Si è concluso da poco The World Ends With You The Animation, l’adattamento televisivo dell’omonimo RPG di Square Enix, il quale si appresta ad accogliere il suo atteso sequel NEO: The World Ends With You (QUI per recuperare il nostro provato), che a sua volta si baserà sugli eventi narrati nell’anime. Vi abbiamo già parlato della serie nel nostro primo sguardo che gli abbiamo dedicato al suo debutto, sottolineando non solo la qualità iniziale della serie, ma anche come la narrazione in quel determinato frangente risultasse alquanto sbrigativa, rappresentando in ben ventiquattro minuti un ritmo talmente sostenuto da poter far confondere lo spettatore.
Tuttavia, le tempistiche di una serie animata sono totalmente differenti sotto ogni punto di vista rispetto a quelle di un videogioco, e non sempre è un lavoro semplice riuscire a condensare una storia tratta da tale medium in dodici episodi, mentre è più facile tralasciare una moltitudine di dettagli che rischiano di snaturare la qualità dell’opera. Abbiamo visto l’intera serie realizzata da Shin-ei Animation e Square Enix, che ricordiamo è disponibile sui noti servizi di streaming Funimation ed Hulu. Dopo un’attenta analisi, noi di Gamesvillage vogliamo parlarvi dell’anime tratto dall’omonimo JRPG realizzato da Jupiter e h.a.n.d in questa nuova recensione.
The World Ends With You The Animation: una repentina condensazione degli eventi
Adattare in un altro medium un’opera non è affatto semplice. Pensiamo ai film basati sui romanzi, come Inferno di Dan Brown, o alla saga di Harry Potter, i quali per rientrare nel minutaggio di una pellicola cinematografica han dovuto sacrificare una moltitudine di dettagli narrativi importanti. Ed è la medesima cosa che è accaduta a The World Ends With You con il suo adattamento animato. Per coloro che hanno giocato l’RPG di Square Enix ed h.a.n.d, soprattutto su Nintendo Switch con la versione Final Remix, va specificato che ogni episodio tratta ben tre giorni del gioco dei mietitori, fino a ricoprire tutte le vicende di Neku Sakuraba e compagnia. Tuttavia, l’episodio extra “A New Day” non è stato trattato durante la serie, che ricordiamo si tratta dell’episodio extra della versione pubblicata sulla console ibrida di Nintendo.
Fatta dunque questa breve ma necessaria precisazione, com’è andata la serie animata di The World Ends With You? Bene, ma non benissimo. A partire dalla storia, che ha rimaneggiato con una velocità non da poco le tre edizioni del gioco dei mietitori su cui si struttura la storia del titolo originale, catapultandoci in una sequela di eventi scanditi da una frenesia narrativa davvero considerevole. Infatti si ha la costante sensazione di trovarci in un turbine di eventi che si susseguono frettolosamente, condensando in pochissimo tempo i combattimenti e i momenti chiave della storia. Considerando con quale enfasi venivano capitalizzate alcune scene nel prodotto di riferimento, la serie animata non riesce purtroppo ad offrire il medesimo coinvolgimento nello spettatore, scorrendo come un sorso d’acqua in una calura estiva. Questo adattamento animato però può rivolgersi unicamente ad un pubblico che non ha giocato il titolo originale e cerca un modo per prepararsi all’arrivo di NEO: The World Ends With You senza necessariamente spendere un capitale per recuperare sia la console che il gioco di riferimento.
Un vantaggio non indifferente che però non premia una serializzazione alquanto “sbrigativa”, le cui vicende sono state condensate in dodici episodi. E’ vero, l’eliminazione dei momenti morti gioca un punto a favore per il lavoro di Shin-ei Animation, tuttavia grava sulla poca importanza data ai momenti clou della storia. Un esempio lampante sono le boss fight di ogni edizione del gioco dei demoni, che sono state pessimamente minimizzate in uno scontro dall’infima durata, le quali avrebbero meritato non solo un minutaggio migliore, ma anche un’attenzione più particolare. Un’altra sensazione recata dall’anime è la forte necessità di avere qualche altro episodio che avrebbe potuto diluire ed approfondire alcune frazioni della storia, migliorando soprattutto le tempistiche delle varie edizioni dei giochi dei mietitori. Inoltre, a causa della velocità con cui vengono narrati gli eventi, alcune delle rivelazioni più fondamentali perdono il loro smalto, arrivando agli occhi dello spettatore come se nulla fosse senza creare un minimo di suspance. Insomma, sotto il profilo narrativo, l’adattamento non riesce a trasporre quell’infima crudeltà con cui vengono spezzate le vite dei giocatori coinvolti in questo perfido – e malato – gioco di sopravvivenza, dove manca purtroppo nell’intento di coinvolgere lo spettatore nel fiume degli eventi che scorre fin troppo velocemente per essere a malapena metabolizzati. Tuttavia, sebbene i ritmi e il rimaneggiamento di alcuni spezzoni importanti non sono riusciti a colpirci, The World Ends With You The Animation se la cava in ben altri aspetti.
