Alcuni pezzi del puzzle sono realmente disturbanti, come la reminiscenza dell’incendio che ha rovinato la vita della moglie del pittore per sempre e il controverso rapporto tra i due, che un tempo erano amanti felici. Le visioni distorte si mescolano davanti ai nostri occhi come un caleidoscopio, regalandoci momenti di puro terrore digitale. Il setting impostato negli anni venti del secolo scorso, esattamente cento anni fa, contribuisce molto all’intera atmosfera, mescolando visioni lisergiche e psichedeliche, in una casa che, oltretutto, si rinnova sempre, esattamente come in una tradizionale esperienza onirica. Un orrore prima sussurrato da indizi, poi svelato da visioni sempre più insistenti, ed alla fine urlato in modo distorto dalle presenze maligne in una giostra degna del Grand Guignol. Ma il tutto potrebbe essere solo nella testa del pittore mentalmente disturbato…

layers of fear 1

Layers of Fear VR: l’ultimo tassello di una saga da brividi!

Il comparto audiovisivo del titolo, sceneggiato da Andrzej Mądrzak e musicato da Arkadiusz Reikowski è davvero notevole, le tecniche di esposizione dell’opera attingono a piene mani dal cinema di genere, anche con reminiscenze dalle opere seminali di Lucio Fulci, con effetti visivi e sonori decisamente efficaci. Del resto è lo stesso Rafal Basaj, fondatore e CEO dello studio di sviluppo polacco Bloober Team, noto anche per The Medium, che dal lontano 2015, da quando è iniziata la genesi dell’opera, ha fortemente voluto questo tipo di impostazione per la serie Layers of Fear. Compiendo la scelta giusta, bisogna riconoscerlo. Dopo l’enorme successo sul mercato, in seguito alla pubblicazione nel febbraio 2016 del primo episodio per PS4, Xbox One, PC Windows tramite piattaforma Steam, e Apple Mac, distribuito dal publisher Aspyr, debutta nell’agosto successivo il notevole DLC Layers of Fear: Inheritance che compie un passo avanti nel tempo e racconta la storia della figlia del pittore che, dopo aver passato l’infanzia in un istituto per infanti colti da traumi infantili, negli anni sessanta decide di esplorare nuovamente la misteriosa magione. nel 2018 è la volta della conversione per Nintendo Switch, intitolata Layers of Fear: Legacy che include il DLC e offre nuove feature tra cui il supporto touch. Il titolo esce nello stesso anno dell’ atteso seguito, Layers of Fear 2. Subito dopo si è cominciato a parlare di uno speciale port per dispositivi VR. La prima versione ad arrivare sul mercato è stata quella per Oculus, datata 10 dicembre 2019 e, a partire dal 29 Aprile 2021, la versione PSVR, oggetto dell’articolo. Allo sviluppo della versioni VR ha collaborato anche uno studio esterno, sempre polacco, Incuvo, specializzato in produzioni in realtà virtuale, che trovate in questa pagina.  Mentre il sito ufficiale della serie si trova al seguente LINK. Decisamente una buona aggiunta per una periferica che ha decisamente sempre bisogno di nuovi titoli per essere tenuta in vita, nonostante pregevoli killer application come Paper Beast di Eric Chahi, che abbiamo recensito in questa pagina o Star Trek: Bridge Crew, che trovate qui. Il viaggio catartico nella mente folle dell’artista, il continuo ed ossessivo ritorno nella stanza dove si trova l’opera incompiuta, e il peregrinare avanti e indietro nella casa, che appare sempre sotto luci diverse in ogni sua sezione, sono i punti di forza dell’opera. Un viaggio nell’orrore psicologico più intrigante, che però non risparmia particolari truculenti da splatter anni ottanta, sempre dosati in maniera intelligente col resto dei contenuti.

Piattaforme: PlayStation VR, Oculus Quest

Sviluppatore: Bloober Team, Incuvo

Publisher: Aspyr

Disponibile dal 29 Aprile per piattaforma PlayStation 4 con visore PlayStation VR (versione provata) e  dal febbraio scorso per la concorrenza diretta, ovvero il blasonato Oculus Quest, il gioco guadagna decisamente una marcia in più rispetto alle edizioni lisce per console PS4, Xbox One, Switch, o PC Windows. Un titolo da provare se vi piacciono le esperienze horror, e soprattutto una buona aggiunta al non troppo esteso parco giochi per l’head mounted display targato Sony. Un titolo proveniente dal settore indipendente e realizzato da uno studio polacco decisamente talentuoso che vi consigliamo con poche riserve, tra cui piccoli problemi tecnici, il mancato supporto al controller tradizionale, una interazione con gli ambienti poco sviluppata ed enigmi ridotti all’osso. Ma superando queste piccolezze, vi ritroverete tra le mani, anzi in testa, un solido titolo horror in prima persona, realizzato con cura e, soprattutto, davvero terrorizzante, che vi terrà col fiato sospeso per diverse ore.

VOTO: 8 

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.