Come si dice? L’unione fa la forza. E in questo caso, tre forze differenti (ma coese) hanno sviluppato e pubblicato Big Rumble Boxing: Creed Champions, un picchiaduro che simula incontri di boxe tra diversi combattenti, i quali sono stati prelevati direttamente dall’universo narrativo condiviso di Rocky (saga cinematografica nata nel 1976) e di Creed, spin-off del primo che, al momento, conta due capitoli (il terzo è previsto per il 2022).
Le tre “forze” di cui sopra sono Survios, software house che non è nuova allo sviluppo di titoli di questo genere; Metro-Goldwyn-Mayer (che possiede i diritti di Rocky e Creed) e, infine, Koch Media, leader nel publishing di prodotti legati all’intrattenimento digitale. Il titolo sportivo uscirà il 3 settembre in formato fisico e digitale per le console last-gen presenti sul mercato, ovvero PS4 e Xbox One, ma anche su PC (via Steam) e Nintendo Switch, su cui abbiamo testato il gioco.
Big Rumble Boxing Creed Champions: le leggende non vanno in pensione!
Come già accennato, Survios non è nuova a questo genere di produzioni. Basti pensare che solamente tre anni fa, la compagnia sviluppò un titolo fruibile su PlayStation VR e Oculus Quest (ma anche su PC e PS4) con le stesse premesse, ovvero Creed: Rise to Glory, un picchiaduro con i medesimi combattenti ma in realtà virtuale. Il gioco prendeva spunto dai giochi di genere allora presenti sul mercato (dal più remoto “Punch-out!!” al più moderno “Real Boxing“), anche se li integrava con fasi ispirate ai film, incentrate sui più classici allenamenti che hanno contribuito a rendere lo “Stallone Italiano” il campione della boxe che noi tutti conosciamo. Analogamente al fratello maggiore, anche Big Rumble Boxing: Creed Champions è basato sui campioni dei film e sulle scene più iconiche degli stessi. Non appena si fa partire il software, infatti, si nota fin dai primi attimi che la modalità “Arcade” è quella più rilevante per i fan delle due saghe filmiche. Questa modalità di gioco offre all’utente la possibilità di affrontare determinati scontri 1Vs1 intervallati da scene di intermezzo che spingono il giocatore ad approfondire la storia del personaggio prescelto, così come da fasi dedicate al mero allenamento, tramite meccaniche mutuate da Creed: Rise to Glory. Tratte dai film, queste consistono nel correre su un tapis roulant oppure nel picchiare quarti di bue tramite dei semplici quick-time event. Il completamento dell’allenamento, sebbene termini con un giudizio da parte del gioco (da “scarso” a “fenomenale”), non condiziona per niente la partita, anche nel caso di punteggi scarsi.
Nell’ambito circoscritto alla narrazione, si può osservare come questa viene servita al giocatore in forma di dialoghi scritti, mai doppiati (se non per alcune frasi iconiche, del tipo “Ti spiezzo in due“), che fanno riferimento a fatti realmente rappresentati sul grande schermo, anche se, diciamocelo, nel videogioco gli accadimenti vengono presentati in maniera alquanto superficiale e rapida. Senza incorrere in spoiler di qualsivoglia natura, la storia di Rocky Balboa viene replicata 1:1 con una rapida e spiccia panoramica dell’intera saga: dai duri allenamenti in palestra ideati da Mickey, al duro scontro avvenuto con Apollo Creed e, ancora, dalla battaglia per il titolo di campione contro Ivan Drago, al periodo in cui lo stallone allena il suo discepolo Adonis Creed, figlio di Apollo. In generale, il numero di scontri sul ring si aggirerà sempre tra cinque e sei in Arcade. Durante questi, ad accompagnare i momenti del core-game, ci sarà la persistente voce di un annunciatore (in lingua inglese) che sarà sempre pronto a comunicare al pubblico immaginario gli eventuali Knockout che andremo ad infliggere o che ci verranno inferti. La cosa che ci ha fatto storcere il naso è che il narratore in questione, durante questi incontri, non fa menzione dei vari combattenti mentre questi si appropinquano a salire sul ring. Al contrario, egli si concede solamente a ridondanti commenti asettici e a volte addirittura fuori contesto che rendono gli scontri tutt’altro che realistici.
Le storie che andranno approfondite in modalità Arcade saranno venti, in quanto questo è il numero di personaggi giocabili, di cui solo dieci saranno disponibili al momento del primissimo avvio della partita. A nostro avviso, per l’ottenimento di tutti quanti i combattenti, compresi anche di tutte le skin (tre o quattro per personaggio), occorreranno massimo dieci ore di gioco tra Arcade e Versus. Le skin, purtroppo, risultano sempliciotte, seppur con qualche eccezione, e limitate semplicemente al cambiamento del colore dei calzoncini. Tuttavia, riteniamo giusto omaggiare gli sforzi che sono stati compiuti dal team di sviluppo per mantenere ben distinte le personalità dei combattenti (sia principali che secondari), tutte quante ottimamente rese, anche se solo “intraviste” tra le poche righe di dialogo proposte. Di pregio, a nostro avviso, sono soprattutto gli approfondimenti inerenti a Leo Sporino e all’ex galeotto Ricky “Pretty” Conlan (entrambi presenti nel film Creed del 2015).
