Sky Children of the Light Recensione: il ritorno dei creatori di Journey

Sky Children of the Light

Da sempre il mezzo videoludico ci permette di conoscere dimensioni virtuali anche molto diverse tra loro, e non parliamo solo della pura adrenalina che viene alimentata da FPS o da racing game, ambientazioni horror o una emozionante avventura in un RPG. Questo medium ci porta anche altrove, più in là, in una dimensione a cavallo tra l’esoterico e l’onirico, proprio come ci ha già insegnato diversi fa il team  Thatgamecompany, padre di titoli quali, in primis, Journey, ma anche Flower e Flow. Lo studio statunitense è ora di ritorno con Sky Children of the Light, un nuovo piccolo, grande gioiello in grado di suscitare nuove emozioni e attraversando lo spettro delle sensazioni più profonde. Disponibile da qualche giorno gratuitamente su Nintendo Switch, non abbiamo perso tempo per provare questo titolo, oltre al contenuto aggiuntivo realizzato da Jenova Chen e dai suoi compagni di viaggio in questo percorso lavorativo che ha sicuramente dato loro, come a noi, soddisfazioni ed emozioni pure. Ricordiamo inoltre che questo gioco era inizialmente uscito nel 2019, in esclusiva temporale su iOS, ed è importante recuperare ora questo gioiellino per comprendere cosa lo unisca e lo separi al contempo dal capolavoro più celebre del team, Journey.

Sky Children of the Light: angeli e spiriti nel deserto

Innanzitutto, è bene partire subito con una precisazione importante: il gioco in questione porta sulle nostre console una innovativa avventura social ambientata nel regno di Sky, stupendamente animato e pronto per essere esplorato in lungo e in largo, da soli o in compagnia. Ma cosa si intende per “avventura social”? In questo gioco, dobbiamo calarci nei panni dei cosiddetti Figli della Luce, persone in grado di spargere la speranza attraverso questo mondo desolato, con l’obiettivo di restituire le stelle cadute alle loro costellazioni. Cominciando da Isola dell’Alba, e accedendovi attraverso un portale di pietra, impariamo i primi movimenti e azioni che dobbiamo compiere, oltre ad alcune spicciole indicazioni sui segnali che possiamo usare per inviare messaggi agli altri giocatori. Sì, perché la comunicazione in questo gioco è tutto: non dovremo solo preoccuparci di salvare gli antichi spiriti di questa terra e riportarli tra le stelle, in una ambientazione dalle caratteristiche decisamente spirituali, ma anche interagire con altri personaggi che andiamo a incontrare. A tal proposito, per poter giocare è necessario disporre di una connessione internet, altrimenti non vi sarà alcun modo di procedere. Un ostacolo sicuramente, per coloro che volessero godere di questa esperienza in zone non necessariamente servite dalla rete, ma questo impedimento è spiegato proprio dalla natura “social” del gioco. Dunque, oltre a dover svegliare gli spiriti nei sette regni che andiamo ad attraversare per poter proseguire sbloccando i portali di accesso, dovremo anche interagire con altri compagni di viaggio che incontriamo sul nostro cammino (motivo per cui, all’inizio del gioco, ci viene richiesto l’accesso all’account Nintendo personale).

Spiriti liberi e panorami già incontrati

Ogni volta che liberiamo uno spirito, assistiamo alla ricostruzione della sua storia personale, tratteggiandone i momenti salienti con rappresentazioni simili a fredde statue azzurrine, in un poetico racconto. Una volta liberato, potremo accedere al secondo livello, dove cominciamo a stringere amicizia con altri giocatori, apparentemente anonimi, e semplicemente accendendo la loro candela con la nostra, formando piccoli archi di luce a forma di cuore. Prestando invece attenzione ad alcune caratteristiche tecniche e grafiche del gioco, a partire dal lettering del titolo che richiama in tutto e per tutto quello di Flower e Flow, così come le ambientazioni desertiche e aspre non possono che richiamare subito alla memoria quelle di Journey, così come le lunghe scivolate sulle dune di sabbia. Il game design di questo titolo rimane dunque coerente con l’immaginario etereo di Jenova Chen, che ha finora caratterizzato la sua produzione, ma non possiamo sostenere purtroppo che il gioco in questione sia del tutto al pari di un capolavoro come Journey. Vi sono sia ripetizioni di panorami e ambientazioni, dai templi alle dune, così come la rappresentazione stessa dei personaggi e gli effetti sonori riprodotti mentre siamo alla ricerca della nostra Luce, oltre ad aver incontrato alcune imperfezioni tecniche. A volte infatti abbiamo notato degli scatti nelle transizioni da una scena all’altra, nelle sequenze animate, per via di un motore di gioco non al massimo delle performance, non consentendo al gioco di scorrere sempre fluidamente sul nostro schermo. Sky Children of the Light è però un gioco semplice nelle sue meccaniche, davvero di facile apprendimento, come si evince subito dai primi momenti di gioco: dovremo solo imparare a scivolare e librarci in aria, chiamare la nostra Luce di riferimento per trovare sempre la direzione giusta da seguire, come una sorta di stella cometa. Oltre alla semplicità intuitiva, un altro notevole aspetto positivo è la presenza dell’opzione touch, che ci consente di selezionare opzioni e scorrere le indicazioni su schermo con un semplice gesto del dito, così come anche i controlli di gioco vanno a sfruttare quasi tutte le potenzialità dell’hardware di Nintendo Switch.

Un gioco “da sogno”, tanto coinvolgente, quanto breve

Osservando infine da vicino l’esperienza prettamente ludica offerta da questo gioco, possiamo stimare la sua durata complessiva in circa quattro ore, durante le quali però non ci viene semplicemente richiesto di arrivare alla tappa finale di un viaggio, breve ma spiritualmente intenso. Sky è un percorso da completare assorbendo ogni singolo fotogramma incantevole e artistico, senza fermarsi “freddamente” al raggiungimento del castello ma proseguendo in compagnia dei vari personaggi incontrati per perdersi nei meandri di questi regni onirici e, eventualmente, ripetere il viaggio. I veri main plus di questo gioco sono infatti dettati dalla possibilità di incontrare e socializzare con giocatori di tutto il mondo, un’esperienza resa possibile dalla comunicazione per mezzo di segni dal significato universalmente spiegato dal gioco e facendo squadra con loro
per avventurarci nei regni più oscuri, salvare gli spiriti e trovare antichi tesori. Tutto questo grazie alla luce delle candele, accese per dimostrare la nostra gratitudine e coltivare amicizie.

Piattaforme: Nintendo Switch

Sviluppatore: Thatgamecompany

Publisher: Thatgamecompany

Sky Childern of the Light si è dimostrato, a conti fatti, un viaggio davvero unico e imperdibile, accompagnato anche dalla musica e dalle melodie che possiamo “comporre” anche con l’accompagnamento degli altri giocatori. E se come viene annunciato dagli stessi sviluppatori, dobbiamo attenderci un mondo in continua espansione con nuove attrazioni in arrivo, inclusi eventi stagionali e l’espansione dei regni, non possiamo che rimanere con il fiato sospeso e una candela accesa in segno di speranza.

VOTO: 8.5

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.