Lotta per la sopravvivenza
La storia di The World Ends With You vede delle persone morte coinvolte in un gioco di sopravvivenza, la cui vittoria garantirà a loro la possibilità di tornare in vita. Queste “anime” vengono portate in un mondo parallelo detto anche Undeground, e per partecipare a quello che viene chiamato “gioco dei mietitori”, dovranno offrire una quota di partecipazione, ossia un qualcosa per loro di così importante da sacrificare per tutta la durata del gioco. Un esempio, Neku per partecipare – accidentalmente – offre la sua memoria, dimenticando così tutto ciò che è successo prima di entrare a far parte del nuovo gioco. Un altro esempio è Shiki, che ha sacrificato il suo vero aspetto ed appare in fattezze che non le appartengono. In questo gioco di sopravvivenza, i cosiddetti Player muniti di una spilla speciale, dovranno portare a termine svariati compiti e sopravvivere tutti in tutti i sette giorni che dura il torneo, affrontare un boss finale e vincere, così da poter tornare in vita. Tuttavia niente sarà semplice: tra una missione all’altra vi saranno delle creature dalle sembianze animalesche dette “Rumori” – Noise – le quali attaccheranno i partecipanti in gara. Questi esseri viventi al limite della fantasia nascono dalle emozioni negative delle persone del Realground, ossia la nostra realtà; si cibano di questa energia e diventano man mano sempre più forti. I player per contrastare questo ostacolo vivente, si serviranno di spille speciali che sbloccano dei poteri psichici, con i quali potranno affrontare ogni nemico e addirittura gli altri giocatori.
Dopo aver fatto le dovute presentazioni del cast iniziale nella nostra anteprima, la serie ritrova i personaggi principali che accompagneranno Neku in questa avventura nell’aldilà. Spicca tra tutti Joshua, che i fan del GDR di Square Enix ricordano non solo per il suo ruolo all’interno della storia, ma anche per il mistero che ruota intorno a lui. Egli sarà un grande compagno per il protagonista e a nostro avviso, nella serie, è uno dei personaggi che ha più spazio nella storia insieme a Sho Minamimoto, uno degli shinigami di Shibuya. Ogni gioco dei mietitori infatti vede un Game Master, ossia un mietitore capo che assegnerà di giorno in giorno le missioni ai player, a cui dovranno fare riferimento gli altri membri mietitori, il cui scopo è quello di ostacolare di tanto in tanto i player e di monitorare la situazione. Il cast principale del GDR fa la sua apparizione nella serie animata di Shin-ei Animation, rispecchiando la caratterizzazione dell’opera di riferimento. Un esempio su tutti è appunto Minamimoto, il cui atteggiamento arrogante condito da un linguaggio scientifico lo portano spesso a pronunciare delle parole accompagnate dalla radice “Zetta”, una sua parlata alquanto strana.
Tuttavia, lo sviluppo del personaggio lo vediamo in maniera tangibile in Neku Sakuraba, che dall’isolamento auto imposto con le sue cuffie, pian piano inizia ad uscire dal suo guscio asociale ed interagire non solo con i suoi compagni di squadra, ma anche con altri player che incontrerà più avanti. Una crescita che però non migliora una caratterizzazione non proprio ammaliante, seppur questo difetto provenga dall’opera di riferimento e non dall’adattamento stesso. Ciononostante, la serie stessa a causa dei suoi ritmi, non ci permette di annoverare altri potenziali sviluppi dei personaggi, poiché i ritmi forsennati della narrazione ci offrono ben poco della loro crescita, eccezion fatta per coloro che appariranno per tutta la durata della serie, a cui vien resa giustizia grazie alle loro frequenti apparizioni.
Nel complesso narrativo è evidente che The World Ends With You The Animation si rivolga ad un pubblico che non si è mai approcciato al GDR di Square Enix, gli eventi vengono narrati con essenzialità, balzando da un giorno all’altro di ciascun gioco dei mietitori come se nulla fosse. Nonostante tutto, la serie è un buon punto di partenza per prepararsi all’uscita di NEO: The World Ends With You, così come un modo alquanto veloce per rinfrescarsi la memoria in attesa dell’arrivo del sequel, ma possiamo assolutamente confermare che ci cercava un adattamento animato sia estremamente fedele che curato nei minimi dettagli, purtroppo rimarrà decisamente deluso. Questo perché la serie televisiva non solo evita particolari approfondimenti e contenuti secondari, ma basa la storia sul titolo originale approdato su Nintendo DS, saltando dunque gli extra della versione Final Remix arrivata su Nintendo Switch.