La natura pick-up-and-play si fa sentire
Parlando di genere, Big Rumble Boxing: Creed Champions, è identificabile con quello che noi tutti conosciamo come “picchiaduro” con scontri 1Vs1 e con meccaniche da “pick-up-and-play“. Quest’ultima caratteristica deriva dalla presenza di elementi tali da rendere il titolo accessibile a tutti in termini di apprendimento. In poche parole, non è un gioco difficile. O almeno, non lo è quando lo si affronta con un’intelligenza artificiale impostata sulla difficoltà “novellino“. Non sarà complesso padroneggiare i semplici comandi necessari a sferrare cazzotti micidiali. Si imparerà da subito che sarà fondamentale riuscire a pararsi con i guantoni (nel caso di Nintendo Switch, l’input della parata verrà conferito da ZR) e a picchiare a suon di pugni l’avversario con il tasto Y, tramite cui si potranno utilizzare i cosiddetti “attacchi di base“, ossia pugni di semplice natura con cui si potrà dare vita a veloci combo; con B, invece, si effettuerà la schivata; con A si potrà utilizzare la presa a due mani; con X, infine, combinato ad uno dei tasti direzionali, si userà l'”attacco di potenza“, un forte pugno che sarà in grado di sfondare parte della difesa avversaria.
Ogni combattente ha a disposizione una barra che rappresenta l’indicatore di guardia: quando questo si svuota, il personaggio rimarrà inerme in attesa di subire un attacco. Questo risulterà l’esatto momento per infliggere la supermossa con il tasto ZL, cioè un attacco offensivo dalla potenza straordinaria che metterà al tappeto la controparte, o quasi. La supermossa si potrà utilizzare una volta riempita completamente la barra gialla grazie ai pugni andati a segno durante l’incontro. Una volta messi al tappeto, si dovrà stare molto attenti a premere ripetutamente il tasto Y, con il quale si andrà a riempire un indicatore verde. L’indicatore dovrà essere riempito prima dello scadere dei dieci secondi concessi dal presentatore, allo scadere dei quali si perderà automaticamente l’incontro se la barra non risulterà piena. Al primo Knockout subìto, il riempimento della barra sarà semplice, andrà poi complicandosi con il secondo e, ancor di più, con il terzo (ovvero l’ultima possibilità concessa per risollevarsi dopo un K.O.). Altri modi per mettere in difficoltà l’altro contendente, è quello di provocargli uno stordimento per mezzo di mosse di sfondamento, oppure uno sbilanciamento, attuato grazie all’impatto dell’avversario contro le corde e i tenditori del ring. Per prendere dimestichezza coi comandi, ad ogni modo, si potrà usufruire della modalità di Allenamento che funge da palestra per l’esercizio delle varie combo e supermosse. La selezione della difficoltà dovrà ricadere fra le seguenti modalità: “novellino“, che vi abbiamo accennato prima, “professionista” e “campione“, le quali faranno sì che l’IA degli avversari migliori, anche se questa non delude affatto nemmeno nella più semplice delle difficoltà. É altresì possibile confrontare un altro giocatore tramite il multiplayer in locale.
“Non ho sentito la campana, ancora un altro round?”
Round dopo round, in Big Rumble Boxing: Creed Champions si rimarrà stupefatti dall’epicità delle soundtrack, quasi tutte tratte dai film. Giusto per citarne qualcuna, troverete “Eye Of The Tiger” dei Survivor, talmente abusata che potrebbe portare il giocatore ad un K.O. istantaneo (si scherza, ovviamente!) e “Gonna Fly Now” di Bill Conti. Queste musiche di stampo nostalgico vengono alternate, però, da canzoni più moderne che vanno a condire in modo più completo l’esperienza complessiva. Positivi sono anche gli effetti sonori ambientali. Per quanto riguarda la resa degli ambienti, sono presenti circa 13 arene in totale, le quali risultano limitative rispetto all’avanzamento delle fasi di trama, in quanto non rispecchiano sempre il background ideale per la narrazione. Un plauso va sicuramente rivolto alla gestione della fisica delle corde poste sui lati interni del ring, le quali reagiscono in modo credibile ai vari impatti. Durante le sessioni di gioco, infine, abbiamo riscontrato dei problemi con qualche texture, sia negli esterni che sul volto di alcuni personaggi (già privi di chissà quale espressività) e si sono verificati sporadici cali di frame, soprattutto durante l’esecuzione delle supermosse.
Data d’uscita: 3 settembre 2021
Piattaforme: PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch
Sviluppatore: Survios
Publisher: Survios
In definitiva, Big Rumble Boxing: Creed Champions è un titolo che si lascia giocare, soprattutto se siete amanti accaniti delle avventure dello stallone italiano e di Adonis Creed. Il sistema di combattimento è godibile e semplice, il che lo rende un titolo perfetto ed accessibile per qualsiasi tipologia di videogiocatore. Consigliamo di utilizzare i tasti direzionali piuttosto che la levetta analogica. Le opzioni che vanno a modificare l’IA possono trasformare l’esperienza da facile ad ostica in men che non si dica. Le OST sono storiche e godibili, anche se inflazionate. Peccato per la poca varietà di skin e per i limiti nella rappresentazione degli scenari. Gli annunci durante gli incontri sono asettici e le fasi di trama sono improntate ad un’accelerazione che non sempre favorisce la comprensione a chi non ha potuto (o voluto) godere delle opere cinematografiche originali. Tuttavia, si tratta di un titolo avvincente e divertente, l’ideale per prendersi una pausa da titoli più complessi dal punto di vista del gameplay.