Assassin’s Creed Valhalla L’Assedio di Parigi Recensione: invadiamo la Francia!

Assassin's Creed Valhalla

Assassin’s Creed Valhalla è l’ultimo capitolo di un franchise che non ha bisogno di alcuna presentazione: era più che ovvio, da parte di Ubisoft, cercare di tirarla per le lunghe il più possibile, offrendo nuovi contenuti a distanza di alcuni mesi l’uno dall’altro. In questo modo, se ci pensate, un’avventura in single player pubblicata lo scorso inverno continua ad essere al centro di una certa attenzione anche oggi, quando ci avviciniamo alla metà di agosto, frutto di una strategia accuratamente calcolata. Va detto pure, però, che i contenuti aggiuntivi devi organizzarli e studiarli in un certo modo, altrimenti ne viene fuori il cosiddetto “more of the same”, e purtroppo è questo il caso di Assassin’s Creed Valhalla L’Assedio di Parigi. Con L’ira dei druidi, l’espansione che recensimmo per voi non troppo tempo fa, abbiamo chiuso un occhio: gli sviluppatori ci hanno portato in Irlanda, che tutto sommato aveva senso nella sua somiglianza all’Inghilterra e nella struttura molto conservativa. Ma da un viaggio in Francia ci aspettavamo ben altro: stiamo per spiegarvi perché e per come Assassin’s Creed Valhalla: L’Assedio di Parigi sia sì un’espansione valida, ma anche perché avrebbe potuto essere anche molto di più.

C’era una volta il Regno franco: la trama di Assassin’s Creed Valhalla L’Assedio di Parigi

Per attivare l’espansione di Assassin’s Creed Valhalla L’Assedio di Parigi è necessario tornare all’accampamento di Ravensthorpe: se dunque, come noi, eravate rimasti in Irlanda, questo è il momento di accedere all’Atlante e di fare ritorno a casa. Qui troverete in automatico una lettera di Randvi: la vostra compagna e consigliera vi avvisa che due visitatori sono arrivati all’accampamento direttamente dal Regno franco; sono gli emissari di Sigfred, fratello di Sinric stanziato proprio in Francia. Di lì a poco Toka, un nuovo personaggio, avviserà Eivor che Sigfred ha bisogno di alleati: lo strapotere di Carlo il Grosso è ormai tale da minacciare non solo gli altri territori europei, ma la stessa Inghilterra. Per la prima volta nella sua storia, insomma, la Francia si è riunita sotto un’unica corona: quella di Carlo il Grosso, appunto, pronipote di Carlo Magno. Per il momento Carlo è appagato dei suoi possedimenti e della sua influenza sul suolo francese, ma chi gli impedirà, all’occorrenza, l’invasione delle terre inglesi? E il primo accampamento che dovrà subire l’assalto dei suoi guerrieri professionisti sarà appunto quello di Eivor, Ravensthorpe.

Insomma, si capisce che per il protagonista non c’è possibilità di tregua: eccolo ripartire dopo la sua avventura a Dublino per recarsi direttamente a Parigi, dove dovrà guidare l’assalto dei vichinghi. Non per conquistare e mantenere il controllo sulla città, ma semplicemente per avvertire Carlo che è meglio non rompere troppo le scatole ai norreni. L’avventura principale di Assassin’s Creed Valhalla L’Assedio di Parigi può essere completata in circa sette ore: come sempre dipenderà se vi metterete a ripulire l’intera mappa di gioco di tutte le missioni e possibilità secondarie. Se avete già completato la trama standard di Valhalla e poi anche quella dell’Ira dei druidi, saprete già cosa aspettarvi, dato che L’Assedio di Parigi non innova in nulla: si riparte alla volta di quattro diversi territori liberamente esplorabili, dove dovrete assassinare gente scomoda, allearvi con amici e nemici, trovare indizi, risolvere problemi di vario tipo, singoli anelli di una catena che vi porterà alla risoluzione del problema principale, cioè convincere Carlo a desistere dai suoi propositi. “More of the same”, è questa l’espressione perfetta per riassumere Assassin’s Creed Valhalla L’Assedio di Parigi: tant’è che se non fosse stata venduta come espansione a parte, questa sarebbe semplicemente una terra in più da esplorare del gioco principale, come già visto nella Vinlandia e ad Asgard.

