Prendendo in mano Sniper Ghost Warrior Contracts 2 (qui la nostra recensione della versione PC) sareste perdonati nel credere che il gioco sia stato programmato dagli sviluppatori britannici di Rebellion Developments. Le truculente kill cam certamente rimandano alle serie Sniper Elite e Zombie Army, tuttavia il videogioco partorito dallo studio polacco CI Games cerca a suo modo di sgravarsi di queste similitudini per cercare un’identità che sia propria.
I programmatori hanno iniziato a esplorare le possibilità del brand nel lontano 2010, quando la saga di Sniper Ghost Warrior debuttò per la prima volta sul mercato delle console domestiche. Fortificati da un bacino di clienti tanto ampio e da un sistema di controllo riadattato per una maggiore accessibilità, i prolifici membri di CI Games hanno testato diverse direzioni, raccogliendo gli oneri e gli onori tipici della ricerca dell’autodefinizione. In tal senso, Sniper Ghost Warrior Contracts 2 non è certamente un’interazione trionfante, non offre qualcosa di unico e rivoluzionario, ma la carenza di originalità viene perlopiù compensata da raffinate scelte registiche e da un’ottimizzazione dell’esperienza consolidata, dettagli che rendono questo episodio la punta di diamante dell’intera serie.
Sniper Ghost Warrior Contracts 2: sangue e frattaglie
In Sniper Ghost Warrior Contracts 2 il giocatore veste i panni di “Raven”, un cecchino su commissione che viene supportato da diversi gadget altamente tecnologici e da un talento formidabile nel tiro al bersaglio. La missione è quella di infiltrarsi nella regione mediorientale fittizia del Kuamar per assicurarsi a suon di proiettili che i terroristi locali non mettano a repentaglio la stabilità del governo e che il paese si apra finalmente all’Occidente. Non si può certamente dire che l’uscita del gioco su console sia stata baciata da tempistiche storicamente favorevoli.
A differenza di vari Call of Duty e del fenomenale Spec Ops: The Line, Sniper Ghost Warrior Contracts 2 non si preoccupa di introdurre alcuna critica nei confronti degli orrori della guerra, anzi sembra quasi celebrare le motivazioni politiche dei protagonisti, i quali sono tutti esponenti della ‘Merica più belligerante e “patriottica”. Detto questo, bisogna ammettere che, in questo contesto, la trama non sia che un collante improvvisato, un elemento ridondante che viene toccato di sfuggita in occasione dei rapidissimi briefing di inizio partita, escamotage grafici adoperati perlopiù per nascondere i tempi di caricamento dei livelli. Il gioco si incentra d’altronde sulle meccaniche del fucile da cecchino, il resto è un riempitivo a cui i programmatori non hanno prestato considerevoli attenzioni.
La guerra non cambia mai
Dopo più di dieci anni dedicati alla saga, gli sviluppatori polacchi hanno ormai consolidato la loro competenza nel simulare ed edulcorare le dinamiche relative all’attività del tiratore. Imbracciare un fucile, appostarsi e sterminare i propri bersagli è appagante ben oltre alla fascinazione splatter offerta dalle occasionali moviole con cui il gioco evidenzia alcune eliminazioni di pregio. Nei giochi simulativi più esigenti, il calcolo della balistica dei colpi è solitamente una pratica noiosa in cui è facile commettere errori. Sniper Ghost Warrior Contracts 2, come il suo predecessore, approfitta del contesto hi-tech del suo setting per alleggerire la logistica delle dinamiche senza però banalizzarle. In altre parole, il tutto è molto immediato e intuitivo, ma richiede comunque che l’utente presti attenzione al modificare le impostazioni del mirino e a tenere da conto della velocità del vento. Purtroppo la realizzazione delle armi secondarie e degli accessori è decisamente meno appagante. Fintanto che non vengono opportunamente modificate, queste sono inefficienti al punto di essere scomode, tuttavia le possibilità di personalizzazione sono modeste e spesso la scelta ottimale è comunque un fucile dalla distanza che sia dotato di un buon rateo di fuoco.
Il drone e il fucile robotico automatizzato, gli elementi più intriganti dell’intero arsenale opzionale, hanno funzionalità talmente limitate e contestuali che spesso verranno dimenticati, mentre le mine e i segnalatori di movimento cozzano con l’intelligenza artificiale dei bot. No, non nel senso che le IA sono tanto furbe da evitare le trappole, piuttosto è vero il contrario. L’intelletto degli avversari è programmato in maniera tanto grossolana che inizialmente risulta addirittura complesso decifrarne il comportamento. Una volta superato il trauma iniziale, una volta decifrato l’algoritmo logico della macchina che li coordina, la situazione si ribalta e Raven può tranquillamente disporsi strategicamente perché i bersagli si incanalino su un’unica pila di cadaveri fumanti.