A caccia della prossima missione
Abbiamo più volte menzionato come dal punto di vista narrativo The World Ends With You The Animation pecchi in diversi aspetti. Ciononostante, la serie riesce a farsi apprezzare in altri ambiti. L’RPG di Square Enix e h.a.n.d dopotutto vanta di una direzione artistica unica, che unisce elementi anime, comic ed una corrente underground per caratterizzare ambientazioni, personaggi e molto altro ancora. L’adattamento animato a cura di Shin-ei Animation rispecchia tutti i canoni artistici imbastiti da Tetsuya Nomura e Gen Kobayashi nel videogioco originale, trasmutandolo in animazioni che vanno dal consueto 2D alla computer grafica. Soprattutto quest’ultimo aspetto potrebbe spaventare, dato che spesso e volentieri l’utilizzo di tale tecnologia ha portato dei risultati alquanto discutibili, ma come avviene nella serie “Le Avventure di Dai”, l’uso della CGI si è rivelato alquanto ottimo. Inaspettatamente, le ultime produzioni della fucina anime di casa Square Enix stanno proponendo una computer grafica notevole, capace di capitalizzare le scene d’azione con una fluidità ed un’estetica che difficilmente possono stonare con l’aspetto estetico dell’intera serie. E in TWEWY The Animation abbiamo tantissime occasioni di assaporare con gusto il lavoro compiuto dallo studio d’animazione, con dei combattimenti ben orchestrati anche dal punto di vista registico. Infatti la scena su schermo difficilmente avrà degli stacchi o fotogrammi statici, riuscendo così a trasmettere delle sequenze piuttosto frenetiche senza mai incappare in situazioni dispiacevoli.
Sebbene i ritmi dell’anime siano piuttosto – fin troppo – sostenuti, i combattimenti sono ciò che più possiamo apprezzare nella serie. Sono tanti, frequenti, avallati da animazioni gradevoli che non osano mostrare segni di debolezza tecnica, a tratti divertono seppur deludono nelle boss fight. Ebbene sì, anche qui i ritmi incessanti dell’anime soffocano alcune battaglie, tra cui quelle narrativamente più importanti. Nonostante l’ottimo lavoro svolto sulle scene d’azione, quest’ultimo viene penalizzato a sua volta dalla necessità di condensare una storia così longeva in soli dodici episodi, gravando soprattutto sulla godibilità di alcuni scontri chiave della trama. C’è di buono che vi sarà un’ampia varietà di momenti nella serie, dai dialoghi ai combattimenti, fino ai frangenti in cui i Player dovranno risolvere alcuni degli enigmi del gioco. I ritmi sono calzanti nonostante la velocità con cui vengono narrati gli eventi, ed ogni episodio ci offre una buona dose d’azione e narrazione, riuscendo a calibrare stranamente bene questi due elementi in ogni puntata.
Il retaggio artistico come abbiamo sottolineato poc’anzi è uno degli elementi più fedeli dell’adattamento, una missione non proprio semplice per lo studio d’animazione che è riuscito a ritrarre su schermo con una cura maniacale i modelli dei vari personaggi originali. Sebbene le ombreggiature richiedono un’attenzione particolare dato che optano per delle palette cromatiche diverse, solo in rarissimi casi abbiamo notato delle incertezze nella realizzazione delle ombre, dove quest’ultime non erano in perfetta sincronizzazione con i movimenti di un personaggio. Per il resto, nulla da dire sui disegni: la mano degli autori originali è ben visibile e ciò ci rassicura sulla validità estetica dell’opera. Anche l’uso della computer grafica e dei modelli tridimensionali riescono ad incastrarsi bene con la direzione artistica della serie, un compito rischioso che ha dato i frutti sperati.
Quanto concerne il comparto sonoro, il doppiaggio ritrova il cast originale giapponese, con delle buone interpretazioni da parte dei doppiatori; la voce che si fa sentire maggiormente è quella di Takayuki Fujimoto nel ruolo di Sho Minamimoto, che aggiunge una grande enfasi all’arroganza del personaggio. Anche la colonna sonora ricalca quella del GDR di Square Enix, con brani calzanti e in linea con la direzione artistica, mentre delude in questo caso l’opening con il brano Twister, che al contrario di un’ending decisamente più apprezzabile non ci ha per niente colpiti.
The World Ends With You The Animation è un adattamento animato alquanto sbrigativo, che fa da ponte al suo seguito NEO: The World Ends With You, in dirittura d’arrivo il 27 luglio su PlayStation 4 e Nintendo Switch. La serie curata da Shin-ei Animation di certo non è la miglior scelta per chi cercava una serie estremamente fedele al prodotto originale: come ogni opera figlia di un altro medium, la serie animata subisce una grande quantità di tagli legati alla narrazione, raccontando le vicende di Neku Sakuraba ad una velocità alquanto frenetica. Tuttavia, sebbene la qualità del prodotto televisivo risulti più che ottima, ci sentiamo di consigliare la serie unicamente a chi non ha avuto modo o non ha alcuna intenzione di approcciarsi al titolo originale disponibile su Nintendo Switch. La narrazione essenziale degli eventi permette di comprendere a grandi linee ciò che succede nel contesto, seppur basti veramente poco per perdersi dei momenti chiave della storia. Infine, ci sentiamo di elogiare l’utilizzo della computer grafica che in questo caso, si è mostrata quasi impeccabile, in perfetta linea con lo stile artistico particolare della proprietà intellettuale. Un buon lavoro quello compiuto da Square Enix e Shin-ei, seppur tutto sommato si poteva decisamente fare di più.