Novità francesi

Assassin’s Creed Valhalla L’Assedio di Parigi è un’espansione estremamente conservativa: osa poco o nulla, e se cambia qualcosa lo fa semplicemente perché si tratta del minimo sindacabile. Grazie al cielo, per esempio, basta con nuove sette i cui accoliti e membri vengono puntualmente sterminati da Eivor: nel DLC si torna ai bersagli singoli (per fare un esempio, il corrotto vescovo di Parigi sarà il primo a dover tirare le cuoia). Le missioni assassinio sono state in parte riviste, e questo è un bene perché sta al giocatore scegliere la via preferita: passare subito alle mani, indagare, corrompere, cercare strade e via dicendo. Vengono introdotte anche le “occasioni di assassinio”: in pratica, rispettando certe condizioni, potrete eliminare il bersaglio in modo abbastanza coreografico, o comunque in presenza di una cut-scene. Torniamo all’esempio del vescovo, che è quello a meno rischi spoiler: volendo potrete irrompere nella sua area, eliminare tutte le guardie e poi assassinarlo.

Oppure potrete fingervi un penitente, immergervi nella fonte purificatrice e coglierlo di sorpresa mentre si appresta a fustigarvi. Oppure ancora potrete seguire la via precedente, ma poi decidere di mandare tutto all’aria e allertare le guardie. L’esito è lo stesso, ma cambiano le modalità e dunque la libertà del giocatore: questo è un bene. Meno bene l’idea di aggiungere una nuova valuta (i denari) legata a nuove missioni (quelle dei ribelli) e a un nuovo sistema di valutazione (quello dell’infamia). Si tratta di qualcosa di molto simile agli accampamenti di Dublino: semplicemente qui c’era il bisogno di introdurre un nuovo sistema di avanzamento che non fosse eccessivamente facile per i veterani, i quali probabilmente possiedono già Eivor al livello 400 e passa. Quindi ora il giocatore deve nuovamente completare piccole missioni per le terre di Francia, così da accumulare punti per sbloccare nuovi pezzi di equipaggiamento, tatuaggi, rune e via dicendo. Il tutto, dal punto di vista della storia, è giustificato come forma di resistenza ai lealisti.

Comunque è chiaro che il sistema funziona solo fino ad un certo punto, soprattutto perché gli accampamenti e gli avamposti neppure esistono più, si gestisce il tutto tramite gli NPC. Tutto sommato le novità dell’espansione Assassin’s Creed Valhalla L’Assedio di Parigi terminano qui, perché per il resto vi ritroverete alle prese con tutto quanto avete già visto e sperimentato nel titolo base (e a Dublino). Persino le ambientazioni, anche se più cupe, sarebbero indistinguibili da quelle inglesi se non sapeste di aver avviato un DLC ambientato in Francia. Questo non è necessariamente un male: basta sapere che l’obiettivo di Ubisoft non è quello di offrire qualcosa di nuovo, ma di aggiungere ulteriori contenuti ad un mucchio già di per sé bello abbondante, il tutto – è ovvio – per ingannare l’attesa fino al prossimo capitolo del franchise. Complessivamente, comunque, chi acquista Assassin’s Creed Valhalla ora, con tutti i DLC, avrà tra le mani qualcosa come 150 ore di gioco abbondanti.

Piattaforme: PS5, Xbox Series X/S, PS4, Xbox One, PC,

Sviluppatore: Ubisoft

Publisher: Ubisoft

Assassin’s Creed Valhalla L’Assedio di Parigi è un’espansione poco ambiziosa, nonostante il nome. Ripropone contenuti, strutture, idee e modalità già visti e rivisti nella trama principale, e poi anche in quella dell’Ira dei Druidi. Certo, il tutto si sposta sul suolo francese, ma siete certi che sia semplice distinguerlo da quello inglese? Minime novità sono state proposte per l’approccio alle missioni di assassinio e nel nuovo gruppo dei ribelli contro i lealisti: ma non si tratta davvero di qualcosa per cui strapparsi i capelli. Consigliamo l’acquisto a tutti coloro che vogliano trascorre altre ore e altre avventure in compagnia di Eivor, non a chi si aspetti chissà quale cambiamento o novità.

VOTO: 7.2

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.