Questo limite è parzialmente compensato dalla varietà dei contratti, i quali possono chiedere l’eliminazione di molteplici bersagli, ma anche l’infiltrazione in strutture e il sabotaggio di macchinari, elementi che sfociano ovviamente in corpose sessioni stealth. Bisogna dunque menzionare le missioni a “lungo raggio”, missioni che prevedono di colpire gli avamposti nemici appostandosi in luoghi remoti. Prendete Hitman: Sniper Challange, toglietegli l’estro eclettico del suo level design e vi sarete fatti un’idea di cosa vi attende al varco.
Sniper Ghost Warrior Contracts 2: l’orrore è estetico
Sul piano grafico, Sniper Ghost Warrior Contracts 2 sfrutta al meglio l’ipercollaudato CryEngine, un motore grafico che inizia ad avere i suoi anni, ma che si dimostra ancora oggi estremamente competente nel gestire gli sparatutto in prima persona. L’esplorazione degli ambienti viene dunque resa virtuosa dall’attenzione registica di Martin Mark, il quale ha imbastito un mondo capace di offrire spaccati geografici e scenografici vari e verosimili. Un’impresa non da poco, se si considera che la nazione fittizia del gioco sia composta perlopiù da ambienti desertici.
Il titolo si conclude in una ventina di ore e non è dotato di alcuna modalità multiplayer, quindi bisogna ammettere che è anche facile raggiungere i titoli di coda prima che il setting venga effettivamente a noia. Nell’ottica della rigiocabilità, ogni contratto offre delle sfide complementari che possono essere abbracciate per ottenere più punti con cui potenziare l’armamentario e le prestazioni di Raven, cosa che, come accennato in precedenza, non risulta particolarmente attraente o necessaria. Certo, volendo potete in qualsiasi momento aumentare la difficoltà di gioco per privarvi di alcuni importanti suggerimenti balistici, tuttavia una simile audacia è premiata solamente con esperienze infernali. Sniper Ghost Warrior Contracts 2 non è pensato in un’ottica simulativa, i colpi dei kalashnikov nemici possono raggiungervi a distanza di chilometri e difficilmente avrete modo e tempo di eliminare tutti gli obiettivi prima che questi fuggano.
Il gioco non è inoltre esente da qualche bug minore. Nulla di devastante o distruttivo, tuttavia i contrattempi non sono insoliti: il puntatore del fucile che scompare, il modello del personaggio che slitta sul pavimento di un ascensore, l’autosalvataggio che si rifiuta adamantinamente di attivarsi, etc. Basta riavviare dal precedente checkpoint e tutto torna alla normalità, tuttavia questi inciampi non mancheranno di rovinarvi qualche partita altrimenti magistralmente eseguita. A essere fastidiosa, piuttosto, è la gestione dei grilletti adattivi della PlayStation 5. Funzionano e funzionano bene, ogni colpo sparato è una gioia, tuttavia CI Games ha ritenuto opportuno appesantire anche il grilletto sinistro, quello che attiva la posizione di mira. Una simile resistenza concede all’esperienza un “peso” fisico immersivo, tuttavia il meccanismo risulta attivo anche nelle scene delle kill cam e nei menù, con il risultato che, alle lunghe, l’esperienza possa essere faticosa sia per il giocatore che per il controller.
Piattaforme: PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S
Sviluppatore: CI Games
Publisher: CI Games
Sniper Ghost Warrior Contracts 2 è evidentemente un budget game, un titolo prodotto a ristrettezza di fondi e venduto a un prezzo inferiore alla media di mercato. Lo si capisce sin da subito, con lo spoglio menù che compare incerimoniosamente non appena terminata la carrellata dei loghi di produzione. La cosa non deve stupire: CI Games si sta leccando le ferite subite nel 2017, quando aveva azzardato un salto qualitativo investendo in Sniper Ghost Warrior 3, azzardo che è sfociato in un doloroso flop commerciale. Preso come gioco di serie B, SGWC 2 è appagante e riuscito, tuttavia è comunque dubbio che i suoi scarni contenuti si meritino il prezzo intero richiesto ai consumatori, ovvero 39.99€. Se lo trovate in sconto e siete fan dello sniping hi-tech dovreste però farci un pensierino, anche perché il principale competitor – Sniper Elite – non sembra avere intenzione di allontanarsi dalla relativa sicurezza del setting anni Quaranta.